Corteo “fuorilegge”, il festival dell’ipocrisia


Nonostante la presa di posizione della Questura, domenica 1 novembre da piazza Immacolata si è messo in moto un corteo non autorizzato e fuorilegge, bloccato poi dalle forze dell’ordine all’altezza del ponte di Porta Maggiore con il lancio di due lacrimogeni

Al di là dell’inverecondo festival dell’ipocrisia, quello che sta accadendo in queste ore nel capoluogo piceno intorno a quanto accaduto domenica scorsa, in occasione del corteo non autorizzato bloccato dalle forze dell’ordine sul ponte di Porta Maggiore, è di una gravità estrema. Non tanto per il solito imbarazzante stravolgimento della realtà che si sta facendo da più parti e non solo per la solita becera speculazione politica che ne è seguita. Quanto per il fatto che sta passando, almeno in determinati ambienti, la malsana idea che chiunque ritenga di avere delle motivazioni valide può tranquillamente fregarsene della legge e delle norme valide per tutti gli altri. E che le forze dell’ordine non devono limitarsi a compiere il proprio dovere, cioè garantire il rispetto della legge stessa, ma devono interpretare se chi viola le norme ha buoni motivi per farlo o meno.

Farneticazioni di chi evidentemente ormai ha perso il lume della ragione. Eppure non bisogna certo essere dei fini pensatori per capire a quale deriva potremmo andare incontro se si accreditasse una simile follia. Al netto delle mistificazioni, ciò che è accaduto domenica è estremamente chiaro. L’idea di organizzare anche nel capoluogo piceno una manifestazione di protesta contro le norme contenute nel Dpcm del 25 ottobre ha preso corpo tra i commercianti sin dall’inizio della settimana. Più che comprensibile la loro preoccupazione, anche se ogni tanto un piccolo esame di coscienza non guasterebbe.

Perché se è vero che ci sono tanti proprietari di bar, ristoranti e locali che nei mesi scorsi hanno fatto i “salti mortali” per rispettare tutte le prescrizioni e le misure per garantire il distanziamento, è altrettanto innegabile che ce ne sono altrettanti che nei mesi estivi di fatto se ne sono fregati (come ha potuto constatare chiunque questa estate è andato un po’ giro ad Ascoli). E, come avviene spesso, ad alzare maggiormente la voce sono stati proprio alcuni di questi… In ogni caso, nel corso della riunione dei commercianti che si è svolta giovedì 29 ottobre al Centro Sportivo Tofare è emersa la volontà di organizzare la manifestazione domenica pomeriggio.

Il giorno successivo, però, è arrivata la presa di posizione della Questura che ricordava che “in questo momento di emergenza epidemiologica da covid 19 le modalità di manifestare sono regolate dal Dpcm del 24 ottobre scorso che prevede di esercitare tale diritto in forma rigorosamente statica (quindi assolutamente vietate i cortei), a condizione che nel corso di esse sia osservate le regole sanitarie previste dal Comitato Tecnico Scientifico, cioè uso della mascherina e il mantenimento della distanza sociale”.

Non c’è bisogno di interpretare, tutto estremamente chiaro: resta salvo il diritto di manifestare (e ci mancherebbe il contrario…) ma ovviamente (non potrebbe essere altrimenti visto la drammatica situazione che stiamo vivendo) nel pieno rispetto delle norme anti covid. Quindi in forma statica (con mascherine e mantenimento del distanziamento) e con il divieto di effettuare cortei. E’ quanto hanno fatto, ad esempio, le scuole di danza del territorio che hanno manifestato, nel pieno rispetto delle norme, davanti al teatro Ventidio Basso, alla presenza anche del sindaco Fioravanti. E’ quello che avrebbero potuto fare coloro che hanno organizzato la manifestazione domenica 1 novembre, non è certo l’effettuazione o meno di un corteo che avrebbe dato più o meno senso alla protesta. In realtà, dopo il chiarimento della Questura, diversi commercianti hanno rinunciato e si sono fatti da parte.

Sabato 31 ottobre, però, sui social un manifesto annunciava lo svolgimento della manifestazione per domenica 1 novembre, alle 18:30, in piazza Immacolata. La Questura sostiene di non aver ricevuto “richieste formali di pubblica manifestazione”. Questo significa che, sulla base delle norme di pubblica sicurezza, quella manifestazione non era comunque consentita. Invece domenica, intorno alle 18, a piazza Immacolata si è radunato un gruppo di persone che non si è limitato a manifestare in forma statica ma ha dato vita ad un vero e proprio corteo, come visto assolutamente fuorilegge. Secondo quanto riportato dalla Questura nel corteo stesso c’erano diversi elementi riconducibili a CasaPound.

Il responsabile provinciale del gruppo di estrema destra, Giorgio Ferretti, in una nota ha parzialmente smentito questa ricostruzione, confermando la sua presenza (e, come si vede da alcuni video, di altri esponenti del suo gruppo) negando però la regia di CasaPound. In ogni caso il corteo “fuorilegge” da piazza Immacolata è arrivato fino al ponte di Porta Maggiore dove i manifestanti sono stati fermati dal blocco delle forze dell’ordine, con anche il lancio di due lacrimogeni. Naturalmente si può ed è giusto chiedersi se, nel loro intervento, le forze dell’ordine hanno avuto comportamenti eccessivi tali da mettere a rischio i manifestanti.

Ma non ci possono essere dubbi sul fatto che la responsabilità di quanto accaduto è totalmente di chi ha violato la legge, organizzando un corteo che non poteva in alcun modo effettuarsi. Senza voler fare il processo alle intenzioni, è del tutto evidente che se l’obiettivo era quello di mettere in atto una legittima forma di protesta era sufficiente farlo in maniera statica. Così come è indiscutibile che aver ugualmente dato luogo al corteo è stata un’inaccettabile forma di provocazione che esula totalmente dal legittimo diritto di manifestare.

A voler essere pignoli, le forze dell’ordine avrebbero dovuto sciogliere immediatamente il corteo, non avrebbero neppure dovuto consentire che potesse mettersi in moto. Invece hanno avuto un comportamento sin troppo comprensivo, evitando di alimentare la tensione come sarebbe inevitabilmente accaduto se avessero deciso di intervenire per sciogliere il corteo già alla sua partenza. Invece hanno evitato, attuando il blocco all’altezza del ponte di Porta Maggiore.

Quindi i manifestanti hanno avuto l’opportunità di effettuare anche il corteo, nonostante fosse illegale, e sarebbe stato sufficiente fermarsi di fronte al blocco per evitare problemi. Pensare che le forze dell’ordine potessero farsi da parte e consentire a quel corteo “fuorilegge” di passare è semplicemente assurdo, sarebbe stata un’umiliazione inaccettabile, una sorta di dichiarazione di assoluta inutilità da parte delle stesse forze dell’ordine.

Non ci possono essere dubbi, quindi, sul fatto che la responsabilità di quanto accaduto è al 100% dei manifestanti. Che, per calcare la mano contro le forze dell’ordine, hanno contestato il fatto che sarebbero stati sparati lacrimogeni ad altezza d’uomo e che nel corteo erano presenti famiglie con bambini piccoli. Dai video che sono stati postati in realtà si vede che il primo lacrimogeno è sparato a terra, davanti al corteo, mentre il secondo dietro il corteo stesso.

Quanto ai bambini, in quegli stessi video in realtà non se ne vedono. Ma è chiaro che in caso contrario sarebbe oltre modo grave e sarebbe quanto mai opportuno prendere immediatamente provvedimenti nei confronti di quei genitori che si sono macchiati di un simile comportamento. Non meno grave è, poi, quanto riferito dallo stesso responsabile di CasaPound che ha affermato che erano presenti il consigliere regionale Andrea Maria Antonini, e i consiglieri comunali Alessio Pagliacci, Mauro Agostini, Elena Stipa e Gianpaolo Ferretti.

Un fatto che, naturalmente se confermato, sarebbe davvero di inaudita gravità perché non è in alcun modo inaccettabile che rappresentanti istituzionali possano partecipare ad un corteo “fuorilegge”. Allo stesso modo è decisamente incomprensibile l’imbarazzato silenzio da parte del sindaco Fioravanti e dell’amministrazione comunale che, quanto meno, avrebbero dovuto esprimere solidarietà nei confronti delle forze dell’ordine. Al posto loro l’ha fatto “Ascolto e Partecipazione” in una nota nella quale esprime “tutta la nostra solidarietà alle forze dell’ordine che sono dovute intervenire a sciogliere un corteo illegalmente organizzato”.

Riteniamo inaccettabili – prosegue la nota – le accuse di mancanza di buon senso e di violenza nei confronti della polizia da parte di responsabili politici, consiglieri comunali e regionali apparse sulla stampa. Incolpare gli agenti di mancanza di prudenza per essere stati costretti a lanciare dei lacrimogeni per fermare dei facinorosi che, nonostante non fossero in regola, volevano forzare il loro blocco, appare bizzarro oltre che arrogante”. Impossibile non condividere, almeno per chi ha mantenuto almeno un briciolo di raziocinio…

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