Deludente il confronto con la nuova direttrice generale dell’Ast di Ascoli, le rappresentanze sindacali annunciano la ripresa della mobilitazione e l’indizione di manifestazioni davanti agli ospedali anche per “denunciare l’inesorabile declino della sanità di questo territorio”
Sono durate poco la tregua e le illusioni dei sindacati di categoria che con l’arrivo della nuova direttrice generale, la dott.ssa Natalini, potesse cambiare qualcosa per il personale sanitario dell’Ast di Ascoli e, più in generale, per la sempre più derelitta sanità picena. “Per le motivazioni sopra esposte, queste rappresentanze sindacali si riservano di dichiarare nei prossimi giorni la mobilitazione del personale con l’indizione delle conseguenti manifestazioni da organizzare davanti ai presidi ospedalieri di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, anche al fine di denunciare all’opinione pubblica il costante, inesorabile declino della sanità di questo territorio” conclude la nota diramata dalla rappresentanza sindacale unitaria (Fp Cgil, Fp Cisl, Fials, Ugl Salute, Uil Fpl, Rsu) al termine dell’incontro con la nuova direttrice dell’Ast che si è svolto martedì 8 agosto.
Proprio nel giorno in cui il Consiglio regionale si appresta ad approvare il nuovo piano regionale sociosanitario, annunciato con la solita spocchiosa enfasi dal governatore Acquaroli e dall’assessore alla sanità Saltamartini, da Ascoli arriva l’ennesimo grido d’allarme (facile prevedere ancora una volta inascoltato) sullo stato disastroso in cui versa la sanità ascolana. Che, senza troppi giri di parole, con il nuovo piano sociosanitario voluto dalla destra di fatto è condannata a morte. Tornando all’incontro che si è svolto martedì 8 agosto, l’esito è risultato a dir poco deludente, almeno per quanto riguarda i sindacati. Che, come unica nota positiva, sottolineano l’accoglimento della richiesta di prorogare i contratti dei dipendenti in servizio a tempo determinato, quantomeno fino al 31 dicembre 2023.
Solo in parte condivisa la decisione relativa al pagamento delle premialità covid, presumibilmente a settembre 2023, con i sindacati che contestano, però, “le misere risorse messe a disposizione dalla Regione che creano gravi disparità di trattamento”. Per il resto c’è poco o nulla da salvare, almeno secondo la rappresentanza sindacale unitaria. A partire dal fatto che, in pratica, la nuova direttrice ha avuto il coraggio di negare l’evidenza, cioè del sottodimensionamento del personale sanitario a disposizione dell’Ast di Ascoli.
“Totalmente deludenti – si legge nella nota – sono stati, invece, gli atteggiamenti e le posizioni assunte dalla nuova direttrice generale rispetto alle altre principali problematiche rappresentate da queste OO.SS.. In particolare, riguardo alla dotazione organica, la nuova rappresentante dell’Ast ha tenuto a precisare che, rispetto all’anno 2019, nel corrente anno sono presenti 80 infermieri e 59 OSS in più per cui, a suo avviso, dovrà essere effettuata una verifica dell’assetto organizzativo finalizzata alla razionalizzazione delle risorse umane. In merito gli scriventi hanno fatto rilevare alla dott.ssa Natalini che la citata implementazione del personale, rispetto al 2019, è ampliamente giustificata dall’apertura di nuovi servizi nonché dei numerosi esoneri e prescrizioni sanciti dal “medico competente”. Queste OO.SS. hanno evidenziato altresì che qualora la dotazione organica fosse stata ridondante non ci sarebbero stati operatori sanitari con un credito ferie di oltre 100 giornate né gli stessi sarebbero stati ripetutamente chiamati in servizio durante le stesse giornate di riposo settimanale”.
“Inaccettabile – prosegue la nota della rappresentanza sindacale unitaria – è stata la posizione assunta dalla rappresentante dell’AST sui tempi di vestizione, disconoscendo il pregresso accordo, sottoscritto da tutte le sigle sindacali presenti in Azienda in data 13 dicembre 2022. La dott.ssa Natalini, ritenendo che la competenza su detta materia fosse dall’Asur – Gestione Liquidatoria, si è dichiarata disponibile a prendere in considerazione la problematica solo dall’1/01/2023, disconoscendo le “condizioni di miglior favore” conseguite con la contrattazione integrativa aziendale. Pur riconoscendo disastrosa l’attuale organizzazione dei servizi, in particolare sanitari, la rappresentante dell’AST ha condizionato il perfezionamento degli atti inerenti all’attribuzione degli incarichi di funzione ad una verifica dei fondi contrattuali, così parimenti per le progressioni economiche orizzontali relative agli esercizi 2021 e 2022 nonché al reinserimento nel “fondo produttività 2021” della somma di euro 495.000 prelevata per il pagamento delle indennità contrattuali di novembre e dicembre 2021”.
Solo per dovere di cronaca, in merito al pagamento delle indennità contrattuali nell’autunno scorso la consigliera regionale ascolana della Lega Monica Acciarri in un lungo comunicato scriveva: “sappiano i cittadini del Piceno e gli operatori sanitari che per i 495 mila euro c’è un accordo sottoscritto con l’Asur per la restituzione degli stessi entro il 31/10/2022”. Dopo 10 mesi da quella scadenza in realtà quei 495 mila non solo non stati restituiti ma ad oggi non c’è neppure la certezza che prima o poi venga fatto…
“Totalmente sconosciuto alla direttrice – si legge ancora nella nota – è risultato l’utilizzo del personale di una cooperativa per il trasporto dei degenti, perpetrando in tal modo, un vero e proprio illecito. Su tutte le materie poste all’attenzione della nuova direttrice, la stessa, è apparsa a queste OO.SS. male informata da chi avrebbe avuto il compito di ragguagliarla dettagliatamente non solo sulla gravità della situazione, ma anche sulle circostanze che hanno determinato le gravissime ed inaccettabili penalizzazioni perpetrate nei confronti del personale dell’Azienda Sanitaria Picena derivanti dalle reiterate violazioni dei fondamentali diritti dei dipendenti”.
Con simili premesse, scontato e inevitabile la presa di posizione delle rappresentanze sindacali che annunciano la ripresa della mobilitazione, con anche l’organizzazione di manifestazioni davanti agli ospedali di Ascoli e San Benedetto. Purtroppo, però, per loro e per la sanità picena il futuro è, se possibile, ancora più grigio. E con l’approvazione del nuovo piano regionale sociosanitario forse l’unica vera manifestazione che si dovrebbe organizzare è il funerale della sanità picena, definitivamente distrutta e umiliata da Acquaroli e C.