Secondo l’analisi dell’Altems dell’Università Cattolica di Roma nell’ultimo mese ricoveri e terapie intensive dei non vaccinati sono costate al SSN 70 milioni di euro. E senza la campagna di vaccinazione il nostro sistema sanitario sarebbe economicamente in tilt…
Quasi 70 milioni di euro in un solo mese. Tanto sono costati al Servizio sanitario nazionale (SSN) i capricci del variegato mondo dei no vax. E’ quanto emerge da un’analisi elaborata dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma (Altems) che nell’Instant Report (la mensile analisi dei modelli organizzativi di risposta al covid 19) di ottobre ha dedicato un capitolo all’impatto economico sul SSN delle mancate vaccinazioni. Prima di analizzare quelli relativi all’impatto economico, occorre però sottolineare un altro dato assolutamente significativo. Dall’analisi elaborata dall’Altems emerge, infatti, che l’81% della popolazione italiana in età vaccinabile (sopra i 12 anni) ha effettuato almeno la prima dose di vaccino, mentre il ciclo completo di vaccinazione è stato completato da circa il 70% della popolazione (i dati sono riferiti al 5 ottobre).
Questo significa che sono ancora più di 10 milioni i non vaccinati. Dando un rapido sguardo alla nostra regione, complessivamente le Marche è tra le regioni con le percentuali più basse, con il 79% che ha fatto almeno la prima dose e il 68,6% che ha completo il ciclo vaccinale, mentre sono poco meno di 300 mila i marchigiani over 12 non vaccinati. Come si legge nell’introduzione al capitolo dedicato all’impatto economico delle mancate vaccinazioni “il concetto di impatto economico viene indagato con riferimento ai volumi di ricoveri e alle giornate di terapia intensiva per COVID-19, correlate alle mancate vaccinazioni, considerando un’efficacia del vaccino inferiore al 100%”.
“Partendo dai dati forniti dal Bollettino settimanale sulla sorveglianza epidemiologica del Covid-19 dell’Istituto Superiore della Sanità – si legge, poi, nella spiegazione metodologica dell’analisi – si è andato a valorizzare economicamente il paziente ricoverato in ospedale (paziente in Area Medica) e il paziente ricoverato in Terapia Intensiva (paziente in Area Critica) per mancata vaccinazione. Il numero di degenza media è stata differenziata, come per i costi, in base alla gravità del paziente: è pari a 11,3 giorno per i pazienti che trascorrono il ricovero interamente in Area Medica e 14,9 per i pazienti che transitano da Terapia intensiva. Il costo giornaliero dell’ospedalizzato è stato stimato pari a 709,72 euro mentre il costo giornaliero dell’ospedalizzato in Terapia intensiva è stato stimato pari a 1.680,59 euro”.
E’ importante tenere bene a mente i dati sul costo giornalieri dei ricoverati perché sono fondamentali ed emblematici per smontare una delle tante bufale dei no vax. Il dato di partenza per valutare l’impatto economico è naturalmente l’incidenza settimanale ogni 100 mila abitanti e quanto emerge è sin troppo eloquente. “Siamo di fronte a due pandemie diverse che corrono assieme – spiega il direttore di Altens Americo Cicchetti – le infezioni nella popolazione vaccinata si fermano a 24,98 ogni 100.000 abitanti a settimana mentre nella popolazione non vaccinata l’incidenza è a 140,36 ogni 100.000 abitanti. Sotto il profilo delle ospedalizzazioni, considerando le persone non vaccinate, 12,19 persone ogni 100.000 a settimana finiscono in Area Medica e 1,42 in terapia intensiva. Tra i vaccinati, invece, 1,51 persone ogni 100.000 finiscono in Area Medica e 0,11 persone ogni 100.000 in terapia intensiva”.
Poco da aggiungere, i dati parlano chiaro. Quello che, però, è ancora più importante è che i numeri confermano l’incidenza dei vaccini su ricoveri e terapie intensive. Infatti il 94% dei non vaccinati ospedalizzato non sarebbe ricoverato in Area Medica se fosse stato sottoposto a vaccinazione, mentre addirittura il 96% avrebbe potuto evitare la terapia intensiva. In numeri concreti vuol dire che sui 6.160 ricoverati nel corso dell’ultimo mese 5.798 potevano essere evitati, così come 691 dei 717 ricoverati in terapia intensiva. Considerando il costo medio pro capite di ogni paziente non vaccinato ospedalizzato è pari a 17.408 euro, il totale dei costi ammonta a poco meno di 70 milioni di euro (69.894.715 per l’esattezza) di cui 51.166.079 per le ospedalizzazioni in Area Medica e 18.723.636 per quelle in terapia intensiva.
Al di là dei numeri e dei dati, quello che emerge con chiarezza è che le “bizze” e i “capricci” dei no vax vengono pesantemente pagati dall’intera comunità. Basterebbe pensare che se solo si continuasse con questa media in un anno la spesa evitabile per i non vaccinati ammonterebbe a quasi un miliardo di euro. Ma ovviamente il discorso deve essere inevitabilmente allargato, partendo dal punto, indiscutibile e inequivocabile, che (lo dicono chiaramente i dati) senza una seria campagna di vaccinazione saremmo ancora ai livelli del passato inverno. Sulla base dell’incidenza di ricoveri e terapie intensiva tra non vaccinati sopra citata si viaggerebbe infatti ad una media di quasi 30 mila ricoveri e oltre 3 mila terapie intensive al mese, per una spesa complessiva per il SSN di poco inferiore al miliardo al mese. Un dato impressionante, numeri che inevitabilmente manderebbe in tilt il sistema sanitario nazionale.
Per altro la dimostrazione di cosa questo significherebbe l’abbiamo avuta e tuttora l’abbiamo sotto gli occhi. In particolare in termini di grave e pesante penalizzazione per le altre patologie (che purtroppo non sono certo andate in vacanza nel frattempo…) e per tutte le altre prestazioni sanitarie. Che, non a caso, hanno subito e stanno subendo pesantissimi ritardi, sia per ragioni di carenza di personale (in larga impegnato per mesi con il covid) sia anche per ragioni economiche. Con tutte le conseguenze che ciò comporta, purtroppo anche in termini di vite umane. C’è un dato che dovrebbe ulteriormente far riflettere. Il governo italiano complessivamente nell’ultimo anno ha stanziato (non ancora completamente speso) 1,4 miliardi di euro per la campagna di vaccinazione.
Come abbiamo visto senza vaccinazione di massa, quella cifra sarebbe stata spesa in meno di 2 mesi per ricoveri e terapie intensive (senza considerare i costi delle cure domiciliari). In tal senso emblematico quanto sta accadendo in questi giorni nella Russia di Putin, una delle nazioni con la più bassa percentuale di vaccinati (sotto il 30% intero ciclo vaccinale, poco sopra considerando chi ha ricevuto almeno la prima dose). Nelle ultime 48 ore si sono sfiorati i 2 mila decessi, mentre si moltiplicano i ricoveri e le terapie intensive sono prossime al collasso. Al punto che i vertici del governo russo sono così preoccupati che nei giorni scorsi hanno lanciato l’allarme, con il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, che ha sottolineato che la situazione non è più sostenibile non solo dal punto di vista sanitario ma anche e soprattutto economico.
“Sono poco meno di un milione i russi che in questo momento stanno ricevendo le cure mediche per il covid – ha dichiarato l’assistente del ministro della salute Alexei Kuznetsov – di cui oltre 150 mila in ospedale. Stiamo facendo uno sforzo economico che non siamo in grado di sostenere a lungo”. E lo stesso Putin, nei giorni scorsi, ha ventilato la possibilità di ricorrere a lockdown diffusi nelle prossime settimane. Situazione ancora più drammatica in Bulgaria, la nazione europea con la percentuale più bassa di vaccinati (poco sotto il 20%), dove decessi e ricoveri sono schizzati alle stelle e, proprio per la gestione disastrosa del covid, nei giorni scorsi è addirittura caduto il governo. La cosa paradossale è che, proprio in questi giorni, alcuni siti ed esponenti no vax esaltano proprio l’esempio della Bulgaria per quanto riguarda vaccini e green pass, dei veri geni.
Sempre da un punto di vista strettamente economico, i dati sopra citati impongono un’ulteriore considerazione. Proprio quei dati sono la migliore dimostrazione di quanto infondata sia la “bufala” principe dei no vax in tema di vaccini, cioè che servono solo per arricchire le casse di “Big Pharma”. E’ stato più volte sottolineato (e non bisogna certo essere dei geni per capirlo) che sicuramente “Big Pharma” avrebbe molto da guadagnare con le cure piuttosto che con i vaccini. Quei dati lo confermano in maniera inequivocabile.
Come detto in un anno l’Italia ha stanziato 1,4 miliardi per la campagna di vaccinazione. E, per chiarezza, quella cifra non riguarda solamente l’acquisto e il conseguente costo dei vari vaccini ma anche tutta la parte logistica, l’impiego del personale necessario. Ma anche considerandola interamente per coprire il costo dell’acquisto dei vaccini, quella cifra è almeno 10 volte inferiore di quanto si spenderebbe in un anno per le cure. Infatti solo ricoveri in ospedale e terapie intensive costerebbero in un anno circa 10 miliardi di euro. A cui, naturalmente, andrebbero aggiunti i costi a carico del SSN per i tutti i medicinali per le cure domiciliari (per i quali il governo italiano ha stanziato quasi 5 miliardi che, senza i vaccini, sarebbero stati quanto meno il doppio).
La matematica, che come si sa è una scienza esatta, non lascia scampo. Ma è cosa nota che i no vax sono allergici alla scienza…