Centinaia di studenti delle scuole superiori, con striscioni e manifesti, hanno riempito piazza Arringo per il primo “Global strike per il future”, la manifestazione ideata dal movimento di Greta Thunberg per far sentire la voce delle nuove generazioni sul clima
Era più bella, più vivace e più colorata del solito in questa calda mattinata di metà marzo piazza Arringo. Merito delle centinaia di studenti delle scuole superiori (ma c’erano anche alcuni studenti di medie ed elementari) che sono scesi in piazza per manifestare per l’emergenza clima. D’altra parte non potevano mancare gli studenti ascolani al primo “Global strike for future”, la manifestazione ideata dal movimento di Greta Thunberg per far sentire la voce delle nuove generazioni sul clima e sul futuro ambientale del pianeta, che ha coinvolto oltre 2 mila città in tutto il mondo e quasi 200 piazze italiane.
Greta Thunberg, 16enne svedese con la sindrome di Asperger, è un’attivista per lo sviluppo sostenibile divenuta famosa in tutto il mondo per la sua lotta contro il cambiamento climatico, da pochi giorni proposta per il premio Nobel per la pace. Greta ha iniziato la sua singolare protesta il 20 agosto scorso quando per la prima volta ha saltato le lezioni per sedersi davanti ai cancelli del Parlamento svedese con il cartello “Skolstrejk for klimatet” (“Sciopero scolastico per il clima”).
Da quel giorno la 16enne svedese ha scioperato fino al 9 settembre, giorno delle elezioni in Svezia, per chiedere al governo di adottare politiche più incisive per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Il giorno successivo è tornata a scuola ma ha scelto di assentarsi ogni venerdì per proseguire la sua manifestazione di protesta di fronte al Parlamento. Inevitabilmente, però, lo scalpore che ha destato la sua forma di protesta ha fatto si che Greta non fosse più sola. Piano piano nel resto dell’Europa si sono moltiplicate associazioni e comitati che hanno condiviso la sua battaglia e sono iniziati un po’ ovunque i cosiddetti “FridyaforFuture”, i raduni e i sit-in di protesta del venerdì contro l’inerzia e l’inazione dei governi sul problema del cambiamento climatico.
Fino, appunto, a questo venerdì 15 marzo con il primo “Global strike for future” che ha coinvolto gli studenti di tutto il mondo. Hanno iniziato (per ovvie ragioni di fuso orario) i ragazzi della Nuova Zelanda e dell’Australia, poi pian piano tutte le piazze del continente e, in particolare, dell’Europa si sono riempite di giovani colorati e festanti. Nel nostro paese sono ben 180 le piazze coinvolte, in alcuni casi con manifestazioni davvero imponenti (oltre 100 mila ragazzi a Milano, 20 mila a Torino e Roma).
E non potevano certo mancare gli studenti e i ragazzi del capoluogo piceno, il cuore pulsante, la speranza per un futuro migliore di una città sempre più vecchia, sempre più immobile e sempre più ancorata al passato. Erano tanti, centinaia e centinaia in piazza Arringo, praticamente in rappresentanza di tutte le scuole superiori del capoluogo (in fondo all’articolo la fotogallery con 16 immagini della manifestazione). C’era una folta e colorata rappresentativa del Liceo Scientifico, tantissimi studenti delle Industriali ma anche dell’Agraria, del liceo Artistico, del Biologico, del Linguistico, del Liceo Classico. Insieme a loro anche alcuni docenti e numerose associazioni e comitati del territorio.
C’erano Legambiente Ascoli, “Emidio di Trevi”, “Ambiente e Salute del Piceno”, “Zero Waste Italy”, “Marche a rifiuti zero” l’Ecosportello di Ascoli, le Brigate di Solidarietà Attiva. Ma i grandi e veri protagonisti sono stati loro , con gioiosamente chiassosi, consapevolmente impegnati in una battaglia per il loro futuro, con le loro dichiarazioni e i loro cartelloni e striscioni.
“The time to act is now” (“il momento di agire è ora”) recitava lo striscione esposto dagli studenti della IV A del Liceo Scientifico. “Vogliamo respirare il nostro futuro” quello esposto dagli studenti della V A del Liceo Classico. “Gli uomini discutono la natura agisce” si leggeva su un lungo striscione esposto dai ragazzi dell’Itis. “Protestiamo perché siamo la prima generazione che subirà gli effetti del riscaldamento globale e l’ultima che può prevenire il problema” spiegava sinteticamente ma con estrema chiarezza il cartellone esposto da alcune ragazze.
Di notevole interesse anche alcuni interventi ascoltati nel corso della manifestazione in piazza. Il rappresentante dell’Agraria, ad esempio, ha proposto di avviare la raccolta differenziata in tutte le scuole superiori cittadine, come già avviene nel suo istituto. Ha poi parlato del problema per l’agricoltura delle sostanze chimiche e dei concimi che inquinano. Un altro studente che è intervenuto ha voluto ricordare e mandare un messaggio di solidarietà della piazza ai lavoratori dell’Ilva di Taranto, ricordando la strage silenziosa (centinaia di operai e decine di bambini) provocata dal prolungato inquinamento ambientale.
Al termine del corteo e della manifestazione è stata avviata con i rappresentanti di tutti gli istituti una raccolta di firme da inviare poi al governo per chiedere una politica differente, una maggiore attenzione sull’emergenza climatica (due dati per comprendere, il 2018 è stato l’anno più caldo di sempre in Italia e in Europa, i ghiacciai italiani sono diminuiti del 30% negli ultimi 50 anni).
Come purtroppo ormai è tradizione in queste circostanze, quando giovani e ragazzi scendono in piazza per una qualche battaglia, non sono mancati sui social prima e dopo la manifestazione i commenti ironici e inaciditi di chi, con il passare degli anni, ha perso anche il ricordo di cosa significhi avere degli ideali, impegnarsi concretamente per battaglie anche utopiche e probabilmente perse in partenza. Adulti ormai vecchi, praticamente morti dentro, ingrigiti e inariditi a tal punto da far quasi venire il sospetto che in realtà non sono mai stati giovani.
Per quanto ci riguarda, sia per le tematiche della battaglia in se sia per l’assoluta condivisione e ammirazione per quella ingenua e genuina passione da cui fortunatamente sono ancora animati, non possiamo che essere idealmente vicini e a fianco a quei ragazzi. In una città sempre più grigia e sempre più in agonia, ridotta in questo triste modo proprio da quegli adulti inariditi e grigi, l’unica flebile speranza sono proprio loro, quella che è sin troppo facile definire “la meglio gioventù”.
Probabilmente quando cresceranno la maggior parte di loro purtroppo entrerà a far parte di quella schiera di adulti vecchi e ingrigiti e magari dimenticheranno cosa invece erano molti anni prima. Ma fino a quando saranno così non possono che avere la nostra più sincera e convinta approvazione.