Dopo scuole, cultura e rifiuti anche la pallavolo: Folignano veste i panni del capoluogo di provincia


Ascoli non ha una struttura e un palazzetto all’altezza della situazione, le finali regionali e provinciali della pallavolo giovanile si giocano al PalaRozzi di Villa Pigna. Eppure a febbraio sindaco e assessore si erano autocelebrati per l’improbabile nuovo Pala Volley…

L’ex sindaco Angelo Flaiani l’aveva rivendicato con orgoglio al termine del suo secondo mandato: “non siamo più una costola di Ascoli, siamo diventati 

un’eccellenza del territorio”. Ora, però, Folignano sta davvero esagerando e, complice le gravi carenze del capoluogo di provincia, sta diventando il vero punto di riferimento della provincia in diversi ambiti.

Già esempio virtuoso, in palese e imbarazzante contrasto con Ascoli, per quanto riguarda la sicurezza delle scuole e, ancor più, per la raccolta differenziata e la produzione dei rifiuti, nelle ultime estati pre covid Folignano era finita al centro dell’attenzione anche per quanto riguarda gli eventi culturali grazie ad “AgriCultura – Green Festival”, la più emblematica dimostrazione di come, senza spese folli, si possa comunque organizzare un festival di ottimo livello, innovativo e con un programma culturale e artistico di qualità, in grado di richiamare l’attenzione di un vasto pubblico e di dare un’impronta al calendario degli eventi estivi. Esattamente quello che storicamente manca al capoluogo piceno da oltre 20 anni (dai tempi del festival della satira) per far compiere un salto di qualità all’estate ascolana.

In questi giorni, poi, Folignano è diventato il punto di riferimento della provincia anche per quanto riguarda lo sport, in particolare per la pallavolo giovanile, con il PalaRozzi di Villa Pigna teatro di finali (e semifinali) provinciali e regionali. Per l’esattezza la struttura folignanese ha ospitato e ospiterà ben 2 finali e una semifinale regionale e due finali provinciali. Dopo che qualche settimana fa era andata in scena la semifinale regionale under 17 maschile e mercoledì scorso la finale provinciale under 19 femminile, domenica scorsa il Palarozzi ha ospitato la finale regionale under 15 femminile.

Mercoledì prossimo (30 giugno) è invece in programma la finale provinciale di Coppa territoriale, mentre domenica 4 luglio sarà la volta della finale regionale di Coppa di Divisione. Oltre alla  comprensibile e condivisibile soddisfazione del sindaco di Folignano Terrani (“Siamo onorati di poter ospitare eventi così prestigiosi, significa che il territorio è attrattivo verso queste realtà e poi il nostro è un comune molto giovane, abbiamo a cuore manifestazioni di questo tipo e stiamo investendo parecchio con tanti progetti rivolti al mondo giovanile” ha dichiarato), è sicuramente estremamente positiva l’attenzione che la federazione regionale e quella provinciale (che rappresenta le province di Ascoli e Fermo) hanno riservato al nostro territorio, sede di così tanti importanti appuntamenti.

E’, però, singolare che nessuna di quelle finali si sia disputata o si disputerà ad Ascoli, nel capoluogo di provincia. Ancor più se si pensa che un’altra finale provinciale assegnata al nostro territorio, quella under 15 femminile tra Ciam Ascoli e Don Celso Fermo, è andata scena mercoledì 23 giugno a Pagliare del Tronto. Per altro quello era un appuntamento importante perché, con il ritorno delle Marche in zona bianca, dopo tantissimo tempo tornavano gli spettatori sugli spalti (ovviamente in numero limitato). Peccato che poi quella che doveva essere una grande festa per lo sport e per la pallavolo locale si è trasformata in una giornata da dimenticare, visto che, a causa del comportamento del pubblico presente (praticamente i genitori delle ragazze delle due squadre), la partita è stata momentaneamente sospesa per far uscire il pubblico stesso dalla struttura, per poi riprendere “a porte chiuse”, senza più spettatori sugli spalti.

Tornando alla situazione del capoluogo di provincia, siamo di fronte ad un’evidente e clamorosa anomalia che, però, tutto è meno che sorprendente e inaspettata e che è determinata dal semplice fatto che Folignano ha un palazzetto dello sport in grado di ospitare eventi simili, Pagliare anche mentre Ascoli no. Purtroppo, però, non è certo una novità, al di là degli annunci e della solita nauseante propaganda del Comune, nonostante nel 2014 il capoluogo piceno si sia fregiato dell’importante riconoscimento di “città europea dello sport”, la situazione degli impianti sportivi cittadini è semplicemente desolante, praticamente in nessuna disciplina sportiva  Ascoli è in grado di ospitare eventi di una certa rilevanza, che abbiano una particolare cornice di pubblico. “Un riconoscimento che genererà ritorni di immagine importantissimi e che favorirà la crescita e l’ulteriore qualificazione del sistema sportivo locale e dei nostri impianti sportivi” annunciava con la solita enfasi l’allora sindaco Castelli.

La cruda realtà, invece, mostra un quadro decisamente differente e assolutamente desolante. Emblematico a tal proposito il fatto che rispetto ad allora si è praticamente dimezzato il numero delle associazioni sportive cittadine. Nel 2014 lo stesso Castelli aveva sostenuto che nell’albo comunale erano iscritte circa 150 associazioni sportive, ora secondo gli ultimi dati resi disponibili dal Comune sono circa 80. Un vero e proprio crollo che rischia di peggiorare ulteriormente, ovviamente per le conseguenze del covid. Ad influire negativamente è anche e soprattutto la carenza e l’inadeguatezza degli impianti sportivi cittadini. Oltre a non permettere di ospitare eventi sportivi di un certo rilievo, proprio la mancanza di impianti adeguati ha determinato la scomparsa dal panorama cittadino di due storiche discipline sportive, baseball e pallanuoto.

Squadre che militavano in campionati di serie B e serie C e con anche un promettente settore giovanile che hanno dovuto abbandonare (o ridimensionare quasi completamente la propria attività) per la mancanza di strutture sportive idonee per gli allenamenti e, ancora più, per disputare le partite casalinghe. Naturalmente stiamo parlando di un problema e di una carenza che hanno radici lontane, con le precedenti amministrazioni (quella Celani prima e quella Castelli poi, entrambe di centro destra) che, con i loro ripetuti proclami, quasi mai seguiti da fatti concreti, non hanno fatto altro che far peggiorare le cose. Quindi sarebbe folle imputare all’attuale sindaco e all’attuale assessore allo sport Stallone la precaria situazione del capoluogo piceno in fatto di impianti sportivi.

Da quanto si è visto fino ad ora, però, non sembra che le con la nuova amministrazione qualcosa sia cambiato, anzi, si continua con la politica degli annunci roboanti, della stucchevole esaltazione di ogni minino intervento, fatto passare per chissà quale grande opera. E l’esempio più emblematico arriva proprio dalla pallavolo e da quanto accaduto qualche mese. Esattamente nel febbraio scorso quando, con la solita nauseante enfasi, l’amministrazione comunale annunciò l’inaugurazione di quello che pomposamente venne definito il nuovo “Pala Volley” (nella zona del Pennile di Sotto).

La nuova struttura rappresenta un vero e proprio gioiellino” aveva affermato con entusiasmo il sindaco Fioravanti. “Sono orgoglioso di aver creato un nuovo Pala Volley di ultima generazione” aveva aggiunto l’assessore Stallone. In realtà il presunto Pala Volley altro non era che un vecchio campo di tennis e calcetto in un pallone, riadattato a campo di pallavolo e ovviamente senza alcuno spazio per installare anche piccole tribunette per il pubblico. Per altro quella struttura si era resa necessaria per compensare la chiusura definitiva del vecchio Pala Squarcia, con la successiva “figuraccia” del Comune che si è visto bocciare il finanziamento per il progetto di ristrutturazione nell’ambito del bando “Sport e periferie”, con il conseguente abbandono di quella struttura, lasciata morire così. Non che il vecchio Pala Squarcia fosse chissà cosa, ma almeno aveva delle tribune che potevano ospitare un numero sia pure limitato di spettatori.

Ora, invece, per la pallavolo c’è quel vecchio pallone riadattato a campo da volley (ci vuole coraggio a chiamarlo Pala Volley…), il Pala Forlini che non è certo un gioiello (e comunque non è in grado di ospitare più di qualche spettatore) e ogni tanto viene utilizzata la struttura di Monterocco che pure avrebbe bisogno di un bel restyling. E proprio la carenza di strutture adeguate è tra le ragioni della profonda crisi che sta attraversando il volley cittadino, con le 4 società presenti ad Ascoli che vivono un momento a dir poco difficile (che ovviamente il covid ha accentuato).

Basterebbe pensare che quest’anno al campionato under 13 femminile era iscritta una sola squadra delle 4 società cittadine, quella della Libero Volley (mentre la Junior Volley Folignano ha presentato due squadre). Fino a qualche anno fa ogni società cittadina presentava al via di quel campionato almeno un paio di formazioni, a conferma dell’emorragia di iscrizioni che si protrae da anni.

E ad ulteriore conferma della crisi della pallavolo giovanile cittadina c’è anche il fatto dopo anni una squadra cittadina è tornata a vincere un titolo provinciale giovanile (l’under 15 femminile da parte della Ciam Ascoli) solo perché ha preso in prestito il nucleo (5 ragazze) della squadra di Castel di Lama che 2 anni fa aveva conquistato dominando il titolo under 13.

bookmark icon