La Regione ha deciso: ennesimo schiaffo al capoluogo, nuovo ospedale a San Benedetto
Nella delibera regionale n. 891 del 12 luglio Acquaroli e la giunta regionale hanno deciso la realizzazione di un nuovo ospedale in ogni provincia. Ma, mentre nelle altre 4 province, la nuova struttura sorgerà nel capoluogo, in quella di Ascoli la scelta è caduta su San Benedetto
Era l’8 luglio scorso quando il sindaco Fioravanti sui social commentava l’incontro con parte della giunta regionale per parlare di sanità. “Importante incontro con il
presidente della Regione Francesco Acquaroli e l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini – scriveva il primo cittadino – insieme ai sindaci della nostra provincia, agli assessori regionali Guido Castelli e Giorgia Latini, ai sindacati e alle autorità competenti si è discusso in merito alla redazione del nuovo piano sanitario regionale. La salute dei cittadini dovrà sempre essere al primo posto: dopo la cancellazione del progetto dell’ospedale unico, la volontà è quella di implementare e incrementare le funzionalità dei due ospedali del Piceno, stimolando sempre più cooperazione e collaborazione tra medici, sanitari e cittadini. Di concerto con tutti i rappresentanti interessati, si continua a lavorare per il bene del territorio”.
Quattro giorni dopo (lunedì 12 luglio) lo stesso presidente Acquaroli e la sua giunta (tra cui gli assessori ascolani Castelli e Latini) hanno approvato la delibera di giunta regionale n. 891 (Proposta di deliberazione di competenza dell’Assemblea legislativa concernente “Modifica della Deliberazione Amministrativa n. 107 del 4 febbraio 2020 concernente Piano Socio-sanitario regionale 2020-2022. Il cittadino, l’integrazione, l’accessibilità e la sostenibilità) che, in sostanza, traduce in un atto ufficiale (da portare ora all’approvazione del Consiglio regionale) i progetti esposti nel corso di quello e di altri incontro sul territorio.
E, con profondo sconcerto, leggendo attentamente il contenuto di quella delibera emerge con chiarezza una situazione che è decisamente differente da quella descritta da Fioravanti in quel post celebrativo. Nessuno può dire se il primo cittadino ha volutamente dipinto un quadro differente da quello che in realtà è emerso per i soliti motivi di propaganda o se, più semplicemente, non ha compreso affatto quello che è stato detto nel corso di quell’incontro. Quel che purtroppo è certo è che, nell’assordante silenzio del sindaco stesso e degli assessori regionali ascolani, quella delibera rappresenta un’umiliazione senza precedenti per il capoluogo piceno (che pure negli anni ha più volte subito decisioni penalizzanti da parte della Regione).
Perché non si parla affatto “di implementare e incrementare le funzionalità dei due ospedali del Piceno”, come invece aveva fatto credere Fioravanti, ma molto più semplicemente . quella delibera annuncia la realizzazione di un nuovo ospedale a San Benedetto (che, inevitabilmente, è destinato a diventare il vero punto di riferimento sanitario della provincia di Ascoli). Non solo, l’umiliazione per la nostra città è ancora più pesante perché, sempre nella delibera, si annuncia (o si conferma) la realizzazione di un nuovo ospedale in ognuna delle 5 province. Ma, mentre per le altre 4 province, la nuova struttura viene realizzata nei rispettivi capoluoghi di provincia (Pesaro, Ancona, Macerata e Fermo, per essere più chiari), per quanto riguarda la provincia di Ascoli è stata scelto San Benedetto, non il capoluogo di provincia. Che, con il suo ospedale Mazzoni, non viene mai neppure menzionato dall’atto approvato dalla giunta regionale, come se non esistesse neppure.
Facendo un passo indietro e tornando all’8 luglio, dopo quell’incontro era arrivato anche il commento del consigliere regionale Antonini che sulla difesa dell’ospedale di Ascoli, necessario punto di riferimento per il sistema sanitario della provincia, aveva impostato la sua campagna elettorale.
“E’ stata l’occasione per l’avvio delle audizioni per il Piano socio sanitario regionale – ha commentato Antonini – facciamo però il punto con un paio di passi indietro. Come Lega ci siamo presentati al cospetto del voto dei piceni sulla pari dignità dei due ospedali di Ascoli e San Benedetto, richiedendo per entrambi il primo livello e scongiurando la proposta del Pd dell’ospedale unico di Vallata che avrebbe tolto anche e non solo il più basico dei servizi, ad esempio il Pronto Soccorso, ai due ospedali (in realtà è ampiamente noto che non è affatto così). Primo obietti raggiunto subito ad ottobre. Dicemmo anche che avremmo voluto potenziare i servizi dei due ospedali aumentandone l’offerta dei reparti, ridando il giusto equilibrio dei posti letto persi in questi anni e attrarre medici e chirurghi di qualità.
E questo è uno degli obiettivi del Piano e delle nuove politiche sanitarie in un’ottica di una perequazione sul territorio regionale che ha visto il Piceno oggettivamente penalizzato in questi anni di giunte Spacca e Ceriscioli. Infine in campagna elettorale la Lega parlò anche di interventi migliorativi sui due complessi ospedalieri, il Mazzoni e il Madonna del Soccorso, quest’ultimo certamente più bisognoso di ulteriori e importanti azioni per rispondere ad un fabbisogno sanitario che a San Benedetto cresce di anno in anno. Per queste idee, questo programma, nato e coltivato ben due prima le elezioni di settembre scorso, siamo stati votati ed eletti e questo, per senso di responsabilità verso il territorio, porteremo coerentemente avanti”.
Per lui vale lo stesso discorso fatto per Fioravanti, forse, viste le promesse fatte in campagna elettorale, non ha avuto il coraggio di raccontare quali fossero le reali intenzioni di Acquaroli e della giunta o magari anche lui ha grossi problemi di comprensioni e non ha capito nulla di quanto è stato detto in quell’incontro. Però alla fine la verità è venuta fuori ed è del tutto evidente che quanto è riportato nella delibera n. 891 non solo non corrisponde affatto a quanto riportato da Antonini dopo l’incontro dell’8 luglio ma, soprattutto, demolisce impietosamente tutte le promesse che il consigliere regionale della Lega aveva fatto in campagna elettorale.
Perché, almeno sulla base di questa delibera, non si parla per nulla di potenziamento dei servizi e di aumento dell’offerta dei reparti dei due ospedali, né di riequilibrio dei posti letto persi. E tanto meno di interventi migliorativi sui due ospedali ma, come visto, di realizzazione di un nuovo ospedale a San Benedetto. Che, non bisogna essere dei geni per capirlo, inevitabilmente sarò il nosocomio di primo livello e vero punto di riferimento per la sanità del territorio provinciale, relegando ad un ruolo secondario l’ospedale Mazzoni (che, ribadiamo, non viene mai neppure citato in quella delibera).
Per altro la decisione di Acquaroli e della giunta regionale tutto è meno che inaspettata e sorprendente o meglio, può essere considerata tale solo da chi negli ultimi mesi ha “abboccato” agli annunci propagandistici degli esponenti della destra ascolana. Era chiaro ed evidente sin dall’inizio che la cancellazione dell’ospedale di vallata avrebbe inevitabilmente portato poi a questa soluzione doppiamente penalizzante per il capoluogo piceno. E sin da allora era noto che la soluzione alternativa prevedeva la realizzazione del nuovo ospedale a San Benedetto, con l’inevitabile conseguenza del declassamento dell’ospedale di Ascoli.
Così come era chiaro a chi non si è lasciato “inebetire” dalla propaganda che non sarebbe mai stato possibile avere nella provincia di Ascoli due ospedali di primo livello. E non bisogna certo essere dei geni per capire che, se la Regione ha scelto di realizzare il nuovo ospedale a San Benedetto, non ci sono certo dubbi su quale sarà poi l’ospedale di primo livello. Ora, però, almeno la delibera n. 891 ha il merito di aver spazzato tutte le “favolette” raccontate in campagna elettorale. La realtà, durissima da digerire per il capoluogo piceno, è ora sotto gli occhi di tutti.
E se dopo l’incontro dell’8 luglio potevano anche non aver capito, ora il sindaco Fioravanti e il consigliere Antonini non hanno più giustificazioni, anche loro sono consapevoli dell’umiliazione che sta subendo il capoluogo piceno. E per loro è arrivato, quindi, il momento di dimostrare con fatti concreti (ed anche con iniziative eclatanti) che la tutela della propria città è prioritaria e conta più di ogni altra cosa. La delibera n. 891 ha già, invece, confermato che per l’ex sindaco Castelli e per Giorgia Latini non è così, perché nessuno dei due ha fatto nulla per difendere la propria città.
Che, dopo questa ennesima mazzata, è sempre più la cenerentola della regione e sempre meno vero capoluogo di provincia…