Nuovo ospedale in riviera: San Benedetto batte i pugni, Ascoli si arrende senza condizioni
Mentre l’opinione pubblica cittadina, in stato di coma irreversibile, non batte neppure un colpo per protestare contro la delibera n. 891 della Regione, a San Benedetto si protesta perché vuole la certezza scritta che quello che si realizzerà sarà l’unico ospedale di primo livello
Nella sempre più folle e paradossale provincia di Ascoli ormai può capitare di tutto, non ci si deve stupire più di nulla. Neppure che, dopo che la Regione con un atto ufficiale (la delibera n. 891 del 12 luglio) ha stabilito di realizzare un nuovo ospedale a San Benedetto senza spendere neppure mezza parola per quello di Ascoli, politici e amministratori del capoluogo piceno difendano con presunta convinzione la decisione così umiliante (ovviamente per il capoluogo stesso) della Regione, cercando di “indorare” la pillola per convincere un’opinione pubblica ormai in stato di coma irreversibile, mentre a San Benedetto si protesta perché si vuole la certezza che la riviera sia il punto di riferimento della provincia per quanto riguarda la sanità.
E per certi versi quanto sta accadendo in questo giorni intorno alla vicenda del nuovo ospedale fotografa al meglio la situazione della nostra provincia e spiega alla perfezione, più di tante parole e approfondimenti, perché Ascoli sta sempre più precipitando e come ormai abbia perso abbia di fatto perso, probabilmente irrimediabilmente, la funzione di capoluogo di provincia. Naturalmente la responsabilità principale è dei politici e degli amministratori ascolani che continuano ad anteporre i propri interessi politici e quelli dei propri partiti alla tutela delle reali esigenze della città. Ma non minori responsabilità ce l’ha l’opinione pubblica (intesa come cittadini e informazione locale) che ormai accetta supinamente di tutto, che neppure di fronte all’evidenza riesce ad alzare la testa e farsi sentire.
Esattamente il contrario di quanto avviene a San Benedetto dove, di fronte a vicende come queste, non esistono distinzioni politiche, si pensa esclusivamente all’interesse della propria città, del proprio territorio. E non ci si accontenta di qualche rassicurazione, di semplice promesse. Così, ad esempio, accade che l’esponente di Italia Viva Urbinati applaude alla decisione della Regione di realizzare a San Benedetto il nuovo ospedale ma non si accontenta e sottolinea come “la delibera di giunta regionale dovrebbe indicare che quello di San Benedetto sarò l’ospedale di primo livello, così come prevede il DM70 citato nella delibera stessa”. Lo stesso Urbinati, poi, aggiunge un particolare che dovrebbe far riflettere.
“Per chiarire questo aspetto – afferma – basterà formulare un emendamento quando questa modifica al piano approderà in aula. I consiglieri eletti nel Piceno sono certo che lo faranno, così come promisero in campagna elettorale”. E per quanto riguarda la maggioranza di centro destra, nel Piceno i consiglieri eletti sono il sambenedettese Assenti (FdI) e gli ascolani Antonini (Lega) e Castelli (FdI), quest’ultimo poi diventato assessore. Quindi, visto che nessuno ha smentito, anche i candidati ascolani avrebbero promesso che quello (nuovo) di San Benedetto sarebbe stato l’ospedale di primo livello. Sulla stessa linea il sindaco di San Benedetto Piunti che indica anche la zona dove dovrebbe sorgere il nuovo ospedale, nell’area di Fosso dei Galli o a Centobuchi. E sarebbe davvero una clamorosa beffa se, dopo aver fatto di tutto per non avere un ospedale di alto livello a Pagliare, ci ritrovassimo con l’ospedale di primo livello della provincia qualche chilometro più giù…
Quello che è certo è che alla “supercazzola” dei “due stabilimenti equiordinati di primo livello organizzati in una logica integrata”, sciorinata dall’assessore Castelli e in parte ripetuta dal consigliere regionale Antonini per tentare di giustificare come improvvisamente sia diventato un docile e tenero “agnellino”, dopo aver promesso “ferro e fuoco” per difendere l’ospedale cittadino, a San Benedetto non ci crede nessuno, neppure viene presa in considerazione come ipotesi. Per il semplice motivo che le norme in proposito dicono altro, come se non bastasse la logica a far capire quanto improponibile sia questo racconto.
Soprattutto, però, in Riviera hanno capito quello che in tanti, in troppi nel capoluogo piceno fingono di capire. E cioè che un’amministrazione, un sindaco, un presidente di Regione, un assessore regionale parla con gli atti ufficiali, sono quelli che fanno unicamente fede, non il diluvio inutile e propagandistico di dichiarazioni e post. Nei quali si può dire tutto e il contrario tutto per cercare di far credere a chi è predisposto a bersi qualsiasi invenzione quello che si desidera.
Come continua a fare il consigliere regionale Antonini che, nel suo lunghissimo intervento, sostiene ancora che la delibera della precedente giunta regionale “cancellava gli ospedali di Ascoli e San Benedetto”. Basta leggerla per verificare che non era assolutamente vero, così come basta leggere la delibera 891 per avere la conferma che, almeno ad oggi, la Regione punta sul nuovo ospedale a San Benedetto e non prevede nulla per quello di Ascoli.
“Nei post su facebook, nei comunicati stampa, nelle interviste si può dire ciò che si vuole anche che gli ospedali verranno ricoperti d’oro e riempiti dei professionisti più qualificati del pianeta, ma purtroppo non c’è il genio della lampada che esaudisce i desideri. Quelli dei cittadini, se si vuole, si realizzano con atti ufficiali” scrive sui social la consigliera regionale Anna Casini mostrando anche i passaggi “incriminati delle due delibere. “Questo è piano socio sanitario – prosegue – com’era stato scritto dalla giunta nella quale sedevo e come è stato modificato da quella di Acquaroli. Nel primo non si parla di ospedale unico ma di nuovo, nel secondo si parla di nuovo ospedale di San Benedetto, senza alcun riferimento al Mazzoni. Magari lunedì cambierà tutto, ma oggi è così e tutto il resto è chiacchiericcio da campagna elettorale permanente”.
“In merito alla supercazzola che Castelli e Fioravanti hanno scritto circa i due stabilimenti equiordinati di primo livello organizzati in una logica integrata – aggiunge il consigliere comunale Ameli – ricordo che gli stabilimenti sono quelli balneari che evidentemente Castelli e Fioravanti confondono con i presidi ospedalieri. Dalle loro parole si evidenzia come abbiano la minima idea di come dovrà essere programmata la sanità nel Piceno.
E’ grave che dopo il covid non si parli minimamente di assistenza territoriale ma si pensi solo a dove fare gli ospedali. Castelli e Fioravanti dicono che l’ospedale di primo livello si realizzerebbe su due presidi. Uno nuovo a San Benedetto da 200 posti letto (e in quel caso sarebbe da “internare” chi spreca decine e decine di milioni di soldi pubblici per realizzare un nuovo ospedale peggiore del vecchio…) ed uno vecchio ad Ascoli da 300 posti letto. Qual è la verità? Quella scritta dalla giunta regionale con il nuovo ospedale a San Benedetto o quella di Castelli e Fioravanti? E comunque in ambedue i casi la sanità ascolana ne uscirebbe certamente distrutta”.
Un delitto perfetto, purtroppo con la complicità della silente opinione pubblica del capoluogo piceno, ormai in coma irreversibile. Un esempio, più di ogni altro, è emblematico di come purtroppo non ci sia speranze. Qualche anno fa una nota associazione locale, che si spacciava per “apartitica”, organizzò un importante incontro, con tanto di sfilata di primari, medici, esperti del settore e ovviamente esponenti politici locali, che aveva come obiettivo dimostrare come la realizzazione del nuovo ospedale unico fosse la sola possibilità per la sanità locale per fare il salto di qualità. In quell’incontro non si levò una sola parola in dissenso e si concluse con il “sacro” impegno di quell’associazione di battersi con tutte le proprie forze per perorare la causa. Peccato, però, che nel 2019, nel corso della campagna elettorale per le comunali, quella stessa associazione “apartitica” si schierò convintamente a fianco di Fioravanti contro l’ipotesi di ospedale nuovo in vallata, sostenendo che non ci potessero essere discussioni, l’ospedale di primo livello spetta esclusivamente al capoluogo piceno.
Oggi, dopo la delibera 891 della Regione, neanche a dirlo di quella associazione e del suo impegno per l’ospedale cittadino non si hanno più notizie…