Le Marche culla della nuova cultura patriarcale


Dopo gli attacchi alla 194 e al diritto all’autodeterminazione delle donne, l’esaltazione della famiglia naturale, quella nella quale “il padre dà le regole e la mamma accudisce”. A demolire le “farneticazioni” di Ciccioli ci pensa l’Ordine degli Psicologi delle Marche

Alla fine bisogna riconoscere un grande merito al capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, nuovamente al centro delle discussioni e delle polemiche per le sue deliranti dichiarazioni. E, al tempo stesso, bisogna ammettere che, al netto di tutte le comprensibili critiche, l’ex parlamentare anconetano dimostra anche di aver fatto qualche timido passo avanti. Da mesi, praticamente dal giorno dell’annuncio da parte del governatore Acquaroli della composizione della nuova giunta regionale, ci si chiedeva per quale ragione nella nuova compagine regionale di destra ci fosse solamente una donna.

Un’anomalia che è al centro di una vertenza di fronte al Tar Marche (mercoledì 10 febbraio 2021 si è tenuta la prima udienza), in seguito al ricorso promosso dalla consigliera di parità per le Marche, Paola Petrucci, contro il mancato rispetto dell’equilibrio di genere nella composizione della compagine governativa regionale. Ora grazie a Ciccioli il mistero è finalmente svelato, le donne della destra marchigiana non hanno certo il tempo per dedicarsi alla politica, sono troppo impegnate ad accudire la casa e la famiglia, devono cucinare, rammendare, lavare, stirare, pulire, seguire i figli, non possono certo perdere tempo per fare altro, neppure occuparsi di politica.

Resta da capire, però, come allora sia possibile la presenza nella giunta stessa dell’ex parlamentare della Lega Giorgia Latini, chissà forse ha avuto una particolare dispensa, oppure più semplicemente non è portata per accudire la famiglia e, quindi, l’hanno riciclata in un assessorato regionale (dove, per la verità, non che si stia mostrando particolarmente adeguata…). Per quanto riguarda, invece, il timido passo avanti, nell’ottica di una visione più moderna della famiglia, è giusto sottolineare che Ciccioli parla si di famiglia naturale, con i ruoli ben definiti tra padre (che deve dettare le regole) e madre (che deve accudire la famiglia stessa). Però non fa più alcun riferimento al fatto che l’unica famiglia naturale è quella che scaturisce dal matrimonio tra un uomo e una donna. E, indiscutibilmente, questo è un deciso cambio di rotta per chi, fino ad ora, aveva sempre ribadito la sacralità del matrimonio.

Come diceva sempre Giulio Andreotti, “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” ed in questo caso c’è più di un legittimo sospetto che questa presunta svolta “progressista” del capogruppo regionale di FdI sia frutto della particolare situazione della sua leader, Giorgia Meloni, che vive con il proprio compagno e il figlio senza essere “regolarmente” sposata. Non che i nostri politici si sono mai preoccupati più di tanto di comportarsi esattamente all’opposto di quello che proclamavano. Ma probabilmente sarebbe stato troppo continuare ad affermare il principio, sbandierato fino a poco tempo fa, che l’unica famiglia naturale è quella che scaturisce dal matrimonio tra un uomo e una donna. Così, invece, Ciccioli è riuscito a salvare capra e cavoli…

Non resta che rifugiarsi nell’ironia, amarissima, per provare a digerire questo scempio. Non erano sufficienti le esternazioni dell’assessora Latini contro l’aborto e la 194, non bastava mettere in discussione il sacrosanto diritto all’autodeterminazione delle donne, ci eravamo illusi che si fosse toccato il fondo con le allucinanti affermazioni dello stesso Ciccioli sulla sostituzione etnica, in una sorta di difesa della purezza della razza. Invece il peggio doveva ancora arrivare. E puntualmente si è manifestato nelle farneticanti parole pronunciate ancora da Ciccioli alla presentazione della proposta di legge per il sostegno alle famiglie, ovviamente solo quelle “naturali”.

Non possono esistere alternative al nucleo familiare naturale composto da un padre, da una madre e dai figli che hanno diritto ad avere una famiglia così – ha spiegato il capogruppo di FdI – ne vale del concetto di educazione, al padre sono demandate le regole, alla madre l’accudimento, non ci possono essere alternative. La famiglia naturale è composta da uomo, donna e figli, considerare altre forme è sbagliato. Queste cose si studiano in psicoanalisi”.

Forse una ripassatina ai vecchi studi Ciccioli dovrebbe darla, magari leggendo anche qualche libro sul diritto di famiglia, la cui riforma risale a quasi 50 anni fa. In realtà ci sarebbe anche la Costituzione italiana che all’art. 3 recita: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. In poche parole demolite tutte le farneticazioni di Ciccioli che, se ritrova un barlume di lucidità, dovrebbe avere il buon senso di farsi definitivamente da parte, di non inquinare più il già difficile e turbolento panorama politico regionale, ricordando (anche ai suoi compagni di partito) che in realtà per i suoi trascorsi, se esistesse un briciolo di coerenza, non avrebbe neppure dovuto intraprendere la carriera politica.

Tra le tante reazioni che inevitabilmente le farneticazioni del capogruppo di FdI hanno provocato da segnalare è sicuramente quella dell’Ordine degli Psicologi delle Marche che, con pur cercando di non entrare (giustamente) nello scontro politico, non ha potuto fare a meno di sgretolare quella fuorviante teoria (dimostrando che forse lo stesso Ciccioli non deve aver studiato tanto bene…). “Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di disapprovazione e malcontento da parte di colleghe e colleghi – si legge in una nota – come Ordine Psicologi Marche, pur non entrando nel dibattito politico che si svolge in sedi altre, ci preme chiarire questioni di contenuto da un punto di vista scientifico. In letteratura scientifica è ampiamente dimostrata l’importanza della qualità della relazione sia nelle trasmissione delle regole che nello stile di accudimento. Rispetto ai fattori di rischio che intervengono nello sviluppo psicologico dell’individuo, occorre una visione bio-psico-sociale che consideri la sua complessità. Pertanto riteniamo vada posta massima attenzione nell’esprimere considerazioni che rischiano di discriminare, semplificando, condizioni famigliari perfettamente funzionati, pur non rientrando nella descrizione sopracitata (la cosiddetta “famiglia naturale”)”.

In altre parole, pur se con tutto il tatto possibile, secondo l’Ordine dei Psicologi delle Marche Ciccioli ha detto una serie imbarazzante di corbellerie. “Nelle Marche è scesa la notte, una notte che vorrebbe riportare con sé il buio di una cultura patriarcale, arretrata e misera, che vuole maschi dominanti e donne meste e servizievoli – si legge in una nota firmata dalla Cgil Marche e dal forum delle donne Cgil – forse qualcuno dovrebbe avvisare il Consigliere Ciccioli che la riforma del Diritto di Famiglia non solo è già stata fatta ma sono anche già passati 46 anni da allora, per non arrivare a scomodare la Costituzione. Delle due l’una: o da adesso in poi dobbiamo prendere Ciccioli come il pittoresco personaggio del bar di paese che nessuno prende sul serio oppure considerarlo come il dirigente politico di primo piano dell’attuale maggioranza in Consiglio regionale.Ma se vale la seconda, c’è da chiedersi cosa aspettano l’Assessora Latini e le Consigliere regionali di maggioranza a far sentire la loro voce. Non hanno forse niente da dire? Possono tacere di fronte a cosi gravi e indicibili affermazioni? Ci saremmo aspettati una loro immediata e doverosa presa di distanza e invece il loro silenzio pesa quanto la gravità delle affermazioni di Ciccioli”.

Più che altro per coerenza dovrebbe intervenire la stessa leader di FdI, Giorgia Meloni. Perché le parole pronunciate dal capogruppo del suo partito nelle Marche sono terribilmente offensive, per certi versi più di quelle vergognose e inaccettabili che quel professore di Siena ha rivolto alla Meloni, non solo nei confronti delle persone indirettamente chiamate in causa ma anche e soprattutto per le Marche e per gran parte dei marchigiani. Una regione che neppure all’epoca del Regno pontificio ha vissuto un periodo così buio…

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