Migliora la qualità della vita della provincia di Ascoli, peggiora quella dei suoi amministratori
Secondo l’annuale graduatoria de “Il Sole 24 Ore” la provincia di Ascoli con il suo 26° posto risulta la migliore delle Marche, anche se non mancano delle criticità. E i sindaci di Ascoli e San Benedetto si affannano subito a rivendicare i propri meriti
Con un pizzico di ironia si potrebbe affermare che nel territorio piceno la qualità della vita è di buon livello mentre la qualità dei politici e degli amministratori lo è sicuramente molto meno. Fatta la doverosa premessa, sempre necessaria quando si parla di graduatorie di queste tipo, che simili classifiche vanno prese con le dovute cautele (sia che siano positive, sia che siano negative), è giusto ricordare che 2 mesi fa la pubblicazione dell’annuale graduatoria sulla qualità della vita di Legambiente nel capoluogo piceno fu accompagnata dal più assoluto silenzio.
Né il sindaco Fioravanti né qualche altro componente della giunta comunale si degnarono di commentare, di dire due parole su una classifica per nulla edificante per Ascoli (il peggior capoluogo di provincia delle Marche e tra i peggiori dell’intero centro Italia), di provare a spiegare il perché di certi parametri negativi e, in concreto, cosa il Comune aveva intenzione di fare per farli migliorare.
Lunedì 16 dicembre, invece, poco dopo che è stata pubblicata l’annuale classifica de “Il Sole 24 Ore” sempre sulla qualità della vita, ma questa volta nelle province italiane, che incorona quella di Ascoli come la migliore delle Marche, d’incanto il primo cittadino e diversi assessori della giunta hanno ritrovato la parola, naturalmente per rivendicare un qualche merito per un simile risultato. Eppure serietà avrebbe voluto che fosse accaduto esattamente il contrario perché la differenza tra le due indagini sulla qualità della vita è netta e molto chiara.
La prima, quella dall’esito negativo per Ascoli effettuata da Legambiente, riguarda esclusivamente i comuni capoluogo di provincia, quindi la città di Ascoli (per capirci). Quella de “Il Sole 24 Ore”, invece, riguarda l’intero territorio provinciale, quindi tutta la provincia di Ascoli con i suoi 33 comuni e i suoi circa 210 mila abitanti che incidono in maniera determinante (in alcuni parametri addirittura in maniera decisiva) nella graduatoria stessa. In altre parole, nel caso (negativo) della graduatoria di Legambiente il comune di Ascoli incide al 100%, nel caso (positivo) de “Il Sole 24 Ore” meno del 25%.
Si potrebbe, tra l’altro, aggiungere che a determinare la classifica dell’associazione ambientalista nella maggior parte dei casi sono parametri sui quali l’attività dell’amministrazione comunale può incidere pienamente: km di piste ciclabili, isole pedonali, verde pubblico, utilizzo corretto del suolo, utilizzo energie alternative, produzione rifiuti, raccolta differenziata. Di contro quella del quotidiano economico prende in considerazione un numero molto più elevato di parametri, la maggior parte dei quali non certo determinati dall’attività dell’ente pubblico: tasso di criminalità, numero di imprese, start-up, numero di sale cinematografiche, bar, ristoranti, biblioteche, palestre, reddito, ecc.
Come al solito “straordinario” nel commentare qualcosa che evidentemente ancora non ha ben compreso il sindaco Fioravanti, ormai sempre più calato nel ruolo del novello “Alice nel paese delle meraviglie”. Al punto che, dopo aver sottolineato che i punti di forza sono “Ambiente e servizi” e “Giustizia e sicurezza”, ha fatto notare i buoni risultati ottenuti nella categoria “raccolta differenziata”, dimenticando (o fingendo di dimenticare) che quel risultato non è certo merito del capoluogo di provincia (qualche mese fa addirittura escluso dall’elenco dei comuni “ricicloni”) ma degli altri Comuni ascolani, della vallata e della costa, a partire dal vicino Folignano, recentemente premiato all’Ecoforum Marche sia come il Comune più riciclone della provincia sia con la qualifica di “Comune rifiuti free”.
Non è voluta essere da meno l’assessore alla qualità della vita Maria Luisa Volponi (quanto meno ha dato il primo segnale della sua presenza…) che ha dichiarato “si tratta di dati che ci rendono orgogliosi. Gli interventi nel settore sono molti, mentre altri arriveranno. In linea con la precedente amministrazione stiamo implementando la mobilità dolce e l’aumento delle piste ciclabili nel nostro territorio”.
Peccato, però, che quegli interventi non vengono neppure presi in considerazione dalla graduatoria stilata da “Il Sole 24 Ore”, mentre erano al centro di quella di Legambiente (con risultati per nulla edificanti per Ascoli, regalati agli ultimi posti della classifica). Naturalmente anche il sindaco di San Benedetto, Pasqualino Piunti, ha voluto rivendicare il merito di un simile risultato sottolineando come il comune rivierasco fornisca un contributo non indifferente. “Non si possono leggere diversamente – afferma – gli ottimi piazzamenti conseguiti nel numero di attività commerciali destinate alla somministrazione di alimenti bevande (15° posto), nella densità di spettacoli e proposte culturali (23° posto), nel numero di bambini che praticano sport (21° posto), nel numero di posti letto in strutture alberghiere (27°)”. Rivendicazioni che, più o meno, possono essere considerate legittime.
Peccato che poi il primo cittadini sambenedettese, non si capisce bene su che basi, rivendichi il ruolo della sua città e della sua amministrazione nell’ottimo risultato per quanto riguarda le denunce per violenze sessuali, estorsioni e rapine. Ascoltate le dichiarazioni dei nostri amministratori e unendole al fatto che, come evidenziato, la maggior parte dei parametri presi in considerazione non vengono influenzati e determinati dall’attività amministrativa, si potrebbe ironicamente concludere che la qualità della vita nella provincia è buona nonostante la scarsa qualità degli amministratori…
Mettendo da parte l’ironia e andando a valutare nel dettaglio la graduatoria de “Il Sole 24 Ore” emerge come è Milano la provincia migliore, seguita da Bolzano e Trento. La provincia di Ascoli si colloca al 26° posto risultando la migliore delle Marche davanti ad Ancona (31°), Macerata (32°), Fermo (50°) e Pesaro-Urbino (53°). La graduatoria de “Il Sole Ore 24 Ore” sulla qualità della vita viene stilata sulla base di 90 indicatori, suddivise in 6 macro aree tematiche.
Per quanto riguarda la provincia di Ascoli i risultati migliori arrivano dall’area “Giustizia e sicurezza” (18° posto) e, a differenza da quanto affermato dal sindaco Fioravanti, da “Cultura e tempo libero” (19° Posto). Segue, poi, “Affari e servizi” (24° posto) e “Ambiente e servizi” (36° posto). Bisogna andare più indietro in classifica, invece, per trovare la provincia di Ascoli nell’area “Ricchezza e consumi” (64° posto) e “Demografia e società” (67° posto).
E’ interessante anche valutare i risultati ottenuti dalla provincia di Ascoli in alcuni dei 90 parametri presi a riferimento, partendo dal fatto che in 2 di questi ottiene addirittura il primo posto: quello sulle violenze sessuali denunciate e sul numero di sale cinematografiche presenti nel territorio. Se complessivamente i risultati per quanto riguarda la criminalità sono più che positivi, preoccupa invece il dato relativo agli incidenti stradali che vede la provincia di Ascoli in assoluto tra le peggiori d’Italia, addirittura al 101° posto (sul 107 province).
Problemi anche per quanto riguarda il trasporto pubblico (79° posto), uno di quei settori (tornando al discorso precedente) nei quali l’attività degli amministratori locali può sicuramente influire. Nonostante la buona qualità della vita, quella di Ascoli resta una provincia per anziani, con un indice di vecchiaia che è di gran lunga il peggiore delle Marche (88° posto), così come il peggiore della regione è il tasso di natalità (65° posto).
Anche a livello di reddito la situazione non è delle migliori. Ultimo posto nelle Marche (76°) per importo medio delle pensioni (1.058 euro al mese), male anche (68° posto) per quanto riguarda il reddito medio per contribuente, 18.535,79 euro annui, circa 3 mila euro in meno rispetto ad Ancona (più basso il reddito medio solo nella provincia di Fermo). A questo dato negativo si aggiunge, poi, il fatto che nella provincia di Ascoli nell’ultimo anno c’è stata addirittura una variazione negativa del reddito medio (-0,9%) mentre in tutte le altre province si è registrato un aumento. Luci e ombre, invece, per quanto riguarda lavoro e occupazione.
La provincia di Ascoli conquista addirittura il primo posto per numero di start-up innovative ma, al tempo stesso, è la peggiore delle Marche e tra le peggiori d’Italia (99° posto) per quanto riguarda le imprese in fallimento. Male anche per quanto concerne il tasso di occupazione (58° posto) e, ancor più, il tasso di inattività (65° posto), di gran lunga il peggiore delle Marche. Di contro, però, la situazione migliora sensibilmente per quanto concerne il tasso di disoccupazione giovanile (32° posto).
Al netto della solita demagogia dei nostri politici, quindi, si può essere moderatamente soddisfatti della qualità della vita generale del nostro territorio. Con la consapevolezza, però, che non mancano delle situazioni di particolare disagio…