Gli ultimi atti ufficiali (delibere e determine) evidenziano la disarmante incapacità dell’amministrazione comunale di garantire non solo la sicurezza delle scuole ma anche l’applicazione dei protocolli anti covid. Intanto il Comitato Scuole Sicure alza “bandiera bianca”…
“Ad Ascoli si usa rimettere tutto nelle mani di Sant’Emidio: ora lo facciamo anche noi”. E’ un’amara provocazione l’ultimo atto del Comitato Scuole Sicure Ascoli Piceno. Nato nel 2016 con l’obiettivo di promuovere la sicurezza delle scuole cittadine, nel pieno dell’emergenza sismica, per quasi 4 anni ha combattuto contro i mulini a vento, contro il menefreghismo dell’amministrazione comunale (quella precedente ma anche quella attuale) ma anche il disinteresse di tanti genitori, come se la sicurezza dei propri figli fosse qualcosa che non li riguarda.
“Come rappresentanti dell’interesse e dei timori dei genitori – affermano – ad oggi ancora più giustificati da un non nuovo immobilismo generale delle forze in campo, possiamo asserire che abbiamo fatto tutti i tentativi possibili per quantomeno sensibilizzare tutti gli attori politici e non in campo ed ora passiamo la palla ad ogni singolo genitore, insegnante, operatore”. La loro decisione è una sconfitta per l’intera città ma di certo non è poi così sorprendente.
Dovrebbe far riflettere perché non è certo un caso che arrivi ora, dopo che nelle settimane scorse hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con il sindaco Fioravanti. Con la conferma di quello che probabilmente già avevano ampiamente compreso, cioè che la nuova amministrazione almeno in questo delicato campo non è differente, anzi è perfettamente in linea con quella precedente. Per l’ex sindaco Castelli la sicurezza delle scuole cittadine non è mai stata una priorità, anzi, e nulla è cambiato con Fioravanti.
L’unica differenza è che l’attuale primo cittadino ha provato con slogan e proclami e far credere il contrario, anche se poi in concreto ha dimostrato di fregarsene ampiamente della sicurezza dei nostri ragazzi (e del personale scolastico). Non sappiamo se la misura era già colma o se gli ultimi atti ufficiali del Comune hanno dato la spinta decisiva ai rappresentanti del Comitato. Di certo, però, quei documenti (la delibera n. 147 e le determine n. 1666, 1667, 1668, 1669 e 1670) sono semplicemente imbarazzanti perché al tempo stesso dimostrano il menefreghismo dell’amministrazione comunale ma anche l’incapacità di programmare e di portare avanti progetti ed interventi con rapidità e con logica. In altre parole, l’immagine del Comune che emerge da quegli atti è quella di un’armata Brancaleone che non sa che “pesci prendere” e non riesce a fare nulla di utile.
La delibera n. 147 del 24 luglio scorso, in particolare, se mai ce ne fosse stato bisogno toglie ogni alibi all’amministrazione comunale (quella precedente e quella attuale) riguardo le ormai famose verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole cittadine. La burocrazia o cose simili, più volte citate a discapito dal sindaco Fioravanti, non c’entrano nulla. La delibera in questione riguarda l’approvazione della relazione sulla performance 2019. In altre parole una sorta di consuntivo dell’anno precedente, fatto dall’amministrazione stessa, sulla base degli obiettivi che erano stati fissati ad inizio anno. Tra questi, appunto, le suddette verifiche che, per altro, incredibilmente l’amministrazione comunale annovera tra gli obiettivi raggiunti nel 2019. E nel leggere, nella relazione sullo stato di attuazione, tutto l’iter relativo alle verifiche, si resta davvero senza parole.
La gara per l’assegnazione degli incarichi per le verifiche (divise in tre differenti lotti) risale al 19 dicembre 2018. Un mese dopo (15 gennaio 2019) vengono avviate le operazioni di verifica delle offerte ricevute ma deve trascorrere un ulteriore mese (11 febbraio 2019) per nominare la commissione giudicatrice per la valutazione delle offerte pervenute. Che, però, si riunisce per la prima volta solamente tre mesi dopo, il 20 maggio 2019. Per altro la commissione non ha alcuna fretta perché dopo un paio di sedute a maggio ed una a giugno torna a riunirsi solo a fine agosto, completando il suo compito a fine settembre.
Altri due mesi di inspiegabile pausa e solo il 15 novembre 2019 vengono finalmente aggiudicati gli incarichi. La stipula dei relativi contratti, però, avviene solamente 3 mesi dopo, tra il 13 e il 20 febbraio 2020. Non basta, contemporaneamente agli incarichi per le verifiche devono infatti essere affidati quelli per la redazione delle relazioni geologiche che vengono ufficializzati, con le relative determine, solo tra il 2 e il 3 marzo 2020.
Ben 15 mesi dallo svolgimento della gara al definitivo affidamento degli incarichi, se non è un record (negativo) poco ci manca. Soprattutto, però, la flemma con cui si è proceduto è l’ulteriore dimostrazione che per l’amministrazione comunale non c’è alcuna urgenza, che non c’è la volontà di completare quelle verifiche, fondamentali per poi pensare ad interventi concreti per la sicurezza, in tempo breve. Il caso ha poi voluto che subito dopo il definitivo affidamento è esplosa l’emergenza coronavirus con il conseguente lockdown. Che, in realtà, non riguardava quel genere di lavori. In altre parole, nonostante il lockdown i tecnici incaricati potevano tranquillamente procedere e proseguire con le verifiche.
Però, anche in questo caso con un certo ritardo (ad inizio aprile) gli aggiudicatari hanno evidenziato “alcune difficoltà oggettive che non avrebbero permesso l’immediato avvio delle attività”. Meglio sorvolare, per decenza, e sottolineare che solo ad inizio maggio di fatto sono iniziate le verifiche stesse. Ora non resta che attendere la loro conclusione che, almeno in teoria, dovrebbe essere prossima, visto che il sindaco aveva parlato di tre mesi di tempo per completarle. Per quello che può valere, visto che ormai non ci sarebbe certo il tempo necessario per effettuare alcun intervento, la speranza è che siano pronte almeno entro l’inizio del nuovo anno scolastico.
Quando, per altro, oltre all’irrisolto problema della sicurezza, gli edifici scolastici cittadini dovranno fare i conti anche con le disposizioni e i protocolli relativi al covid, con i conseguenti interventi necessari per consentire il ritorno in classe in sicurezza. Ed anche in questo specifico campo l’amministrazione comunale è nel caos più completo.
Lo si capisce inequivocabilmente dalle determine 1666, 1667, 1668, 1669 e 1670 approvate il 18 luglio scorso e pubblicate sull’albo pretorio on line nei giorni scorsi inerenti gli “interventi di adeguamento e adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche in conseguenza dell’emergenza covid-19”. Dalle quali emerge che il Comune di Ascoli ha ottenuto dal Ministero dell’istruzione un finanziamento di 160 mila euro che l’amministrazione utilizzerà per i suddetti interventi di adeguamento e adattamento funzionale in 7 edifici scolastici: scuola elementare Monticelli, scuola media Luciani, scuola primaria Don Bosco, scuola media Cantalamessa, scuola media Ceci, scuola primaria Villa Sant’Antonio e scuola media D’Azeglio.
Il problema è che complessivamente il Comune gestisce e ha competenza su 28 edifici scolastici: 4 asili nido, 5 istituti scolastici comprensivi (con nel complesso 21 scuole) e 3 scuole parificate. Considerando che al momento, al di là del finanziamento del Miur, non risultano fondi stanziati direttamente dal Comune per gli interventi necessari per l’emergenza covid, nella migliore delle ipotesi all’inizio del nuovo anno scolastico solo in quelle 7 scuole saranno stati realizzati gli interventi necessari di “adeguamento e adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche”.
In realtà non è neppure così scontato che quei 7 edifici saranno pronti per l’avvio del nuovo anno scolastico. Perché in quelle 5 determine non vengono approvati i lavori da effettuare ma ci si limita ad affidare a professionisti esterni il servizio di progettazione degli interventi di adeguamento di spazi e aule (per un costo complessivo di oltre 17 mila euro). E se è già sconcertante che ci sia bisogno di affidare incarichi esterni per progettare quegli interventi, è oltremodo preoccupante il fatto che in quelle determine non viene stabilito alcun cronoprogramma né viene fissato un termine entro il quale quei professionisti dovranno completare i rispettivi progetti. Che siano pronti per il 14 settembre, quindi, è solo una speranza.
Non c’è nemmeno quella, invece, per gli altri 21 edifici scolastici i cui studenti e personale scolastico evidentemente sono considerati dall’amministrazione comunale cittadini di serie B (o addirittura di serie C). Ai quali non resta che affidarsi a Sant’Emidio…