La piazza della vergogna


Alla guida dei “gillet arancioni”, che sabato sono scesi in piazza violando tutte le norme sul distanziamento sociale, l’ex generale dei carabinieri Pappalardo, già noto per alcune imbarazzanti “carnevalate” come il tentativo di arrestare il presidente della Repubblica Mattarella

Se sullo sfondo non ci fossero oltre 30 mila morti, quella che ci apprestiamo a raccontare sarebbe certamente una storia comica, assolutamente esilarante. E’ la storia dei “rivoluzionari” di casa nostra, quelli che in queste settimane di quarantena sui social hanno insultato e sbeffeggiato in ogni modo la stragrande maggioranza degli italiani, etichettandoli nei peggiori dei modi (pecore, dementi, schiavi, servi, conigli, ecc.), così ingenui e sprovveduti da “abboccare” in pieno alla “bufala” della pandemia, utilizzata dal governo italiano (e non solo, per la verità) per limitare le nostre libertà e tenerci sotto controllo.

Sono coloro che, dall’alto della loro indiscussa superiorità, hanno compreso che il coronavirus non esiste o al massimo è un virus praticamente innocuo, che senza troppe preoccupazioni si può curare con lo yoga, con la vitamina D (chissà, magari anche “con la sola imposizione delle mani”…). Che hanno scoperto, nonostante la ferrea censura imposta dallo Stato oppressore all’informazione italiana (per altro già per sua natura predisposta a farsi imbavagliare), che addirittura anche l’Onu, grazie all’interessamento di una delle sue più “autorevoli” ambasciatrici, tale Alicia Erazo, si è mobilitata per la situazione italiana, denunciando la violazione dei diritti umani nel nostro paese e chiedendo a Donald Trump (un paladino del rispetto dei diritti umani…) di intervenire.

Che ora hanno trovato dei leader autorevoli e di indiscusso spessore pronti a guidarli, dal generale Pappalardo all’ing. Carlo Neri, passando per il “filosofo tuttologo” Diego Fusaro e il procacciatore di scoop Cristiano Aresu, fino ad arrivare al “principe” delle nanopatologie Stefano Montanari. Si potrebbe chiudere qui ogni discorso, archiviando il tutto con un sorriso e con un pizzico di umana compassione ricordando la solita storia del bue che disse cornuto all’asino (facendo una proporzione, se chi crede che la pandemia ha fatto migliaia di vittime in Italia è definito un demente, come bisognerebbe etichettare chi crede alla storiella di Alicia Erazo, l’Onu e Donald Trump sui diritti umani?).

Però, dopo quanto accaduto nell’ultimo fine settimana, è doveroso occuparci di questi soggetti innanzitutto perché certi inaccettabili comportamenti rischiano di provocare gravi e pesanti conseguenze e non solamente ai diretti interedssati. Ma, in secondo luogo, anche e soprattutto perché certi indecenti sceneggiate, oltre che foriere di possibili danni, sono un’inaccettabile mancanza di rispetto ed un gravissimo affronto nei confronti delle oltre 33 mila vittime provocate dal coronavirus e delle loro famiglie.

Non ultimo c’è, poi, il fatto che, con la pandemia che (fatti tutti gli scongiuri del caso) in Italia sembra in lenta ma progressiva regressione, e quindi non si vive l’allarme e l’angoscia quotidiana che si sono vissute nei momenti peggiori di marzo e aprile, pian piano stanno riprendendo vigore tutte le più improbabili teorie che negano la pericolosità del coronavirus (o addirittura la sua stessa reale esistenza) e che, di conseguenza, contestano ed invitano a non rispettare le misure di prevenzione previste (mascherine e distanziamento sociale), con tutto quello che ne consegue.

Autentiche follie che sabato hanno trovato il loro massimo momento di esaltazione nelle manifestazioni che in diverse località italiane (Milano e Roma su tutte) hanno portato in piazza centinaia di gillet arancioni con il farneticante slogan “il coronavirus non esiste”. “La più imponente riunione di idioti da decenni” ha titolato “Famiglia Cristiana”.

Il problema non è solo che migliaia di persone abbiano manifestato fregandosene del distanziamento sociale e, dunque, sputando in faccia alla loro e alla nostra salute – scrive Andrea Scanzi – ma che migliaia di persone sono scese in piazza per seguire un personaggio caricaturale e marginale, da anni zimbello del web e della politica, convinto che il covid si curi con la yoga e che il futuro sia il ritorno alla lira italica. In questo paese la farsa ha preso ormai il posto della realtà. L’ignoranza regna, la rabbia a caso domina. E il buon senso è più fuori moda del mangianastri. Siamo messi male. Ma parecchio”.

E’ esattamente quello che abbiamo pensato guardando le immagini delle piazze di Roma e, soprattutto, Milano, nella regione in cui sono morte oltre 16 mila persone e che ci ha regalato terrificanti immagini, come la drammatica sfilata di camion militari che portano via le bare da Bergamo, per un virus che secondo questi “geni” non esiste. Ma anche leggendo le dichiarazioni e le interviste, che in questi giorni vengono continuamente riproposte sul web, di Montanari che a sua volta nega l’esistenza del virus (o quanto meno in termini di pericolosità) e rilancia la “bufala” della mascherina che fa venire il cancro.

Ha ragione Scanzi, siamo davvero messi male se centinaia e centinaia di persone scendono in piazza guidati da un personaggio caricaturale come l’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo. Al cui confronto il suo omonimo Adriano, l’autore della famosa “Ricominciamo” e di alcune delle più esilaranti sceneggiate della storia del “Grande Fratello”, può legittimamente essere considerato un personaggio di assoluto spessore. Chi ha ancora un po’ di memoria del Pappalardo ex carabiniere si ricordano alcune carnevalate che definire imbarazzanti è un eufemismo. Come quando, nel 2017, ha guidato un manipolo di “buontemponi” a Roma per una marcia per chiedere lo scioglimento del Parlamento ritenuto abusivo.

Sempre del 2017, esattamente il 21 dicembre, è la sua “impresa” più strampalata, quando si è presentato al Quirinale a capo di una delegazione del Movimento Liberazione Italia per “arrestare” il presidente della Repubblica Mattarella per il reato di usurpazione di potere politico. Di una cosa, però, bisogna dargli atto. E’, infatti, indiscutibile che l’ex generale dei carabinieri conosce alla perfezione “i suoi polli” e sa che può dire tutto e il contrario di tutto, tanto quella gente scesa in piazza sabato è pronta a bersi qualsiasi cosa.

Così, mentre in piazza rilancia lo slogan “il virus non esiste” e ribadisce che in ogni caso si può curare facendo yoga (ma se non esiste perché bisogna curarlo?), davanti ai microfoni annuncia l’intenzione di voler denunciare Fontana e Sala per quanto accaduto in Lombardia… Ricordando che, tanto per gradire, tra i principali protagonisti delle piazze di sabato c’era anche quel Cristiano Aresu noto per essere l’ideatore della bufala dell’Avigan, in qualsiasi altra parte al mondo un soggetto come Pappalardo al massimo potrebbe essere il protagonista di una sitcom o di un programma di intrattenimento comico.

Magari con a fianco, a costituire un duo che farebbe impallidire le coppie più famose della comicità italiana, l’ing Carlo Negri che, con il coronavirus, ha trasformato quella che era un’associazione in difesa degli automobilisti in una sorta di movimento anti sistema dai contorni inquietanti ma, al tempo stesso, esilaranti. Inquietanti perché i messaggi che i suoi adepti lanciano sui social sono minacciosi e spesso molto virulenti.

Certo, poi basta vedere uno dei video del movimento, ascoltare gli esilaranti monologhi dell’ing. Negri, tra incomprensibili invettive contro innocue cassiere del supermercato e proposte di “programma” semplicemente surreali. Anche per loro il coronavirus non esiste o è innocuo e chi invece crede il contrario viene etichettato, nella migliore delle ipotesi, come un povero “boccalone”. Che, detto da chi crede alla storiella di Alice Erazo e dell’Onu che chiede l’intervento di Trump per fermare la violazione dei diritti umani in Italia, è semplicemente paradossale.

Sia loro che i gillet arancioni cercano di accreditarsi come i veri patrioti, in realtà i loro deliri e i loro vergognosi comportamenti rappresentano esattamente l’opposto. E, soprattutto, sono la più emblematica e sconcertante dimostrazione di come in questo paese non c’è limite al peggio…

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