Alcuni episodi degli ultimi giorni hanno riproposto il problema della sicurezza, accentuato dall’inadeguata illuminazione in diverse zone. Senza dimenticare l’imbarazzante situazione di diverse strade, delle aree verdi e la cronica insufficienza di servizi a supporto del quartiere
Servirebbe una serie infinita di articoli per parlare in maniera adeguata e completa del degrado in cui versa Monticelli, quartiere da sempre trascurato (per usare un eufemismo) dalle varie amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi 20 anni. E ci sono diverse vicende emblematiche, che si trascinano da anni, che lo possono testimoniare. Storie che, per altro, evidenziano le diverse sfaccettature del degrado del quartiere, che si manifesta in diversi ambiti.
Leggendo, ad esempio, una delle richieste avanzate in questi giorni al Comune, quella del vigile del quartiere, ci è tornata alla mente e siamo andati a rileggere una lunga intervista che ci rilasciò alla fine del 2001 l’allora sindaco Celani, per il tradizionale consuntivo di fine anno e i programmi per il nuovo anno. “Il prossimo sarà l’anno in cui partirà il sevizio del vigile di quartiere a Monticelli – affermava allora Celani – sarà il primo quartiere che verrà dotato di questo servizio che, a breve, verrà poi esteso a tutti gli altri quartieri cittadini. Partiamo da Monticelli per dare un segnale del nostro interesse e della nostra vicinanza, abbiano già individuato anche la sede di appoggio, pianificato i servizi che attueranno. Sarà l’inizio di una serie di servizi che qualificheranno Monticelli”.
Sono passati 17 anni e il popoloso quartiere cittadino aspetta ancora quell’inizio… Si potrebbe, poi, citare via delle Begonie, la via del pasticcio delle villette abusive che si trascina da anni, ma anche la via dove da una decina di anni sono presenti scheletri di abitazioni che non verranno mai realizzati. E poi il velodromo e il campo di calcio da anni al centro di un progetto di riqualificazione che ricorda tanto al “gioco dell’oca”, le strade interne del quartiere, alcune delle quali che sembrano essere state colpite da un feroce bombardamento.
Nei giorni scorsi la situazione del quartiere è tornata al centro dell’attenzione per alcuni episodi che hanno riproposto il problema della sicurezza e dell’inadeguata illuminazione (che, ovviamente, non è solo di Monticelli). In particolare due casi di scippo in pochi giorni, uno dei quali ai danni di un’infermiera che stava tornando a casa dopo aver finito il proprio turno di lavoro, hanno fatto esplodere la protesta dei residenti che, non a torto, si sentono abbandonati dal Comune.
Anche perché il mix letale provocato dalla scarsa illuminazione della zona e la presenza di un numero cospicuo di tossici e balordi nella zona intorno all’ospedale (dove, per altro, c’è anche il Sert la cui presenza proprio in quel luogo è da anni al centro di discussioni e polemiche) non è certo una novità. ”Chiediamo il vigile di quartiere, un accordo con le forze dell’ordine per un maggior controllo e il potenziamento della qualità dell’illuminazione – afferma il consigliere comunale del Pd Francesco Ameli – da sempre denunciamo le scarse condizioni di sicurezza nel quartiere, che potrebbero essere migliorate semplicemente aumentando la qualità dell’illuminazione”.
Naturalmente sappiamo bene che quello dell’illuminazione è un problema che non riguarda solo Monticelli ma tutta la città. Ma è innegabile che in quartiere periferico, per altro già per tanti altri motivi in condizioni di degrado, diventa un ulteriore pesante fardello. Aggravato dal fatto che l’amministrazione comunale non sembra minimamente interessata a risolverlo, anche quando servirebbe davvero molto poco quanto meno per migliorare la situazione.
“In via dei Platani, all’altezza della Chiesa è impossibile vedere chi hai davanti a te camminando sul marciapiede – afferma un residente – i lampioni sono sopra gli alberi, sono lì ad illuminare le chiome, tutto il resto è buio. Abbiamo tutti paura quando si fa notte, considerando certe persone poco rassicuranti che si incrociano. Ci sono già stati tentativi di violenza”. Basterebbe davvero un piccolo intervento per migliorare la situazione.
“Chi come me è nato e vive a Monticelli sa che alcune accortezze sono necessarie – prosegue Ameli – non bastano i video su facebook, servono i fatti. L’amministrazione comunale parla di qualità, invece in nome del Dio denaro viene meno la sicurezza delle periferie. Personalmente oltre a rivedere il sistema di pubblica illuminazione continuo a ritenere necessaria l’istituzione del vigile di quartiere ed un accordo per un maggior controllo delle forze di sicurezza in alcune zone ed in alcuni orari. Ovviamente tutto ciò è stato chiesto formalmente. Ma questa amministrazione fa sempre “orecchie da mercante”. Loro, chiusi nelle stanze logore degli ultimi 10 anni di gestione del potere clientelare, pensano di avere in tasca la verità. Noi pensiamo semplicemente che si debba ascoltare e cambiare le cose, d’altronde basta farsi una passeggiata”.
In effetti, al di là del disinteresse, uno dei noccioli della questione sembra proprio questo, cioè la scarsa conoscenza della condizione in cui versa il quartiere, delle tante necessità ed esigenze dei suoi residenti da parte dell’amministrazione comunale. L’esempio e l’emblema di questa assoluta mancanza di conoscenza della realtà e della situazione di Monticelli sono rappresentati dal Bando Periferie grazie al quale Ascoli ha ottenuto circa 18 milioni di euro per un progetto di riqualificazione proprio di Monticelli.
Detto che, ovviamente, è sempre oltre modo positivo (e per questo va dato merito al sindaco e all’amministrazione) quando si riesce ad intercettare un finanziamento così importante e cospicuo, dire che ci sono dei dubbi sui reali benefici che un simile progetto possa portare al quartiere è un eufemismo. Perché al centro dell’iniziativa c’è la realizzazione del ponte sul fiume Tronto, all’altezza di Croce di Tolignano, che permetterà di collegare direttamente Monticelli con la zona industriale e la Piceno Aprutina.
Un’opera dal costo stratosferico, 7 milioni di euro, che non cambierà di una virgola la qualità della vita e la situazione del quartiere ma che probabilmente farà immenso piacere a qualcun altro… L’altro intervento strategico è il parco fluviale che si estenderà da San Pietro in Castello fino a Monticelli (costo 4 milioni di euro), sicuramente interessante ma dagli scarsi benefici per il quartiere. Così come la terza grande opera, il prolungamento della pista ciclabile tra il villaggio del fanciullo e Villa Sant’Antonio, tassello importante (nei piani dell’amministrazione) per completare e perfezionare la ciclovia che unirà Piazza Arringo a Porto d’Ascoli.
A far da contorno ai tre grandi progetti una serie di interventi per spazi verdi, aree sportive e infrastrutture sociali. Che, però, potevano essere realizzati e finanziati singolarmente in altro modo, non legandoli al bando periferie, vista anche l’urgenza di determinati interventi. Che, invece, rischiano concretamente di vedere la luce tra diversi mesi (nella migliore delle ipotesi), a maggior ragione ora che il governo ha confermato il finanziamento ma ribadendo che i soldi inizieranno ad arrivare solo nel 2019 (con la nota chiarificatrice sulle spese anticipate e da anticipare dell’Anci che crea ulteriori problemi).
Solo per dimostrare che un altro tipo di intervento era assolutamente possibile, che un progetto di reale riqualificazione del quartiere si poteva realizzare basterebbe fare gli esempi di alcuni degli altri 23 progetti inizialmente ammessi a finanziamento dal bando periferia (e che, quindi, non sono finiti nel mirino dei tagli del nuovo governo). Come quello del Comune di Torino o del Comune di Genova o, ancora, di quello di Bergamo che prevedono intervento concreti che vanno ad incidere concretamente sulla qualità della vita dei quartieri periferici che si intendono riqualificare, con servizi concreti (nuove scuole e asili all’avanguardia, edilizia popolare, poli tecnologici e telematici, potenziamento delle reti sociali, strutture sportive) e interventi importanti e consistenti su strade, marciapiedi,parchi, aree verdi.
Però da un’amministrazione comunale che non è capace neppure di garantire il minimo indispensabile (come ad esempio un’illuminazione pubblica quanto meno decente) forse non ci si poteva aspettare di più…