Farsa strutture scolastiche temporanee, non c’è due senza tre!


Con determina n. 1015 del 4 aprile è stata avviata la terza procedura di dialogo competitivo finalizzata alla ricerca di edifici da destinare a strutture scolastiche temporanee. La prima era stata annullata per l’intervento dell’Anac, la seconda per una presunta “fuga di notizie”

Non c’è due senza tre. Il primo non è andato bene, il secondo neppure, si prova ora con il terzo. Assume connotati sempre più sconcertanti il tormentone relativo alla ricerca delle sedi scolastiche temporanee, con la “geniale” intuizione dell’amministrazione comunale di ricorrere alla procedura di dialogo competitivo che rischia di trasformarsi (se non lo è già…) in una farsa senza precedenti.

Il 4 aprile scorso, con determine n. 1011 e 1015, il Comune di Ascoli ha avviato per la terza volta la procedura di dialogo competitivo “finalizzata all’individuazione di edifici da destinare all’insediamento di strutture scolastiche temporanee per la gestione della fase di ricostruzione/adeguamento degli edifici scolastici comunali danneggiati dagli eventi sismici”. Considerando che a febbraio era già stato annunciato con la solita enfasi l’avvio della nuova procedura di dialogo competitivo, comprensibili, anzi assolutamente giustificati, lo stupore e la perplessità che la notizia ha provocato. Anche perché, come al solito, sindaco e assessori sono sempre pronti a fare annunci e proclami. Poi, però, quando qualcosa va storto (cosa che accade con sempre maggiore frequenza) preferiscono “scappare”, far finta di nulla, non si degnano mai di dare spiegazioni serie e concrete ai cittadini.

Così è accaduto anche in questo caso (come nel primo tentativo andato male…), mentre si attendevano notizie sull’esito della procedura avviata il 22 febbraio (con scadenza il 13 marzo), all’improvviso nei giorni scorsi sull’albo pretorio on line sono state pubblicate quelle determine che, appunto, danno il via ad una nuova procedura (la terza) di dialogo competitivo. Scorrendo l’elenco degli atti amministrativi, però, ecco svelato il mistero. C’è, infatti, una terza determina (la 1010 sempre del 4 aprile) con la quale è stata annullata in autotutela la procedura avviata il 22 febbraio precedente. Ed è la stessa determina 1010 che ci spiega cosa è accaduto.

A seguito del termine previsto per la presentazione della candidatura – si legge nell’atto – è stato reso pubblico a mezzo stampa l’esito della fase di prequalifica della procedura in oggetto. Ai sensi dell’art 53 comma 2 lett b) del Codice è fatto divieto rendere pubblico, nelle procedure ristrette e negoziate, l’elenco di soggetti che hanno fatto richiesta di invito o che hanno manifestato il loro interesse fino alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte medesime”. Tradotto in maniera semplice, secondo l’amministrazione comunale qualche quotidiano locale ha pubblicato la notizia che svela chi avrebbe avanzato la propria candidatura, costringendo così il Comune ad annullare tutta la procedura in base a quanto previsto dall’articolo del Codice citato.

Ora davvero non manca più niente, oltre la farsa c’è il giallo, con il mistero su chi avrebbe svelato e passato al quotidiano in questione l’informazione che, invece, doveva rimanere riservata. In realtà tutta la vicenda è ancora più paradossale e surreale di quanto sembra e la ricerca delle cosiddette strutture scolastiche temporanee sta assumendo i connotati di una sconcertante farsa senza precedenti. Che in realtà ha origini lontane e si trascina ormai da quasi 7 anni. Dalle settimane successive alle violente scosse di terremoto dell’agosto e poi dell’ottobre 2016, quando c’era la possibilità di ottenere i fondi per le strutture scolastiche temporanee per quelle scuole che avevano subito danni da quella sequenza sismica.

Opportunità gettata al vento dall’allora sindaco Guido Castelli che, contro ogni evidenza, per motivi inspiegabili ha voluto far passare il messaggio che le scuole non avevano subito danni. In realtà poi i fatti hanno dimostrato il contrario, visto che ben 2 scuole sono state chiuse e dichiarate definitivamente inagibili, mentre gli altri edifici scolastici hanno riportato danni per milioni di euro. Volata via quella grande opportunità, come è noto si è poi perso ulteriore tempo con l’improponibile project financing. La presunta svolta nella primavera 2019, quando l’allora candidato sindaco Marco Fioravanti le aveva indicate come una priorità della sua futura amministrazione, con quel “mi impegno ad utilizzare gli oltre 30 milioni per l’edilizia scolastica post sisma per mettere subito al sicuro i bambini e la loro crescita attraverso sedi pubbliche temporanee e protette” scritto nel programma elettorale. Ed è di tutta evidenza che, se dopo quasi 4 anni dal suo insediamento siamo ancora a questo punto, quell’impegno è stato completamente disatteso.

Tra annunci, promesse, avvisi prima indetti e poi puntualmente ritirati (o annullati perché nessuno aveva risposto) in questi anni si è assistito ad uno stucchevole e desolante teatrino. Poi, dopo che in Consiglio comunale il sindaco Fioravanti aveva dichiarato che si stavano trovando e cercando soluzioni interne alle scuole stesse, e quindi non ci sarebbe stato bisogno di cercare strutture per adibirle a sedi scolastiche temporanee, l’improbabile colpo genio. Con determina n. 3881 del 23 novembre 2022 veniva indetta la singolare procedura di dialogo competitivo finalizzata alla ricerca di edifici da adibire a sedi scolastiche temporanee in vista dei lavori di adeguamento e di ricostruzione delle scuole Malaspina, Don Bosco, San Filippo e Massimo d’Azeglio (il cui intervento, in realtà, secondo il cronoprogramma non inizierà prima del 2025), con un impegno di spesa previsto di 4,5 milioni di euro e scadenza fissata per il 13 dicembre successivo.

Come ormai è tradizione di questa amministrazione, però, quella data è passata senza che nulla accadesse e senza che nessuno spiegasse cosa stesse accadendo. Qualche giorno dopo è venuta a galla la clamorosa “magagna”, la richiesta di chiarimenti dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e la conseguente inevitabile decisione di sospendere la procedura. Nella conferenza stampa di fine anno il sindaco aveva assicurato che ad inizio dell’anno nuovo la procedura si sarebbe sbloccata. Poi, ancora una volta, è sceso il silenzio, fino al 22 febbraio scorso quando, con determina n. 544 è stata indetta una nuova procedura di dialogo competitivo (con l’impegno di spesa che è sceso a 3,9 milioni di euro).

Quella stessa determina svelava anche che, dopo l’intervento dell’Anac, il successivo 5 dicembre con determina n.4066 la precedente procedura era stata annullata. Questo significa che nella conferenza stampa di fine anno il sindaco Fioravanti ha detto una clamorosa balla oppure non era informato di ciò che avviene nel Comune che dovrebbe guidare. In ogni caso la scadenza della nuova procedura veniva fissata al 13 marzo 2023. Due giorni dopo quella data (il 15 marzo) un quotidiano locale pubblicava la notizia secondo cui l’unica proposta arrivata era quella di Faraotti relativa all’immobile ex Banca d’Italia. Dal Comune non è arrivata alcuna notizia, alcuna spiegazione fino ai giorni scorsi, con la pubblicazione sull’albo pretorio di quelle determine, quella dell’annullamento in autotutela e quella dell’indizione della nuova procedura. Che, tanto per cambiare, sollevano enormi perplessità.

A partire dal fatto che, come abbiamo visto, la presunta “fuga di notizie” è del 15 marzo, cioè 2 giorni dopo la scadenza del termine per la presentazione delle offerte, quindi il riferimento all’art 53 comma 2 lett b) del Codice per giustificare l’annullamento appare del tutto fuori luogo. Anche per la nuova procedura la previsione di spesa è 3,9 milioni di euro.

Ma nella determina n. 1015 si legge che “tale valore deve considerarsi quale massimo possibile, ma a seguito della fase del dialogo e della definizione delle prestazioni progettuali da realizzarsi per soddisfare le finalità di cui all’oggetto, il Comune si riserva il diritto di modificare tale importo”. La scadenza fissata per la presentare le proposte scadeva giovedì 20 aprile e ovviamente al momento non si sa nulla se e quante candidature sono arrivate. L’unica certezza è che sicuramente, ammesso che non venga annullata anche questa procedura (visto che non c’è due senza tre…) e naturalmente ammesso che ci siano delle proposte, non sarà una cosa una breve, visto che la stessa determina n. 1015 spiega che la procedura di dialogo competitivo è articolata in tre fasi: la prima di prequalifica (individuazione dei candidati), la seconda di dialogo, la terza di competizione vera e propria (con richiesta e valutazione delle offerte finali).

Non resta che attendere ancora, anche se dopo quasi 7 anni sembra a dir poco paradossale parlare ancora di attendere…

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