La cronaca degli ultimi giorni evidenzia l’imbarbarimento del nostro paese: dalla sguaiata esultanza del Senato per la bocciatura di una legge di civiltà all’ordinanza scandalo di Terni, dalle farneticazioni sulla selezione della specie all’ offesa alla memoria della Shoah
“Ne usciremo migliori” ripetevano un po’ tutti, per darsi coraggio di fronte ad una dura ed inattesa prova da affrontare, nei primi giorni di lockdown nel marzo 2020, quando il lungo incubo pandemia era agli inizi. A giudicare da quanto abbiamo visto negli ultimi giorni nel nostro paese, però, in realtà è accaduto esattamente il contrario. Per la verità dal covid purtroppo ancora non siamo affatto usciti (e la sensazione è che ci toccherà conviverci ancora per diverso tempo). Però non ci sono dubbi che complessivamente la situazione nel nostro paese è sensibilmente peggiorata, si registra purtroppo un progressivo e consistente imbarbarimento, come se il dramma (con oltre 130 mila morti non c’è altro termine per definire ciò che è accaduto) che abbiamo vissuto, invece di una nuova sensibilità, abbia finito per sviluppare e accrescere gli istinti peggiori, travolgendo ogni forma di rispetto e anche quei principi “umanitari” che mai avrebbero creduto che potessero essere messi in discussione.
Al punto che si assiste sgomenti all’indegno e indecoroso spettacolo fornito nei giorni scorsi da un ramo del Parlamento (il Senato), quella vergognosa esultanza di fronte ad una decisione (presa vigliaccamente con voto segreto) che toglie diritti e tutele a chi continua a subire discriminazioni e abusi. O che si trovi assolutamente “normale” un provvedimento (in questo caso un’ordinanza sindacale) ispirata ai peggiori pregiudizi nei confronti delle donne. In realtà è giusto sottolineare che su questi temi e su queste battaglie di civiltà già nel periodo pre pandemia la situazione stava rapidamente peggiorando e del resto in tema di conquiste civili il nostro paese è da sempre indietro rispetto al resto d’Europa.
Quanto meno, però, certe pulsioni e certe posizioni fortemente discriminatorie, seppure presenti in ampi strati della nostra società, almeno non venivano ostentate con orgoglio, come se fossero qualcosa di cui andar fieri, come invece sta avvenendo in questi giorni. Le immagini di quel Parlamento esultante per la bocciatura di una legge di civiltà (il ddl Zan) e dell’insopportabile spocchia con la quale esponenti politici e partiti della maggioranza di centrodestra difendono e plaudono l’indecente ordinanza che ripropone la definizione da medioevo che vuole che le donne che si vestono in una determinata maniera sono “tutte puttane” sono l’emblema di come stiamo sprofondando sempre più in basso. Ed il guaio e che continuiamo a precipitare verso l’abisso.
Perché se qualcuno si era illuso che quelle “vergogne” fossero il punto più basso che potessimo toccare, soltanto poche ore dopo si è dovuto ricredere, di fronte ad altre immagini, ad altri frame disgustosamente peggiori.
Come, ad esempio, quella dell’espressione “spiritata” di Carlo Freccero mentre, sproloquiando e mistificando i dati dell’ultimo report dell’Istituto Superiore della Sanità (Iss), parla della strage di anziani provocata dal covid come se fosse un particolare irrilevante, una sorta di inevitabile “selezione della specie” (in realtà quel report dice ben altro…). Un ulteriore passo avanti verso il baratro, perché mai ci si era spinti al punto da mettere in discussione addirittura anche il principio della sacralità della vita umana (e neppure nei peggiori incubi si poteva immaginare che un giorno gli anziani da fondamentale patrimonio della nostra società, da proteggere, fossero visti come un peso, come qualcosa da poter sacrificare senza troppi scrupoli), raggiunto e oltrepassato ampiamente a Novara.
Con quella repellente, vergognosa, vomitevole (gli aggettivi non sono sufficienti per definire una simile schifezza…) sceneggiata messa in scena da alcuni soggetti (non basterebbero i peggiori insulti per definirli come meriterebbero) novax e no pass “mascherati” come deportati dei campi di concentramento. “Un gravissimo abuso, un’inaccettabile offesa alla Memoria che non è solo Memoria ebraica” ha amaramente commentato la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni. Che poi ha aggiunto che “sono i numeri a ricordarci che sono irrilevanti. L’impressione è che ormai usino questi paragoni soprattutto per finire sui giornali”.
In effetti è indiscutibile (i numeri parlano chiaro) che quel variegato universo no vax e no pass sia ampiamente minoranza nel paese. Ma sarebbe fuorviante pensare che quella vomitevole esibizione sia solo frutto della mente distorta di quattro disadattati, i vergognosi accostamenti con Shoah e campi di concentramento si ripetono da settimane e neppure ora, di fronte all’indecente spettacolo andato in scena a Novara, da quel surreale universo no vax-no pass si sono levate voci discordi, condanne ferme e convinte di quella oscenità.
I cosiddetti “cerchiobottisti”, di cui questo paese abbonda, da settimane continuano a ripetere che in fondo con questa gente si deve dialogare, che bisogna rispettare quelle opinioni differenti pur se basate su teorie cospirative e anti scientifiche, che bisogna capire le loro paure. Ma non ci può essere alcun dialogo e non merita alcuna forma di rispetto chi si spinge fino a tanto, chi ha inferto quello che Nichi Vendola ha definito “uno sfregio intollerabile a ciò che di più sacro è a fondamento della nostra civiltà: la memoria delle vittime, dei milioni di rastrellati, donne e uomini stipati come sacchi nei vagoni piombati, schedati e marchiati a fuoco come numeri dalla burocrazia dello sterminio, spogliati della loro storia e umanità, usate come cavie per le più atroci sperimentazioni di pseudo medicina, fatti schiavi nei lavori forzati, ammassati nelle camere a gas per le loro docce di morte, inceneriti nei forni crematori”.
Gentaglia della peggior specie, non solo chi si è reso protagonista di quell’indecenza ma anche chi non si vergogna di stare dalla stessa parte, chi non sente il dovere civico di prendere le distanze e chiedere scusa per simili nefandezze. “In questa buffonesca sproporzione tra l’enormità dell’Olocausto e la cronaca delle gesta no vax – prosegue Vendola – c’è tutta la miseria di un amalgama di paure, luoghi comuni, frustrazioni, fanatismo che istruisce il loro repertorio argomentativo. Il loro vittimismo è patetico, sono solo vittime di se stessi, delle proprie credenze”.
Ma anche della propria più profonda ignoranza, del proprio egoismo e della serie infinita di “bufale” e mistificazioni con le quali cercano di dare fondamento alle proprie farneticazioni. Ed esattamente ignoranza, fanatismo e mistificazioni hanno caratterizzato la non meno vergognosa performance di Carlo Freccero a “Piazzapulita” (La7) qualche sera prima. L’ex direttore di Raitre non si è vergognato prima di ritenere assolutamente fondato il paragone tra green pass e campi di concentramento, poi di stravolgere e mistificare i dati e il contenuto dell’ultimo rapporto dell’Iss pur di dar credito e sostenere la sua agghiacciante teoria sugli oltre 130 mila morti di questo drammatico periodo.
Di quel rapporto ne abbiamo ampiamente parlato (vedi articolo “Il covid meno letale dell’influenza stagionale, l’ultima farneticazione no vax”), afferma dall’analisi delle cartelle cliniche di quasi 8 mila deceduti per covid emerge come nel 93,6% dei casi è stata riscontrata una complicanza della malattia respiratoria acuta da Sars Cov-2 (l’insufficienza respiratoria acuta), che quindi risulta la causa principale del decesso, e ribadisce come al momento l’unica arma che abbiamo a disposizione è il vaccino.
Invece, ospite nel programma di Formigli, Freccero, sfigurato in volto e in preda a ripetuti e mal controllati scatti di ira (di fronte a chiunque che, dati e documenti alla mano, provava a contraddirlo), fingendo di avere in mano quel rapporto e di leggerlo ha ripetuto la colossale “bufala” secondo cui il rapporto stesso stabiliva che solo 3.783 degli oltre 130 mila erano effettivamente deceduti per il covid. Corredata, tra l’altro, da una serie impressionante di altre “bufale” a supporto della sua tesi (come quella secondo cui l’influenza stagionale provocherebbe ogni anno circa 20 mila morti). Tutto questo per arrivare infine a sostenere che in realtà quegli oltre 130 mila deceduti erano anziani e con altre patologie, quindi è “normale” che siano morti.
Al di là del fatto che è semplicemente folle, ed ennesima dimostrazione della più profonda ignoranza, pensare che chi ha patologie come l’ipertensione (nel 63% dei casi) o il diabete sia destinato a morire molto presto, senza considerare che Crisanti ha dimostrato, dati alla mano, come in realtà il covid in Italia ha fatto perdere oltre 1 milione e mezzo di anni di aspettativa di vita, le farneticazioni di Freccero sono semplicemente agghiaccianti, siamo quasi alla selezione della specie. Siamo arrivati a questo punto, a profanare una tragedia come la Shoah, trasformando la storia in un macabro carnevale, e a non aver più alcun rispetto della vita umana, soprattutto quella delle persone più anziane e fragili. Dal covid purtroppo ancora non siamo completamente usciti. Ma già ora siamo decisamente e irrimediabilmente peggiori…