“Dopo Bologna, Modena, Perugia, Genova, Reggio Emilia, Palermo e tante altre è arrivato il momento di scendere in piazza anche nel Piceno” scrivono gli organizzatori della manifestazione. Appuntamento domenica 1 dicembre alle 18 in piazza del Popolo
Servivano le “sardine” per dare una scossa ad una città da decenni sprofondata in un profondo e interminabile letargo. Da tempo immemore ormai, ad eccezione del periodo delle elezioni, non si ricordano manifestazioni di piazza di un certo spessore nel capoluogo piceno. L’ultima vera mobilitazione dei cittadini risale addirittura ad oltre 20 anni fa, al 1998 quando centinaia e centinaia di cittadini scesero più o meno spontaneamente in piazza per protestare contro la chiusura al traffico di piazza Arringo.
Certo, visto questo precedente viene da pensare che forse sarebbe meglio mettere al bando le manifestazioni di piazza nel capoluogo piceno… Ironia a parte, fedeli al principio che quando i cittadini scendono in piazza per manifestare ed esprimere le proprie posizioni o il proprio dissenso in maniera pacifica è sempre una cosa positiva, non possiamo che accogliere con grandissimo piacere quello che gli organizzatori hanno definito “il primo flash mob ittico della storia del Piceno”.
Tra l’altro non possiamo certo nascondere che condividiamo pienamente le motivazioni e i principi che ispirano questo movimento di cui, almeno per quanto ci riguarda, se ne sentiva assolutamente il bisogno.
“Dopo Bologna, Modena, Perugia, Genova, Reggio Emilia, Palermo e tante altre è arrivato il momento di scendere in piazza anche nel Piceno – scrivono gli organizzatori nel presentare la manifestazione in programma domenica 1 dicembre alle 18 a piazza del Popolo (“6000 sardine Ascoli Piceno – Il Piceno non si lega”) – una piazza che dice no all’odio, alle paure infondate e alla negazione della libertà altrui. E’ venuto il momento di dimostrare che i ragionamenti contano più della prepotenza, che la testa viene prima della pancia e che le persone vengono prima degli account social. E’ venuto il momento di dimostrare che ad Ascoli ci siamo anche noi. Lo faremo domenica 1 dicembre alle ore 18 a piazza del Popolo. Chi si unisce alla prima rivoluzione ittica picena della storia?”.
Nato da un’idea di 4 amici trentenni, non direttamente coinvolti nella politica, il movimento ha preso come simbolo le sardine per simboleggiare un pesce silenzioso che vuole contrapporsi ai toni più accesi della retorica populista. La sua prima apparizione pubblica è stata pensata come una sfida nei confronti del principale esponente populista del nostro paese, Salvini, a Bologna per aprire al Paladozza la campagna elettorale di Lucia Borgonzoni alla presidenza della Regione. Obiettivo era quello di radunare almeno 6 mila persone in piazza Maggiore per superare le presenze leghiste nel palazzetto dello sport bolognese (che può contenere circa 5.500 persone).
Missione ampiamente compiuta, visto che nella piazza di Bologna si sono contate circa 15 mila persone. Senza bandiere di nessun color politico, come chiesto dagli organizzatori, e in grado di manifestare senza esprimere un linguaggio non offensivo. Un successo clamoroso che come conseguenza ha determinato che in un attimo il movimento è diventato “virale”. Pochissimi giorni dopo la manifestazione si è ripetuta a Modena dove, nonostante la pioggia battente, in piazza si sono presentate circa 7 mila persone. Poi ancora Reggio Emilia, Parma, Rimini, per poi varcare i confini dell’Emilia Romagna: Torino, Perugia, Firenze, Genova. E ogni volta piazze gremite, senza bandiere e simboli di partito.
Un vero e proprio fenomeno esploso in brevissimo tempo che evidentemente desta non poche preoccupazioni in chi, come Salvini e la Lega, monopolizza la piazza virtuale rappresentata dal web e non immaginava minimamente di trovarsi di fronte una piazza reale in contrapposizione.
Così, come purtroppo è ormai costume nel nostro paese, invece che provare a fronteggiare nei toni e nei contenuti questa nuova realtà, è partita dalla Lega e dallo stesso Salvini la solita campagna di delegittimazione a suon di “fango” e “bufale” (come il video nel quale uno dei fondatori movimento ammetterebbe di essere pagato dalla sinistra, palesemente falso ma in brevissimo tempo divenuto virale e più volte condiviso sui social da diversi esponenti di spicco della Lega o l’ignobile montatura nei confronti dell’assessora di Pianoro, lanciata proprio dal leader del Carroccio). Unita all’altrettanto tipico tentativo di far passare il messaggio che quel movimento non è per nulla spontaneo ma, in realtà, sarebbe mosso e guidato da qualche partito, in particolare dal Pd.
Un’evidente stupidaggine, non fosse altro per il semplice motivo che evidentemente si sopravvaluta il Partito Democratico che ormai da tempo immemore si è dimostrato incapace di promuovere e suscitare una simile mobilitazione di piazza.
“Non ci rifacciamo e non c’è dietro di noi nessun partito – ribadiscono i promotori delle “sardine” – anzi siamo molto critici nei confronti di quei partiti che in qualche modo riteniamo complici dell’ascesa sovranista. Ci ispiriamo ai valori costituzionali, a partire dall’antifascismo, ed esprimiamo la volontà di una parte del popolo, di cui spesso i sovranisti si riempiono la bocca, di mostrarsi anche fisicamente in opposizione alla narrazione che ne viene data. La Lega e il fronte sovranista hanno oggi un grande consenso ma non tutti gli italiani si riconoscono nel loro progetto di un paese chiuso, rancoroso e governato dalla paura del diverso”.
Ma la forza delle “sardine” è anche quella di saper guardare in concreto alla situazione locale, come spiegano gli organizzatori della manifestazione di domenica 1 dicembre in piazza del Popolo.
“Parliamo dei veri problemi delle nostre città, le fabbriche che chiudono, la disoccupazione alle stelle, i giovani che scappano all’estero e le emergenze causate dalle recenti catastrofi naturali” si legge sulla pagina Facebook del gruppo ascolano.
“Anche ad Ascoli il fronte sovranista ha un ampio consenso – aggiungono Giacomo Eugeni e Andrea Dominici presentando la manifestazione – ma sappiamo che anche nel capoluogo piceno c’è una parte di cittadini che non si riconosce in quei valori e che è frustrata dalla mancanza di un chiaro progetto politico alternativo. Un popolo silente, con un sentire comune, che è stanco di vedere il territorio piceno alla ribalta della cronaca nazionale esclusivamente per episodi che ricordano i periodi più oscuri della storia del nostro Paese, che calpestano la memoria di quanto nel territorio piceno si è fatto per superare quei momenti.
Noi crediamo che di questo territorio si possa parlare anche per iniziative che vanno nel senso diametralmente opposto. Per questo, invitiamo e ci appelliamo alla partecipazione di tutti coloro i quali sono stanchi di essere rappresentati in questo modo affinché scendano con noi in Piazza. È necessario trovare il coraggio di esporsi, di incontrarsi, di avere un contatto visivo, fisico, per dire che non tutti la pensano nello stesso modo e che c’è ancora qualcuno che ha la voglia di metterci la faccia”.
L’appuntamento è dunque per domenica 1 dicembre alle 18 in piazza del Popolo, con un particolare “antipasto” in programma già nella giornata odierna (sabato 30 novembre). Nel pomeriggio ad Ascoli (libreria Rinascita), nella vallata e a San Benedetto sono previsti laboratori dove, insieme a tanti bambini, verranno disegnate e colorate le sardine da portare in piazza domenica 1 dicembre.