Per realizzarlo fu devastata e distrutta una bellissima zona verde. “E’ necessario per rendere più vivibile il quartiere” spiegava l’allora consigliere comunale Brugni. Ma 13 anni dopo quell’inutile campetto è da tempo in condizioni di abbandono e di desolante degrado
Quasi 200 mila euro spesi e una bellissima zona verde devastata per un’opera assolutamente inutile. E che ora da più di 6 anni versa in un indecente stato di abbandono, imbarazzante emblema (di certo non l’unico) di “mala amministrazione”. Pur se non paragonabile per dimensioni economiche al Filarmonici, al ponte di San Filippo, allo stadio, la vicenda del campetto nel quartiere Tofare (al termine di via Sassari, nella zona che si ricongiunge a via Loreto), può essere a tutti gli effetti considerata l’ennesima testimonianza inequivocabile della superficialità, del proprio pressapochismo e di quella incapacità di programmare che sono tratti distintivi di questa amministrazione.
“I responsabili di Legambiente si preoccupino del reale interesse ambientale dei cittadini lasciando perdere la politica, tanto cara a questa associazione di fuori verde e dentro rossa come un cocomero maturo”. Era il 28 aprile 2005 quando l’allora consigliere comunale di An Massimiliano Brugni lanciava questa dura reprimenda nei confronti di Legambiente Ascoli che osteggiava il progetto per la realizzazione del campetto in via Sassari.
”Gli estensori di tali critiche – affermava l’attuale assessore allo sport – non conoscono la realtà di quella zona. Solo grazie alla realizzazione di quel campetto sarà possibile restituire, finalmente, alla gente del quartiere quella zona e renderla più vivibile. L’amministrazione comunale così permetterà di far giocare i bambini e i ragazzi in un ambiente totalmente sicuro e li toglierà dalla strada. Non solo, anche gli anziani e gli altri abitanti potranno godersi il fresco e il verde con delle apposite panchine aumentando la qualità della vita dei cittadini”.
Là dove c’era l’erba…
Ad oltre 13 anni di distanza lo stato in cui versa quel campetto ha trasformato quelle esternazioni in un clamoroso autogol. E dimostra, a voler prendere sul serio le parole di allora dell’attuale assessore Brugni, che le Tofare da 13 anni è un quartiere invivibile, nel quale i bambini e i ragazzi non hano un luogo dove giocare sicuri e dove gli anziani non possono neppure godersi un po’ di fresco e, di conseguenza, nel quale la qualità della vita è molto bassa. Una vergogna, non solo per il quartiere ma per tutta la città.
Accresciuta dal fatto che, in quel luogo dove ora regnano abbandono e degrado, prima dell’intervento stile Attila del Comune c’era un piccolo angolo di verde, con la collinetta di Zazzì, una bellissima zona alberata, dove un tempo si potevano fare passeggiate. Tutto distrutto per fare spazio ad un campetto che, 13 anni dopo, è in condizioni vergognose, frequentato essenzialmente da tossici e, a volte, addirittura dimora incontrastata di qualche “sbandato”.
Ora, come se nulla fosse, per provare a rimediare a questa indecenza l’amministrazione comunale è pronta (almeno a parole) a gettare al vento altri soldi pubblici. La riqualificazione del campetto di via Sassari è stata, infatti, inserita nel programma delle opere pubbliche per il 2018. E nel maggio scorso, con determina n. 1289 è stato affidato ad un tecnico esterno “la progettazione definitiva dei lavori di riqualificazione del campetto sportivo di via Sassari”.
Una telenovela lunga 16 anni
In altre parole l’ennesima sconfortante e paradossale telenovela, iniziata a fine 2002, quando la giunta Celani decise di inserire quel progetto nell’elenco delle opere pubbliche per il 2003. Con subito una sconfortante dimostrazione di superficialità, visto che l’amministrazione stanzia 100 mila euro per quell’intervento e per il campo di calcio del Marino. Salvo poi, guarda il caso, rendersi conto che quella somma è assolutamente insufficiente per entrambe le opere.
Così nel settembre del 2003 l’intervento per il campetto alle Tofare viene stralciato e finanziato con 130 mila euro attraverso gli avanzi di amministrazione 2012. Il progetto preliminare prevede due stralci, il primo per un importo presunto di 130 mila euro e il secondo di 86 mila euro (216 mila euro complessivi). Il 20 febbraio 2004, con delibera n. 31, viene approvato il progetto definitivo esecutivo del primo stralcio, dal quale emerge con chiarezza lo “scempio” che viene perpetrato nei confronti di quella zona verde, con lo sbancamento della collinetta di Zazzì e l’abbattimento anche di piante di alto fusto.
Emerge anche che, per evitare ulteriori disastri (smottamenti e anche il rischio che la strada sottostante venga lesionata) è necessaria l’installazione di un’imponente gabbionata di sostegno. I lavori partono praticamente nel silenzio generale, nel bosco che di fatto contribuisce ad oscurare l’intervento. Ma gli abitanti della zona se ne accorgono e segnalano quanto sta accadendo a Legambiente. Che, ovviamente, si mobilita per salvare la collinetta e fermare un’opera palesemente inutile (“servita ad alcuni politici per ottenere una manciata di voti” scriverà poi la stessa Legambiente anni dopo).
“Che senso ha – chiede l’associazione ambientalista – spendere quei soldi mentre i giochi per i bambini e la stradina che unisce le Tofare a via Loreto hanno bisogno di interventi immediati poiché versano in condizioni pietose? Perché non spendere quei soldi per risistemare il quartiere che di problematiche ne conta diverse?”. Non ha alcun senso, ma l’amministrazione comunale va avanti, nella solita totale confusione e tra strafalcioni imbarazzanti.
Come l’assenza, nella relazione geologica, di un’importante parte relativa alle opere di sostegno lato monte. Che, poi, darà luogo ad una modifica e ad una successiva integrazione, senza che però la prima relazione venga ritirata. Così, quando Legambiente fa richiesta di accesso agli atti, si vedrà consegnare due relazioni praticamente identiche, con solamente pagina 13 in due versioni differenti. L’associazione ambientalista si rivolge anche al difensore civico (l’attuale assessore alla cultura Piersandra Dragoni) che, però, risponde con una lunga nota siglata dal dirigente comunale Settore Direzione e Controllo OO.PP.
Nella quale, in sostanza, si attesta la compatibilità dell’opera sulla base di un parere legale il cui estensore, però, per il dirigente e per il difensore civico deve restare anonimo, tanto che il suo nome viene cancellato con il bianchetto (e chi se ne frega della trasparenza…). Completati i due stralci, per una spesa complessiva di poco meno di 200 mila euro, tra fine 2007 ed inizio 2008 la gestione del campetto viene affidata all’associazione “Colle di Zazzì”, almeno fino a giugno 2012 quando la convenzione non viene rinnovata.
Senza gestione dal 2012
Quel campetto, che doveva “aumentare la qualità della vita” finisce nel dimenticatoio, lasciato nel più completo ed indecente stato di abbandono. Pochi metri più avanti, all’inizio di via Sassari, c’è la struttura polivalente, quella si vero punto di riferimento non solo del quartiere, ed è del tutto evidente che quel campetto non serve a nulla.
“I responsabili politici di questo bizzarro modo di amministrare al cosa pubblica hanno fatto carriera – accusava nell’estate 2012 Legambiente ma noi siamo ancora qui a vigilare e a ricordare a queste persone di assumersi le proprie responsabilità di fronte a delle scelte sbagliate che hanno comportato un danno erariale di notevoli proporzioni e un evidente squilibrio e disomogeneità nell’assetto generale del quartiere”. L’imbarazzato silenzio dell’amministrazione comunale, come da copione, viene ogni tanto spezzato dalle solite improbabili promesse.
“Entro il 2016 lo sistemeremo” dichiarava all’inizio di quell’anno l’assessore Brugni. Un anno dopo, nel novembre 2017, dopo un nostro articolo (“Campetto di via Sassari da anni nel degrado, la fotogallery della vergogna”), l’amministrazione comunale aveva annunciato che presto sarebbe partito l’intervento di sistemazione e riqualificazione. E sul sito comunale, nel documento relativo alla situazione degli impianti comunali, in merito al campetto di via Sassari si affermava che “è in corso l’iter per l’affidamento”.
Peccato, però, che 7 mesi dopo, nell’aggiornamento di quel documento, per la struttura delle Tofare siamo ancora fermi a quella formula. Poi, come detto, il 10 maggio scorso è arrivata la determina n. 1289 e l’affidamento dell’incarico per la progettazione definitiva dei lavori di riqualificazione. Per la quale si prevede di spendere circa 100 mila euro. Conoscendo la pachidermica lentezza con la quale tradizionalmente procede l’amministrazione comunale è facile ipotizzare che se ne parlerà non prima del 2019, nella migliore delle ipotesi.
Intanto quel campetto continuerà ad essere lasciato in stato di degrado e abbandono. Mentre ci si continuerà a chiedere per quale insana ragione si è deciso di devastare una bella zona verde per spendere inutilmente tutti quei soldi pubblici…