Politica e informazione “spazzatura” e il solito indecente teatrino sull’Afghanistan
Anche di fronte alla drammatica situazione dell’Afghanistan, la politica e l’informazione italiana mostrano il proprio lato peggiore, con il duro attacco al leader del M5S Conte che, pure, ha espresso una posizione identica a quella dei principali leader europei, della Ue e dell’Onu…
Se è vero, come sostengono numerosi esponenti politici italiani e una parte dell’informazione, che il leader del M5S Conte, per le sue considerazioni sulla situazione in Afghanistan, non capisce nulla di politica estera, per coerenza bisognerebbe ammettere che l’ex presidente del Consiglio è in buonissima compagnia. Perché sull’argomento la pensano esattamente come lui ed hanno espresso concetti identici anche i ministri degli esteri del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti), l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Josep Borrell, il Commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, addirittura la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier britannico Boris Johnson.
Persino Romano Prodi, come si evince dall’inequivocabile titolo (“La strada obbligata del dialogo con i talebani”) del suo editoriale, pubblicato domenica 22 agosto su “Il Messaggero”. Allora è più che lecito sospettare che, magari, a non capire molto di politica estera siano proprio gli stessi accusatori di Conte. Molto più semplicemente, però, siamo di fronte al solito insulso teatrino della politica italiana, orchestrato da partiti, esponenti politici e parte dell’informazione. Che non si fermano di fronte a nulla, neppure ad un dramma come quello che si sta vivendo in Afghanistan. Che sono sempre pronti a sfruttare ogni minima occasione per dedicarsi all’unica cosa che concretamente sono in grado di fare, cioè la più becera e vergognosa propaganda, solo per lucrare qualche consenso in più o per “demolire” qualche avversario politico.
I primi a provarci, neanche a dirlo, erano stati Meloni e Salvini che, per dimostrare che erano gli unici in Italia a stare dalla parte giusta (quella di Trump), come al solito hanno tentato di stravolgere la realtà, addossando al nuovo presidente degli Stati Uniti Biden tutta la responsabilità per l’abbandono dell’Afghanistan. Fingendo così di dimenticare che il ritiro delle truppe statunitensi era stato fissato proprio da Trump e che in realtà doveva già avvenire il maggio scorso (naturalmente ciò non cancella le responsabilità, enormi, di Biden).
Poi le dichiarazioni di Conte, in realtà delle ovvietà, come al solito strumentalizzate e appositamente “tagliate” dai soliti professionisti della disinformazione e, di conseguenza, divenute bersaglio dei suoi principali “nemici” politici (in particolare gli esponenti di Italia Viva che sembrano essere ossessionati dall’ex presidente del Consiglio…), interessati esclusivamente a demolire il proprio avversario più che alle tragiche vicende dell’Afghanistan.
“In questo momento – ha detto l’ex presidente del Consiglio intervenendo a Salerno alla presentazione della candidata sindaca Elisabetta Barone – è assolutamente prioritario non solo per l’Italia ma per tutta la comunità internazionale creare corridori umanitari per mettere in sicurezza le persone in pericolo. Innanzitutto c’è un dovere morale: le persone che hanno collaborato con le forze occidentali, con la comunità internazionale vanno messe subito in sicurezza, va consentito loro di lasciare il Paese e venire in sicurezza, profughi e migranti. Il secondo passaggio in questo momento, l’unica possibilità che adesso abbiamo perché non sia completamente distrutto il lavoro di vent’anni, è mantenere un dialogo serrato con i talebani, il nuovo regime islamico che è sembrato abbastanza distensivo, per far capire loro che da soli non vanno da nessuna parte.
Perché non basta il commercio dell’oppio, non basta il commercio di miniere e minerali per poter mantenere un intero Paese. Loro hanno bisogno ancora della comunità internazionale, hanno bisogno delle organizzazioni non governative per la salute e l’istruzione, occorrono i sostegni finanziari ed economici. Dobbiamo mantenere questo dialogo e pretendere il rispetto dei diritti fondamentali”.
Conte ha poi espresso perplessità e sollevato forti critiche sull’accordo di Doha fatto dagli americani, sostenendo, però, che solo in una fase successiva andrà valutato se “quegli accordi erano troppo concessivi, se si poteva ottenere di più, se si poteva insistere di più con le armi della diplomazia”. Apriti cielo, Italia Viva, ossessionata dall’ex presidente del Consiglio, parte subito alla carica, accusandolo di ogni genere di nefandezza.
Dal ministro Bellanova ai parlamentari Anzaldi e Nobili, passando per tutti i siti e tutte le pagine social del partito di Matteo Renzi, piovono dichiarazioni e post al vetriolo nei confronti di Conte, accusato di infischiarsene delle gravi violazioni dei diritti civili, della drammatica situazione delle donne in Afghanistan. Puntualmente ad Italia Viva subito si accoda la Lega, con Calderoli che accusa l’ex presidente del Consiglio di “strizzare l’occhio ai tagliagole” e gli esponenti del Carroccio che, ironia della sorte, parlano di assenza di umanità nelle parole di Conte.
Ovviamente sulla stessa linea tutti i giornali che appoggiano la destra e i populisti italiani, ma gran parte dell’informazione non è certo stata tenera nei confronti del leader del M5S. Con il surreale paradosso, però, che quegli stessi giornali, nelle colonne a fianco e nelle altre pagine, al tempo stesso, senza porsi alcun interrogativo, hanno pubblicato le posizioni di politici e istituzioni internazionali, perfettamente simili a quella espressa da Giuseppe Conte.
“Dire che bisogna dialogare coi telebani per le loro dichiarazioni distensive mentre le mamme gettano i bambini sopra il filo spinato per salvarli e mentre i talebani vanno casa per casa a cercare le donne significa capire poco di politica estera. E non capire nulla dei talebani. Meno male che a Chigi c’è Draghi e non Conte” tuona Maria Elena Boschi. Al di là del fatto che, come sottolinea correttamente Luca Telese ma come capisce anche un bambino leggendo o ascoltando tutto l’intervento di Conte, “la sua presunta apertura ai talebani è una strepitosa patacca, nel senso che è frutto di una operazione di sapiente ritaglio che ha cambiato radicalmente il senso della frase dell’ex premier”, praticamente secondo la Boschi le principali organizzazioni internazionali, i ministri degli esteri del G7 e anche alcuni dei più importanti leader mondiali “capiscono poco di politica estera”.
Perché, come anticipato, sull’Afghanistan la pensano esattamente come Conte. “Dobbiamo aiutare chi resta, preoccuparci principalmente di costruire corridoi umanitari ma poi con i talebani, che a parole hanno mostrato delle aperture, va costruita una relazione per far pressione sulle cose a cui teniamo” afferma il commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi. “Dobbiamo parlare con i talebani, visto che hanno vinto loro e che sono sembrati disponibili, per ottenere il massimo possibile in fatto di rispetto dei diritti umani” sostiene l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Jospe Borrell.
“E’ frustrante che dopo 20 anni siano tornati i talebani – ha dichiarato Angela Merkel al termine di un incontro con Putin – ma ora bisogna avviare un dialogo con loro, valutando poi se le aperture fatte a parole poi saranno concrete, innanzitutto, ma non solo, per consentire l’evacuazione di chi ha aiutato la Germania”. “Ora sarà inevitabile dialogare con loro ma serve una posizione unitaria. Prendiamo atto delle parole che hanno pronunciato ma giudicheremo i talebani dalle loro azioni, non dalle parole, in primis sul rispetto dei diritti umani. Ed il riconoscimento al governo di Kabul dovrà avvenire in modo unitario e concertato dalla comunità internazionale” ha aggiunto il premier britannico Boris Johnson.
Coerenza vorrebbe che, chi ha attaccato così ferocemente Conte, prendesse identica posizione anche nei confronti della Merkel, di Boris Johnson e delle istituzioni internazionali. Magari chiedendo al governo Draghi di prendere le distanze dall’Onu e dell’Unione europea, proponendo una posizione alternativa sull’Afghanistan. Già, ma quale? Dopo il fallimento di 20 anni di guerra, dopo il ritiro dei militari americani e la conseguente vittoria dei talebani, quale mai potrebbe essere una posizione alternativa a quella espressa da tutti gli organismi internazionali (e da Conte stesso)? E’ inutile fingere che non sia così, la comunità internazionale è “spalle al muro”, è praticamente disarmata di fronte al nuovo regime di Kabul.
Quindi deve spingere per ottenere l’attivazione immediata di corridoi umanitari e, volente o nolente, avviare un dialogo con i talebani, cercando di usare tutti i mezzi a disposizione per fare pressioni e strappare qualche concessione in tema di diritti civili. A meno che Italia Viva, Salvini, Feltri, Belpietro, Senaldi e anche il direttore di Repubblica Molinari non ritengono che, dopo il disimpegno Usa, spetti ora al nostro paese inviare forze armate in Afghanistan e dichiarare guerra ai talebani… Questa, purtroppo, è la cruda e drammatica realtà di cui, speculazioni politiche a parte, bisogna prendere atto. Così come bisogna prendere atto che certi esponenti politici e certi giornalisti sono davvero senza vergogna.
Perché ci vuole una “faccia tosta” da premio Oscar ad ergersi ad improbabili paladini dei diritti civili delle donne e dei cittadini afgani, dopo aver per mesi esaltato il presunto “nuovo rinascimento” di un regime non dissimile da quello che si teme impongano i talebani. O, peggio ancora, sottolineando nel contempo che, comunque, non bisognerà accogliere alcun profugo afgano…