La grande bruttezza


Dovrebbero essere tutelate e valorizzate, invece le molteplici bellezze architettoniche e monunementali della  città vengono deturpate e umiliate da incuria, superficialità, inadeguatezza e mancanza di un concreto impegno contro il degrado. Dai giardini pubblici a piazza Arringo, da piazza del Popolo alle rue cittadini le immagini di un indecente scempio

L’orribile “catafalco” presente in piazza del Popolo 15 giorni fa (foto a sinistra), da venerdì 21 a martedì 25 ottobre, ha inevitabilmente riaperto la discussione e le polemiche sull’utilizzo delle piazze del nostro centro storico ma anche e catafalcosoprattutto sulla necessità di tutelare, salvaguardare e valorizzare le nostre molteplici bellezze architettoniche e monumentali. Che, come ha sostenuto l’assessore Brugni nell’improbabile tentativo di difendere l’indifendibile “catafalco”,  non  vanno certo incartate  con un bel fiocco per poi essere osservarle tutto il giorno in solitudine. Ma, altrettanto certamente, non vanno certo umiliate e offese con simili “schifezze”.

Cosa che, di sicuro, non accade e non accadrebbe mai nelle altre città che hanno la fortuna di avere un simile patrimonio di bellezze architettoniche e monumentali. Perché è inutile vantarsi e rimarcare in continuazione che piazza del Popolo è stata inserita nell’elenco delle 10 piazze più belle d’Italia se, poi, non viene mai tutelata nel giusto modo. Nessuno si sognerebbe mai di installare un simile “catafalco” in piazza Ducale a Vigevano, in piazza del Campo a Siena, in piazza San Marco a Venezia, in piazza dei Miracoli a Pisa o nelle altre piazze che, insieme alla nostra, fanno parte dell’elenco delle 10 più belle d’Italia.

D’altra parte, però, non è certo una novità che da sempre più che non tutelare sembra che si faccia di tutto per  “rovinare” e dequalificare il nostro straordinario patrimonio, messo a rischio da superficialità, sciattoneria, inadeguatezza e dalla mancanza di un concreto impegno contro il degrado. Limiti gravissimi per una città che ha enormi potenzialità e che potrebbe puntare “forte” sul turismo ma che, per farlo, deve fare un deciso salto di qualità e deve lasciarsi alle spalle certi comportamenti da paesotto di periferia. E’ innegabile, e di questo ne va dato atto all’attuale sindaco, che negli ultimi anni molto sia stato fatto per lo sviluppo turistico della città. Troppo spesso, però, ci si continua a perdere nei particolari che non sono per nulla irrilevanti o secondari.

E se davvero si vogliono sfruttare a pieno le enormi potenzialità della nostra città,  c’è ancora tantissimo da fare sotto molti punti di vista, come dimostrano, appunto, quell’orribile tendone installato in piazza e tanti altri scempi del genere (provocati o incomprensibilmente ignorati) che trasformano una città potenzialmente unica nell’emblema della “grande bruttezza”. Basta farsi un giro per il centro e  nei quartieri limitrofi per accorgersi di quale sia la situazione tra fili penzolanti  e erbacce anche su importanti beni architettonici-monumentali, degrado, trascuratezza, situazioni paradossali.

fontana-giardiniPartendo dai giardini pubblici dove, di fronte all’entrata dello Squarcia,  c’è una splendida fontana circolare in pietra (foto a sinistra) che, però, da anni non viene minimamente curata ed è  senza acqua. Situazione praticamente identica pochi metri più in là, di fronte ai giardini di viale De Gasperi (per capirci quelli dove da oltre un anno sono in corso interminabili lavori…), dove un’altra fontana è nelle stesse condizioni di quella dei giardini, senza acqua e lasciata in stato di inaccettabile degrado.

filo-duomoProseguendo la nostra passeggiata in direzione del centro cittadino, prima di entrare in piazza Arringo ci troviamo di fronte ad uno degli scorci più affascinanti e suggestivi della nostra città, con il Battistero al centro della strada e a fianco l’ingresso e l’ala laterale del Duomo.  Che, però, ormai da anni è “addobbato” da un cavo telefonico che penzola orrendamente lungo tutta la fiancata, dall’ingresso laterale (quello a fianco del Battistero) fino all’aiuola retrostante dove il cavo è stato raggomitolato alla meglio e da tempo è lì in “bella mostra” (foto a destra). La cosa ancora più paradossale è che quel cavo non ha alcuna funzione, se non “abbellire” il Duomo, visto che, osservando attentamente, si scopre che è staccato e quindi non funzionante. Ed è così ormai da un paio di anni…

Situazione se possibile peggiore per quanto riguarda il Battistero, una delle principali “meraviglie” architettoniche allarme-battisterodel capoluogo piceno. Già si potrebbe discutere sul fatto che, proprio lì davanti, c’è una sorta di parcheggio per bici e motorini. Peggio ancora, però, è l’orribile casetta dell’allarme situata in basso a sinistra (foto a sinistra), un vero e proprio sfregio che nessuno ha pensato di rimuovere. Come se non bastasse anche il Battistero presenta il tratto che caratterizza e rende unici tutti i monumenti e tutti i beni storico-architettonici ascolani: la folta vegetazione. Grossi ciuffi d’erba fanno, infatti, bella mostra sul Battistero così come in tutti i monumenti cittadini. Un vero e proprio paradosso, una città che, secondo le indagini di Legambiente, è tra le peggiori d’Italia nel rapporto residenti/verde pubblico e che da sempre non ha certo una particolare vocazione ambientalista, poi considera  l’erbaccia che cresce sui monumenti cittadini un bene da tutelare, molto più dei monumenti stessi…

Proseguendo attraverso piazza Arringo balza agli occhi l’indecoroso stato in cui è ridotta la suggestiva pavimentazione della piazza, con mattonelle rotte, altre sollevate, alcune spezzate, altre ancora irrimediabilmente macchiate e rovinate. Nulla di strano, consentendo a mezzi di qualsiasi tipo di transitare in piazza era inevitabile che accadesse. Ora bisogna solo vedere se l’amministrazione comunale deciderà di lasciare nel degrado e nell’abbandono la pavimentazione della piazza o se deciderà di rifarla, sostenendo una spesa consistente e sostanzialmente inutile perché, fino a quando non si adotterà un regolamento più stringente, la pavimentazione di piazza Arringo sarà inevitabilmente destinata a subire danni.

parcheggio-biciFinalmente arrivati a piazza del Popolo, sempre splendida e suggestiva da ammirare quando libera da indecenti catafalchi, strutture simile e camion, è impossibile non notare l’indecente oltraggio che si continua a perpetrare nei confronti dell’area archeologica posta proprio sotto palazzo dei Capitani. A fianco dell’ingresso ci sono come al solito parcheggiate alcune biciclette (foto a destra), una tradizione che si ripete da decenni, già nei primi anni del 2000 ricordo un paio di articoli scritti su questa indecenza, con tanto di risposta e di assicurazione da parte del Comune che non si sarebbe più verificato… Ma, peggio ancora, di fronte all’ingresso ancora chiuso ci sono addirittura una serie di bidoncini dell’immondizia .

Che dire, una simile vergogna sarebbe sufficiente già per chiudere qui, senza addentrarci ulteriormente in qualsiasi genere di analisi. Ma come si può accettare, senza provare rabbia e indignazione, che un posto così caratteristico e affascinante come l’area archeologica, situato nel centro della nostra splendida piazza, venga utilizzato come parcheggio per bici e ripostiglio per bidoni dell’immondizia? Abbiamo davvero  toccato il fondo, poi c’è ancora qualcuno che si stupisce e si chiede per quale ragione l’Unesco non ha mai seriamente preso in considerazione la nostra richiesta… Proseguendo il nostro “giro turistico” ci imbattiamo nell’ennesima “stranezza” in via Cairoli

via-cairoliAlla fine della via (verso piazza del Ventidio Basso), proprio al centro della strada, per bloccare l’eventuale transito di auto, c’è un grande pacco con i mattoncini utilizzati per rifare la pavimentazione nella via, in parte ancora imballati (foto a sinistra). Va detto, per onore di cronaca, che nei giorni scorsi, dopo le ultime scosse di terremoto, quell’ingombro è stato tolto dal centro della strada (e spostato di lato…) perché in quel modo non consentiva neppure il passaggio dei mezzi di emergenza.

Proseguendo oltre piazza Ventidio Basso si entra in una delle zone più rueaffascinanti e particolari del capoluogo piceno, il suggestivo reticolo di rue che contribuiscono a creare uno scenario davvero unico. Che, però, purtroppo viene deturpato e reso incredibilmente imbarazzante dall’incredibile serie di fili di ogni tipo (luce, telefono, ecc.) che penzolano in ogni dove, da casa a casa (foto a destra). Nei centri storici “civili” da decenni sono stati fatti interventi per l’interramento dei cavi, per evitare l’indecente spettacolo che, invece, deturpa le rue ascolane. Eppure non sarebbe così difficile e così complicato intervenire, basterebbe volerlo.

Proseguendo la situazione, se possibile, diventa ancora più imbarazzante. Entrando in quel posto potenzialmente straordinario che è via delle Stelle rrete-li-mierghie(Rrrete li mierghie) già la palina che dovrebbe presentare e descrivere quel luogo, da anni coperta da scritte che la rendono illeggibile, ci fa capire a cosa andremo incontro. I muri di quella via (foto a sinistra), almeno quelli lasciati liberi da erbacce e piante che crescono indisturbate, sono pieni di scritte di ogni tipo. A vederli così sorge il sospetto che siano anni che nessuno più provi a pulirli, la sensazione di degrado e abbandono e davvero imbarazzante e trasforma un posto potenzialmente davvero suggestivo in qualcosa di inguardabile e infrequentabile.

ponte-porta-cappuccinaUscendo da lì si incontra, poi, il ponte di Porta Capuccina che, visto da quel lato, ha un aspetto davvero affascinante. Peccato, però, che, osservandolo dall’altro lato, l’immagine di quel ponte cambia radicalmente, con il trionfo delle erbacce ed una pianta rampicante che dal basso pian piano sta occupando tutto un lato delle mura del ponte (foto a destra). Anche in questo caso basterebbe poco per ridare al ponte un aspetto più civile, senza quelle erbacce e quella pianta. Però, come abbiamo visto, le erbacce sui monumenti sono patrimonio intoccabile in questa strana città.

Che in potenza potrebbe non avere rivali per la sua straordinaria bellezza, per la ricchezza di monumenti di beni storico-architettonici, per i tanti angoli affascinanti e suggestivi che possiede. Però, poi, non solo non è in grado di valorizzare tutto ciò che possiede ma, incredibilmente, riesce a deturpare e umiliare le sue “bellezze”.

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