Turismo in crisi: le improbabili giustificazioni di Castelli, le proposte concrete di Attivamente


“Occhio alla bufale” scrive, dopo la pubblicazione dei dati ufficiali, l’ex sindaco. Che prova ad arrampicarsi sugli specchi per giustificare numeri così negativi. E mentre il Comune brancola nel buio, ci pensa “Attivamente” a presentare proposte concrete…

Bisogna riconoscere che l’ex sindaco Castelli ha una capacità davvero unica di raccontare favole che, grazie alla sua indiscutibile arte oratoria, indiscutibilmente possono sembrare verosimili a chi non è ben informato sui fatti. Lo ha confermato mercoledì 15 gennaio quando, come ampiamente prevedibile, è arrivato il suo comunicato stampa sui dati ufficiali della Regione sul turismo. Nel quale il primo cittadino prova a far credere che quei dati non sono veri o, nella migliore delle ipotesi, fuorvianti, spiegando poi (con un ragionamento contorto che, come vedremo, non ha comunque alcuna rispondenza con i fatti e con i dati verificabili da chiunque) per quale ragione i numeri ufficiali non dovrebbero essere presi come riferimento.

Naturalmente, come da copione, non poteva mancare qualche velenosa frecciatina a coloro che hanno avuto l’ardire di riportare quei numeri, in altre parole di informare, come in queste circostanze sarebbe doveroso fare. L’ex primo cittadino ascolano, però, definisce coloro che hanno correttamente riportato che Ascoli risulta il peggiore capoluogo delle Marche (i dati quello dicono) “opinionisti autori di commenti e interpretazioni spesso strampalate”. D’altra parte già il titolo stesso del comunicato stampa è sin troppo eloquente (“Dati turistici: occhio alle bufale. Istruzioni per l’uso dei dati regionali”) ma, nello stesso tempo, assolutamente fuorviante. Perché parlare di “bufale” a proposito di dati significa sostenere che quei numeri sono falsi, non veritieri.

In realtà nel suo comunicato Castelli non si spinge tanto avanti da mettere in discussione la veridicità di quei dati (che, quindi, non possono essere definiti “bufale”). Molto più semplicemente ne dà un’interpretazione assolutissimamente personale (e a dir poco discutibile) nell’improbabile tentativo di dimostrare che non sono poi così negativi per il capoluogo piceno. In altre parole, neppure l’ex sindaco può negare che Ascoli, per quanto riguarda il turismo, sia la cenerentola tra i capoluoghi di provincia delle Marche.

Ne propone una lettura differente, partendo dalla constatazione, assolutamente condivisibile (che, d’altra parte, avevamo già esplicitato nell’articolo “Turismo in crisi, i dati smentiscono i proclami del Comune”), che non è possibile fare un serio confronto tra comuni dell’entroterra (appunto Ascoli) e comuni rivieraschi (Ancona, Fermo e Pesaro). Che, però, non cambia la sostanza delle cose, visto che poi c’è anche lo scomodo confronto con Macerata che, con le sue 220 mila presenze turistiche, ha numeri tre volte superiori ad Ascoli.

Il dato di Macerata – spiega Castelli – come del resto quello di Camerino, Ancona e Urbino, é falsato dalle presenze di universitari, categoria che la Regione impropriamente assimila dal punto di vista statistico ai turisti. La prova di ciò è facilmente rintracciabile proprio nelle classificazioni regionali in relazione ai cd. “alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale”. Sono gli “affittacamere “ tanto noti agli studenti universitari . Nel 2018, i posti letto corrispondenti a queste presenze ( che con il turismo non ci azzeccano niente) sono:  1599 ad Urbino, 844 a Camerino, 603 a Macerata e appena 54 ad Ascoli. Il gap negativo, in termini anche di decine di migliaia di unità di studenti/turisti, a carico di Ascoli rispetto a Macerata nasce da qui”.

Probabilmente l’ex primo cittadino ascolano non è particolarmente “ferrato” in matematica. Perché, anche ammettendo che fosse completamente corretto il suo ragionamento, togliendo qualche decina di migliaia di unità dai dati di Macerata resterebbe comunque una differenza notevole con Ascoli (che ha fatto registrare 78 mila presenze). Molto più semplicemente invece che tre volte superiori avremmo per Macerata più del doppio delle presenze fatte registrare dal capoluogo piceno. Che, di conseguenza, sempre cenerentola delle Marche resterebbe. In realtà analizzando seriamente i dati regionali si comprende come la situazione sia decisamente differente rispetto a quella descritta da Castelli.

In particolare dalla “Rilevazione sulla capacità degli esercizi ricettivi” (pubblicata insieme ai dati sui flussi turistici) emerge, ad esempio, che gli “alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale” a cui fa riferimento l’ex sindaco ascolano a Macerata complessivamente sono 6 per un totale di 603 posti letto. Se fossero davvero “affittacamere” significherebbe che ognuno di loro ha un centinaio di camere di affittare. Poco realistico crederlo. Non solo, a Macerata nella categoria degli “Esercizi extra alberghieri” quel genere di alloggi, con 603 posti letto, incidono non più del 40% del dato complessivo della categoria stessa.

In altre parole, comunque lo si voglia interpretare quel dato non muta la sostanza delle cose. “A chi è davvero interessato ad una disamina seria sulle tendenze turistiche nella nostra Città consiglio di non affidarsi acriticamente ai dati del portale regionale. Gli strumenti ci sono ma richiedono studio e capacità analitiche. Molti dati sono in possesso del Comune e documentano una realtà molto diversa da quella che emerge dal portale” conclude poi Castelli. Secondo cui, citando un famoso detto popolare, bisognerebbe chiedere “all’oste com’è il vino”…

Più in generale è davvero paradossale che, proprio chi è il principale responsabile di quei dati così negativi, ora, invece di dare conto delle sue (e della sua amministrazione) scelte sballate, abbia addirittura l’ardire di voler spiegare come interpretare dati che sono sin troppo eloquenti. Per altro è significativo che, proprio nelle stesse ore in cui Castelli invita a rivolgersi al Comune per avere una “disanima seria”, dall’amministrazione comunale arriva invece la conferma che, a proposito di turismo, sindaco e assessori non hanno la più pallida idea di come muoversi.

Secondo quanto riferito dai rappresentanti dell’opposizione, nella seduta della Commissione Turismo che si è svolta martedì 14 gennaio, l’amministrazione comunale avrebbe comunicato che sarà Confindustria a proporre un piano strategico. “A cosa serve un assessorato al turismo quando diamo tutto in gestione ai privati? Mancanza di idee all’interno dell’amministrazione? O mancanza di voglia, magari. Quel che è certo è che non hanno trovato ancora una volta il punto della situazione” commenta Yuri Livi di “Attivamente”.

Che poi avanza delle concrete proposte per provare a risollevare il turismo nel capoluogo piceno, partendo naturalmente dal nostro straordinario patrimonio. “Ascoli è una città ricca di storia e di cultura che va valorizzata tutta, dal centro storico alle frazioni, non possiamo più accettare che il turismo ascolano si basi solo sulla Quintana e il Fritto Misto” spiega Livi, evidenziando poi che, oltre piazza del Popolo, la città ha a disposizione interi spazi dove creare strutture all’avanguardia per ospitare eventi.

Procaccini  vede bene una cittadella della salute nell’area dell’Ex-Carbon  – prosegue Livi – aggiungerei anche che quegli spazi sono adatti per creare un Polo Fiere che possa portare nuovi tipi di turismo nella nostra città. Proporrei anche di mettere a disposizione un’area attrezzata per i camperisti in quell’area, sfruttando la vicinanza della stazione potremmo creare dei “ponti” turistici con la costa. Ciò non vuole dire che Ascoli deve stare alla ricasca della costa, ma anzi, deve essere leader nel trainare il turismo nella nostra provincia. Questo tipo di “ponte” turistico lo potremmo creare anche con la montagna e le frazioni sponsorizzando itinerari del gusto, escursioni tra i calanchi, aggiungendo eventi tematici raccontando le storie delle frazioni. È notizia di pochi giorni che l’amministrazione di Acquaviva ha dotato di visori 3D per integrare l’esperienza culturale all’interno della famosa fortezza. Perché non farlo anche noi nella nostra Fortezza Pia?

Non solo riportarla allo splendore di anni fa, ma renderla ancora più appetibile sfruttando la tecnologia. Stessa cosa si potrebbe fare anche al Forte Malatesta. A livello prettamente politico mi viene da pensare che l’amministrazione potrebbe farsi carico del pagamento dei parcheggi ( non proprio economici direi ) a beneficio del turista. Ascoli ha ancora bisogno di essere scoperta, noi la conosciamo bene ed è compito dell’amministrazione comunale non solo invitare il turista, ma farlo restare”.

Con un atto di umiltà, l’amministrazione comunale, visto che riesce ad esprimere proprie proposte di livello, potrebbe prendere a prestito quelle formulate dai rappresentanti delle opposizioni. Già, servirebbe, però, un atto di umiltà, cioè qualcosa che non sembra far parte del Dna degli attuali amministratori ascolani…

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