Il Comune si sveglia dal letargo, al via le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole
Lo ha assicurato, nel corso dell’incontro organizzato dalla Provincia, l’assessore Brugni. Che, smentendo quello che ha sempre sostenuto il sindaco, ha ammesso che il terremoto ha provocato problemi alle scuole cittadine. Tavolo di confronto Provincia-Comitato Scuole Sicure
Avevamo sottolineato nel presentarlo l’importanza dell’incontro sulla sicurezza delle scuole (vedi articolo “Sicurezza delle scuole: la Provincia si muove, il Comune resta a guardare”) che si è svolto mercoledì 6 giugno e non ci eravamo sbagliati. Al di là del plauso che meritano la Provincia e il presidente D’Erasmo per aver organizzato un importante momento di confronto con tecnici, studenti, dirigenti scolastici e comitati (era presente il Comitato Scuole Sicure Ascoli), dall’incontro sono emerse alcune importanti novità e alcune notizie di sicuro interesse.
La prima, probabilmente la più importante, arriva dal Comune di Ascoli. A darla è stato l’assessore Massimiliano Brugni (il sindaco Castelli, guarda il caso, non era presente…) che ha annunciato che la prossima settimana dovrebbero essere affidati gli incarichi ai professionisti e dovrebbero partire le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole cittadine di competenza comunale. Finalmente verrebbe da dire, visto che l’avviso per la manifestazione di interesse per l’affidamento dei suddetti incarichi il Comune l’aveva pubblicata esattamente un anno fa, per la precisione il 1 giugno 2017, praticamente contemporaneamente alla Provincia di Ascoli.
Solo che un anno dopo la Provincia ha già effettuato le verifiche in tutte le scuole cittadine di propria competenza, mentre il Comune ancora deve addirittura affidare gli incarichi! Meglio tardi che mai, anche se appare ormai certo che l’amministrazione comunale non riuscirà a rispettare il termine del 31 agosto 2018 entro il quale bisogna aver effettuato quelle verifiche in tutti gli istituti scolastici. Per carità, poco male se davvero il tutto verrà completato con un paio di mesi di ritardo (anche se bisognerebbe chiedersi il perché di una simile lentezza in ogni cosa deve realizzare l’amministrazione comunale).
Ci preme, in ogni caso, sottolineare che il condizionale lo abbiamo utilizzato noi, mentre l’assessore Brugni nel corso del suo intervento ha dato per certo l’affidamento degli incarichi e il conseguente avvio delle verifiche per la prossima settimana. Non si tratta di mancanza di fiducia ma semplicemente di prudenza dettata dall’esperienza, in questi anni di proclami simili da parte dell’amministrazione comunale ne abbiamo sentiti a decine ma raramente, poi, sono stati confermati dai fatti concreti.
Lo stesso assessore, poi, a quasi 2 anni dal terremoto ha ammesso quello che noi abbiamo sempre scritto e che, invece, il sindaco ha sempre tenacemente negato, cioè che le scuole cittadine hanno subito gravi danni dal terremoto stesso. “Con il terremoto le nostre scuole hanno subito diversi problemi, qualcuna addirittura abbiamo dovuto chiuderla” ha affermato Brugni nel corso del suo intervento. Lo sapevamo, lo avevamo sottolineato da sempre e, anche se con estremo ritardo, è assolutamente da apprezzare la sincerità dell’assessore.
L’ammissione del Comune, l’apertura della Provincia
Sicuramente l’avrà apprezzata molto meno il sindaco Castelli che ha sempre sostenuto il contrario e, addirittura, ha più volte raccontato la grottesca “favoletta” che le vere verifiche le scuole cittadine le avevano sostenute e superate brillantemente proprio con le scosse di terremoto. Sempre restando al Comune l’altra notizia importante che è emersa nel corso dell’incontro, sempre grazie all’assessore Brugni, è che la Regione ha approvato il progetto comunale per la nuova rete scolastica che prevede la realizzazione di 5 nuovi plessi scolastici nella nostra città, per oltre 22 milioni di euro.
Ovviamente in questo caso la strada da percorrere è ancora lunga e dovrà passare molto tempo prima che questo importante progetto diventi realtà (ammesso che lo diventi davvero…). In assoluto, però, la notizia più importante e più gradita, almeno a nostro giudizio, riguarda questa nuova collaborazione che sembra si possa instaurare tra le varie parti per una strada ed un impegno comune, almeno per quanto riguarda la Provincia, per avviare un percorso per rendere più sicure le nostre scuole. Lo conferma una nota di commento all’incontro del Comitato Scuole Sicure Ascoli
“Che cosa ci portiamo a casa dall’incontro in provincia? – scrive il Comitato sulla propria pagina facebook – esattamente quello che volevamo: apertura al dialogo da parte della Provincia che già la settimana prossima ci riceverà e apertura da parte dei dirigenti scolastici. Finalmente si collabora! Noi abbiamo grandi progetti da condividere. Aspettiamo che qualcosa si muova anche per i piccoli ascolani: sindaco, materne ed elementari aspettano (ma anche le medie aggiungiamo noi…) in scuole non sicure!”.
Un rapporto diverso, finalmente di collaborazione, che in qualche modo era stato già anticipato dal presidente della Provincia D’Erasmo quando, al termine del suo intervento, dopo aver parlato di quanto è stato fatto e di quanto si farà aveva lanciato l’invito. “Entro fine anno dobbiamo rivederci, è importante vigilare”. D’altra parte, però, si è visto nei fatti e lo ripetiamo da mesi che c’è un approccio e un atteggiamento completamente differente da parte della Provincia, rispetto al Comune, sul tema della sicurezza delle scuole.
La burocrazia, un’improbabile paravento
Come detto i fatti lo dimostrano ampiamente, la Provincia ha già effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica su tutte le scuole cittadine e si appresta ad appaltare i primi lavori di adeguamento/miglioramento, il Comune è ancora fermo. Ma l’ulteriore dimostrazione si è avuta ascoltando i due interventi, quello dell’assessore Brugni e quello del presidente D’Erasmo.
Il primo si è trincerato (in questo caso seguendo il “cattivo” esempio del sindaco Castelli) dietro alla solita giustificazione della lentezza e dei ritardi provocati dalla burocrazia (“molto stiamo facendo ma la burocrazia ci frena, mi auguro che il nuovo governo possa ridurre la burocrazia” ha affermato l’assessore) che però in questa situazione non c’entra assolutamente nulla (i fondi per le verifiche sono stati stanziati, la procedura è stata avviata negli stessi giorni in cui l’ha avviata la Provincia, se un ente ha fatto tutto e l’altro ancora nulla non è certo per colpa della burocrazia) ed è solo un paravento con il quale si vogliono coprire le proprie inequivocabili responsabilità.
Il presidente D’Erasmo, invece, ha invece sottolineato come, nonostante la situazione di predissesto finanziario trovata nel 2015 (deficit di 35 milioni di euro) quando si è insediato, con il conseguente divieto di contrarre mutui, si sia dato da fare per attrarre risorse per le scuole. E di come, dopo il terremoto e dopo aver scoperto che nessuno degli edifici scolastici di competenza provinciale aveva quelle verifiche di vulnerabilità sismica che per legge dovevano essere fatte entro il 2013, non ha atteso i finanziamenti statali e regionali, ma si è impegnato per reperire fondi per avviare le verifiche stesse nelle prime 9 scuole (quelle considerate più a rischio).
A dimostrazione che, se si ha davvero a cuore (come dovrebbe essere) la sicurezza dei nostri ragazzi, non ci sono scuse e non c’è burocrazia che tenga. Da evidenziare, infine, come nel corso del proprio intervento la rappresentante del Comitato Scuole Sicure Ascoli ha sottolineato come “i ragazzi hanno diritto di sapere in che condizioni sono le loro scuole”, chiedendo al presidente D’Erasmo per quale ragione in alcuni casi si parli di “miglioramento sismico (e non adeguamento) che non garantisce la sicurezza”.
La stessa ha poi ricordato l’esempio della nuova scuola di Acquasanta, antisismica e con un’attenzione particolare alla qualità dell’aria, realizzata (in 4 mesi e ad un costo sicuramente non eccessivo) da un’azienda italiana. Temi che sicuramente saranno al centro del confronto che si svolgerà nei prossimi giorni.
Sperando magari che presto anche il Comune possa seguire, sia in termini di interventi che in termini di apertura al confronto, l’esempio della Provincia.