Sicurezza delle scuole, la lotta contro i mulini a vento


Mentre a Fermo gli studenti scendono in piazza, affiancati dal Comitato Scuole Sicure e con il supporto di Antonio Morello dell’associazione vittime di San Giuliano, segnali scoraggianti arrivano dagli esponenti politici locali e nazionali

Sono anni che ci occupiamo della sicurezza delle scuole, da molto prima del terremoto di agosto 2016. E continueremo a farlo nonostante tutto perché la consideriamo una battaglia di civiltà. Ma, in tutta sincerità, se già eravamo scettici, dopo i fatti di questi ultimi giorni non abbiamo molte speranze che le cose possano cambiare concretamente.

Innanzitutto per la semplice e sconfortante ragione che, al di là della solita vomitevole propaganda politica, della sicurezza delle scuole non frega niente a nessuno o quasi  (al di là di qualche encomiabile e volenteroso comitato). Poi perché mediamente la coscienza civica di questo paese è vicina allo zero, al pari della volontà di impegnarsi concretamente in battaglie civiche (che presuppongono anche la necessità di informarsi seriamente e correttamente). Infine perché la maggioranza dei nostri politici e dei nostri amministratori sono assolutamente incompetenti, in generale su tutto ciò che compete un’amministrazione pubblica e ancor più in questo specifico settore, e si ad affrontare problemi complessi senza averne la capacità.

Scuola a posto, soffitto crollato: il “mistero” del Montani

Le vicende di questi giorni dell’Istituto tecnico Montani di Fermo, dove solo per una fortuita coincidenza non si è verificata una tragedia  (il soffitto di un ‘aula è crollato intorno alle 7 del mattino, quando ancora non erano arrivati studenti e insegnanti) ne sono la più emblematica ed eclatante dimostrazione. La scuola è sicura, niente infiltrazioni, nessun problema con il terremoto (era stata anche dichiarata agibile…) hanno assicurato il dirigente provinciale e il presidente della Provincia Canigola. In altre parole, “l’operazione è riuscita ma il paziente è morto”.

Se ci fosse ancora, sarebbe il caso di chiamare la troupe del programma di Mediaset (condotto da Enrico Ruggeri) “Mistero”. Perché quello del Montani, almeno ad ascoltare dirigente e presidente, sarebbe a tutto gli effetti uno dei casi più misteriosi della storia italiana degli ultimi decenni, l’incredibile caso di una scuola a posto in cui, probabilmente per cause sovrannaturali, crolla il soffitto di un’aula! Ironia (amara) a parte, in qualsiasi paese normale, dopo simili dichiarazioni, con delicatezza e senza troppe polemiche, ma con assoluta decisione, presidente e dirigente sarebbero stati convinti a fare altro, a non occuparsi più di cose così complesse che faticano a comprendere.

Invece queste assurdità (perché non ci sono altri modi per definire simili dichiarazioni) sono quasi scivolate via nell’indifferenza, come se davvero fosse normale che la scuola è così a posto e così sicura… che crolla un soffitto! Inutilmente abbiamo provato a chiedere spiegazioni alla presidente Canigola, inutilmente abbiamo chiesto di sapere se sono mai state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica su quell’edificio scolastico e, nel caso, quale fosse il risultato che ne è scaturito. Silenzio assoluto, probabilmente non per la volontà di tenere nascosto chissà cosa ma quanto perché è facile immaginare che la Canigola non abbia neppure la più pallida idea di cosa siano le suddette verifiche.

A Fermo come ad Ascoli, niente verifiche di vulnerabilità sismica

A fare luce sulla situazione delle scuole di competenza della Provincia, però, ci ha pensato il commissario provinciale di Fermo della Lega, Mauro Lucentini, con una nota nella quale innanzitutto ci tiene a sottolineare (excutatio non petita…) di non voler  “fare nessun tipo di sciacallaggio politico sulla vicenda, bensì apportare un contributo positivo alla vicenda”. Lucentini rende noto che il consigliere provinciale della Lega Famiglini nel dicembre scorso aveva presentato un’interrogazione al presidente della Provincia proprio in merito agli indici di vulnerabilità. “Terrificante” la   tempestiva risposta della Provincia, firmata dallo stesso dirigente provinciale di cui sopra: nessuna scuola ha gli indici di vulnerabilità sismica, ad eccezione del Liceo Scientifico il cui valore, però, è molto al di sotto (0,438) della soglia di sicurezza (1).

Come se non bastasse, nella risposta il dirigente sottolinea anche che “le verifiche di vulnerabilità sismica non sono richieste per gli edifici costruiti successivamente al 1984”. Dimenticando, però, ciò che è stato stabilito (con decreto poi convertito in legge) nel post terremoto (cioè che entro agosto 2018 quelle verifiche devono obbligatoriamente essere effettuate). C’è poco da aggiungere sulla confusione che regna sovrana, almeno su questo tema, nella Provincia di Fermo.

Molto ancora, invece, c’è da dire sul comportamento stesso della Lega. Partendo, innanzitutto, dal fatto che è lecito chiedersi perché, dopo la risposta a quell’interrogazione ottenuta 6 mesi fa, ha aspettato fino ad ora, guarda il caso dopo il crollo del soffitto di quell’aula, per muoversi. Perché così sorge il fondato sospetto che sia più la speculazione politica, piuttosto che il reale interesse per la sicurezza delle scuole, a muovere la Lega.

Sospetto inevitabilmente rafforzato da alcune considerazioni. Innanzitutto dal fatto che, solo a pochi chilometri di distanza (Ascoli), quella stessa Lega che giustamente contesta l’operato della Provincia di Fermo sulle scuole fa parte di un’amministrazione comunale che si comporta allo stesso modo, se non addirittura peggio. Perché lì dove può concretamente incidere non si comporta coerentemente di conseguenza? Perché, se davvero ha a cuore la sicurezza delle scuole e dei ragazzi, non promuovere iniziative forti e concrete anche ad Ascoli, dove l’amministrazione comunale non ha ancora avviato le verifiche di vulnerabilità sismica in nessun edificio scolastico?

Dal Miur 145 milioni di euro per le verifiche

Nel proseguo del suo lunghissimo intervento Lucentini si lancia poi in una serie di accuse, ripetendo la solita storia del governo che negli anni ha tolto fondi agli enti locali e tutta la solita solfa propagandistica tipica di queste situazioni. Si tolgono responsabilità sugli amministratori locali, per scaricarle dove politicamente fa più comodo. Dimenticando (per ignoranzao per biechi fini politici) che in realtà i fondi ci sono, stanziati dopo il terremoto proprio per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica. Basta andare sul sito del Miur per trovare un primo avviso pubblico per lo stanziamento di 145 milioni di euro in proposito destinati agli enti che si trovano nelle zone 1 e 2 (alto rischio sismico), con per altro priorità per quelli che fanno parte delle 4 regioni (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) colpite dall’ultimo terremoto.

Gli enti locali proprietari di uno o più edifici scolastici di ogni ordine e grado, che si trovano nelle zone sismiche 1 e 2 e censiti nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica – si legge nel sito del Miur – possono richiedere il finanziamento per le verifiche di vulnerabilità sismica e, qualora fosse necessario, per le progettazioni di eventuali interventi di adeguamento antisismico”.

I soldi per fare le verifiche di vulnerabilità sismica per la Provincia di Fermo, così come per il Comune di Ascoli e per tutti gli altri comuni marchigiani, ci sono (e, per altro, la Provincia di Ascoli non ha neppure aspettato il bando del Miur, li ha effettuate prima, a dimostrazione che è solo un problema di priorità), basta volerle fare. E l’attenzione, quindi, non va spostata altrove ma sugli amministratori locali che non hanno scuse e giustificazioni. Senza troppi giri di parole, però, sulla base dei fatti è sempre più difficile credere che interessi davvero la sicurezza e non la solita strumentalizzazione politica.

Lo è ancora più dopo aver letto la bozza definitiva di contratto del nascituro governo Lega e Movimento 5 Stelle, due dei partiti che maggiormente in questi difficili mesi del post terremoto hanno cavalcato la sacrosanta battaglia per la sicurezza delle scuole. Argomento a cui, nel contratto stesso, non viene dedicata neppure mezza riga, una parola. Certo, non si può dare un giudizio definitivo sulla semplice base del contratto, senza valutare poi l’azione concreta dell’eventuale governo. Ma il segnale che arriva è a dir poco sconfortante.

Anche per questo non possiamo che essere vicini e manifestare il nostro più totale apprezzamento a quei ragazzi, appartenenti alle varie associazioni studentesche, che questa mattina stanno manifestando proprio a Fermo. E insieme a loro quelle associazioni, come il Comitato Nazionale Scuole Sicure, che da mesi sta portando avanti questa battaglia di civiltà. In loro supporto è arrivato anche Antonio Morelli, presidente dell’associazione che riunisce i familiari delle vittime di San Giuliano di Puglia.

In quella tragedia, nel crollo della scuola, Morelli ha perso la figlia di appena 7 anni. La sua commovente testimonianza, il dramma di quella comunità, purtroppo non sembra aver insegnato nulla. Naturalmente speriamo vivamente di sbagliarci, ma non riusciamo ad essere ottimisti…

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