Dopo l’allerta meteo di venerdì 13 gennaio, i principali Comuni delle Marche dal pomeriggio di domenica hanno attivato i Centri Operativi Comunali per far fronte alla situazione. Al Comune di Ascoli, invece, solo da mercoledì 18 gennaio è scattata l’emergenza. Come dimostrano i comunicati stampa, i post sul profilo facebook e i link sul sito internet comunale
Se non definitivamente alle spalle (ci vorrà del tempo per tornare alla normalità), l’emergenza neve sembra finalmente attenuata. Il fatto che non ci siano praticamente più frazioni isolate nel territorio comunale è il segnale più incoraggiante. La riapertura delle scuole (prevista per domani martedì 24 gennaio), pur se con più di qualche comprensibile preoccupazione e tra mille dubbi (di cui parleremo poi) è un ulteriore passo verso quella normalità che, dopo mesi di sofferenze per i due gravi eventi sismici, sembrava finalmente ritrovata nel periodo delle feste natalizie.
Passata la fase più critica dell’emergenza, quindi, è arrivato il momento di tirare un primo bilancio di quanto accaduto e di come l’amministrazione comunale ha risposto a questa difficile prova. Partendo da due importanti presupposti. Il primo, innegabile e indiscutibile, che l’ondata di freddo e neve che ha colpito il nostro territorio è stata davvero eccezionale, come non si ricordava da tempo. Il secondo che, per una serie infinita di ragioni su cui prima o poi bisognerà pur riflettere, la quasi totalità di Comuni e Province non è attrezzata, non ha mezzi, uomini e preparazione adeguata per affrontare simili emergenze.
Ci sono sicuramente colpe proprie (le nostri amministrazioni hanno sempre sottovalutato, almeno fino a quando non ci si trova in mezzo ad un’emergenza come questa, l’importanza della prevenzione per qualsiasi possibile calamità) ma ci sono anche i tagli sempre più consistenti che le stesse amministrazioni sono state costrette a subire in questi anni. Fatte queste due doverose premesse, il modo come è stata gestita la situazione nel nostro territorio è sin troppo evidente ed è testimoniata in maniera inequivocabile da atti e comunicati del Comune. Con il sindaco Castelli che, evidentemente, non ha imparato nulla dalla “figuraccia” rimediata ad agosto in occasione dell’inizio di questa terribile ed interminabile emergenza sismica. Ora come allora il primo cittadino e l’amministrazione comunale hanno commesso il gravissimo errore di sottovalutare inizialmente la situazione.
Tutti ricordiamo l’intervento su Arengo tv domenica 28 agosto, dopo una scossa di magnitudo intorno a 5, nel quale Castelli annunciava che “l’ultima scossa del pomeriggio ad Ascoli ha generato ansia e inquietudine ma non ha prodotto effetti significativi sul sistema cittadino, la città ha risposto molto bene”. Inutile ricordare come già nelle ore successive a quell’incauto annuncio venne a galla una verità completamente differente. Quella clamorosa “figuraccia” avrebbe dovuto consigliare il primo cittadino ad affrontare le cose con una differente cautela, con meno superficialità, senza dover per forza cercare di trasmettere il messaggio rassicurante del “va tutto bene”, soprattutto quando l’evidenza dei fatti dimostra esattamente il contrario.
Questa volta, poi, c’è l’aggravante costituita dal fatto che da giorni si conoscevano le previsioni del tempo, la protezione civile regionale aveva diramato diversa “allerta meteo” in cui si annunciava esattamente quello che sarebbe accaduto a partire da domenica 15 gennaio, con successivo peggioramento della situazione a partire dalla serata di lunedì 16. gennaio. Tutti i principali comuni marchigiani, proprio sulla base di quegli avvisi, si sono preparati al meglio, hanno attivato a partire da domenica pomeriggio (15 gennaio) i vari Coc (Centri operativi comunali) per tenere costantemente sotto controllo la situazione.
Il Comune di Ascoli, invece, non ha fatto nulla, fino a martedì sera non si è praticamente mosso seriamente. Poi, all’improvviso, mercoledì mattina, quando ad aggravare ulteriormente le cose ci si è messo anche il terremoto, improvvisamente il sindaco si è accorto della gravità della situazione e, non nelle sedi opportuni ma in tv, ha iniziato ad alzare la voce, a chiedere l’aiuto e l’intervento dell’esercito.
La cronologia degli accadimenti e dei comportamenti dell’amministrazione comunale è chiarissima e non lascia spazio a dubbi. Già a metà della settimana precedente le previsioni del tempo parlavano dell’arrivo di freddo e neve nella nostra zona a partire da domenica 15 gennaio. Poi venerdì è scesa in campo anche la protezione civile, con i suoi bollettini e i suoi allerta meteo che annunciavano da domenica pomeriggio l’arrivo della neve “con fenomeni in intensificazione in particolare nella fascia appenninica meridionale”, con successive nevicate “diffuse fino a quote pianeggianti” per la giornata di lunedì (con nevicate previste fino alle prime ore di mercoledì 18 gennaio).
In effetti domenica pomeriggio la neve prevista è arrivata puntuale e, con altrettanta puntualità e scrupolo, la quasi totalità dei Comuni marchigiani interessati dall’ondata di maltempo si sono attivati. A Fermo e Macerata (per limitarci ai comuni capoluoghi) sono stati insediati i Centri Operativi Comunali presieduti e coordinati dai rispettivi sindaci per monitorare la situazione del territorio 24 ore su 24. Da quel momento in poi (fino alla fine dell’emergenza) sui siti internet e sui profili facebook dei due Comuni verranno pubblicati tutti gli aggiornamenti in tempo reale, con bollettini costanti per rendere nota la situazione e le eventuali criticità sui rispettivi territori comunali.
Anche i comuni più piccoli vicini al capoluogo piceno si sono attiviti e molti di loro già domenica sera hanno disposto, vista la situazione del tempo e le difficoltà già allora di alcune frazioni, la chiusura delle scuole. Completamente differente, invece, il comportamento del Comune di Ascoli che domenica sera si è limitato semplicemente a due comunicati, il primo relativo alla decisione sull’apertura delle scuole (nell’articolo “C’era una volta il capoluogo di provincia” l’abbiamo definito degno della famosa “supercazzola” di Ugo Tognazzi in “Amici miei”) nel quale in sostanza si lasciava ai genitori la scelta se portare o no i propri figli a scuola (una sorta di autogestione). Il secondo, invece, delle 22:17 (foto a sinistra) annunciava che “dalle 23.00 di questa notte i mezzi sgombro-neve del Comune di Ascoli Piceno opereranno su tutta la rete viaria del territorio ascolano. I mezzi opereranno ininterrottamente sino alla mattinata di domani. Il comando della Polizia municipale resterà aperto nel corso di tutta la notte per la raccolta di segnalazioni e richieste da parte della cittadinanza”.
Il giorno successivo, mentre già montavano le prime proteste per la decisione di tenere aperte le scuole (con diversi studenti dei comuni limitrofi e delle periferie impossibilitati a raggiungere le scuole cittadine per la situazione in alcuni casi già precaria delle strade), alle 8:59 il Comune di Ascoli sul proprio sito internet pubblicava il seguente comunicato: “Le strade comunali, anche nelle zone di altura (dove la neve è stata molto abbondante) sono tutte aperte. Un plauso gli operai del comune che hanno lavorato tutta la notte. I dipendenti di Ascoli servizi già dalle prime ore della mattina si stanno occupando dei marciapiedi. La Start ha assicurato ovunque il trasporto scolastico dal territorio al nostro comune senza interruzioni, discontinuità o apprezzabili ritardi. La situazione viene monitorata costantemente ma per il momento non vengono segnalate criticità particolari”.
Comunicato accolto con rabbia dai cittadini, con commenti (alcuni con tanto di foto) che già allora (lunedì 16 gennaio) evidenziavano la situazione difficile di alcune frazioni (Lisciano, Venagrande, Piagge, Rosara, ecc.). Quel che, però, è incredibile è che da quel comunicato delle 9 del 16 gennaio per quasi 30 ore l’emergenza (almeno così continuava ad essere considerata da tutti gli altri Comuni marchigiani…) neve scompare dai pensieri dell’amministrazione comunale. Che, mentre gli altri Comuni continuavano ad informare in tempo reale i cittadini (e a raccogliere dai cittadini stessi le segnalazioni su eventuali di situazioni problematiche) sull’evolversi della situazione, evidentemente riteneva che non c’era nulla di cui preoccuparsi, visto che ha fatto calare il silenzio sulla situazione del tempo e sulle condizioni delle strade e della città.
Eppure per tutta la giornata di lunedì, sotto ogni post inserito dal Comune e dal sindaco su facebook (sull’Open day dell’Istituto comprensivo Luciani, sul gradimento di Castelli nel Governance Poll, sull’area di crisi del Piceno), si sono moltiplicati gli interventi e le segnalazioni allarmate di cittadini che invitavano il sindaco stesso e tutta l’amministrazione comunale ad occuparsi dell’emergenza neve invece che perdere tempo con altri argomenti. Molti cittadini segnalavano la situazione sempre più complicata di un sempre maggior numero di frazioni comunali, nell’indifferenza, però, del sindaco e dell’amministrazione comunale stessa. Che, nonostante la protesta montante ed una situazione che già nelle ore serali di lunedì 16 gennaio è evidentemente molto complicata, decidevano di tenere aperte le scuole martedì 17 gennaio.
Apertura delle scuole che ha scatenato nuovamente reazioni furibonde e polemiche da parte di un numero crescente di cittadini che, inutilmente, continuavano a segnalare la situazione difficile delle frazioni, già allora isolate e in evidente difficoltà. Martedì mattina il quadro che emerge è a dir poco surreale, nelle aule delle scuole (elementari, medie e superiori) la percentuale di alunni assenti raggiunge e in alcuni casi supera il 50%, la neve che scende in quelle ore copiosa anche in città crea allarme e preoccupazione non solo tra i genitori ma anche nelle istituzioni scolastiche, tanto che diverse scuole decidono di chiudere, chiedendo ai genitori di andare a scuola a riprendere i figli (tra le proteste e la rabbia di quei genitori che avevano fatto “miracoli” per portarli a scuola e che a quell’ora non possono andare a riprenderli).
Eppure nonostante la situazione chiaramente già allarmante e, per certi versi paradossale, alcuni assessori nella stessa mattinata di martedì 17 gennaio su facebook non solo hanno difeso la scelta di tenere aperte le scuole ma, addirittura, ironozzavano su chi protestava e chi chiedeva interventi immediati del Comune, sminuendo quasi con fastidio l’importanza della situazione. Qualche ora dopo (alle 13:16) arrivava la comunicazione ufficiale del Comune sulla chiusura delle scuole per il giorno successivo.Che, però, è l’unica concessione dell’amministrazione comunale che continua a non considerare allarmante la situazione, visto che né su facebook né sul proprio sito internet vengono fornite informazioni o indicazioni, a differenza di quanto fanno altri Comuni che, consapevoli della serietà della situazione, continuano a tenere informati i cittadini e, in qualche caso, già si mobilitano per richiedere l’intervento dell’esercito a supporto dei proprio insufficienti mezzi.
In serata, esattamente alle 18:40, arriva un nuovo comunicato del Comune (foto a sinistra) che, comunque, delinea una situazione sostanzialmente rassicurante. “I mezzi sgombro nevedell’amministrazione comunale – si legge nel comunicato – coadiuvati da decine di mezzi di ditte private, stanno operando senza sosta da ore su tutto il territorio comunale. Nel nostro comune si contano più di 400 km di strada e gli addetti stanno curando l’emergenza privilegiando le zone di altura ma senza trascurare alcun segmento del territorio. A questo momento risulta isolata la sola frazione di Talvacchia. Risulta ancora interrotta la fornitura di elettricità in molte zone del territorio comunale”.
Secondo il Comune, quindi, martedì sera la situazione è tutto sommato tranquilla e solamente la frazione Talvacchia risulta isolata. Però su facebook, sotto quel comunicato, piovono i commenti dei cittadini che segnalano altre situazioni di difficoltà, disegnando un quadro completamente differente da quella delineato dal Comune. Dalle segnalazioni dei cittadini (alcune in toni molto duri) emerge infatti che già nel pomeriggio del 17 gennaio sono isolate le frazioni di Venerosse, Rosara, Lisciano (zona Torricchio-Santa Maria), Colle, Cignano, Venagrande, Castel Trosino, Colloto. Eppure da parte del sindaco e del Comune non arriva alcuna reazione, alcuna presa di coscienza di un’emergenza che, evidentemente, per l’amministrazione comunale ancora non esiste. Tanto che mercoledì mattina, prima dell’inizio della nuova sequenza sismica, sul profilo facebook del Comune non c’è alcuno spazio per l’emergenza neve.
Anzi, intorno alle 10 viene pubblicato un post relativo alle iniziative in programma per la giornata della memoria (foto a destra), con tanto di foto con alcuni assessori sorridenti (in realtà, però, le foto sono della conferenza stampa del giorno precedente) che provocheranno non poche polemiche e reazioni stizziti. Mezzora dopo arriva la prima delle 4 scosse di magnitudo intorno 5 che ci riporta in quell’incubo terremoto iniziato il 24 agosto e che, con la contemporanea emergenza neve, rende la situazione più drammatica. Solo allora il sindaco per la prima volta parla di situazione difficile (lo fa inizialmente in tv, in collegamento con Rai News 24) e, improvvisamente, i toni si fanno quasi apocalittici.
Un paio di ore dopo il Comune si allinea a quanto gli altri Comuni avevano già fatto da domenica pomeriggio e sul proprio sito internet compare un link dedicato all’emergenza neve (foto a sinistra). Da quel momento finalmente l’attenzione di tutta l’amministrazione comunale è massima, così massimo ed encomiabile è l’impegno di tutti gli uomini impegnati nell’emergenza neve. Nel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio il sindaco Castelli chiederà (attraverso i mezzi di informazione, non sappiamo se anche attraverso i canali ufficiali e istituzionali, magari coinvolgendo anche il prefetto…) l’intervento dell’esercito. Che, in realtà, è già all’opera dalla mattina di quel giorno stesso in alcune zone dell’Abruzzo e anche nel fermano, cioè in quei comuni che si erano immediatamente attivati e che, compresa subito l’eccezionalità della situazione, ne avevano subito chiesto l’intervento.
Con la solita teatralità che non l’abbandona neppure in momenti come questi, poche ore dopo il sindaco Castelli non si farà scrupolo di tuonare contro le istituzioni, prendendo a pretesto il fatto che l’esercito, da lui invocato solo poco prima, ancora non si è fatto vivo. Al di là di questo, dal primo pomeriggio di mercoledì finalmente l’amministrazione comunale è completamente e concretamente impegnata ad affrontare l’emergenza. Con grande tenacia e con l’impegno encomiabile di tutto l’apparato comunale e di tante persone che indiscutibilmente si sono dovuti confrontare con una situazione molto difficile. Per questo, a prescindere, da tutti il resto, sono da applaudire e da ringraziare tutti gli uomini che in queste ore si sono prodigati senza sosta per trovare soluzioni e aprire varchi su strade invase da oltre 2 metri di neve, in alcuni casi in condizioni davvero al limite dell’impossibile.
Di questi giorni difficili (ma fortunatamente non tragici come è avvenuto in altre zone) per il nostro territorio sicuramente ci resteranno le immagini positive, in qualche caso anche commoventi, del loro ammirevole impegno e di quello di tutti quei volontari (cittadini privati, società sportive, associazioni varie) che si sono prodigati per aiutare chi era in difficoltà.
Ma insieme a questi fotogrammi positivi, pur in un contesto complesso, ci resterà anche la sgradevole sensazione che in diverse circostanze il primo cittadino non abbia voluto perdere l’occasione per “lustrare” la propria immagine in tv (mercoledì 18 gennaio nello spazio di pochi minuti, mentre i suoi colleghi erano indaffaratissimi ad affrontare l’emergenza, lui era prima a Sky tg 24, poi a Rai news 24) e neppure l’opportunità di cercare di “gettare fango” contro quello che vede come un acerrimo nemico (soprattutto dopo le “batoste” subite sul tema rifiuti), il presidente della Provincia D’Erasmo. Come ha fatto venerdì 20 gennaio (quando ancora l’emergenza era tutt’altro che cessata e c’erano diverse frazioni isolate da raggiungere…) a Matrix, dove ha addirittura completamente stravolto la realtà, sostenendo che le strade comunali erano pulite a differenza di quelle provinciali (in realtà da domenica sera su facebook erano visibili decine di fotografie che dimostravano esattamente il contrario).
Soprattutto, però, ci restano dei dubbi, degli interrogativi (che riportiamo di seguito) ai quali ci piacerebbe che gli amministratori fornissero una risposta concreta e seria, non certo per dovere nei nostri confronti quanto per dimostrare rispetto nei confronti dei cittadini.
Perchè fino a mercoledì il sindaco Castelli e l’amministrazione comunale non si sono attivati con decisione, pur ricevendo tutte quelle segnalazioni?
Perchè, a differenza di quanto hanno fatto gli altri Comuni marchigiani, non ha attivato già da domenica pomeriggio il Centro Operativo Comunale?
Perchè, a differenza di quanto hanno fatto gli altri Comuni marchigiani, ha aspettato fino alle 14 di mercoledì 18 gennaio prima di aprire, sul proprio sito internet, un lingk sull’emergenza neve dove informare i cittadini?
Perchè non è stato chiesto subito l’intervento a supporto dell’esercito, come hanno fatto altri Comuni (dove, infatti, i militari sono arrivati già mercoledì mattina)?
Perchè non è stato subito coinvolto anche il prefetto, come invece è accaduto in altri comuni marchigiani ma anche dell’Abruzzo?
Quando il sindaco Castelli in tv, mercoledì 18 gennaio intorno alle 11, ha parlato di situazione disastrosa e ha chiesto aiuto, aveva già sollecitato nelle sedi opportuni l’intervento dell’esercito?
Quali sono le tre palestre cittadine che hanno subito danni tra l’emergenza neve e le nuove scosse di terremoto (ne ha parlato il sindaco a Matrix).
Tra esse c’è per caso anche una (o più di una) delle palestre dove, nella precedente emergenza sismica, sono stati ospitati a dormire i cittadini che non volevano tornare a casa?
Infine, rivolgendoci al sindaco di Folignano Angelo Flaiani, come è possibile che una palestra costruita nel 2004 crolli sotto il peso della neve (che, pure, a Villa Pigna non aveva superato il mezzo metro)?
Quella struttura era stata verificata e controllata dopo le precedenti scosse di terremoto?