In Senato e in tv l’ultima follia dei no vax: l’antiparassitario per cavalli e mucche contro il covid
Vergogna in Senato, con il surreale convegno sulle cosiddette “cure alternative” per il covid, tra cui l’ultima follia dell’ivermectina che solitamente si usa come antiparassitario su cavalli e mucche. Riproposta poi su La7 dall’europarlamentare leghista Donato
Il vergognoso spettacolo andato in scena lunedì 13 settembre al Senato, in occasione del surreale convegno sulle cosiddette “cure alternative” per il covid, è al tempo stesso un’onta difficile da superare per una delle principali istituzioni del paese ma anche la migliore testimonianza possibile del basso livello (per usare un eufemismo), dello sconcertante pressapochismo, della più assoluta inaffidabilità di quella sgangherata galassia no vax e no pass. Che, purtroppo, continua a prosperare e imperversare, rischiando concretamente di non consentire un graduale ritorno a qualcosa di simile alla “normalità” pre covid, grazie all’inaccettabile comportamento e all’imbarazzante “doppio gioco” di alcuni partiti, di alcuni esponenti politici, che in tal modo cercano di accaparrarsi simpatie e, di conseguenza, voti di quella squinternata galassia, ma anche di importanti rappresentanti istituzionali.
Come, ad esempio, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che ha inviato il suo deferente saluto, a nome di tutto il Senato, a quell’insulsa “pagliacciata”, salvo poi, una volta preso atto delle polemiche che ne erano conseguite, tentare un inutile e patetico dietro front. “Io non sono medico, ho studiato scienza politica e diritti umani” ha esordito Mauro Rango fondatore del movimento Ippocrate.Org che ha organizzato il convegno. E, considerando che teoricamente si doveva parlare di medicina, in un paese normale il convegno si sarebbe chiuso lì. Invece in quella autentica “gabbia di matti” che è diventato il Belpaese all’epoca del covid può capitare anche questo, che, in una delle sedi istituzionalmente più solenni, un tizio che ha fatto una simile premessa spieghi senza provare neppure un briciolo di imbarazzo di aver creato quell’associazione (Ippocrate.Org) perché dall’alto della sua “competenza” ha capito subito che in Lombardia sbagliavano tutto.
“Non facevano terapie precoci – ha spiegato Rango – le persone andavano in ospedale, gli davano l’ossigeno e poi si vedevano le immagini delle bare. Allora provai a contattare i media per spiegare come muoversi: terapie domiciliari, idrossiclorochina e ivermectina, in ospedale plasma iperimmune. Appurata l’impossibilità, allora ho creato un’associazione che dimostrasse che il covid era una malattia curabilissima dalla quale si poteva non morire”. Sembra una barzelletta, ci si aspetta da un momento all’altro il cartello “Sei su Scherzi a parte”, invece è tutto incredibilmente vero. E’ accaduto lunedì 13 settembre in quella che è a dir poco riduttivo definire una pagina vergognosa. Con simili premesse, il seguito è semplicemente allucinante.
C’è un dentista che sostiene di poter curare dal virus i pazienti (a distanza), ci sono personaggi che negli ultimi due anni hanno diffuso le più ridicole e surreali fake news. Ci sono soprattutto degli autentici “geni” che ci spiegano come gli oltre 4,5 milioni di morti per covid si potevano facilmente evitare, perché “il covid è una malattia curabilissima, basta una terapia domiciliare attivata molto precocemente, seguendo un protocollo che prevede determinati farmaci” anche se in realtà non manca neppure chi suggerisce delle semplici diete ma anche tanta vitamina D e lunghe passeggiate in montagna per evitare rischi e problemi. Evidentemente per loro l’intera comunità scientifica internazionale deve essere una sorta di circolo di idioti, di cerebrolesi che hanno lasciato morire milioni di persone quando invece bastava così poco, una buona dieta, tanto sole e passeggiate in montagna.
E se proprio non si riesce a mettere in atto queste semplici regole, ecco allora i soliti farmaci “miracolosi”: l’immancabile idrossiclorochina, il cortisone, l’eparina e la new entry, la vera grande scoperta della combriccola di Ippocrate.Org, l’ivermectina. Ora l’idrossiclorochina è una vecchia storia, il farmaco miracoloso è stato al centro di lungo dibattito ma la comunità scientifica e, soprattutto, tutti gli studi seri e verificati hanno certificato l’inefficacia di quel farmaco. Cortisone ed eparina vengono già utilizzati ovunque per i pazienti più gravi e con determinate caratteristiche o patologie particolari. Poi c’è l’invermectina, utilizzato solitamente come antiparassitario per cavalli e mucche, che all’improvviso ad inizio primavera è spuntato fuori negli Stati Uniti come una sorta di miracoloso e infallibile farmaco contro il covid.
L’ennesima clamorosa “bufala”, subito combattuta con forza dalla Food and drug adiministration (Fda), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, con anche il famoso tweet estivo: “Your are not a horse. Yuo are not a cow. Seriously, y’all. Stop it” (Non siete cavalli. Non siete mucche. Seriamente, a tutti. Smettetela). Insieme alla Fda anche i Centers for Disease Control and Preventizion (Cdc) e l’Ema, poi sono arrivate le prime segnalazioni di casi di avvelenamento, con i dati che ad inizio estate indicavano un aumento dell’uso dell’jvermectina di quasi 30 volte a cui, però, faceva da contraltare una conseguente crescita di avvelenamenti e di ricoveri per gli effetti collaterali del farmaco.
Ora questa idiozia dell’antiparassitario per cavalli e mucche come miracolosa cura per il covid è arrivata anche nel nostro paese, grazie a questi “geni” e a chi gli ha anche permesso di utilizzare una sede come il Senato per diffondere le loro improponibili sciocchezze sulla pandemia. Con la firma, naturalmente della Lega (e, come visto, la grave complicità della Casellati), visto che il convengo del movimento di Rango è stato organizzato dalla parlamentare leghista Roberta Ferrero, con la partecipazione anche di altri importanti esponenti del Carroccio, come Alberto Bagnai e anche l’assessore alla Salute della Regione Piemonte Icardi.
Il problema ulteriore è che, una volta che è stato concesso il palcoscenico di uno dei più solenni luoghi istituzionali, la sempre più indecente informazione del nostro paese si sente ancor più autorizzata a dare ulteriore spazio e risonanza a queste follie, senza mai avere la decenza di ribadire e dimostrare con determinazione che tutte le evidenze scientifiche dimostrano esattamente il contrario e smentiscono senza possibilità di discussione quelle “panzane”.
Così il giorno successivo a “Dimartedì” è andata in onda una lunga intervista con lo stesso Rango che ha riproposto tutte le “bufale” raccontate in Senato, specificando poi che “io, come sempre, mi baso sui dati. Ho visto i dati dell’utilizzo di questi farmaci, incluso l’ivermectina che è un farmaco usatissimo sulle persone da decenni, ma non ha dato particolari problemi e che si è scoperto che blocca la replicazione virale del covid”.
Ricordando che Rango è sempre quello che ha specificato in Senato di non essere un medico, nessuno che si sia degnato di chiedergli di mostrare quei dati (che non esistono), tanto meno che ha avuto il coraggio di sottolineare che in realtà tutti gli studi dimostrano il contrario e che i problemi con l’ivermectina ci sono stati e poi come (boom di avvelenamenti e ricoveri). E la surreale manfrina è, poi, proseguita in studio con l’europarlamentare leghista Francesca Donato (anche lei non è un medico) che ha ripetuto le storielle sull’ivermectina e poi, come se nulla fosse, si è lanciata in una discussione con l’epidemiologa Stefania Salmasso.
“Ci sono le evidenze dei dati, nei paesi in cui si è usata l’ivermectina su grande scala hanno avuto un abbattimento dei ricoveri e dei contagi immediato” ha farneticato la Donato, ovviamente senza citare quale sarebbero i paesi dove sarebbe avvenuto questo miracolo. Con molta pazienza la Salmasso ha provato a spiegare che in realtà gli studi randomizzati non hanno affatto dato i risultati da lei ipotizzati e a quel punto la Donato ha replicato, come una bambina indispettita, “ma allora neanche per i vaccini ci sono evidenze solide”.
“Per i vaccini abbiamo trial randomizzati su 40 mila persone a botta solo per la registrazione, per il resto abbiamo studi che hanno analizzato milioni di persone” ha subito risposto la Salmasso. Il tutto senza che il conduttore o la redazione giornalistica del programma si siano sentiti in dovere di sottolineare e certificare quali fossero i dati reali e la realtà che emerge con chiarezza da tutti gli studi.
Le conseguenze sono, purtroppo, inevitabili, con la confusione che alimenta i dubbi di chi si interroga, non senza un briciolo di fondamento, sul fatto che, se certe teorie vengono addirittura proposte in Senato (e poi trovano così tanto spazio in tv), allora forse un minimo di fondamento potrebbero anche avercelo…