Il piano delle opere pubbliche 2022 prevede ben 90 interventi per un presunto mega investimento di 150 milioni di euro. Ma, dai dati contenuti nel piano stesso, emerge che neppure un terzo di quegli interventi hanno possibilità di essere avviati nel corso dell’anno
Questa volta hanno davvero esagerato il sindaco Fioravanti e la giunta comunale. Perché il nuovo piano delle opere pubbliche, approvato il 23 dicembre scorso con delibera n. 421, prevede addirittura 90 interventi per 150 milioni di euro di investimenti. Non che sia una grande novità, da anni il Comune ha trasformato il piano annuale delle opere pubbliche da fondamentale strumento di programmazione a vero e proprio jolly da sfruttare per fini propagandistici, con i tradizionali annunci di una serie impressionante di interventi, in grado di trasformare la città se anche fossero realizzati solamente in parte, che poi puntualmente non vedono la luce (spesso non solo nell’anno in corso ma anche in quegli successivi).
Però neppure il precedente sindaco Castelli, un maestro nel proporre ogni anno dei veri e propri “libri dei sogni”, si era spinto a tanto. Mai, prima d’ora, erano stati programmati un così alto numero di interventi e, soprattutto, un simile ricchissimo investimento. E’ difficile persino immaginare come potrebbe diventare il capoluogo piceno se un terzo di quelle opere venisse realizzato. In realtà il problema neppure si pone perché non ci sono dubbi che non c’è alcuna possibilità che ciò accada realmente, così come siamo di fronte all’ennesimo stucchevole post propagandistico del sindaco e della sua amministrazione.
Andando ad analizzare il nuovo piano, in via preliminare è importante ricordare che, insieme al piano stesso, con la delibera n. 421 sono stati approvati il quadro delle risorse disponibili, l’elenco degli immobili comunali in vendita e l’elenco degli interventi del piano 2021 non avviati e non ripresentati dai quali si possono ricavare indicazioni molto significative. L’elenco degli interventi del 2021 non avviati e non ripresentati, ad esempio, evidenzia come ben 29 delle 73 opere presenti nel piano delle opere pubbliche dell’anno scorso (per un investimento di 80 milioni di euro), di fatto sono state cancellate.
Eppure alcune di esse per anni, dalla precedente e dall’attuale giunta, erano state più volte celebrate come qualificanti per l’opera dell’amministrazione comunale. Parliamo, in particolare, del recupero della chiesa S. Angelo Magno, del risanamento della scuola San Domenico lesionata dal terremoto del 2016, dell’ostello e del famoso ponte ciclopedonale di San Pietro in castello, liquidato con un laconico “progetto abbandonato e sostituito con altro di diverso importo”. Va, poi, considerato che nel piano opere pubbliche del 2022 vengono riproposti ben 32 interventi che erano già nel piano 2021 e che, quindi, non sono stati né realizzati né avviati. Un altro intervento presente già nel piano 2021 (riqualificazione circolo anziani Monticelli) è stato invece spostato addirittura nel piano 2023, mentre altri 3 (parcheggio San Marco, rotatoria tra via dei Girasoli e via dei Gelsomini e riqualificazione palestra Squarcia) addirittura in quello del 2024.
Considerando che di un altro intervento (miglioramento sismico della scuola S. Agostino) si sono perse le tracce, in pratica gli atti ufficiali del Comune certificano che solamente 7 delle 73 opere promesse nel 2021 sono state concretamente realizzate (o quanto meno avviate). Poco meno del 10% (9,5% per l’esattezza…), quindi, una percentuale in assoluto deficitaria (e peggiore del 2020 quando si era almeno arrivati all’11%) e, soprattutto, decisamente distante da quell’irreale 97% di obiettivi realizzati vantato (o forse sarebbe più corretto dire “millantato”) nella Relazione Performance. E non serve essere dei veggenti per prevedere che anche il piano delle opere pubbliche 2022 non si scosterà di molto da quella percentuale.
Lo svelano alcuni dati contenuti in quel piano, in particolare il livello di progettazione approvato che deve essere indicato per ciascuno degli interventi inseriti nel piano annuale delle opere pubbliche. A tal proposito occorre innanzitutto ricordare che l’iter per la realizzazione delle opere pubbliche prevede tre livelli di progettazione. Si parte dal progetto di fattibilità tecnico economica (PFTE) che, per alcune opere superiori ad un determinato importo, è preceduto dal documento di fattibilità delle alternative progettuali (DFAP). Il secondo livello è il progetto definitivo (DEF) e il terzo ed ultimo è il progetto esecutivo (ESEC), poi alla base della gara per l’assegnazione dei lavori.
Guardando a ciò che solitamente accade nel Comune di Ascoli, generalmente (a parte qualche rarissima eccezione) per completare l’intero iter di progettazione ci vogliono non meno di 8-9 mesi, un periodo che si allunga ulteriormente se c’è la necessità della precedente approvazione del DFAP e a cui poi bisogna aggiungere il tempo necessario (almeno un paio di mesi, quando va bene…) per completare la gara di aggiudicazione dei lavori. E dei 90 interventi che compongono il piano delle opere pubbliche 2022 ben 70 sono ancora alla fase iniziale dell’iter di progettazione, addirittura 46 ancora fermi al DFAP e 24 al PFTE.
Questo significa che, ben che vada, non saranno più di una decina gli interventi presenti in quell’elenco che concretamente partiranno entro fine 2022. Qualche piccola speranza in più di vedere l’avvio dei lavori entro l’anno in corso hanno i 13 interventi che sono al DEF, mentre, a meno di qualche imprevisto, è altamente probabile che i 7 interventi (consolidamento delle mura presso l’ex Tirassegno, riqualificazione del parco Annunziato e Fortezza Pia, interventi per la sicurezza della circolazione ciclistica cittadina, realizzazione del parco fluviale del fiume Tronto, del ponte sul fiume Tronto e la viabilità di raccordo, sistemazione della pista ciclo pedonale del ponte di San Filippo e della riqualificazione di via Trento e Trieste) che sono già al terzo livello dell’iter (ESEC) possano quanto meno essere avviata nel 2022.
Dando, poi, uno sguardo ai 90 interventi inseriti nel piano, naturalmente non potevano mancare (come avviene da anni) quelli per la sicurezza delle scuole, tutti, però, ancora fermi al primo livello di progettazione (PFTE), quindi con possibilità quasi a zero di vedere avviati i lavori prima del 2023. L’intervento più rilevante in programma è sicuramente quello di ristrutturazione della Fortezza Pia, suddiviso in 4 lotti (per oltre 5,5 milioni di euro), anch’essi tutti fermi al PFTE. Un’amministrazione così attenta ai capricci del momento, più che alle reali esigenze della città e dei cittadini, non poteva che seguire la moda del momento, quella del padel.
Così, nonostante ad Ascoli e dintorni ci siano campi in abbondanza, sono stati previsti addirittura due nuovi centri sportivi di padel (al Battente e nella cittadella dello sport), per un investimento di 1,3 milioni di euro. Soldi che servirebbero per ben altri interventi, molto più urgenti e necessari, per gli impianti sportivi cittadini, basterebbe solo pensare alla palestra Squarcia che da anni è chiusa e per il cui intervento di riqualificazione servirebbero 700 mila euro. Un’ultima importante annotazione riguarda lo stadio Del Duca che, in un modo o nell’altro, da una decina di anni è sempre presente nei piani delle opere pubbliche del Comune.
Nel piano 2021, così come in quello del 2020, era previsto l’intervento di rifacimento della curva sud e tettoria della tribuna ovest, per un impegno di spesa di 5 milioni di euro. Che ora, però, come si legge nell’elenco degli interventi presenti nel precedente programma non avviati e non riproposti è stato ripresentato (per il 2023) con altri importi e, soprattutto, con 2 interventi differenti: una per il rifacimento della curva sud (da 6,5 milioni di euro) e l’altro per la tribuna ovest (da poco più di 3 milioni di euro). Complessivamente, quindi, quasi 10 milioni di euro, con un impegno di spesa che, in appena 12 mesi, si è praticamente raddoppiato. Se non è un record, poco ci manca…