Con ordinanza del n. 650 del 15 marzo è stato prorogato di 60 giorni il termine per la richiesta del Cas che scadeva mercoledì 18 marzo. “Un atto necessario per tutelare i marchigiani colpiti dal sisma alle prese con il coronavirus” commenta soddisfatto Ceriscioli
Alla fine la proroga, promessa dal responsabile della Protezione civile al presidente della Regione Marche Ceriscioli, è arrivata e i marchigiani (così come tutti gli altri cittadini delle zone colpite dal terremoto del 2016) possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Domenica 15 marzo è stata approvata l’Ordinanza n. 650 della Protezione civile che, nell’unico articolo di cui è composta l’ordinanza stessa, dispone che “il termine di cui all’articolo 1 comma 1 dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 614 del 12 novembre 2019 è prorogato di sessanta giorni”.
In pratica quell’articolo aveva fissato nel prossimo 18 marzo (mercoledì) il termine ultimo per la richiesta del contributo di autonoma sistema (Cas) nelle zone colpite dal terremoto del 2016. Un termine che già allora aveva destato non poche perplessità ma che ora è diventato praticamente impossibile da rispettare, viste le attuali limitazioni agli spostamenti legati all’emergenza coronavirus.
La Regione Marche, e in particolare il presidente Ceriscioli, da giorni avevano sollecitato con forza un intervento in proposito della Protezione Civile, con la conseguente ed inevitabile proroga. Nel fine settimana scorso lo stesso governatore marchigiano aveva rassicurato tutti, sostenendo che il capo della Protezione civile, Borrelli, gli aveva assicurato che avrebbe provveduto a prorogare la scadenza.
E in effetti domenica 15 marzo è arrivata l’ordinanza che sposta i termini previsti dall’ordinanza n. 614 del 2019 dal 18 marzo al 18 maggio. Ovviamente poi bisognerà capire se per quella data la situazione di emergenza sarà tale da permettere a chi ne ha la necessità di poter rispettare quel termine. E’ quasi superfluo sottolineare è che la speranza è che non sia necessaria un’ulteriore proroga, perché significherebbe che per quel periodo il peggio sarà alle spalle. Vedremo cosa accadrà, nel frattempo c’è da registrare la comprensibile soddisfazione del presidente della Regione per l’impegno rispettato da parte di Borrelli.
“La Protezione Civile ha emanato l’ordinanza con cui ha accolto la richiesta della Regione di proroga di 60 giorni del Contributo di autonoma sistemazione – afferma Ceriscioli – un atto necessario per garantire i marchigiani colpiti dal sisma mentre si ritrovano a combattere anche contro un’altra emergenza, di portata epocale, come il coronavirus; è fondamentale più che mai, in un momento come questo, continuare a dare certezze alle persone che ancora affrontano le difficoltà della ricostruzione.
Mantenere e riconfermare la certezza dell’erogazione del CAS diventa così un presidio di democrazia, perché compito della buona politica è mantenere la coesione sociale e il rispetto dei diritti, soprattutto dei più deboli, come chi si ritrova in questa situazione di duplice emergenza. Ci auguriamo adesso che il prossimo passo del governo sia l’emanazione di norme straordinarie per ridare un nuovo slancio alla ricostruzione, che aspettiamo, invano, da tempo. Per quanto riguarda il Cas, ci siamo mossi fin da subito per ottenere la proroga dei termini per la presentazione della modulistica necessaria e per verificare la permanenza o meno del diritto a ricevere il contributo.
Già a novembre 2019, quando è emersa con l’ordinanza 614 la scelta di rimodulazione del cas, ho chiesto formalmente a Borrelli di posticipare i termini per la presentazione della documentazione, ma la richiesta non è stata inizialmente accolta – continua il presidente Ceriscioli. La scorsa settimana siamo tornati alla carica ed oggi è arrivata la formalizzazione della proroga (la scadenza abolita era fissata il 18 marzo 2020). Il cas è infatti una misura fondamentale per dare il giusto sostegno alle famiglie che vivono nei territori colpiti dal terremoto e va garantita, soprattutto alla luce dell’emergenza COVID-19 che rende ancor più complicati sia gli spostamenti delle persone verso i propri luoghi di lavoro, sia quelli del personale deputato a verificare i requisiti dei beneficiari del contributo per cui diventa impossibile, per le popolazioni terremotate, presentare le dichiarazioni in questa situazione”