Eventi di richiamo (come i concerti di Sting, Bollani e Bregovich) per il cartellone estivo, per una spesa che si avvicina al mezzo milione di euro. Che si aggiunge a quelli spesi per la mostra su Cola dell’Amatrice, la riapertura del Filarmonici e il festival App
Da Pio e Amedeo a Bollani, Sting (con Shaggy) e Bregovich. Non ci sarebbe quasi bisogno di aggiungere altro per spiegare l’enorme differenza tra la passata e la prossima estate ad Ascoli. Quella 2017 è passata alla storia come una delle estati più “trash” della storia recente del capoluogo piceno, tra il discutibile spettacolo di Pio e Amedeo in una piazza del Popolo semi deserta e la “cafonata pazzesca” della spiaggia, con tanto di sabbia, ombrelloni e sdraie, sempre nella piazza cittadina.
Quegli eventi, probabilmente adeguati a qualche paesotto di campagna, erano invece stati presentati (delibera n. 87 del 19 giugno 2017) come “manifestazioni allo scopo di arricchire il ventaglio di proposte culturali, in modo da valorizzare al meglio il ruolo della città di Ascoli Piceno quale polo culturale di eccellenza”. E l’amministrazione comunale aveva fatto muro di fronte alle inevitabili critiche di chi considerava (e considera) che una città come Ascoli debba pretendere ben altro da un punto di vista di manifestazioni culturali, sia da un punto di vista quantitativo che, soprattutto, qualitativo.
Come al solito di fronte alle proteste e alle critiche il sindaco Castelli (l’assessore alla cultura, la neo parlamentare Giorgia Latini, è sempre stata una presenza impalpabile…) ha provato a trincerarsi dietro al solito discorso dei fondi, della necessità di spendere tanto (cosa che a sua dire il Comune non poteva permettersi…) per avere un cartellone estivo di maggiore qualità. Peccato, però, che poi alla fine, al tirare delle somme, l’investimento a carico del Comune è risultato in linea (oltre 300 mila euro) con quanto si spendeva negli anni passati, con una qualità decisamente maggiore (anche se sempre molto al di sotto rispetto ai principali comuni marchigiani).
luci e ombre del cartellone estivo
Un anno dopo, con l’estate quasi alle porte, fortunatamente qualcosa è cambiato. A partire innanzitutto dal fatto che rispetto al 2017 l’amministrazione comunale è decisamente in anticipo, visto che buona parte del programma, con il relativo impegno di spesa è quasi pronto. E la delibera di indirizzo sul programma degli eventi estivi è stata approvata già da diversi giorni (delibera n. 103 del 18 maggio). Quindi un deciso passo avanti rispetto allo scorso anno quando a fine giugno, quindi ad estate già iniziata, eravamo ancora in alto mare.
Quel che più è positivo, però, è che sicuramente rispetto allo scorso anno il cartellone estivo ascolano si presenta decisamente più appetibile, con già alcuni eventi di assoluto rilievo e di sicuro richiamo (come, appunto, i concerti di Sting, Bregovich e Bollani). Resta ancora una certa distanza con il resto delle Marche (almeno per quanto concerne i comuni più importanti), così come restano alcune perplessità (come ad esempio l’opportunità di continuare a spendere decine di migliaia di euro per una manifestazione come “L’Altra Italia” che ha completamente perso il suo originario spirito ed è diventata semplicemente una sorta di vetrina politico-propagandistica) e i principali nodi da risolvere.
Come, ad esempio, il fatto che Ascoli non riesca ad avere o a pensare ad una manifestazione di prestigio e di richiamo che riesca a caratterizzare e qualificare il proprio cartellone estivo. Tutti i principali comuni marchigiani ce l’hanno: Macerata Musicultura e il Macerata Opera Festival, Ancona il Festival Jazz e il Festival Adriatico-Mediterraneo, Pesaro Il Rossini Opera Festival e il Festival internazionale del cinema, Civitanova il Festival internazionale della danza, Senigallia il Summer Jamboree e il Cateraduno, addirittura Porto Sant’Elpidio il Festival internazionale teatri dei bambini).
Non si riesce a capire per quale ragione Ascoli non sia in grado di pensare a qualcosa di simile, che possa caratterizzare e qualificare l’estate ascolana.
Nel 2018 già investito quasi un milione di euro
Tornando al prossimo cartellone estivo, va detto che rispetto allo scorso anno cresce sensibilmente la spesa per il cartellone stesso che alla fine si avvicinerà quasi al mezzo milione di euro. Va detto che più in generale in questo inizio 2018 sembra esserci una chiara inversione di tendenza e, forse per la prima volta da anni, ci sono stati cospicui investimenti in campo culturale da parte dell’amministrazione comunale.
Che, tra il cartellone estivo ed altri importanti eventi culturali, alla fine in questa prima metà del 2018 complessivamente investe una somma che si avvicina al milione di euro (anche se non tutti sono euro provenienti dalle proprie casse). Perché a quelli del cartellone estivo bisogna aggiungere i quasi 200 mila euro per la mostra su Cola dell’Amatrice e i fondi necessari per la terza edizione di App – Ascoli Piceno Present (il festival multidisciplinare delle arti sceniche che si è svolto nei giorni scorsi) e per gli eventi per la riapertura del Filarmonici.
Tornando al cartellone estivo, nella delibera di indirizzo (103 del 18 maggio) si ripropone la formula e la motivazione dello scorso anno, con l’obiettivo di riproporre gli eventi e le iniziative passate con l’aggiunta di “nuove iniziative con le quali si intende arricchire il ventaglio dell’offerta culturale, valorizzando al meglio il ruolo della città di Ascoli quale polo culturale di eccellenza”.
Nel documento istruttorio allegato alla delibera viene poi indicato il calendario di massima dei principali appuntamenti dell’estate 2018, con i relativi impegni di spesa. Si parte naturalmente dalla Quintana e dalle manifestazioni ad essa collegate (le due giostre, gare arcieri e sbandieratori, campionato nazionale FISB sbandieratori ed iniziative collaterali) finanziate da un apposito capitolo di bilancio (quindi al di fuori dell’investimento previsto per il cartellone estivo).
C’è poi “L’Altra Italia”, con date e programma da definire (comunque si svolgerà a luglio) per una spesa di 60 mila euro. Sempre organizzato dall’Amat torna anche l’appuntamento (luglio e agosto) con Tau – Teatri Uniti, cui il Comune supporta con un contributo di 25 mila euro. La novità rispetto allo scorso anno sono i concerti dal vivo (Bollani il 7 luglio, Sting e Shaggy il 3 agosto e Goran Bregovich il 18 agosto) che all’amministrazione comunale complessivamente costeranno 143 mila euro oltre iva.
Come gli anni passati il 10 agosto ci sarà la notte bianca organizzata dall’associazione Wap (tra gli appuntamenti in programma il concerto dei Dirotta su Cuba) con un contributo di 25 mila euro da parte dell’amministrazione comunale. Ci sono, poi, gli eventi che interessano il polo culturale di Sant’Agostino, Cinema sotto le stelle e le visite guidate al museo (5 mila euro), il progetto di animazione musicale del centro storico (4 mila euro), il Color Festival (2 mila euro) e l’Ascoli Piceno Festival (7.500 euro). Senza dimenticare, ovviamente, il programma di celebrazioni per il santo patrono (Sant’Emidio), con un contributo del Comune di 55 mila euro. Già solamente con queste manifestazioni (e senza considerare la Quintana e le manifestazioni ad essa collegate) siamo sui 350 mila euro.
Considerando la Quintana, qualche altro evento che arricchirà il programma e tutti i costi tecnici, è facile immaginare che si arriverà (se non addirittura supererà) il mezzo milione di euro. Una spesa consistente (anche se in parte sicuramente supportata da qualche sponsor), per qualcuno forse eccessiva. Non per noi che siamo da sempre convinti che gli euro investiti in eventi e manifestazioni culturali non siano mai “sprecati”, anzi.
Programmazione e promozione, queste sconosciute…
Certo, poi ovviamente c’è da capire su quali eventi sia giusto investire e, soprattutto, bisogna anche saper programmare e promuovere in maniera adeguata gli eventi stessi. Come abbiamo già evidenziato, ad esempio, i 60 mila euro per “L’Altra Italia” a nostro avviso potrebbero essere investiti per un evento più qualificante. Per quanto riguarda i concerti dal vivo, invece, è fuori discussione che se si vogliono portare nomi di spicco bisogna spendere qualche euro in più. Però, in riferimento al concerto di Sting, si poteva almeno provare a rendere più accessibili i prezzi (davvero esorbitanti) dei biglietti.
Quanto al problema del saper promuovere determinate iniziative siamo quasi al “dilettanti allo sbaraglio”. In tal senso l’esempio più evidente ed eclatante arriva proprio dalla mostra su Cola dell’Amatrice che, per altro, è giusto ricordare è stata ideata e voluta dalla Regione, nell’ambito del progetto “Mostrare le Marche”, un programma di eventi espositivi volti alla rivitalizzazione dei luoghi colpiti dal terremoto.
Un evento che avrebbe meritato una promozione di ben altro tipo rispetto a quella invece fatta dall’amministrazione comunale. Significativo in proposito che, almeno fino ad ora, per quella che il sindaco aveva definito un’imponente campagna promozionale dell’evento il Comune ha speso 1.500 euro. Praticamente nulla rispetto alle ben più consistenti campagne di promozione che stanno portando avanti le altre località marchigiane. Non deve, quindi stupire, se fino ad ora ha avuto molta più visibilità e si sia parlato molto più sui media (e in particolare sulle riviste e sui siti specializzati) della mostra su Lotto che si svolgerà ad ottobre a palazzo Buonaccorsi a Macerata.
A dimostrazione che, al di là dell’entità degli investimenti, il percorso è ancora molto lungo per arrivare almeno ai livelli degli altri comuni delle Marche.