Come sosteneva Pajetta “il fascismo si identifica sempre con l’ignoranza”. E la piazza di sabato, che rappresenta solo una sparuta minoranza, era l’esaltazione dell’ignoranza e non poteva che essere guidata da personaggi come Fiore, Castellino, Aronica
Dovrebbe suscitare enorme stupore ed essere considerata a dir poco paradossale la mozione presentata dal Pd, dopo i vergognosi fatti di sabato scorso a Roma, per chiedere al governo lo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i gruppi e associazioni che in qualche modo si richiamano al fascismo. E non certo perché non sia condivisibile, anzi. Perché è semplicemente assurdo che in uno stato di diritto si debba chiedere con una mozione (o una petizione) il rispetto della legge e di quanto sancito dalla nostra Costituzione. Perché, come amava ricordare Pertini, “il fascismo non è un’opinione, è un crimine”. La stessa Costituzione, nelle disposizioni transitorie e finali, ha decretato che “è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.
Quindi non dovrebbe esserci bisogno di alcuna richiesta, organizzazioni come Forza Nuova e similari che più o meno apertamente si richiamano al fascismo dovevano essere sciolte da tempo. E, a maggior ragione, devono essere sciolte ora. Per altro non serve neppure il voto del Parlamento perché è sufficiente un decreto del presidente del Consiglio, sentito il parere del ministro degli interni. Quindi, dopo aver espresso la propria solidarietà alla Cgil, il presidente del Consiglio Draghi non deve far altro che agire, che dimostrare che il rispetto della legge e della Costituzione sono per lui imprescindibili. Questo naturalmente a prescindere dei sacrosanti arresti effettuati nei confronti dei leader di Forza Nuova, da Fiore a Castellino fino ad Aronica, dopo la vergogna di sabato scorso.
Una delle pagine più nere e più imbarazzanti della nostra storia recente, quegli episodi ma anche quella piazza e chi ancora la difende hanno mostrato l’aspetto peggiore del nostro paese. L’assalto alla sede della Cgil e quello nella notte al pronto soccorso di un ospedale, con il ferimento degli operatori sanitari e rendendo inaccessibile la zona dei codici rossi (quella destinata alle emergenze, ai malati più gravi che hanno urgente bisogno di cure) sono atti criminali e vigliacchi, che mostrano il vero volto, violento e ignobile, di questi “fascitelli” da quattro soldi. A cui ovviamente non frega niente del vaccino e del green pass, perennemente in cerca di qualsiasi occasione per strumentalizzare e per mettersi alla testa di qualsiasi protesta, con il chiaro intento di farla degenerare e di creare il caos.
D’altra parte non servivano certo i fatti di sabato scorso per scoprire di pasta sono fatti questi personaggi. Roberto Fiore è passato alla storia per una delle specialità tipicamente fascista, la fuga all’estero per evitare guai. Su di lui pendeva un ordine di arresto, poi è stato condannato per associazione sovversiva e banda armata ma intanto era fuggito in Inghilterra, dove poi la sua richiesta di estradizione era stata respinta. Luigi Aronica, invece, faceva parte dei Nar, ha scontato 18 anni di carcere per reati terroristici commessi negli anni ’70. Quanto a Giuliano Castellino c’è davvero poco da aggiungere, scende in piazza contro quel green pass che lui stesso ha tranquillamente esibito quando si è trattato di andare allo stadio a vedere la partita della Roma.
E, come scrive giustamente Fabio Salamida, non serviva neppure quanto accaduto per “capire che Forza Nuova e le organizzazioni neofasciste sono un reale pericolo per la democrazia e non la fissazione di qualche radical chic col Rolex”. Per questo non sono più accettabili e tollerabili gli atteggiamenti ambigui, gli ammiccamenti, il doppio gioco di chi finge di non capire e non vedere per un mero ritorno elettorale. Come, ad esempio, continua a fare la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, con quella vergognosa dichiarazione (“sicuramente è violenza e squadrismo, poi la matrice di questa manifestazione di ieri non la conosco”) indegna per chi si candida e aspira ad assumere un ruolo di primo piano nelle istituzioni del nostro paese. “Si tratta di una minoranza da punire senza indulgenza, basta nostalgie fasciste in chi vuole governare” ha commentato il ministro per il sud Mara Carfagna.
E quel “senza indulgenza”, in realtà, deve valere anche e soprattutto per il resto della piazza di sabato scorso, per una serie infinita di ragioni. Posto naturalmente che è sacrosanto il diritto di manifestare da parte anche delle più sparute minoranze (e quelli che erano in piazza sabato, non bisogna mai dimenticarlo, rappresentano una sparuta minoranza rispetto al resto del paese), non ci può essere alcuna giustificazione, alcun riconoscimento per una piazza che non si ribella e non caccia via senza esitazioni dalla propria manifestazione quei soggetti. E che ora, per cercare di salvare la faccia, si appella alla retorica della piazza democratica rovinata dall’infiltrazione di pochi facinorosi.
Perché, e questo è il punto fondamentale della questione, Fiore, Castellino, Aronica e gli esponenti di Forza Nuova non erano affatto degli infiltrati, erano gli ideatori e gli organizzatori della manifestazione (non a caso la richiesta di autorizzazione l’ha presentata un’associazione la cui presidente è quella Pamela Testa tra i leader di FN), come ormai da mesi sono alla testa di ogni manifestazione contro le chiusure prima, il vaccino e il green pass poi. E chi si fa rappresentare da simili personaggi non merita rispetto, tanto meno può in alcun modo pretendere di definirsi democratico. D’altra parte nessuno dei 10 mila presenti in piazza del Popolo a Roma a fischiato e contestato i toni minacciosi, le arringhe inequivocabili di quei personaggi.
Né, tanto meno, si è ribellato quando dal palco Castellino ha annunciato la volontà di fregarsene delle autorizzazioni e, peggio ancora, di assaltare la sede della Cgil. Allo stesso modo non risulta che qualcuno ha protestato o ha fischiato quando sono iniziati i cori e gli insulti nei confronti dei giornalisti, prima che iniziasse una vera e propria caccia ai giornalisti stessi (con il conseguente ferimento di alcuni cronisti e fotografi). Per altro, a dimostrazione della follia crescente di quella sgangherata galassia, molti dei manifestanti e dei più convinti no pass (e no vax) continuano a lamentarsi perché, secondo loro, l’informazione non gli riserva lo spazio che vorrebbero. Poi, però, ogni volta che si presentano giornalisti per raccontare cosa avviene quello è il trattamento che gli viene riservato.
Non è, poi un particolare secondario e di poco conto il fatto che era stata richiesta e autorizzata la manifestazione in piazza del Popolo ma non alcun eventuale successivo corteo. Invece ne sono partiti diversi, ai quali non hanno certo partecipato solo poche decine di persone, anzi. Come ricordava sempre Pajetta, “il fascismo si identifica sempre con l’ignoranza” e quella piazza era l’esaltazione dell’ignoranza e dell’incoerenza. E non poteva che essere guidata e rappresentata se non da chi si nutre di incoerenza ed ignoranza. Per altro come si può pretendere rispetto per una piazza che non si vergogna di esporre cartelli ridicoli e che offendono la memoria di chi le persecuzioni le ha subite davvero? E che, per giunta, con somma incoerenza si lascia guidare in qualche modo da chi si ispira proprio a quelle ideologie che hanno perpetrato quelle nefandezze?
Soprattutto, però, non si può avere alcuna forma di rispetto per chi era presente o comunque appoggiava quella piazza e in queste ore, invece di prendere le distanze a attaccare duramente gli episodi di squadrismo fascista accaduti sabato, continua a cercare stucchevoli e improponibili giustificazioni. Sarebbe già ampiamente sufficiente così, ma ci sono anche altre fondate ragioni per le quali quella piazza non aveva nulla di bello e tanto meno di democratico. Perché democrazia significa sicuramente diritto per chiunque (ovviamente nei limiti della legalità) di manifestare, ma anche e soprattutto il dovere di rispettare le norme e il volere della maggioranza, il non volere imporre, con le minacce e con la forza, la volontà di una sparuta minoranza.
E, al di là delle solite mistificazioni di chi ha promosso e organizzato quelle manifestazioni, non bisogna mai dimentica che quelle10 mila persone presenti in piazza a Roma e le migliaia presenti nelle altre piazze non rappresentano in alcun modo la maggioranza degli italiani. Non possono esserci e non ci sono dubbi, dati alla mano, che la stragrande maggioranza degli italiani è favorevole al vaccino e al green pass. Chi manifesta contro ha tutto il diritto di farlo (non in quei modi, però), ha anche il diritto di cercare, con la propria protesta e con le proprie manifestazioni, di far cambiare idea alla stragrande maggioranza degli italiani. Ma ha il dovere di prendere atto che la maggioranza la pensa diversamente e, di conseguenza, di rispettare la volontà della maggioranza.
Per altro, a prescindere da questo, quella di sabato non è e non può in alcun modo essere considerata una “bella piazza”. Piuttosto è la piazza che rappresenta la parte peggiore del nostro paese, quella composta dai soliti opportunisti, da chi vive e prospera alle spalle e sfruttando il lavoro degli altri, il senso di responsabilità e il senso civico della maggioranza per ottenere diritti e vantaggi che in realtà non meriterebbero.
Perché non bisognerebbe mai dimenticare che se, dopo un anno e mezzo terribile, ora stiamo lentamente tornando ad una vita quasi normale, se possiamo tornare a vivere e anche a manifestare in piazza, se sono, probabilmente definitivamente, alle spalle le chiusure e le restrizioni che hanno sconvolto, sotto ogni punto di vista, la nostra vita, è per merito della stragrande maggioranza degli italiani che con senso civico (oltre che per tutelare la propria e la salute delle persone più fragili) si è vaccinata in massa, di fatto favorendo anche questo manipolo di ignoranti opportunisti.
“Ci sono paesi in cui le persone agognano un vaccino che non hanno o hanno solo i ricchi – scrive Jacopo Iacoboni – noi abbiamo un vaccino sicuro, pagato dal servizio sanitario pubblico e abbiamo i no vax e i no green pass e pure gli squadristi. Che pena infinita”