Che senso ha annullare tutti gli eventi per Sant’Emidio e poi autorizzare lo svolgimento della notte bianca che di certo non richiama meno persone nel centro cittadino? Una decisione incomprensibile, ancor più dopo la scoperta della positività al covid-19 di due giovani ascolani
Non c’è nessun intento polemico ma un sincero sbigottimento e la volontà di cercare di capire e di trovare un briciolo di logicità in una situazione che, almeno in apparenza, di logico sembra non avere assolutamente nulla. Chiedersi che senso ha annullare tutti i tradizionali eventi delle celebrazioni del Santo Patrono (Quintana compresa) ma poi confermare e organizzare la “notte bianca” era praticamente inevitabile prima. E lo è ancor più ora che ci sono nuovi casi positivi al covid-19 che, considerando che riguardano ragazzi che nei giorni scorsi hanno frequentato la movida nel capoluogo e in riviera, rischiano nel giro di qualche giorno di crescere notevolmente. Ai più sfugge completamente la sostanziale differenza che c’è tra le due manifestazioni e sarebbe importante che il sindaco Fioravanti, il prefetto di Ascoli Stentella e il questore Pomponio ci spiegassero le motivazioni che ci sono dietro a queste due decisioni che appaiono in palese contraddizione.
Perché chiunque ha partecipato negli anni passati alla cosiddetta “notte bianca” sa perfettamente che in quell’occasione in giro per il centro di Ascoli c’è non meno gente rispetto alla serata di Sant’Emidio. Per altro con la formula adottata negli ultimi tempi, compresa l’edizione di quest’anno, che prevede l’apertura fino a tarda ora e gli sconti nei negozi del centro è inevitabile che tantissime persone si recheranno nei negozi stessi e l’esperienza degli anni passati ci insegna che è difficile, se non praticamente impossibile, evitare che si creino assembramenti. E non è certo pensabile che la responsabilità di far rispettare il distanziamento possa essere addossata (in particolare fuori dai negozi) ai titolari dei negozi stessi.
Come se non bastasse la decisione della Diocesi di Ascoli di partecipare alla “Notte dei desideri”, con l’apertura fino alle 2 del mattino del Duomo, della chiesa dell’Adorazione, San Francesco, dei giardini vescovili e, a titolo completamente straordinario, della Pinacoteca vescovile, ovviamente rappresenta un’ulteriore attrazione in grado di interessare un numero elevato di persone. Nei messaggi e nei post che sui social promuovono “La Notte dei Desideri” si ricorda che tutto avverrà “nel rispetto delle normative vigenti in materia anti-covid ed evitando assembramenti”, quindi inevitabilmente si presuppone con una massiccia presenza di forze dell’ordine che, non bisogna essere dei geni per comprenderlo, avranno un compito a dir poco arduo.
Perché chiunque è stato in giro per il centro di Ascoli negli ultimi fine settimana sa perfettamente quanto sia difficile far rispettare seriamente le regole sul distanziamento ed evitare assembramenti in quelle serate, figuriamoci quando è più che presumibile ci sarà un afflusso di persone di gran lunga superiore. Per altro le perplessità aumentano sensibilmente nel leggere proprio in queste ore il resoconto tutto “rose e fiori” che il questore Pomponio fa dell’ultimo fine settimana nel capoluogo piceno. Dove sicuramente c’erano in centro meno persone rispetto ai fine settimana precedenti.
Ma bastava farsi un giro di pochi minuti per il centro stesso per rendersi conto che, pur con meno persone e con più attenzione nei locali, non mancavano certo assembramenti e in tantissime situazioni le norme sul distanziamento non erano certo rispettate. Si potrebbe proseguire a lungo, sarebbero tante, troppe le questioni da discutere. Ma il nocciolo della questione è semplice e si riduce ad una serie di domande: che cosa è cambiato, ovviamente in positivo, nel capoluogo piceno in appena 5 giorni? In base a quali ragioni le motivazioni inerenti la sicurezza che hanno sconsigliato l’effettuazione dei tradizionali eventi di Sant’Emidio ora non sussistono più? E, soprattutto, perché di fronte ad eventi pressochè identici, almeno in termini di possibile presenza di persone in centro, ci si comporta esattamente in maniera opposta?
Senza tanti giri di parole, è evidente l’incoerenza ed è altrettanto evidente che in un caso o nell’altro si è commesso o si sta commettendo un errore. E’ possibile, non sarebbe certo un crimine, che prefetto, questore e sindaco si siano resi conto che, in occasione di Sant’Emidio, hanno ecceduto in precauzioni e di conseguenza hanno ritenuto giusto consentire lo svolgimento de “La Notte dei desideri”. Se così fosse dovrebbero avere il coraggio di ammetterlo con molta onestà, per rispetto nei confronti dei cittadini ascolani che sono disorientati di fronte ad un comportamento così ondivago e per dissipare dubbi e perplessità che inevitabilmente il regolare svolgimento della notte bianca determina.
Perché se così non fosse, se sindaco, questore e prefetto sono tuttora convinti di aver fatto bene ad annullare tutti gli eventi civili e religiosi per Sant’Emidio, allora sarebbero ora in palese contraddizione. E sarebbe di conseguenza inevitabile pensare che stanno sbagliando o, nella migliore delle ipotesi, che sono in evidente stato confusionale. Tale ragionamento, come abbiamo anticipato, esula completamente dalla scoperta dei nuovi casi di positività al covid-19 che interessa due giovani (19enni) della nostra città. Che, però, ora ci sono e sono noti ed inevitabilmente bisogna tenerli nella dovuta considerazione. Anche in questo caso, però, non si capisce la logica e la coerenza di certi comportamenti con determinate dichiarazioni.
Così, inevitabilmente, la sensazione che le istituzioni locali siano in stato confusionale si rafforza. Perché alle parole, alle dichiarazioni seguono poi comportamenti assolutamente in antitesi con quanto detto. Secondo quanto riporta un quotidiano locale, ad esempio, il questore Pomponio afferma che servono “comportamenti virtuosi per sconfiggere il virus”.
Nel video pubblicato la sera dell’8 agosto sui social, per confermare la positività del 19enne tornato dalle vacanze in Grecia, il sindaco Fioravanti afferma che non bisogna abbassare la guardia, che è ancora necessario avere determinate precauzioni, che bisogna rispettare le regole sul distanziamento ed evitare assembramenti. Per coerenza l’inevitabile conseguenza di simili dichiarazioni dovrebbe essere l’immediato annullamento della notte bianca.
In caso contrario, se (come a questo punto sembra praticamente certo) “La Notte dei desideri” si svolgerà regolarmente, il questore e il sindaco dovrebbero per coerenza avere il coraggio di sostenere che non è più il caso di farsi problemi, che non ci sono più rischi e che se anche non si rispettano le norme sul distanziamento o sul divieto di assembramenti (cosa praticamente impossibile con il centro cittadino e i suoi locali pieni di cittadini) non fa nulla.
Delle due l’una, perché altrimenti non c’è alcuna coerenza, si dice una cosa e poi si fa esattamente il suo contrario. Certo comprendiamo che bisogna avere coraggio e sarebbe una presa di posizione forte da parte del sindaco e del questore ma almeno meriterebbero rispetto per aver dimostrato coerenza, al contrario di quanto accade ora. Con altrettanto chiarezza è giusto sottolineare che al contrario riteniamo che, a maggior ragione ora, sarebbe auspicabile una maggiore precauzione.
Per questo condividiamo pienamente quanto scritto da uno degli esponenti del M5S, Feliziano Ballatori (che, giustamente, sottolinea come in queste circostanze sarebbe stata utile una maggiore diffusione dell’app Immuni che, in brevissimo tempo, avrebbe permesso di rintracciare e avvisare chi ha avuto contatti con quel ragazzo).
“Speriamo ovviamente che questo contagio si riveli un fuoco di paglia – scrive sui social – ma nel dubbio credo che l’amministrazione comunale dovrà prendere drastiche misure di prevenzione: non c’è stata la Quintana, non ci sono state le manifestazioni per il Santo Patrono, perciò ci sembra naturale, anche alla luce di questa notizia, che la Notte dei Desideri sia revocata. Un amministratore pubblico dovrebbe avere a cuore la salute dei suoi amministrati, la Regione ha dimostrato la sua miopia, speriamo che l’amministrazione comunale si dimostri diversa dai suoi leader nazionali che deridono le mascherini e organizzano bagni di folla senza precauzioni”.
Ancor più sottoscriviamo in pieno quanto scritto da un’operatrice sanitaria locale nel mezzo di una delle tante discussioni che, a tal proposito, si sono scatenate sui social: “siamo ancora in ginocchio, per superficialità ed omertà, ora abbiamo più di 100 ragazzi in quarantena compreso il mio ed io che sono una sanitaria, senza aver fatto festini, ferie, vacanze… Sono a rischio ma devo lavorare. Ma veramente ve ne rendete conto? Dimenticavo… Stasera notte bianca”.