Le risorse ripartite tra i Comuni sulla base di due criteri, la popolazione residente e la distanza tra il valore del reddito pro capite comunale e quello nazionale. Soddisfatto il presidente dell’Anci: “Un provvedimento che consente una risposta veloce a chi ne ha bisogno”
Oltre un milione di euro. E’ questa la quota, dei 400 milioni di euro stanziati dal governo per i buoni spesa per le famiglie le cui difficoltà sono aumentate in seguito all’isolamento e ai provvedimenti restrittivi per far fronte all’emergenza coronavirus, destinata ai Comuni della provincia di Ascoli. E’ quanto emerge dallo schema dell’ordinanza del Capo del dipartimento della protezione civile “Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili” inviata dallo stesso Capo dipartimento, Angelo Borrelli, al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini (governatore dell’Emilia Romagna).
L’ordinanza, che si compone di 3 soli articoli, stabilisce in particolare che le risorse (i 400 milioni di euro) sono ripartite ai Comuni sulla base di due criteri (art. 2): “una quota pari all’80% del totale, per complessivi euro 320 milioni, è ripartita in proporzione alla popolazione residente di ciascun comune, una quota pari al restante 20%, per complessivi euro 80 milioni è ripartita in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione (i valori reddituali comunali sono quelli relativi all’anno d’imposta 2017)”.
Nello stesso articolo 2 (comma 3) si stabilisce anche che “i Comuni possono destinare alle misure urgenti di solidarietà alimentare di cui alla presente ordinanza eventuali donazioni. A tal fine è autorizzata l’apertura di appositi conti correnti bancari onde fare confluire le citate donazioni. Alle medesime donazioni si applicano le disposizioni di cui all’articolo 66 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18. 4. Sulla base di quanto assegnato ai sensi del presente articolo, nonché delle donazioni di cui all’articolo 66 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, ciascun comune è autorizzato all’acquisizione, in deroga al decreto legislativo 18 aprile 2016, n.50: a) di buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun comune nel proprio sito istituzionale; b) di generi alimentari o prodotti di prima necessità”.
Per l’acquisto e la distribuzione dei buoni e dei beni di prima necessità i Comuni possono avvalersi del supporto degli enti del Terzo Settore. Tornando alla provincia di Ascoli le risorse maggiori, poco meno di 300 mila euro (296.080 euro) spettano a San Benedetto, mentre al Comune di Ascoli dovrebbero andare poco meno di 270 mila euro (267.109 euro per la precisione). Considerando che quanto a popolazione residente il capoluogo di provincia e il comune rivierasco sono quasi alla pari (48.169 residenti per Ascoli contro i 47.320 di San Benedetto), la differenza (quasi 30 mila euro) evidentemente è determinata dal reddito pro capite, più basso a San Benedetto.
Detto che il sindaco di Ascoli Fioravanti, proprio nella serata di domenica 29 marzo, ha anticipato che la sua amministrazione comunale aggiungerà a quei fondi altri 10 mila euro, per quanto riguarda gli altri comuni della provincia Grottammare ottiene 106.385 euro, Monteprandone 96.563 euro, Folignano 61.788, Castel di Lama 60.902 euro, Spinetoli 53.376 euro, Cupramarittima 36.478 euro, Offida 34.924 euro, Monsampolo 34.103 euro, Acquaviva 27.355 euro, Colli del Tronto 25.387 euro, Acquasanta 19.902 euro, Maltignano 16.700 euro, Appignano 12.752 euro, Arquata del Tronto 8.671 euro. Spetterà ora ai Comune stabilire i requisiti per poter accedere ai buoni spesa.
“Questo riparto potrà essere usato in attesa che vengano attivate le altre misure del decreto di cui si sta discutendo in Parlamento – afferma il consigliere comunale Francesco Ameli – si aiuteranno i più deboli. Un primo passo, sicuramente non esauriente, che va però nella giusta direzione”. Un aiuto sicuramente importante per aiutare le famiglie che, a causa delle restrizioni imposte per far fronte all’emergenza coronavirus, si trovano in condizioni di difficoltà.
Ovviamente, come ha sottolineato lo stesso Ameli, si tratta solo di un primo passo che dovrà essere seguito da altri e ben più profondi interventi. Ma era doveroso per il governo intervenire immediatamente ed il provvedimento è stato accolto con soddisfazione, “sciacalli” politici a parte. “E’ un provvedimento che consente una risposta veloce a chi ne ha bisogno – afferma il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro – siamo pronti a fare la nostra parte per dare rispondere alle centinaia di richieste che arrivano da famiglie in difficoltà economiche e sociali”.
Molto concreta la possibilità che in seguito, con provvedimenti simili, si possa provvedere ad ulteriori assegnazioni da ripartire sempre sulla base dei criteri stabiliti in questa ordinanza