Tutti in piazza a protestare, allucinazioni di fine quarantena


Secondo quanto riportato da siti e profili social, con tanto di video a supporto, “l’informazione di regime” avrebbe censurato le manifestazioni di protesta, con scontri con la polizia, del 1 maggio. Ma i video di Roma e Trieste sono la dimostrazione dell’ennesima bufala…

Se l’inizio della lunghissima quarantena era stata caratterizzata dall’interminabile serie di “bufale” sull’origine del virus e sulla sua stessa presunta scarsa letalità, l’ultima parte (fatti tutti gli scongiuri del caso) è invece caratterizzata dalle prime (molto) presunte avvisaglie dell’imminenti guerra civile. Già perché chiusi in casa da oltre 50 giorni e “martellati” da giornali e tv “di regime” rischiamo di rimanere all’oscuro di quanto sta realmente avvenendo nel nostro paese.

Per nostra fortuna, però, sui social c’è chi con coraggio ci tiene costantemente aggiornati e, proprio in questi giorni, ci ha svelato che una parte sempre più consistente del paese si sta ribellando, scendendo in piazza per protestare, e che il governo e il premier hanno le ore contate, con le manette che incombono su di loro. Sembra un film di fantascienza, invece è l’ultima surreale frontiera dei complottisti di casa nostra che, dopo averci aperto gli occhi sulle origini e sulle reali conseguenze del coronavirus, ora cercano di spiegarci cosa avviene in questi giorni in Italia.

Ironia a parte, non è un particolare di poco conto che questo scenario da prossima guerra civile è descritto dagli stessi siti, dagli stessi profili che in questi 50 giorni ci hanno raccontato le “favolette” del virus creato in laboratorio (dalla Cina o dagli Usa è indifferente), dell’immancabile complotto ordito da Big Pharma o da Bill Gates (o meglio ancora insieme) per poi arricchirsi con il vaccino, del fatto che in realtà il coronavirus non era per nulla letale, come una normale influenza. Teorie sicuramente suggestive che, però, con il passare dei giorni si sono rivelate per quello che sono, cioè delle improponibili montature.

Ora sappiamo, infatti, con assoluta certezza che il virus è di origine naturale (lo hanno ammesso nei giorni scorsi anche gli 007 americani che inizialmente sostenevano il contrario), e purtroppo il numero di morti per coronavirus in Italia e in tutto il mondo (il triplo rispetto all’influenza stagionale…) hanno spazzato via ogni possibile discussione sulla letalità del virus. Ma se qualcuno si illudeva che la lezione fosse servita, eccolo servito.

Così nei giorni scorsi in quei siti e in quei profili social ha iniziato a farsi strada la storiella di una parte del paese pronto a scendere in piazza per protestare, anche in forme veementi. Con l’aggiunta di migliaia di cittadini che si apprestano (lo hanno già fatto) a denunciare Conte e gli altri componenti del governo. Il tutto con le solite modalità di costruzione delle “bufale”, cioè con un vero e proprio martellamento di post sui social e con slogan ad effetto che richiamano ad una volontà di tutti gli organi di informazione di censurare quanto sta accadendo, in modo da rimuovere anticipatamente l’obiezione determinata dal fatto che di quelle specifiche notizie non c’è traccia né sui giornali né in tv. E subito dopo, a seguire, foto o video inediti che dimostrerebbero la veridicità della notizia.

Naturalmente, come avviene sempre in queste fantomatiche montature, esiste comunque un appoggio, uno spunto che parte da qualcosa di veramente accaduto, di veritiero, anche se in modalità assolutamente differenti da come poi viene descritto. Ma la cosa che continua a stupirci di più è che, nonostante tutto, ci sono ancora un numero consistente di persone che “abbocca” all’istante, che si convince immediatamente (e altrettanto rapidamente rilancia e condivide le notizie inventate) dell’attendibilità di fatti così improbabili che, pure, sarebbe così facile e rapido poter verificare (e rendersi quindi conto della loro totale falsità).

Invece non solo questi numerosi “boccaloni” sono pronti a bersi di tutto ma, per assurdo, sono sempre pronti ad apostrofare ed insultare (pecore, capre, conigli, rincoglioniti gli epiteti più ricorrenti) quelli che riescono ad informarsi e verificare e, quindi, non cadono nell’evidente imbroglio. In concreto, secondo questa nuova suggestiva tesi nei giorni scorsi, in particolare in occasione del 1 maggio, da nord a sud nel paese si sarebbero svolte manifestazioni di protesta contro le restrizioni imposte dal governo, a cui avrebbero partecipato migliaia e migliaia di cittadini, con l’evento più rilevante che si sarebbe svolto a Roma, davanti alla sede del Parlamento.

Addirittura in diversi casi sarebbero intervenute le forze dell’ordine per reprimere con decisione la protesta e disperdere e arrestare i manifestanti. Contemporaneamente, in ogni angolo del paese, migliaia e migliaia di cittadini farebbero la fila (almeno si spera rispettando il distanziamento…) per denunciare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, supportati da veri e propri “principi del foro”, al punto che ormai sarebbero imminenti le manette per il premier che, udite udite, rischierebbe addirittura l’ergastolo.

Comprendiamo perfettamente che, di fronte ad una così evidente surreale rappresentazione della situazione del nostro paese, è praticamente impossibile non “sbellicarsi” dalle risate. E, allo stesso modo, sembra assurdo anche solo pensare che ci sia la necessità di spiegare quanto tutto ciò sia semplicemente irreale. Però non sono pochi quelli che sono convinti che, nel silenzio di tutti i media, qualcosa di simile stia realmente accadendo e che inondano i social con questa serie di amenità.

Per altro qualche organo di informazione, sia pure con toni un po’ differenti, in qualche modo ha dato supporto a questa favola, annunciando le presunte manifestazioni in programma per il 1 maggio. In effetti nei giorni precedenti alla festa del lavoro ci sono state alcune forme di protesta in particolare di parrucchieri e barbieri, nella maggior parte dei casi sui social ma, in un paio di circostanze, anche in qualche piazza italiana (sempre con non più di una decina di persone). Nulla di così cruento e di così eclatante da far pensare ad un “vento di rivolta”.

Ma proprio intorno a queste iniziative è stata montata e costruita la “favola” della rivolta di piazza, con tanto di appelli e annunci sui social e anche su alcuni gruppi di whattsapp che parlavano di una grande manifestazione di protesta indetta per il 1 maggio, con tutte le piazze chiamate a raduno, un’improbabile marcia su Roma, con tanto di evento di protesta finale davanti a Montecitorio. Superfluo sottolineare che nulla di quanto preannunciato in questa specie di film di fantascienza si è realizzato.

Però dalla sera del 1 maggio sui social hanno preso a circolare post in cui si raccontava di manifestazioni molto partecipate e anche molto movimentate (con tanto di scontri con la polizia), naturalmente censurate dall’informazione “di regime”. E per rendere credibile la ricostruzione, sono anche spuntati alcuni video sulle manifestazioni a Trieste, Roma e Palermo, nei quali, per altro, non si notava certo questa grande partecipazione popolare (al massimo una cinquantina di persone…).

Ovviamente è bastato approfondire un po’ per scoprire che si tratta di una colossale (e per altro mal riuscita) macchinazione. Infatti il video della manifestazione di Trieste, per altro subito condiviso e rilanciato da diversi esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia che hanno provato anche a “mettere il cappello” sulla manifestazione, in effetti è realmente stato girato la mattina del 1 maggio a Campo San Giacomo e mostra un raduno, con un po’ di tensione con le forze dell’ordine, di una cinquantina di persone.

In realtà, però, si tratta di una manifestazione indetta e da giorni promossa (dalle pagine di facebook) dal gruppo “Trieste Antifascista e Antirazzista” (che difficilmente ha qualche legame con Lega o FdI…) che, nonostante i divieti, ha voluto comunque festeggiare il 1 maggio. Per chi avesse qualche dubbio in proposito è sufficiente vedere le foto, pubblicate su facebook dal gruppo, che mostrano le stesse persone che si vedono nel video.

Quello relativo alla manifestazione a Roma, invece, è un vecchio video, del 9 settembre 2019. E, per altro, svelato l’inganno da sabato sera improvvisamente è scomparso dai social. Resta quello relativo a Palermo, di brevissima durata, che potrebbe essere reale ma nel quale si vede chiaramente che non sono più di una decina le persone a manifestare. Decisamente troppo poche per parlare di protesta di massa…

Quanto alle denunce contro Conte e il premier, in effetti c’è un sito che parla di un migliaio di persone che l’avrebbero presentata e cita anche l’avvocato che le sta seguendo. Probabile che, al di là dei numeri, sia vero. Certo, poi, scorrendo meglio il sito in questione si leggono notizie a dir poco bizzarre, come quella di un non precisato comune italiano dove la polizia sta multando i cittadini che non cantano “Bella ciao”. Decisamente molto credibile…

bookmark icon