Salvini ko sui migranti: l’Accordo di Malta funziona


I dati del Viminale non lasciano dubbi: rispetto al periodo in cui era ministro Salvini la media dei rimpatri è più che triplicata. E altri paesi europei, dopo Francia, Germania e Malta, si accodano. Non stupisce, quindi, che da 3 mesi il leader della Lega non parli più di migranti…

Dopo Bibbiano, ora è la volta del Mes. Nella strategia di comunicazione di Salvini e della Lega, a cui poi puntualmente si accodano Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, il nuovo argomento su cui attaccare e rafforzare il consenso, dopo che la vicenda di Bibbiano ha preso una piega differente da quella millantata per mesi, è il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), detto anche Fondo salva stati. Tra  l’altro, trattandosi di un meccanismo complesso da comprendere per la maggioranza delle persone, si presta alla perfezione al tipo di propaganda che da tempo sta portando avanti l’ex ministro dell’interno.

Un paio di slogan ad effetto, non importa se per nulla aderenti alla realtà (tanto si va a fiducia, sono pochissimi coloro che verificano la veridicità di certe affermazioni) sono sufficienti per ottenere il risultato sperato. “E’ una congiura contro l’Italia”, “e’ un trattato mortale per l’economia italiana” “vogliono salvare le banche tedesche con i soldi degli italiani” sono quelli ripetuti insistentemente e che, in un paese sempre meno propenso ad informarsi correttamente, producono il famoso effetto citato dal ministro della propaganda nazista Goebbels (“ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà realtà”).

Non è questa la sede per discuterne, solo per far capire il paradosso di questa ennesima vicenda all’italiana basterebbe pensare che i sovranisti tedeschi affermano l’esatto contrario, cioè che con il Mes “vogliono salvare le banche italiane con i soldi dei tedeschi”. Ma, soprattutto, se di congiura contro l’Italia si tratta (ovviamente non è così) tra i principali congiurati ci sono proprio Salvini e i leghisti.

Perché la riforma “salva stati” è stata portata all’attenzione e discussa due volte in Consiglio dei ministri, sempre quando ancora la Lega faceva parte del governo, senza che in quella sede nessuno dei ministri leghisti (e lo stesso Salvini) avanzasse la minima obiezione. Anzi, Borghi e Garavaglia (entrambi esponenti di spicco del Carroccio) nella precedente discussione alla Camera (è agli atti per chi volesse verificare) espressero un entusiastico parere favorevole all’accordo.

Piuttosto in questo contesto ci interessa sottolineare come Bibbiano prima e Mes poi abbiano sostituito negli ultimi mesi, nella propaganda leghista, il cavallo di battaglia di Salvini, quello che è stato alla base della sua ascesa: i migranti. Improvvisamente, dopo che negli ultimi 2 anni il leader della Lega lo aveva fatto passare come la principale emergenza del paese, l’ex ministro dell’interno non parla più dei migranti, come se il problema non esistesse più.

Gli ultimi attacchi feroci alla nuova gestione erano arrivati a settembre, dopo il trattato di Malta. Che, in buona sostanza, aveva stabilito due principi per i quali l’Italia si era battuta da sempre: chi sbarca nel nostro paese sbarca in Europa, i rimpatri non devono essere sulle spalle solo dei paesi di approdo. “L’accordo è una balla e non verrà mai applicato” tuonava allora Salvini dall’alto della sua esperienza di 15 mesi al Viminale. Durante i quali, al di là della “pagliacciata” dei porti chiusi, in concreto non aveva neppure in minima parte tenuto fede alla promessa fatta in campagna elettorale, cioè di rimpatriare in poco tempo 600 mila irregolari.

In realtà sotto la sua gestione i rimpatri, rispetto ai precedenti governi, sono addirittura diminuiti, come poi è stato chiaro una volta che Salvini ha lasciato il ministero e si sono conosciuti più nel dettaglio i dati reali. Così come l’Italia di fatto si era praticamente isolata, visto che agli strepiti e ai proclami in patria, il leader della Lega non ha mai fatto seguire azioni concrete nelle sedi opportune in Europa, da lui puntualmente non frequentate, anche negli appuntamenti istituzionali più importanti.

Dopo qualche giorno di “fuoco continuo”, però, dell’accordo di Malta non se ne è più parlato, mentre né Salvini né gli esponenti della Lega hanno più toccato l’argomento migranti. La spiegazione di questo improvviso silenzio è arrivata nei giorni scorsi, quando il Viminale ha pubblicato una serie di dati ufficiali. Che dimostrano come in realtà l’accordo di Malta non solo è già da tempo operativo ed è ampiamente a regime, ma addirittura sta dando risultati oltremodo positivi. In altre parole quando da bordo di una delle navi che ha raccolto migranti in mare viene chiesto il via libera all’attracco nei porti, scatta automatica la divisione per quote tra i governi.

Tradotto in dati questo significa che, escluse donne incinte e bambini, l’82% di chi è stato registrato è già comunque destinato ad altri paesi europei. Questo perché, a differenza del suo predecessore, la ministra dell’interno Lamorgese continua a parlare molto poco (e soprattutto non fa proclami né campagna elettorale), limitandosi a lavorare, a tessere rapporti bilaterali con i partners europei per rendere stabili il patto e sancire il principio che la distribuzione deve essere automatica e preventiva.

Ed anche sul piano politico, oltre che su quello inconfutabile dei numeri, i risultati si stanno vedendo. Perché il l’Accordo di Malta era stato firmato da Italia, Francia, Germania e Malta ma pian piano ora stanno già aderendo e partecipando altri paesi europei come la Spagna, il Portogallo e l’Irlanda. E, da quanto si apprende, altri stati si stanno per accodare, in particolare Lussemburgo, Grecia, Romania e Cipro. Solamente il blocco di Visegrad (Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Slovacchia) sembra fermo sulla sua posizione e continua a dichiarare “irricevibile” la proposta.

Emblematico, a tal proposito, quanto accaduto nell’ultima settimana di novembre, quando nel nostro paese sono sbarcate tre navi (la Ocean Viking a Messina, la Open Arms a Taranto e l’Aita Mari a Pozzallo) con, complessivamente, 300 migranti. In tutti e tre i casi, sulla base dell’Accordo di Malta, è scattata la divisione. La Germania ha accettato 69 richiedenti asilo, la Francia 90, la Spagna ha accolto 25 migranti, il Portogallo 20 e l’Irlanda 6.

Non basta, i dati ufficiali del Viminale dimostrano come nel periodo in cui era ministro Salvini in media venivano redistribuiti 16 migranti al mese, con la Lamorgese la media è più che triplicata, 57 al mese. Sulla base di questi numeri e di questi fatti si capisce perfettamente perché Salvini e la Lega non parlino più di migranti ma hanno ripiegato prima su Bibbiano poi, appunto, sul Mes.

D’altra parte la cosiddetta “Bestia” funziona così: quando dopo la retorica e la propaganda diventa inequivocabile la verità non resta che scappare, non parlare più di determinate questioni e cambiare argomento. La curiosità è capire poi, ammesso e non concesso che anche sul Mes si riuscirà prima o poi a fare chiarezza, su quale altro argomento punterà la propaganda leghista…

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