L’Ascoli sfrutta l’occasione, 270 minuti per conquistare i playoff
Contro il Pisa i bianconeri avevano un unico risultato per restare in corsa per i playoff e non hanno sbagliato, sfruttando al meglio le proprie qualità e le scelte azzeccate di Breda. Volata a 6 per conquistare gli ultimi 2 posti utili, con il calendario che non dà una mano all’Ascoli
Grazie alla vittoria sul Pisa, inizia un nuovo campionato per l’Ascoli. Che finalmente non deve più guardarsi indietro ma può e deve concentrarsi esclusivamente su quello che avviene nella lotta per conquistare gli ultimi due posti utili per disputare i playoff (settimo ed ottavo posto). Sarà un mini torneo di 3 gare, che coinvolgerà sicuramente 6 squadre che, però, potrebbero diventare 8 con Como e Ternana che sono ad appena 3 punti dall’ottavo posto. Per poterci partecipare, e dare quindi un senso ai 270 minuti finali, l’Ascoli doveva obbligatoriamente battere il Pisa.
Un’occasione unica, resa ancora più ghiotta dal fatto che i bianconeri si sono trovati di fronte una squadra non propriamente in un gran momento di forma (1 punto nelle precedenti 4 partite) e, per giunta, che si è presentata al Del Duca con gravi problemi di formazione, praticamente con tutto il centrocampo titolare fuori (Nagy, Sibilli, De Vitis) ed importanti defezioni sia in difesa (Caracciolo) che in attacco (Torregrossa). Un’opportunità irripetibile che l’Ascoli ha saputo sfruttare mettendo in campo quelle che sono le sue armi migliori. Cioè aggressività, feroce determinazione, massima attenzione, un’ottima condizione fisica, il necessario cinismo per sfruttare al meglio ogni occasione e il solito Leali, decisivo nella prima parte di gara per evitare lo svantaggio e nel finale di partita per sventare il possibile pareggio dei neroazzurri.
Non si può chiedere ai bianconeri di giocare un calcio divertente e spettacolare ed uno dei meriti di Breda è stato proprio di non cercare di inseguire qualcosa impossibile da realizzare (almeno per una squadra con giocatori con determinate caratteristiche), puntando su altro e proponendo un calcio molto essenziale, fatto di pressing, corsa, occupazione e chiusura degli spazi e palla il più rapidamente possibile agli attaccanti (non a caso l’Ascoli è la seconda squadra del campionato per maggior numero di lanci lunghi direttamente sugli attaccanti). Anche e soprattutto in quest’ottica va considerato l’utilizzo di Pedro Mendes come trequartista, nonostante sia del tutto evidente che il portoghese non ha le caratteristiche per ricoprire al meglio quel ruolo.
E’ comunque un’arma offensiva in più, con il suo fisico ma anche con le sue discrete qualità tecniche e con la sua presenza in area di rigore. E proprio Pedro Mendes è diventato l’uomo partita contro il Pisa, sicuramente per una prestazione di livello per intensità ed abnegazione, dopo un avvio di gara difficile. Soprattutto, però, per aver sbloccato ed indirizzato una gara che procedeva sul filo dell’equilibrio, anche se i bianconeri dalla seconda parte del primo tempo avevano preso in mano la partita.
Nonostante le assenze ed un centrocampo praticamente inventato e mai sperimentato prima, il Pisa aveva approcciato meglio la gara, trovando buone geometrie e qualche inatteso spazio. L’Ascoli, invece, in avvio faticava a trovare ritmo, anche se con Botteghin da calcio d’angolo era andato ad un passo dal vantaggio (colpo di testa di poco fuori).
I bianconeri in un paio di occasioni hanno anche rischiato di finire sotto, prima su una rapida triangolazione che ha liberato Calabresi in area (alta la sua conclusione), poi con un’incursione di Berautto dalla sinistra, sventata con un grande intervento da Leali, bravo a togliere dal “sette” la conclusione dell’esterno toscano. Con il passare dei minuti, però, l’Ascoli ha preso il sopravvento sia sul piano fisico che tecnico, il centrocampo bianconero (sospinto da Buchel e Caligara in grande spolvero) è cresciuto e la feroce determinazione con cui Simic e Botteghin hanno annullato Moreo ha tolto al Pisa, che non trovava più geometrie e triangolazioni, di poggiarsi sul proprio attaccante per provare a venire fuori.
Come al solito, però, i bianconeri hanno faticato a trasformare il dominio in concrete occasioni da gol, impensierendo Nicolas solo sul finale di tempo con un colpo di testa dal limite di Dionisi, deviato in angolo dal portiere neroazzurro. Stesso copione ad inizio ripresa, con l’Ascoli a fare la partita senza però riuscire a trovare sbocchi in avanti, fino alla deviazione vincente di Pedro Mendes su una punizione dalla trequarti. Dopo il vantaggio i bianconeri hanno controllato senza affanni il tentativo di reazione del Pisa che, in quella fase, non si è mai reso pericoloso. A metà ripresa Breda ha cambiato volto alla squadra e i suoi cambi si sono rivelati ancora una volta azzeccati.
Non solo perché così i bianconeri sono riusciti a mantenere alta l’intensità e l’attenzione, ma anche e soprattutto perché proprio i nuovi entrati hanno confezionato il gol del raddoppio. Con Giovane bravo a rubare palla sulla trequarti e a servire con i tempi giusti Gondo, la cui conclusione ribattuta da un difensore è stata con prontezza raccolta da Marsura che non ha avuto difficoltà ad infilare il 2-0.
A quel punto l’Ascoli ha forse commesso l’errore di considerare chiusa la partita, così, nell’unica distrazione grave della retroguardia bianconera, i toscani hanno trovato il 2-1 con il solito Masucci (che deve avere un conto aperto con l’Ascoli). Nel finale la formazione di Breda, insuperabile quando si tratta di dover “sporcare” la partita, non ha dato la possibilità al Pisa di trovare ritmo e pressione, anche se poi Leali è dovuto intervenire in un paio di circostanze, prima su Gargiulo, poi in uscita bassa coraggiosa su Gliozzi.
Come anticipato il successo consente ai bianconeri di dare un senso a questo finale di stagione, avendo ora l’occasione di giocarsi le proprie opportunità di conquistare in extremis un posto nei playoff. Non sarà facile sia per il calendario, sia perché in lotta ci sono sicuramente 6 squadre ma non posso considerarsi del tutto fuori neppure Como e Ternana che sono a soli 3 punti dal terzetto composto da Ascoli, Reggina e Pisa che occupa settimo, ottavo e nono posto. Subito dietro ad un punto c’è il Venezia, che è in forte ascesa ed è la squadra che ha conquistato più punti (12) nelle ultime 5 giornate, ed il Palermo che continua a non convincere ma che ha una rosa di assoluto livello.
A due punti c’è, invece, il Modena che sembra meno pimpante ed è reduce dal pesante 0-5 proprio con il Venezia. Difficile stabilire chi tra queste 6 squadre ha il calendario maggiormente favorevole, anche perché al momento non ci sono squadre senza obiettivi, quindi ogni sfida sarà da vivere e giocare al massimo. Forse qualche piccolo vantaggio potrebbe averlo il Pisa che sabato prossimo ospita un Frosinone reduce da una settimana di comprensibili festeggiamenti per la serie conquistata e nell’ultima giornata riceverà la Spal che potrebbe già essere retrocessa.
Quello che invece è certo è che i bianconeri avranno tre impegni complicatissimi, a partire da quello di sabato prossimo contro un Genoa che vede da vicino la promozione ma che non può perdere punti perché rischierebbe poi di giocarsi la promozione diretta nell’ultima giornata nello scontro diretto contro il Bari. La formazione di Gilardino è quella che sta avendo il rendimento migliore nel girone di ritorno ed è diventata solidissima in difesa, come dimostra il fatto che insieme al Frosinone vanta la migliore retroguardia del campionato (21 gol subiti) e che nelle ultime 10 giornate ha subito solo 2 reti (entrambe nella partita di Como terminata 2-2). Un ostacolo difficilissimo, ancora più arduo perché, per la prima volta in questo campionato, mancherà Botteghin squalificato.
Dopo la trasferta a Marassi, l’Ascoli ospiterà nell’ultima casalinga un Cosenza che cercherà al Del Duca i punti per evitare retrocessione o playout, per poi terminare il campionato a Reggio Calabria in una sfida che al momento potrebbe essere una sorta di spareggio per i playoff ma che, oltre ovviamente dai risultate delle due gare precedenti, sarà inevitabilmente condizionata dalla possibile (probabilissima) pesante penalizzazione che incombe sulla Reggina e che potrebbe addirittura spingere la formazione di Inzanghi in zona playout. Tre sfide complicatissime ma che l’Ascoli potrà giocare con la tranquillità di chi non ha nulla perdere e che, anzi, ha l’occasione per trasformare in estremamente positiva una stagione che, senza playoff, sarebbe comunque al di sotto delle attese e degli obiettivi fissati ad inizio campionato.