Dal Torrette agli ospedali di Ascoli e San Benedetto, da Civitanova a Fermo e Macerata dirigenti dei vari dipartimenti ospedalieri e direttori generali parlano di “situazione drammatica” e ospedali al collasso. Ma secondo Acquaroli “la situazione negli ospedali è sotto controllo”…
Prima di ogni altra considerazione la fredda cronaca degli ultimi giorni. Giovedì 22 ottobre (dopo essere rimasto chiuso nel suo ufficio a studiare la situazione, almeno secondo il racconto quasi “strappalacrime” di alcuni giornalisti assolutamente non schierati politicamente) il nuovo assessore regionale alla sanità Saltamartini ha annunciato che, vista la situazione nelle Marche, è assolutamente necessario riaprire il Covid Hospital di Civitanova. Il giorno successivo, venerdì 23 ottobre, Daniela Corsi, nuova dirigente del Dipartimento Emergenza Urgenza dell’Area Vasta 3 conferma la riapertura del Covid Hospital, raddoppiando però il numero di pazienti da destinare alla struttura (dai 14 previsti da Saltamartini a 28), ovviamente perché la situazione veniva ritenuta tale da richiedere un simile impegno.
“I primi pazienti che verranno trasferiti sono quelli che attualmente sono ricoverati in attesa al Pronto Soccorso dell’ospedale di Civitanova” spiega la Corsi. Nella stessa giornata il direttore del laboratorio di biologia molecolare dell’ospedale Mazzoni, Antonio Fortunato, dalle pagine di alcuni giornali locali lancia l’allarme: “Troppi tamponi da fare, i reagenti stanno finendo”. Il giorno successivo, sabato 24 ottobre, in una lettera firmata dalla direttrice medica ospedaliera dell’ospedale Mazzoni Diana Sansone, insieme al dottor Giancarlo Viviani, inviata a tutti i reparti e alla direzione dell’Area Vasta 5 si stabilisce “la sospensione dell’attività operatoria programmata sia in regime di ricovero ordinario che day surgery” negli ospedali di Ascoli e San Benedetto.
“Visto l’andamento dell’emergenza pandemica in atto – si legge nella lettera – vista l’indisponibilità di posti letto di terapia intensiva nelle unite operative di Anestesia e Rianimazione dell’Area Vasta 5, come da indicazione del direttore sanitario Asur e come concordato in unità di crisi, si dispone la sospensione dell’attività operatoria programmata sia in regime di ricovero ordinario che day surgery. Saranno garantiti, oltre agli interventi di emergenza: gli interventi programmati in classe A per neoplasie, previo accordo con il responsabile del Blocco Operativo; gli interventi urgenti; gli interventi con breve procrastinabilità. Si specifica che non possono essere sospese le interruzioni volontarie di gravidanza la cui urgenza è stabilita dalla legge relativa”.
Sempre sabato 24 ottobre il direttore dell’unità operativa complessa di pneumologia dell’Area vasta 5, Vittorio D’Emilio, dichiarava che il reparto di pneumologia Covid aperto solo 2 giorni prima era già al completo. “Abbiamo occupato 10 posti letto su 10, l’ultimo paziente è stato ricoverato stanotte da San Benedetto. Gli altri che arrivano e non possiamo prendere vengono smistati nelle altre strutture della regione”. Ancora sabato 24 uno dei laboratori di analisi che eseguiva tamponi a casa (anche per l’Area Vasta) ha comunicato di dover interrompere il servizio a domicilio perchè gli infermieri che lo effettuavano non avevano più a disposizione i sistemi di protezione individuale.
Il giorno successivo il direttore generale dell’Area Vasta 5, Cesare Milani ha definito la situazione del Piceno e degli ospedali piceni “drammatica”. Tornando a sabato 24 ottobre notizie non meno drammatiche sono arrivate da Ancona, per la precisione dall’ospedale Torrette , dove il direttore generale Michele Caporossi descrive una situazione di assoluta emergenza e di certo non meno drammatica. Eppure lo stesso Caporossi solo alcune settimane fa si mostrava assolutamente tranquillo.
“Abbiamo 18 posti in terapia intensiva a cui presto si aggiungeranno altri 10 posti e 40 letti in malattie infettive” dichiarava. Sono bastati pochi giorni, però, per far registrare un drammatico tutto esaurito. Di quei posti letto non ce n’è libero neppure uno, tanto che si è reso necessario allestire una mini rianimazione Covid al Pronto Soccorso, mentre il reparto Obi è diventato Covid insieme ai box, lasciando praticamente pochissimo spazio per la parte del Pronto Soccorso stesso per le altre patologie. Sempre al Pronto Soccorso sabato sono stati inviati dagli ospedali di Macerata e Fermo 5 pazienti intubati che sono, però, rimasti parcheggiati li senza sapere dove ricoverarli, visto che la terapia intensiva è piena.
Il problema è che da giorni il telefono del reparto continua a squillare con gli ospedali della parte sud delle Marche (in particolare Macerata e Fermo) che chiedono invano di trasferire pazienti. Anche in questo caso la direzione sanitaria ha bloccato i ricoveri programmati, con una mail inviata a tutti i reparti e ai capi dipartimento.
Per completare il quadro, i dati di ieri hanno fatto segnare il record di positivi in una giornata (521), con 26 ricoverati in terapia intensiva, 33 in semi intensiva e 168 in altri reparti (per un totale di 227). Solo 10 giorni prima (15 ottobre) avevamo 9 ricoverati in terapia intensiva, 0 in semi intensiva e 61 in altri reparti (per un totale di 70).
Per fare il punto della situazione, nella giornata di domenica 25 ottobre il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, ha incontrato i vertici della sanità. E al termine dell’incontro sui social e con un comunicato stampa ha sottolineato che “è stato un incontro utile e proficuo per fare il quadro della situazione attuale complessiva dell’andamento della pandemia nelle Marche, a partire dalla situazione epidemiologica, dalla questione legata al numero dei sintomatici e degli asintomatici, sulle misure da prendere come reti ospedaliere, medicina del territorio e sulle politiche da attuare nelle prossime ore. Nella nostra regione c’è una crescita del contagio, con un numero prevalente di asintomatici”
.”Ad oggi possiamo affermare che nelle strutture ospedaliere la situazione è assolutamente sotto controllo – ha proseguito Acquaroli – per questo è importante continuare ad essere attenti nei comportamenti individuali e collettivi, non favorire assembramenti, attenersi a tutte le disposizioni per evitare che il contagio possa raggiungere risvolti preoccupanti in futuro per la tenuta del sistema sanitario. Il fatto che ad oggi la situazione sia sotto controllo ci rassicura ma non ci tranquillizza perché il numero dei contagi sta crescendo molto rapidamente. La raccomandazione è che ogni singolo nostro comportamento vada nel rispetto nelle norme e delle disposizioni, per evitare che il virus possa continuare a diffondersi”.
Dunque il nuovo governatore Acquaroli smentisce clamorosamente chi è sul campo, direttori generali di Area Vasta e ospedali, dirigenti dei vari Dipartimenti e reparti e, per certi versi, anche il suo assessore alla sanità. Perché è del tutto evidente che se quelle testimonianze che arrivano dagli ospedali di Ascoli e San Benedetto, da quello di Civitanova, dal Torrette di Ancona (e, di riflesso, anche da Fermo e Macerata) sono vere e non inventate o “gonfiate” bisogna essere degli incoscienti per definire una simile situazione “sotto controllo”.
Con reparti covid completamente saturati, pazienti “parcheggiati” in condizioni precarie nelle stanze e nei corridoi dei Pronto Soccorso, altri pazienti che devono essere trasferiti (per essere curati adeguatamente) ma non si sa bene dove perché non ci sono posti in nessun ospedale, interventi e ricoveri per le altre patologie sospesi e rimandati a non si sa quando (con tutte le gravi conseguenze che ciò comporta), ci vuole davvero coraggio a sostenere che “la situazione negli ospedali è sotto controllo”. Il problema, non di poco conto, è che a dirlo non è uno dei vari “negazionisti” che infestano i social con le loro assurdità ma il presidente della Regione, cioè chi ha e avrà un ruolo fondamentale nella gestione della pandemia nella nostra regione.
Per altro è del tutto evidente che se si riapre in tutta fretta il Covid Hospital e, addirittura, nel giro di poco più di 24 ore si raddoppia il numero dei pazienti che dovrà accogliere (compresi quelli che sono attualmente “parcheggiati” al Pronto Soccorso dell’ospedale di Civitanova) evidentemente così sotto controllo la situazione non è. A meno che il presidente Acquaroli non ritiene, magari sulla base di informazioni che ovviamente noi non abbiamo, che quei direttori generali e quei dirigenti stiano esagerando, non raccontano la verità. E’ superfluo sottolineare che una simile evenienza sarebbe gravissima, perché in quel modo si contribuirebbe a diffondere un panico ingiustificato e, allora, il governatore dovrebbe prendere gli inevitabili provvedimenti conseguenti.
Molto più semplicemente, certi che chi è sul campo non ha certo la voglia né il tempo di fare determinati giochini, è più probabile che il presidente abbia esagerato nel voler dare un messaggio rassicurante che, però, purtroppo non corrisponde assolutamente alla realtà. “La situazione è grave ma non è seria” diceva lo scrittore e giornalista Ennio Flaiano. Purtroppo in questo caso stando ai racconti di chi è sul campo (ospedali) la situazione è sicuramente grave. E ancor più seria, in particolare se il presidente della Regione si lascia andare a simili inopportune dichiarazioni…