La storia di un’amicizia tragica che ha segnato il mondo dei motori, la storia di due piloti che da amici sono diventati rivali, di due persone colpite da una serie di tristi fatalità, del talento francese Didier Pironi e del leggendario Gilles Villeneuve
Hockenheimring, 7 settembre 1982. In un piovoso sabato si stanno svolgendo le prove del gran premio. La vettura più veloce in pista è la Ferrari di Dider Pironi. Il francese sta vivendo un momento magico, è in testa al mondiale e si sta dimostrando l’uomo da battere anche in Germania. Tutto si può dire però tranne che Didier stia vivendo un momento felice.
Il 1982 è un anno terribile per la Ferrari e per la Formula 1 in generale. Poche gare prima, nel gran premio del Belgio, il mondo dei motori è stato funestato dal terribile incidente che è costato la vita a Gilles Villeneuve. Il canadese era il compagno di squadra di Pironi e i due avevano un rapporto di amicizia che andava oltre quello tra semplici compagni di squadra. Amicizia che però si era rotta proprio pochi giorni prima del tragico incidente del canadese.
Pironi era arrivato alla Ferrari nel 1981. Il francese era considerato uno dei piloti più promettenti del circus e con Villeneuve andava a formare una delle coppie più talentuose della Formula 1. La Ferrari del 1981 però era una macchina poco competitiva e difficile da guidare, specie perchè la rossa montava per la prima volta nella sua storia un motore turbo. Il primo anno di Pironi in rosso quindi fu molto difficile, con il francese che ottenne solo qualche piazzamento a punti.
Villeneuve invece, forte del suo talento e del suo stile di guida aggressivo, conquistò due vittorie e un altro piazzamento sul podio, che salvarono parzialmente la stagione della Ferrari. Allora, così come oggi, la stampa sportiva italiana ci metteva poco a “crocifiggere” un pilota e a giudicarlo inadatto alla rossa. Pironi quindi già dopo un solo anno in Ferrari vedeva il suo posto a rischio.
Villeneuve, idolo dei tifosi della rossa, avrebbe potuto infierire ancora di più sul compagno di squadra ma decise di non farlo. Tra il canadese e il francese si instaurò subito un ottimo rapporto e in breve tempo i due divennero ottimi amici. Anche grazie al rapporto con Villeneuve, Pironi riuscì ad inserirsi bene in Ferrari e, nonostante il pessimo primo anno in rosso, fu confermato.
Le cose cambiarono radicalmente nel 1982. La Ferrari costruì una gran macchina, molto veloce, più affidabile delle dirette concorrenti al titolo e ben guidabile. Nonostante questo nessuno dei due piloti della Ferrari colse buoni risultati nelle prime tre gare stagionali. Il quarto appuntamento stagionale si disputava ad Imola e in Ferrari si sperava di iniziare una lunga serie di trionfi proprio davanti ai propri tifosi.
Il 25 aprile 1982 andò in scena la gara che cambiò per sempre la storia di Villeneuve e Pironi. A pochi giri dalla fine del gran premio il canadese era in testa davanti al francese, mentre il terzo era lontanissimo dai due piloti della rossa. Tutti in Ferrari si aspettavano che i piloti mantenessero le posizioni ed erano pronti a festeggiare una splendida doppietta.
Pironi però voleva vincere, si era stufato di essere costantemente dietro a Villeneuve. Il francese passò il compagno di squadra ma venne ripassato in breve tempo. A quel punto la Ferrari diede indicazioni ai piloti di rallentare e di mantenere le posizioni. Villeneuve rallentò mentre Pironi continuò ad andare all’attacco. Il canadese pensò che il compagno volesse dare spettacolo al pubblico e si prestò a quello che lui considerava un gioco. Pironi però faceva sul serio e passò il compagno all’ultimo giro, vincendo la gara.
Dopo la gara esplosero le polemiche. Villeneuve si disse tradito e attaccò pesantemente sia la Ferrari che Pironi. Il canadese disse che la sua amicizia con il compagno di squadra era terminata e che non avrebbe mai più rivolto la parola al francese, arrivando a definire Pironi “un imbecille” e a dire che guidava “come un bandito”. Il francese rispose che non era il secondo pilota di nessuno e che era certo che i rapporti con il compagno si sarebbero presto distesi.
Non ci fu tempo per ricomporre la frattura tra i due. Due settimane dopo, in un clima di tensione, Gilles Villeneuve perse la vita in un tragico incidente durante le qualifiche del gran premio del Belgio. La morte del canadese sconvolge la Formula 1 e sconvolge anche Pironi. Molti diedero la colpa dell’incidente mortale alla rabbia agonistica che aveva offuscato la mente di Villeneuve e chissà che Pironi non abbia provato dei sensi di colpa dopo quanto accaduto ad Imola.
Fatto sta che, a detta di tutti gli esperti di motori, da quel momento in poi Pironi cambiò completamente personalità e atteggiamento in pista, raggiungendo una maturità agonistica mai mostrata prima. In ogni caso il francese era probabilmente tormentato dal pensiero di non essere riuscito a chiarire la situazione con quello che era stato un caro amico prima del tragico incidente.
Ma torniamo all’Hockenheimring. Pironi è veloce e si è già assicurato la pole. Sta dimostrando di essere veloce sull’asciutto e sul bagnato, sembra che nulla possa fermarlo. Ci penserà il destino, che gli riserverà la stessa atroce sorte toccata a Villeneuve. Basta una semplice incomprensione con un altro pilota, unita alla scarsa visibilità dovuta alla pioggia, e Pironi centra un’altra vettura alla massima velocità. L’incidente è spaventoso e si teme il peggio. Il francese ha salva la vita ma ha subito lesioni alle gambe che di fatto pongono fine alla sua carriera.
La cattiva sorte di Pironi però non è destinata ad aver fine. Pochi anni dopo il francese perirà in un tragico incidente in barca, poche settimane dopo sarebbe diventato padre di due gemelli, che sono stati simbolicamente chiamati Gilles e Didier, proprio come i due tragici protagonisti di un’amicizia terminata nel peggiore dei modi. Una storia in cui è inevitabile pensare a cosa sarebbe potuto essere e a cosa invece è stato, una delle storie più tristi ma al contempo più romantiche della Formula 1. (DDS)