Strutture temporanee per il nuovo anno scolastico, la proposta del Comitato Scuole Sicure


“Partiamo  subito con l’idea di finanziare strutture nuove temporanee, individuando aree idonee alla loro costruzione per alloggiarvi in piena sicurezza gli studenti e alla ricostruzione della maggior parte delle scuole. Intanto il Pd accusa: “Tempi troppo lunghi per le verifiche”

Lo hanno capito tutti, meno l’amministrazione comunale a quanto sembra. Se davvero si vuole sperare di tornare a scuola a settembre in condizioni di sicurezza bisogna muoversi ora, anzi, vista la situazione decisamente complessa del capoluogo piceno siamo già in terribile ritardo. C’è una sola possibilità per farlo e una sola strada da percorrere, quelle di fare in modo che il prossimo anno scolastico si svolga in strutture temporanee, che siano nuove o che si tratti di edifici già esistenti sicuri e rapidamente utilizzabili come scuole.

Lo avevamo scritto la settimana scorsa (vedi articolo “Sedi scolastiche temporanee per tornare a scuola a settembre 2020”), ora a rilanciare la proposta c’è anche il Comitato Scuole Sicure di Ascoli Piceno. Per la verità il Comitato ascolano l’idea di utilizzare strutture temporanee l’aveva già proposta nelle settimane immediatamente successive al terremoto di agosto e ottobre 2016. Ma allora quella che era la soluzione più logica e più facilmente perseguibile si scontrò contro la terrificante miopia del sindaco Castelli, la cui politica falsamente rassicurante sulla sicurezza delle scuole cittadine ha provocato danni che purtroppo Ascoli si porterà dietro per ancora diversi anni, e non trovò certo terreno molto più fertile neppure in Provincia.

Ora, mentre il Pd ascolano accusa le incomprensibili lungaggini per le ormai notissime verifiche di vulnerabilità sismica (“si sta impiegando troppo tempo per le analisi di vulnerabilità sismica, ci vorrà quasi un anno per sapere se le nostre scuole sono sicure. Questo è inaccettabile! E non si può prendere la scusa del covid-19 visto che il dpcm prevedeva deroghe proprio per questo tipo di analisi strutturali” accusano i consiglieri comunale del Pd), proprio prendendo spunto da questo imbarazzante ritardo il Comitato Scuole Sicure torna a chiedere strutture nuove temporanee per il prossimo anno scolastico.

Effettivamente dopo 17 anni direi proprio che c’è un “piccolo ritardo” – si legge in un post sul sito del Comitato ascolano – ma, sinceramente, da analisi di vulnerabilità di palazzi di oltre 50 anni, cosa ci aspettiamo di poter poi adeguare se non con dei costi altissimi? Di fatto nessuno avrà un indice che non prevederà adeguamento o ricostruzione da demolizione. Certo, colpa di nessuno, le norme son cambiate e si sono evolute e l’unica colpa è l’immobilismo che purtroppo non è considerato come un danno, gravissimo danno sociale.

Ma perché non evitare un’inutile vulnerabilità sismica, che darebbe sicuramente un esito disarmante, ed utilizzare anche quelle risorse per la ricostruzione e l’adeguamento su palazzi più recenti? Cioè, limitare la vulnerabilità ai pochissimi, forse inesistenti, edifici scolastici degli ultimi, diciamo, dieci anni? Gli altri saranno sicuramente inadeguati!  Partiamo da subito con l’idea di finanziare strutture nuove temporanee per gli studenti e quindi individuando aree idonee alla costruzione di queste per alloggiare gli studenti in piena sicurezza e alla ricostruzione della maggior parte delle scuole. Poche sono seriamente “adeguabili al buon senso” oltre che pure alle norme attuali, se non con costi importanti. Abbiamo già visto quanto è costato realmente l’adeguamento della scuola media Luciani. Siete certi non si potesse rifare nuova e andare oltre quanto imposto dalle limitate norme attuali?

Abbiamo dei precedenti in altre città in cui questo è stato largamente dimostrato operando in tal senso. Di fatto quella scuola ancora non mi pare disponga di dispositivi di sicurezza adeguati sempre al buon senso del padre di famiglia. Chiedete ai ragazzi del terzo piano di evacuare in pochissimi minuti, magari utilizzando la scala di sicurezza, antincendio, esterna strutturalmente indipendente come dovuto. Vediamo che accade. La sicurezza antisismica va fatta assieme ad un miglioramento generale della sicurezza. Ne va del futuro di questa società”.

Come è stato più volte sottolineato nel programma elettorale del sindaco Fioravanti si parlava di strutture scolastiche temporanee e addirittura nel project financing approvato nel febbraio 2019 si indicavano l’ex Distretto militare e l’ex Mercato coperto come possibili sedi temporanee, per altro da poter rendere concretamente disponibili in pochissimo tempo. Naturalmente l’appello del Comitato Scuole Sicure è rivolto non solo al Comune ma anche alla Provincia che ha la gestione degli edifici delle scuole superiori.

Il nostro appello vale per tutte le scuole del Comune e della Provincia – si legge nel post del Comitato – quest’ultima, avendo già portato a termine le vulnerabilità, nega la pubblicazione dei dati ufficiali del risultato che, secondo quanto uscito su alcune testate giornalistiche appena terminate le analisi, risultarono ben al di sotto di quanto richiesto (parliamo di frazioni come quasi 1/10, un decimo, di quanto richiesto). Perché oggi nessuno risponde? Né Provincia né Comune, al diritto di conoscere tali valori, si indicativi, ma, se fatti, da rendere pubblici anche senza nessuna richiesta da parte di associazioni, genitori e cittadini (che però è stata formalmente fatta con richiesta di accesso agli atti priva di risposta). Diciamo un grande boh!”.

Decisamente amara la conclusione: “Non ci fidiamo più di nessun politicante, i fatti parlano, Provincia e Comune ad oggi non hanno fatto nulla. L’opposizione neppure, non vedo azioni concrete dalla stessa. A parte alcune interrogazioni senza seguito, poi dimenticate, il nulla ed alcune promesse. Un interessamento comunque marginale e che non ha ad oggi portato a nessun fatto concreto. Ora poi che le scuole son chiuse e che si sarebbe potuto contare su circa un anno per presentare un piano ed un progetto serio e completo, ancora una volta tutti a grattarsi”.

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