La 15enne Larissa Iapichino, celebrata dai media per aver più volte ritoccato in pochi giorni il record di salto in lungo, oggetto di commenti e insulti razzisti per il colore della sua pelle. E a Filottrano, durante una partita di terza categoria, insultati e aggrediti due calciatori di colore
Larissa Iapichino ha 15 anni ed è considerata una promessa dell’atletica leggera italiana. Sow Ndiaga di anni ne ha 20 e lo sport agonistico lo pratica a livelli più bassi, gioca nel campionato di terza categoria della provincia di Ancona.
Larissa e Sow non hanno molto in comune, se non il fatto di avere la pelle nera (come direbbe quel gran “genio” di Fontana non sono di razza bianca…) e di essere stati vittime negli ultimi giorni della forma peggiore di ignoranza che purtroppo germoglia sempre più nel nostro paese e che si manifesta sotto forma del più bieco e vomitevole razzismo. Ci sarebbe da aggiungere che Larissa in realtà, come si capisce perfettamente dal cognome, sarebbe anche italiana al 100%, nata da genitori italiani e cresciuta in Italia. Ma questo sinceramente, almeno per noi, è un particolare che non ha quasi per nulla rilevanza in questa brutta vicenda. Anzi, semmai serve solo ad evidenziare quanto profonda e irreversibile sia l’ignoranza e la pochezza mentale di certi soggetti.
Quanto è accaduto a Sow nel fine settimana a Filottrano purtroppo è altamente emblematico e fotografa perfettamente lo squallore di determinate situazione. Il 20enne senegalese gioca con l’Europa Calcio Costabianca di Loreto che, nel fine settimana scorsa, era impegnata sul campo dell’Atletico 2008 di Filottrano. Oltre a Sow nella formazione di Loreto gioca un altro senegalese, Kane Matar di 26 anni.
A Filottrano i due sono stati oggetto per tutta la partita di insulti a sfondo razziale non solo dal pubblico sugli spalti (come se si dovesse considerare normale, quasi come semplice routine, che i tifosi debbano insultare in quel modo due ragazzi di colore…) ma anche dagli avversari sul campo e dai dirigenti della squadra di casa in panchina.
“Vogliamo portare a conoscenza i fatti verificatisi durante e dopo la partita – si legge nella Pec inviata alla Figc dalla società di Loreto – tralasciando le ripetute scorrettezze in campo vogliamo porre l’attenzione sui continui insulti a sfondo razziale nei confronti di due nostri giocatori di colore da parte di alcuni giocatori e dirigenti avversari e sull’aggressione fisica a fine partita nei confronti del nostro allenatore. Riteniamo questi fatti molto gravi e lesivi dell’immagine del nostro sport”.
A differenza di Kane, che ha subito in silenzio gli insulti, Sow ha avuto “l’impudenza” di reagire, ha risposto verbalmente agli insulti degli avversari a cui, però, poi è andato a chiedere scusa per la reazione. E secondo quanto riferito dal suo allenatore sarebbe stato addirittura picchiato e minacciato. D’altra parte cosa doveva aspettarsi, come si è permesso di reagire, avrebbe dovuto continuare a subire in silenzio le offese e le ingiurie… L’allenatore, a quel punto, è ovviamente corso in difesa del suo giocatore (e lo ha tolto anche dal campo per evitare guai peggiori), finendo per essere aggredito verbalmente e minacciato dalla panchina avversaria.
Chissà, nella mentalità ottusa di chi si comporta in questa maniera è inevitabile trattare in quel modo un uomo di “razza bianca” che si abbassa a difendere e prendere le parti di un ragazzo di colore. Deprimente, ancora più lo è che, almeno fino ad ora, nessuno dalle parti di Filottrano si sia sentito quanto meno in dovere di chiedere scusa per quanto accaduto. “Non vogliamo penalizzare la squadra avversaria – scrivono i dirigenti della società di Loreto – ma pretendiamo che nel 2018 certe cose non succedano più”. Una pretesa ambiziosa ma purtroppo improponibile in un paese in cui ancora per molte persone il colore della pelle è importante, anzi fondamentale.
Lo ha scoperto anche Larissa Iapichino, 15enne promessa dello sport italiano e futura stella del salto in lungo. Larissa è la figlia di due ex atleti, Gianni Iapichino (astista toscano) e Fiona May, campionessa di salto in lungo. Fiona e Gianni si sono conosciuti sulle piste di atletica, lei inglese (nata da genitori giamaicani) in seguito al matrimonio con Gianni è divenuta italiana. Non c’entra nulla (ammesso che possa contare qualcosa) lo ius soli, non c’entra nulla l’immigrazione, Fiona May era cittadina inglese che, come prevede la legge, con il matrimonio è stata naturalizzata. Con la maglia e con la bandiera tricolore negli anni ’90 ha vinto numerose medaglie, due argenti olimpici, due ori mondiali. A Goteborg e ad Emonton, quando ha conquistato i titoli mondiali, è salita sul podio con la bandiera tricolore, si è commossa e ha cantato l’inno italiano.
All’epoca (e questo è oltre modo significativo e dovrebbe far riflettere) i suoi successi, le sue medaglie sono state giustamente celebrate da tutti i media e gli sportivi italiani, senza se e senza ma. Larissa ha il colore della pelle della madre, è italiana al 100% ed è nata e cresciuta in Italia. Tutti questi particolari non hanno e non dovrebbero avere alcuna importanza, li ricordiamo solo a beneficio di quei trogloditi (ammesso che qualcuno di loro ci legga) di cui sopra.
Nelle ultime settimane di Larissa si è parlato perché sembra destinata a ripercorrere la strada della madre (che detiene ancora il record italiano con 7,11 mt), anzi ha le potenzialità per ottenere addirittura risultati migliori. La 15enne, nello spazio di pochi giorni, ha ritoccato il record italiano juniores portandolo prima a 6,12 poi addirittura a 6,36 mt, una misura che già la proietta molto in alto. Inevitabilmente i giornali, non solo quelli sportivi, hanno parlato di lei, hanno raccontato le sue gesta. E, purtroppo, altrettanto inevitabilmente sui social si è scatenata la pattuglia di ignoranti trogloditi razzisti che mal sopporta che si celebrino le imprese di una giovane atleta italiana che ha il “grave difetto” di avere la pelle scura. In un crescendo di idiozia e di ignoranza si è partiti dal vedere chissà quale speculazione da parte di alcuni giornali dietro le celebrazioni delle gesta di Larissa, per poi passare a veri e propri commenti e insulti razzisti.
Ne riportiamo alcuni, omettendo ed evitando di citare i peggiori, solo per dare l’idea del livello di ignoranza e di idiozia di certi soggetti. “La notizia è bella ma è rovinata dallo sciacallaggio dei giornali che la sfruttano per fare la propaganda neoliberista alla libera circolazione delle persone e al criminale meticciato scalfariano”. “Italiano solo sulla carta, ma non basta. Siamo in tanti e saremo sempre di più a pensarla così”. “Non è questione di aver vinto delle gare. Vi ricordo che la natura ha donato al popolo italiano uno specifico colore della pelle. Non basta che questa donna si dichiari italiana. Il problema è che la sua discendenza non lo è e non lo sarà mai. Non è razzismo, è rispettare le leggi della natura”.
Il problema, verrebbe da dire, è che la natura ha donato a tutti un cervello ma poi far funzionare i pochi neuroni presenti è ben altra cosa. E’ fuor di dubbio che alla base di simili atteggiamenti ci sia una profonda e irreversibile ignoranza. Ma è altrettanto innegabile e sarebbe da ipocriti non sottolinearlo che tutto ciò è anche il frutto di anni di veleno razzista iniettato quotidianamente attraverso i mezzi di informazione da un manipolo di populisti che sfruttano l’ignoranza, la debolezza e la paura di una larga fascia di popolazione. Con la sconfortante conseguenza che persino una ragazza di 15 anni, italiana a tutti gli effetti, finisca per essere vittima di questa atroce campagna esclusivamente per il colore della sua pelle.