Solo 2 giorni fa, in un video, il sindaco assicurava che le scuole cittadine sono sicurissime. Ma nel Consiglio comunale di ieri quella certezza è improvvisamente svanita. E, dopo averle ignorate per mesi, ora il Comune ha fatto proprie le istanze del Comitato Scuole Sicure in merito alle analisi di vulnerabilità sismica e alla presenza di tecnici della protezione civile nelle scuole
Se volete farvi un’idea di come funziona e di quale sia il livello dell’amministrazione comunale di Ascoli, vi consigliamo di assistere almeno una volta ad una seduta del Consiglio Comunale. Con un’avvertenza fondamentale: preparatevi psicologicamente prima perché non è proprio quello che si suole dire uno “spettacolo particolarmente edificante”. A partire dal fatto che scoprirete che tutte le storielle che si raccontano su quanto accade in Parlamento, con parlamentari spesso poco attenti alle discussioni in atto, se non addirittura indaffarati a fare altro (con tablet, telefonini e cose simili), sono una triste realtà anche nella civica assise comunale, tra chi legge il giornale, chi gioca o parla con il cellulare, chi chiacchiera dei fatti propri con il vicino di seggio (o anche fuori dall’aula, tra una sigaretta e un caffè).
Se, poi, non siete esperti in materia inevitabilmente vi chiederete cosa ci fanno tutte quelle persone che siedono per ore in quei banchi senza mai parlare, senza mai intervenire e che limitano il loro impegno a qualche alzata di mano. Sono i consiglieri comunali della maggioranza, cioè della parte politica del sindaco, che in pratica (a parte un paio di eccezioni, su tutti l’ex presidente del Consiglio e ex consigliere regionale Umberto Trenta) sono lì solo per votare le delibere, le mozioni e gli ordini del giorno sulla base dell’indicazione del primo cittadino. Sono quelli che il compianto consigliere comunale Pino Mercuri chiamava i “consiglieri paletta”, con una definizione che fotografa alla perfezione il ruolo che svolgono. Sorvolando sulla gestione e sull’atteggiamento del presidente del Consiglio Marco Fioravanti (va bene che “gente allegra, Dio l’aiuta” ma ridere in continuazione di fronte alle legittime richieste dei consiglieri non è proprio un bel comportamento), nel complesso l’impressione che se ne ricava è a dir poco deprimente. Allora, direte voi, sarebbe meglio evitare.
Forse si, se non fosse per il fatto che almeno assistere al Consiglio comunale serve per comprendere l’esatta situazione delle principali vicende cittadine. Si perché quando si è di fronte ad atti ufficiali, sia che si tratti di approvare una delibera, sia che si tratti di rispondere ad un’interrogazione, le dichiarazioni demagogiche ad effetto lasciano inevitabilmente spazio alla cruda realtà che, naturalmente, risulta essere ben diversa da quella raccontata con i comunicati e nei video dal sindaco Castelli. Così, ad esempio, i pochi che hanno assistito alla seduta del Consiglio comunale di ieri (giovedì 26 gennaio) hanno scoperto che, a differenza di quanto aveva affermato 2 giorni fa nell’ennesimo allucinante video stile “The blair witches projects”, le scuole cittadine non sono poi così sicure. O meglio, se 48 ore prima il sindaco si era dichiarato certo, al punto da “mandarci con la massima serenità anche mio figlio”, in Consiglio comunale quelle certezze sono improvvisamente sfumate.
Lo ha ampiamente fatto capire all’inizio della seduta quando, nello spazio riservato alle comunicazioni del primo cittadino, ha fatto presente che l’esito delle verifiche di vulnerabilità sismica che verranno effettuate nei prossimi mesi (vedremo poi come) potrebbero produrre delle conseguenze notevoli, con anche la necessità di costruire nuovi edifici nel caso possibile di risultati non positivi delle verifiche stesse. Un concetto che poi ha ulteriormente ribadito quando, intervenendo sulla mozione del consigliere Ciabattoni in merito al nuovo dimensionamento scolastico, ha auspicato uno stop da parte della Regione, ribadendo che non si possono prendere ora certe decisioni che poi potrebbero essere condizionate e cambiate dall’esito delle verifiche. Questo, in poche parole, significa che lo stesso primo cittadino è pienamente consapevole che alcune scuole cittadine potrebbero palesare qualche problema, nonostante l’agibilità (totale o con prescrizioni) ottenuta fino ad ora.
Un dato non di poco conto perché significa chiaramente che non avevamo certo esagerato nelle preoccupazioni, che il nostro (e quello del Comitato Scuole Sicure) non era inutile allarmismo ma la semplice fotografia di una situazione che non può far dormire sonni tranquilli a nessuno. In quel video, poi, Castelli aveva sottolineato come effettuare quelle verifiche rappresenti un impegno economico gravoso per l’amministrazione comunale, concetto ribadito più volte anche nei ripetuti passaggi in tv (la nuova casa del sindaco, tanto che a qualcuno è venuto il sospetto che possa essere tra i concorrenti della nuova edizione del Grande Fratello che partirà lunedì prossimo…) nei quali era anche stato sottolineato come la spesa per le verifiche nelle scuole inevitabilmente avrebbe tolto qualcosa da altri servizi importanti per la città (come se la sicurezza di studenti, insegnanti e personale scolastico fosse di minore importanza).
Ebbene anche questo di fatto è stato smentito dal sindaco stesso in Consiglio Comunale, al punto che il primo cittadino ha respinto al richiesta contenuta in un’interrogazione del consigliere comunale Ameli che aveva chiesto di utilizzare parte dei quasi 13 milioni che l’amministrazione comunale incassa dalla vendita di Pieno Gas proprio per effettuare quelle verifiche. Ora, a parte il fatto che quei soldi serviranno per coprire i buchi in bilancio (con un estenuante giro di parole, in maniera da renderlo il meno comprensibile possibile, di fatto l’ha ammesso anche il primo cittadino), Castelli ha risposto che non ce ne è bisogno perché i fondi da inserire nel prossimo bilancio per le verifiche ci sono senza problemi.
Non è servito il Consiglio comunale, invece, per smentire l’altra affermazione forte che il sindaco aveva fatto in quel video, cioè che tanto le verifiche di vulnerabilità sismica in pratica non le ha fatte nessun Comune. Per la verità già pochi minuti dopo la diffusione di quel video era arrivata la risposta del sindaco di Appignano che aveva sottolineato come il suo Comune quelle verifiche le aveva fatte. Ma a “tagliare la testa al toro” ci hanno poi pensato i dati forniti da Cittadinanzattiva (sulla base di quelli presenti nell’anagrafe delle scuole del Ministero della pubblica istruzione) secondo i quali sugli oltre 13 mila edifici scolastici presenti nelle zone a rischio sismico A e B presi in considerazione, quasi 10 mila sono risultati in regola (o perché costruiti secondo la normativa anti sismica o perché possiedono le famose verifiche di vulnerabilità sismica).
Altro che quasi nessun Comune, circa il 70% di quelle scuole sono in regola e questo rende ancor meno accettabile la situazione in cui si trovano le scuole ascolane. La seduta del Consiglio comunale di giovedì, però, soprattutto ha definitivamente chiarito, per chi ancora avesse dubbi, di chi siano le responsabilità di questa difficile situazione nel quale si trova (da agosto) tutto il mondo scolastico cittadino. In quel video e nei suoi passaggi in tv il sindaco Castelli, per cercare di sviare l’attenzione dalle sue (gravi) responsabilità, se l’era presa con il mondo intero, accusando la Commissione Grandi Rischi per aver creato un allarme esagerato (per aver svolto semplicemente il compito per cui è stata creata…), lo Stato, il governo, annunciando poi, con la solita esagerata teatralità, di aver inviato una lettera al presidente del Consiglio Gentiloni per chiedere lumi su quanto doveva fare. In altre parole una sceneggiata, smontata senza possibilità di replica nel corso della seduta di ieri dal consigliere comunale Ameli che ha inchiodato il sindaco alle proprie responsabilità, ricordandogli che per legge le verifiche sulla vulnerabilità sismica delle scuole cittadine dovevano essere fatte entro la fine del 2013. Castelli ha avuto 4 anni di tempo di farle, visto che si è insediato nel 2009.
Quando ha raccontato la favoletta sulla speciale polizza assicurativa per il terremoto (poi rivelatasi una banalissima “All Risks” posseduta da quasi tutti gli enti), il sindaco ha sottolineato come dopo il terremoto a L’Aquila si era preoccupato di assicurare il patrimonio cittadino da possibili danni provocati da nuove scosse. Quindi, seguendo il suo ragionamento, era consapevole dei rischi che la città corre con il terremoto. E allora come è possibile che non abbia pensato anche alla sicurezza degli ascolani e, in particolare, degli studenti e di tutto il personale scolastico? Ingiustificabile, anche in considerazione del fatto che dal 2007 c’erano a disposizione fondi statali per fare quelle verifiche (e che complessivamente lo Stato ha finanziato interventi per oltre 4 miliardi euro) che, infatti, sono stati utilizzati da tantissimi Comuni (compresi alcuni marchigiani). Lo stesso Ameli ha fatto presente al primo cittadino che già nel 2011 l’allora consigliere comunale Pesarini, con un’interrogazione aveva chiesto ed esortato il Comune ad attivarsi. Naturalmente Castelli, così brillante quando ha di fronte solo la telecamera, è rimasto in silenzio, non avendo giustificazioni a cui appigliarsi.
D’altra parte è giusto ricordare anche che ad agosto, dopo la scossa del 24, e a novembre, dopo le due nuove violente scosse di fine ottobre, il primo cittadino ha lungamente finto di ignorare l’importanza di quelle verifiche, nascondendosi dietro l’agibilità degli edifici scolastici (che sappiamo bene non essere certo sinonimo di sicurezza). Ora è costretto ad ammettere invece quanto siano importanti ed in un certo senso è anche fortunato perché, “grazie” proprio al terremoto, il numero di verifiche da effettuare sono diminuite. Infatti per tutti gli edifici scolastici classificati nelle schede Aedes da B in giù (cioè parzialmente inagibili, agibili con prescrizioni o inagibili) sarà l’Ufficio ricostruzione ad effettuarle. Considerando che in quelle condizioni ci sono una decina di istituti, al Comune resta l’obbligo di effettuarne una quindicina.
Il sindaco ieri ha ribadito che nel bilancio 2017 verranno stanziati gli appositi fondi poi si procederà (comunque non in tempi brevi) alla loro effettuazione. Sempre nel Consiglio Comunale di ieri, è stato anche approvata (all’unanimità) una mozione presentata dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Giacomo Manni che chiedeva la presenza di tecnici della protezione civile o di personale specializzato all’interno delle scuole cittadine, in grado di gestire eventuali emergenze e allarmi in caso di terremoto. A pensarci bene, però, l’assoluta importanza (determinanti) delle verifiche di vulnerabilità sismica e la presenza di personale della protezione civile nelle scuole erano due dei tre punti fondamentali (vedremo poi quale fosse il terzo) della lunga battaglia condotta in questi mesi dal Comitato Scuole Sicure. Che, pure, nei mesi scorsi, è stato non solo ignorato dal sindaco e dall’amministrazione comunale, ma spesso anche sbeffeggiato, con battute e commenti ironici del tutto fuori luogo. Le loro richieste sono state fatte passare per incomprensibili stranezze, frutto dell’agitazione di qualche “mamma isterica”.
Oggi invece, sia pure a distanza di mesi (avendo quindi sprecato prezioso tempo utile), il Comune stesso e tutto il Consiglio comunale sposano in pieno quelle istanze e ci dimostrano quanto fondate e valide fossero. Sarebbe bello se per una volta (sappiamo già che è un’utopia) il sindaco Castelli facesse un gesto di profonda umiltà (termine che in realtà sembra essere sconosciuto al primo cittadino) e chiedesse scusa al Comitato e alle sue rappresentanti, riconoscendo la fondatezza della loro battaglia ma anche l’importanza di aver resistito e di non aver arretrato pur quando si sono trovati di fronte ad un vero e proprio “muro di gomma”.
A dir la verità in questi mesi anche in altri ambienti, soprattutto vicini alle posizioni e allo schieramento del sindaco e della sua maggioranza, non sono mancate le ironie e gli inutili sarcasmi su chi ha portato avanti questa dura battaglia. E visto che, siamo sicuri, è assai improbabile che qualcuno avrà mai il coraggio di fare “mea culpa” e chiedere scusa, almeno c’è da sperare che non si assista alla solita ignobile corsa per salire sul carro del vincitore, attribuendosi meriti e ipotetico sostegno che quel Comitato non ha avuto da nessuna istituzione, da nessun partito o movimento politico. Le uniche eccezioni sono rappresentante dai consiglieri comunali Giacomo Manni e Francesco Ameli che sin dall’inizio hanno comunque manifestato il giusto e necessario interesse per quelle istanze (cercando, nei limiti del possibile, di supportarle anche con qualche atto concreto).
Per questo è importante sottolineare e far sapere ai cittadini ascolani che, se nei prossimi anni le scuole cittadine saranno più sicure (purtroppo dovrà trascorrere un po’ di tempo prima che vengano avviate e concluse quelle verifiche, con le eventuali conseguenti prescrizioni) gran parte del merito (anzi, sarebbe il caso di dire quasi esclusivamente) è proprio di quel Comitato (e in particolare di due loro rappresentanti, Iride Luzi e Raffaela Bellini, davvero instancabili e mai dome) che non ha mai mollato di un centimetro, che non si è mai fatto scoraggiare e intimorire dall’indifferenza e dall’ironia di cui è spesso stato oggetto. E che, come terzo punto fondamentale della propria battaglia, aveva quello relativo alla necessità di cercare delle soluzioni alternative, vista la non accertata sicurezza delle scuole cittadine, per poter far svolgere regolarmente e senza rischi l’anno scolastico.
Quasi superfluo sottolineare che ad agosto prima e a novembre poi questa richiesta fu ancor più oggetto di scherno e di ironia, considerata da molti amministratori addirittura una richiesta quasi folle. Anche in questo caso, però, il tempo è stato ancora una volta galantuomo ed ora quella proposta del Comitato, pur se con inaccettabile ritardo, è stata fatta propria da diversi sindaci del territorio. A partire da quello di Teramo che sta mantenendo le scuole chiuse e ora chiede al governo l’invio di Musp (Moduli ad uso scolastico provvisorio) per poter portare a termine l’anno scolastico.
E’ chiaro ed evidente a tutti che bisognava avere il coraggio (la coscienza) di perseguire questa strada, di accogliere quella richiesta già ad agosto, dopo la prima violenta scossa. In quel modo si sarebbe garantita da un lato la sicurezza ma dall’altro anche il regolare svolgimento dell’anno scolastico, senza le continue interruzioni che invece ci sono state e che, di fatto, ne hanno già compromesso il suo normale svolgimento. Certo meglio tardi che mai, come invece avviene ad Ascoli dove il sindaco, pur sbraitando contro tutti e tutto, non ha avuto il coraggio di avanzare la stessa proposta. Preferendo, invece, continuare a mandare gli studenti ascolani (e tutto il personale scolastico) in scuole che sono sicuramente agibili e probabilmente in discreto stato, ma, l’ha ammesso lui stesso, che non si ha certezza che siano totalmente sicure.
E allora, come abbiamo scritto già qualche giorno fa, tanto per cambiare non resta che affidarci a Sant’Emidio…