Il semi commissariamento doveva servire a velocizzare i tempi per l’avvio degli interventi di messa in sicurezza delle scuole. Nella realtà, però, non è cambiato nulla, come dimostrano gli atti ufficiali relativi alle scuole D’Azeglio, Don Bosco, Malaspina e Don Giussani
Come diceva sempre Antonio Lubrano, “la domanda sorge spontanea”. Se i tempi per la progettazione e l’avvio degli interventi nelle scuole cittadine non si riducono, anzi in qualche caso addirittura si allungano, a cosa serve concretamente la famosa Ordinanza Ascoli? E’ difficile non farsi prendere dallo sconforto di fronte ad una vicenda che ormai va ben oltre la telenovela e la farsa. Quello che da oltre 4 anni (dal terremoto del 2016) avviene nel capoluogo piceno intorno alla messa in sicurezza delle scuole cittadine è sempre più stupefacente, si sono ampiamente superati i limiti del ridicolo, non solo “grazie” all’amministrazione comunale.
Un ruolo importante in questo indecoroso teatrino l’ha recitato e lo sta recitando anche gran parte dell’informazione locale. Che da mesi non solo si limita a fare da megafono agli improbabili annunci del sindaco, guardandosi bene dal verificare e dal sollevare il minimo dubbio, ma continua anche ad ignorare (o fingere di ignorare) anche fatti e atti ufficiali che certificano con evidenza l’assoluta inattendibilità di quei proclami. Qualcuno, poi, è addirittura andato oltre, annunciando a più riprese scadenze a dir poco improbabili, con toni immotivatamente trionfalistici (soprattutto quando si tratta di una vicenda che si trascina da così tanti anni).
Già nel corso dell’estate scorsa, ad esempio, con titoli “sparati” in prima pagina era arrivato l’annuncio che tutte le gare per l’affidamento delle relative progettazioni sarebbero state avviate entro settembre. Passato quel termine senza che nulla di quanto previsto fosse accaduto, come se niente fosse ecco arrivare un nuovo annuncio, con la nuova scadenza prevista entro la fine dell’anno (2020). Con l’avvicinarsi del nuovo anno, poi, ancora uno slittamento, con la fatidica scadenza fissata a marzo 2021.
Quasi superfluo sottolineare che in realtà già da tempo, basandosi semplicemente sugli atti ufficiali (che, al di là di annunci e proclami, sono gli unici che contano concretamente) e sul modo di operare dell’amministrazione comunale, era del tutto evidente (come abbiamo più volte scritto nei mesi scorsi) che, nella migliore delle ipotesi, tutti gli incarichi di progettazione sarebbero stati affidati tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 e che i primi cantieri (scuola media di Monticelli esclusa) sarebbero stati aperti nella seconda metà del 2022.
Almeno questo era lo scenario che si prospettava prima della famosa Ordinanza Ascoli che, secondo la narrazione del sindaco e dell’assessore regionale Castelli, era fondamentale per ridurre sensibilmente i tempi. Quindi, dopo la sua approvazione, secondo logica quelle scadenze dovevano quanto meno essere anticipate di qualche mese. Invece nei giorni scorsi, sempre attraverso dichiarazioni del sindaco riportate dai quotidiani, abbiamo scoperto che non solo non si accorciano ma, addirittura, in qualche caso c’è il concreto rischio che si allunghino ulteriormente i tempi.
“L’Arengo accelera ancora” titolava nei giorni scorsi, con sprezzo del ridicolo, qualche quotidiano locale che, poi, all’interno dell’articolo sosteneva che “grazie alla straordinaria velocità degli uffici tecnici comunali”, entro la fine del 2021 dovrebbero partire tutte le progettazioni, mentre i cantieri che dovrebbero partire tra fine estate e inizio anno scolastico 2022-2023. In altre parole, al di là del surreale teatrino e della più assoluta mancanza del senso del ridicolo, l’Arengo accelera, gli uffici comunali sono velocissimi, l’Ordinanza accorcia i tempi però, per qualche incredibile mistero (o magari sortilegio), in concreto le scadenze restano quelle che erano già note diversi mesi fa, addirittura un anno dopo rispetto alle previsioni dell’amministrazione comunale e di quei quotidiani locali che ora, in maniera a dir poco surreale, parlano di un’improbabile accelerazione.
Quel che conta, però, è che, al di là dei proclami, sono gli atti ufficiali del Comune che confermano inequivocabilmente non solo che non è cambiato nulla ma, soprattutto, che al momento l’Ordinanza Ascoli è del tutto disattesa. In particolare il cronoprogramma degli interventi stabilito nella Relazione allegata all’Ordinanza di fatto è “carta straccia”, non viene in alcun modo rispettato.
Per quanto riguarda i lavori di demolizione e ricostruzione delle scuole D’Azeglio e Don Bosco, il cronoprogramma stabilito dall’Ordinanza prevedeva che l’affidamento dell’incarico per le relative progettazioni avvenisse in 30 giorni. Il 5 marzo scorso, con determina n. 612, l’amministrazione comunale ha avviato la procedura telematica per l’affidamento dell’incarico per le relative progettazioni, con termine per la presentazione delle offerte fissato per il 13 aprile. Il 18 maggio scorso, con determina 1471, sono stati approvati i verbali di verifica della conformità delle proposte, con la contestuale ammissione dei concorrenti (complessivamente 15, 8 per il lotto 1 e 7 per il lotto 2). Il 27 maggio scorso, poi, l’amministrazione comunale ha reso noto con un avviso pubblico che martedì 1 giugno si effettuerà il sorteggio per la scelta dei commissari di gara (cioè coloro che poi dovranno valutare le varie offerte ricevute).
In pratica sono quasi trascorsi 3 mesi e ancora siamo alla fase preliminare della procedura per l’affidamento dell’incarico che, come visto, secondo il cronoprogramma dell’Ordinanza doveva avvenire in 30 giorni. Siamo già a quasi 60 giorni di ritardo ed è evidente che il ritardo stesso è destinato ad aumentare di molto. Magari il sindaco Fioravanti potrebbe ancora una volta tirar fuori la giustificazione della cosiddetta burocrazia (anche se, a suo dire, l’Ordinanza doveva servire proprio ad eliminare la burocrazia…). Certo, però, se dopo quasi 3 mesi (per un progetto che doveva essere affidato in 30 giorni…) ancora non è stata nominata (o sorteggiata) la commissione giudicatrice è del tutto evidente che il problema è di ben altro tipo rispetto alla presunta burocrazia.
Stesso discorso per quanto riguarda la scuola Malaspina, la cui gara per l’affidamento della progettazione definitiva (che, secondo il cronoprogramma dell’Ordinanza, doveva sempre concludersi in 30 giorni…) è stata indetta a settembre, con il termine per la presentazione delle offerte fissato per il 15 settembre 2020. Sono trascorsi 8 mesi e mezzo (210 giorni in più rispetto a quanto previsto dal cronoprogramma) e ancora non si è arrivati all’assegnazione dell’incarico. In questo caso la commissione giudicatrice è stata nominata addirittura 4 mesi e mezzo dopo la scadenza della gara (il 1 febbraio), poi per altri 3 mesi non si è saputo più nulla.
Almeno fino al 13 aprile scorso quando, con avviso del Comune, è stata convocata per il successivo 20 aprile una seduta pubblica digitale nella quale la commissione giudicatrice (dopo ben 4 mesi e mezzo dalla sua nomina) avrebbe reso noti ai concorrenti i punteggi complessi conseguiti da ciascuna offerta tecnica, procedendo contestualmente all’apertura delle buste contenenti l’offerta economica. Ovviamente da allora poi è calato nuovamente il silenzio, con la speranza che la commissione non impieghi altri 4 mesi e mezzo per valutare le offerte economiche perché in caso contrario non si arriverebbe all’assegnazione dell’incarico prima di ottobre 2021, cioè con un anno di ritardo rispetto a quanto previsto nell’Ordinanza Ascoli.
Potremmo proseguire parlando anche della situazione della scuola media Don Giussani di Monticelli che, sempre secondo l’Ordinanza, in 22 mesi avrebbe dovuto concludere tutto il ciclo della commessa. Invece siamo già a quasi 3 anni e il ritardo è inevitabilmente destinato ad aumentare. Anche perché per l’Ordinanza i lavori dovrebbero poi durare complessivamente 5 mesi (150 giorni) ma nell’avviso pubblico predisposto dal Comune per acquisire manifestazioni di interesse di operatori economici da invitare alla procedura negoziata telematica, in base alla quale si determinerà l’affidamento, viene indicato in 540 giorni il tempo utile per ultimare i lavori.
Siamo, quindi, di fronte ad un’evidente e imbarazzante beffa perché il sindaco e l’amministrazione comunale, con l’Ordinanza Ascoli, hanno subito la dura umiliazione di un semi commissariamento ma poi in concreto non c’è alcun effetto positivo che derivi da quell’Ordinanza, il Comune continua a procedere con la solita inaccettabile lentezza. In altre parole, come ampiamente previsto e temuto, quell’Ordinanza è solo “fumo negli occhi” e non serve a nulla. Inutile aggiungere altro…