Mentre la delibera regionale 140 e il Masterplan confermano il ruolo di “Cenerentola della regione” per il Piceno, ampliando il solco con le altre province, il sindaco Fioravanti torna a parlare di sanità con un video di 5 minuti che è un vero e proprio festival di contraddizioni e ambiguità
Non è certo la prima volta che, ascoltando il sindaco Fioravanti, si ha la netta sensazione che stia parlando di qualcosa che non conosce. Era già accaduto in occasione del contestatissimo piano rifiuti, si è ripetuto questa volta con la fondamentale delibera regionale 140 e con l’allegato Masterplan che disegna il futuro della sanità marchigiana e del territorio piceno. Nei mesi passati, mentre infuriavano le polemiche intorno alle scelte penalizzanti, per il Piceno e per l’ospedale cittadino, della Regione, Fioravanti era rimasto in silenzio, in evidente e comprensibile imbarazzo. E probabilmente avrebbe fatto meglio a continuare su quella strada, perché il video pubblicato sulla propria pagina facebook martedì 15 febbraio, per fare il punto sulla sanità dopo quella delibera regionale, è semplicemente disarmante.
Palesemente in difficoltà, in comprensibile imbarazzo, costretto ogni tanto a rileggere gli appunti scritti (da lui o da qualcun altro?) sulla sua scrivania, quello che appare in video più che il sindaco di una città capoluogo sembra una persona capitata lì per caso, costretta ad affrontare una situazione più grande di lui. Provoca quasi un’umana tenerezza vederlo così “in ambasce”. D’altra parte c’è da capirlo, dopo aver basato gran parte della propria propaganda sulla difesa dell’ospedale cittadino, dopo essere sceso in piazza contro la Regione (allora governata dal centrosinistra) che, a suo dire, penalizzava il Piceno, ora che al governo delle Marche c’è la sua parte politica (e il governatore Acquaroli è del suo partito) deve fare i conti con un programma di investimenti che rappresenta un vero e proprio smacco per il territorio e, ancor più, per l’ospedale cittadino.
In realtà poteva essere la grande occasione per dimostrare che, come poi dovrebbe essere per un primo cittadino, per lui sono prioritari gli interessi dei cittadini piuttosto che del proprio partito, ma anche per mostrare quella personalità e quel coraggio che sarebbero serviti per “alzare la voce” contro quegli amministratori della sua parte politica che stanno umiliando in questo modo il capoluogo piceno e la provincia di Ascoli.
Ma, senza scomodare nuovamente Manzoni, abbiamo già visto che coraggio e personalità non fanno parte del bagaglio del primo cittadino. Così, tra incapacità e mancanza di coraggio, quello che è venuto fuori è un video da un punto di vista dei contenuti semplicemente penoso, un vero e proprio festival di contraddizioni e ambiguità, con i soliti proclami propagandistici, mai come questa volta vuoti e fuori da ogni logica, con l’unico riferimento concreto al Masterplan regionale clamorosamente sballato. Questo il testo integrale dell’intervento del sindaco Fioravanti.
“Per parlare della situazione dell’ospedale e della sanità bisogna ripercorrere la storia. Io e noi abbiamo fatto tanti picchetti davanti all’ospedale Mazzoni, oltre 7 mila cittadini hanno bloccato il progetto per l’ospedale unico, grazie alla forza popolare siamo riusciti a fermare quello scellerato progetto che purtroppo la pandemia ci ha dato ragione perché se ci fosse stato l’ospedale unico avremmo avuto molti più problemi. Quindi il nostro disegno è quello di sempre, ossia una personalità giuridica dell’Area Vasta 5 su due plessi e risorse della mobilità del vicino Abruzzo investite sul territorio provinciale. Questo è il nostro disegno e anche le case della salute diffuse nel territorio per rispondere alle esigenze delle aree interne soprattutto.
E quindi è fondamentale avere una visione sanitaria del territorio, disegno condiviso con tutti, dobbiamo essere protagonisti del nuovo piano sanitario, noi in questo momento stiamo facendo una politica di aggregazione, da qui a 30 anni possiamo condividere un progetto per tutta la provincia, quindi non dividere ma unire, è importante continuare ad unire, importante avere interessi condivisi tutti insieme e sul discorso ospedale nuovo o meno a San Benedetto questo è un discorso che riguarda San Benedetto e la costa e la Regione, non riguarda Ascoli perché se si ristruttura l’esistente o si fa un ospedale nuovo ad Ascoli non cambia niente. Quello che interessa Ascoli e che abbiamo ottenuto nel Materplan 18 milioni di euro per ristrutturare tutto il Mazzoni e rifare il nuovo Pronto Soccorso.
E’ fondamentale avere un contenitore adatto e attrattivo però è molto importante lavorare sul contenuto e infatti stiamo lavorando sul contenuto. Abbiamo ampliato i corsi di laurea in infermieristica, abbiamo portato per la prima volta il corso di laurea in fisioterapia e abbiamo per la prima volta nella storia aperto una clinica universitaria all’interno del Mazzoni di urologia. Quindi adesso che abbiamo delle eccellenze all’interno del Mazzoni dobbiamo metterle in condizione di giocare al meglio. Quindi chiederemo con forza e lo ribadiamo anche oggi l’importanza di investire sulla robotica e cercare anche di investire sulle nuove tecnologie per essere sempre più attrattivi e per avere un bacino sempre più ampio. Su questo stiamo lavorando.
Sul discorso del primo livello il Mazzoni è e sarà sempre di primo livello, stiamo anche ragionando sul discorso primo livello su due plessi, comunque il Mazzoni è centrale e rimarrà centrale perché ovviamente le qualità di un ospedale non le fa il calcestruzzo ma le la fanno i medici e le tecnologie e i macchinari e su questo dobbiamo fortemente incidere, aumentando le specializzazioni, aumentando il servizio sanitario, quindi su questo dobbiamo lavorare sodo. Soprattutto dopo la pandemia è importante condividere un disegno sanitario e importante rafforzare la centralità del Mazzoni. E quindi volevo rassicurare gli ascolani che il Mazzoni è di primo livello e lo sarà sempre, è e sarà sempre centrale, però dobbiamo ragionare si una politica sanitario di territorio, condividendo le esigenze della costa e delle aree interne, cercando di mettere insieme le esigenze, cercando di dare una risposta diffusa”.
Sforzandoci di evitare facili ironie su alcuni passaggi da antologia della comicità, un paio di considerazioni e di sottolineature sono inevitabili. La prima, la più importante, è che il primo cittadino in concreto non parla quasi mai dell’argomento in discussione, del contenuto della delibera 140 che, probabilmente, non conosce. E nell’unica circostanza in cui lo fa, rimedia una colossale “figuraccia”.
Perché i 18 milioni a cui fa riferimento (che poi in realtà sono solo “virtuali”), non sono certo per la ristrutturazione di tutto il “Mazzoni” e per rifare il nuovo Pronto Soccorso (d’altra parte lo capirebbe anche un bambino che non sarebbero certo sufficienti per interventi di quella portata), ma per la “fantomatica” nuova palazzina tecnologica. Semplicemente imbarazzanti, poi, sono le “farneticazioni” sull’ospedale di primo livello. Se, come sostiene il sindaco, il “Mazzoni” è da sempre di primo livello e centrale (addirittura con delle eccellenze) per quale ragione negli anni passati Fioravanti protestava e scendeva in piazza contro la penalizzazione e il depotenziamento di un ospedale di così alto livello? Una palese e evidente contraddizione, una delle tante di quell’intervento.
Come quella di un ospedale di primo livello che, però, non ha né Neurologia né Psichiatria (entrambi a San Benedetto) che, pure, secondo le norme devono essere sempre presenti in un ospedale di primo livello. Ancora più clamorosa, però, è la contraddizione dell’affermazione secondo cui ad Ascoli non interessa nulla se a San Benedetto si realizza il nuovo ospedale o si ristruttura quello esistente, perché tanto per il “Mazzoni” non cambierebbe nulla. Perché immediatamente dopo è lo stesso Fioravanti a smentirsi, riproponendo la “barzelletta” del primo livello su due plessi. E non bisogna certo essere delle menti raffinate per capire che, se si parla di primo livello su due plessi, inevitabilmente ciò che avviene in un ospedale è strettamente legato e interessa da vicino anche l’altro.
Ma l’aspetto che maggiormente colpisce di quell’intervento è che per larga parte il sindaco parla di cose che non esistono. Come il fantomatico disegno (“sempre lo stesso”) di un’Area Vasta 5 con personalità giuridica e risorse della mobilità del vicino Abruzzo da investire nel nostro territorio. Nulla di tutto ciò è anche solo vagamente accennato in quella delibera e in quel Masterplan, né è mai stato al centro del dibattito o all’ordine del giorno di qualche incontro della giunta regionale sul tema della sanità. Esiste solo nella fervida immaginazione di Fioravanti, esattamente come gli investimenti sulla robotica e sulle nuove tecnologie (per quanto riguarda l’AV5 in quel Masterplan non c’è neppure un euro per questi aspetti) o come “la visione sanitaria del territorio”, “il disegno condiviso da tutti”.
Qualcuno dovrebbe avvisare il primo cittadino che 20 sindaci della provincia hanno sottoscritto un documento molto critico contro la Regione, in totale antitesi con quanto sostiene Fioravanti. Che, a proposito di condivisione, sul tema della sanità non si è mai neppure confrontato con quei sindaci. Infine, dopo aver ricordato che se infermieristica e fisioterapia sono al “Mazzoni” il merito è tutto della precedente giunta regionale (quella di Ceriscioli), meglio stendere un velo pietoso sull’imbarazzante “panzana” che “se ci fosse stato l’ospedale unico” i problemi con la pandemia sarebbero statti maggiori.
La realtà dei fatti dimostra esattamente il contrario, dove ci sono strutture ospedaliere di un certo tipo la crisi pandemica è stata affrontata decisamente meglio. Più in generale, però, quell’intervento purtroppo è la conferma di quanto già si sapeva. Su certi temi così fondamentali per la vita cittadina, come la salute, purtroppo i cittadini ascolani sono “indifesi”, visto che il sindaco non è in grado, per incapacità o perché per lui sono più importanti gli interessi del suo partito, di difendere e tutelare i loro sacrosanti diritti.