Sicurezza delle scuole, mal comune non fa mezzo gaudio…
Mentre l’annuale indagine di Legambiente evidenzia come la maggior parte degli edifici scolastici italiani non siano anti sismici (e che anche nelle Marche la situazione è piuttosto critica), un documento ufficiale del Comune di Ascoli certifica che appena 12 edifici scolastici cittadini su 29 sono adeguati alle norme sismiche
Non c’era certo bisogno dell’annuale rapporto di Legambiente per scoprire che la situazione dell’edilizia scolastica, soprattutto per quanto riguarda il rischio sismico, non sia certo edificante. Le vicende di questi giorni riguardanti le scuole ascolane sarebbero ampiamente sufficienti per rendere bene l’idea. Ma quanto emerge dal rapporto “Ecosistema Scuola” lascia davvero senza parole. L’annuale indagine di Legambiente evidenzia infatti che appena il 12,7% degli edifici scolastici italiani sono realizzati secondo criteri antisismici e solo in 31% di loro è stata eseguita la verifica sulla vulnerabilità sismica.
“In questi ultimi anni – si legge nell’introduzione al rapporto – sul fronte dell’edilizia scolastica si è aperta una nuova fase, che ha visto la nascita di una Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio e l’arrivo di risorse ad hoc. Ma la strada è ancora in salita: se da una parte sono 7,4 i miliardi stanziati e 27.721 gli interventi avviati, le riqualificazioni procedono troppo a rilento, soprattutto quelle relative all’adeguamento sismico e all’efficientamento energetico. Su 43.072 scuole in Italia solo il 9,2% degli interventi ha inciso su questi temi negli ultimi dieci anni. In particolare, sono 382 gli interventi di adeguamento sismico, 1960 quelli di efficientamento energetico, 423 quelli per l’installazione di rinnovabili realizzati, e infine, 1216 i Mutui Bei che tra gli interventi ammissibili prevedono anche l’adeguamento alle norme antisismiche e l’efficientamento energetico. Nonostante i finanziamenti, gli edifici scolastici italiani rischiano di a rimanere insicuri. E l’emergenza terremoto ci ricorda che non si può più far slittare la messa in sicurezza delle scuole italiane”.
E spulciando tra le 136 pagine del rapporto emerge, però, che la situazione se possibile è addirittura peggiore per quanto riguarda la nostra regione. “Gli edifici scolastici di questa regione – si legge nel rapporto – sono si vetusti (56,4%) ma hanno una parte consistente (43,6%) costruita post legge antisismica del ’74. Tuttavia gli edifici costruiti secondo criteri antisismici sono solo il 5,6%, ben al di sotto della media nazionale (12,8%), nonostante le scuole siano anche in aree a rischio sismico come purtroppo ci ricordano le forti scosse che hanno colpito la regione negli ultimi giorni e mesi. A questo dato va aggiunto quello della verifica di vulnerabilità sismica che ha coinvolto solo il 14,1% delle scuole a fronte del 31% della media nazionale”.
Dati sconfortanti anche per quanto riguarda la spesa media per la manutenzione degli edifici scolastici, con appena 823 euro per edificio a fronte di una media nazionale di 932. Va detto, però, che nell’indagine annuale di Legambiente (che prende in considerazione solo i comuni capoluoghi) non è compresa Ascoli, visto che quest’anno il capoluogo piceno, non si sa bene per quale motivo, è tra i pochi comuni capoluogo che non ha fornito dati completi.
“A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina” diceva sempre Giulio Andreotti. E, fedeli a questa massima, non possiamo non aver il dubbio che alla base di questa mancanza ci sia il fatto che nell’edizione dello scorso anno Ascoli era risultato di gran lunga il peggiore comune delle Marche (che, come abbiamo visto, ha già dati e parametri al di sotto della media nazionale) e in assoluto tra i peggiori d’Italia, classificandosi al 73° su 82 comuni che avevano partecipato. Un primato negativo reso ancora più sconcertante dal fatto che la classifica dei Comuni capoluogo viene stilata sulla base di una serie di parametri racchiusi in due grandi gruppi: la graduatoria delle buone pratiche e la graduatoria del rischi. E i dati peggiori per il capoluogo piceno erano proprio quelli della graduatoria del rischio… “Occhio non vede cuore non duole” avrà pensato l’amministrazione comunale che, per questo, ha pensato bene di non inviare dati completi, evitando così di finire ancora una volta agli ultimi posti della graduatoria.
Certo ci sarebbe poi da parlare del diritto dei cittadini di conoscere la situazione di determinate strutture pubbliche. Ma abbiano già ampiamente visto che questa amministrazione non brilla certo per trasparenza, come dimostra il fatto che dall’agosto scorso tantissimi genitori sono in attesa di conoscere nel dettaglio la situazione degli edifici scolastici, in particolare per sapere quali sono in regola sulla base delle normative antisismiche e quali no. Qualcosa di più, a tal proposito, emerge dalla risposta scritta fornita dal sindaco ad un’interrogazione, presentata il 13 settembre scorso dal consigliere comunale Francesco Ameli, in merito alla “situazione di agibilità delle scuole e degli edifici di pubblica proprietà dopo lo sciame sismico del 24 agosto”.
In merito alla situazione statica dei 29 edifici scolastici di competenza comunale, nella nota del 7 ottobre scorso il dirigente comunale Maurizio Curzi scrive: “2 edifici sono stati oggetti di interventi di miglioramento sismico ai sensi del D.M. 14/01/2008; una palestra è stata oggetto di interventi di miglioramento sismico ai sensi del D.M. 14/01/2008; 1 edificio è stato oggetto d’interventi di miglioramento sismico ai sensi delle norme antecedenti il D.M. 14/01/2008; 1 edificio ha in corso la progettazione per interventi di miglioramento sismico ai sensi del D.M. 14/01/2008; 3 edifici sono stati oggetto di interventi per il miglioramento sismico degli elementi non strutturali; 6 edifici (nuove costruzioni, ampliamenti) sono stati realizzati con criteri rispondenti alle normative antisismiche emanate a seguito del D.M. 10/02/1983 aggiornamento zone sismiche regione Marche”.
In altre parole questo significa che appena 12 (ad essere ottimisti) dei 29 edifici scolastici comunali sono adeguati alle norme anti sismiche e sono ragionevolmente da considerare sicuri. Ben 17 edifici, invece, non sono adeguati e di conseguenza sono a rischio. Sarebbe interessante sapere nel dettaglio quali sono i 12 edifici a norma (e i 17 non a norma), un’amministrazione comunale veramente attenta alle sacrosante richieste dei cittadini e trasparente lo avrebbe già fatto, ma forse pretenderlo dal Comune di Ascoli, visti i precedenti, sarebbe troppo.
Al di là di tutto, però, resta il fatto che l’atto ufficiale del Comune stesso conferma quello che in fondo già era noto. La situazione delle scuole cittadine non è delle migliori e, a prescindere dai risultati che daranno i nuovi sopralluoghi dei tecnici della Protezione civile (iniziati giovedì 3 novembre), resta il fatto che gran parte delle scuole cittadine (almeno quelle di competenza comunale) sono potenzialmente a rischio. Certo l’annuale indagine di Legambiente evidenzia come quello di Ascoli non sia certo un caso isolato, anzi, la situazione è critica un po’ ovunque. Ma mai come in questo caso mal comune non fa certo mezzo gaudio…