L’obiettivo è quello di ottenere il finanziamento a fondo perduto nell’ambito del programma “Sport e periferie” che verrà gestito dal Coni. Ma i criteri per la valutazione delle proposte presentati rischiano di penalizzare il progetto del Comune di Ascoli
Nell’infuocato dibattito di fine 2017 sulla condizione dello sport cittadino e degli impianti sportivi della città, oltre a tutta la vicenda legata alla piscina comunale, al centro della discussione sono finiti impianti come il pattinodromo del Pennile di Sotto e il velodromo di Monticelli che da tempo necessitano di un radicale intervento di sistemazione e riqualificazione.
In particolare il pattinodromo, che solamente 5 anni fa ha ospitato i mondiali di pattinaggio (con quella straordinaria e suggestiva cerimonia di inaugurazione che si svolse in piazza del Popolo), ormai da tempo versa in uno stato di totale abbandono e, ovviamente, è assolutamente inutilizzabile. Per questo è stata accolta con estremo piacere la notizia, data dal sindaco a cavallo tra Natale e Capodanno, dell’approvazione del progetto di riqualificazione dell’impianto in questione che prevede un investimento quasi di un milione e mezzo di euro (1.472.000 euro per l’esattezza). Il progetto, sempre secondo le parole del primo cittadino, prevede anche la realizzazione di un anello aggiuntivo in modo da “trasferire in questa zona le attività in essere al velodromo di Monticelli”.
“Il progetto – aggiunge il primo cittadino – è stato depositato al ministero per l’ottenimento di un contributo a fondo perduto di pari importo all’interno del programma “Sport e periferie” di competenza della presidenza del Consiglio e del Coni”. In effetti martedì 2 gennaio sull’albo pretorio on line del Comune di Ascoli è stata pubblicata la delibera in questione, la n. 252 del 15 dicembre (“Approvazione progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo all’intervento di riqualificazione del pattinodromo comunale sito in località Pennile di Sotto ed ampliamento per la realizzazione di Velodromo”).
Però analizzando nel dettaglio e approfondendo con attenzione il contenuto della delibera si scopre che, nella migliore delle ipotesi, per il progetto di riqualificazione del pattinodromo il percorso è a dir poco ad ostacoli e il suo finanziamento è tutt’altro che scontato. Anzi, a giudicare da quanto è riportato nell’atto comunale c’è più di qualche dubbio. Infatti nel documento istruttorio allegato alla delibera relativamente al fondo “Sport e periferie” si legge che “è in fase di perfezionamento il Decreto ministeriale che rifinanzia il Fondo con i primi 15 milioni di euro” e che la gestione del fondo verrà successivamente trasferita al Coni. Sarà, quindi, il Coni stesso a gestirlo e a stabilire a chi concedere o meno i finanziamenti.
“In tale prospettiva – si legge ancora nel documento istruttorio – è stata pubblicata in modo permanente sul sito del Coni una comunicazione relativa alle modalità di presentazione delle proposte”. Siamo andati, quindi, a verificare sul sito del Coni cosa in concreto prevede quella comunicazione e ciò che abbiamo scoperto non è per niente positivo per quanto riguarda il pattinodromo.
Va, infatti, sottolineato preliminarmente che quella comunicazione è dell’8 novembre scorso e stabilisce che le proposte di intervento (e di finanziamento) devono essere inviate dal 15 novembre ed entro il 15 dicembre, cioè il giorno in cui è stata approvata la delibera del Comune di Ascoli. Che, si spera, abbia celermente trasmesso (subito dopo la sua approvazione) il progetto al Coni, pena l’impossibilità per lo stesso di accogliere il progetto ascolano (“non saranno prese in considerazione le proposte di intervento pervenute oltre tale termine”).
“Resta inteso – si legge ancora nella comunicazione – che la ricezione delle proposte non comportano per il Coni alcun obbligo o impegno nei confronti dei soggetti interessati di dar corso all’intervento proposto, né per questi ultimi alcun diritto a qualsivoglia prestazione da parte del Coni”. Quindi non c’è alcuna certezza per il progetto del Comune di Ascoli (così come per tutti gli altri progetti che sono stati presentati) e in ogni caso, nella migliore delle ipotesi, i tempi per tutto l’iter sono lunghissimi. Il Coni, infatti, sottolinea che è innanzitutto fondamentale che le risorse del fondo sia effettivamente erogate, cosa probabile ma ancora neppure certa. Poi la commissione costituita dal Coni stesso dovrà analizzare i progetti stessi e, successivamente, presentare il nuovo piano pluriennale 2018-2020 che, poi, dovrà essere approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
Una volta ottenuta questa necessaria approvazione, si procederà alla sottoscrizione di appositi accordi con i soggetti destinatari del finanziamento. Un iter interminabile, quindi, e, se mai il progetto del pattinodromo dovesse essere tra quelli scelti e finanziabili, ben che vada l’intervento inizierebbe tra un paio di anni. In altre parole la struttura resterà impraticabile per molto tempo ancora. Ma c’è di peggio. Ovviamente è praticamente certo che saranno numerosi i progetti che verranno presentati e, di conseguenza, non tutti potranno essere finanziati. In tal senso il Coni nella comunicazione dell’8 novembre specifica anche quale dovrebbe essere il contenuto delle proposte che andavano inviate entro il 15 dicembre scorso.
E, tra le innumerevoli indicazioni fornite, per quanto concerne la documentazione progettuale da allegare vengono indicati “progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo, progetto esecutivo”, sottolineando poi che è opportuno “allegare il livello più avanzato della progettazione esistente con relativa documentazione attestante l’approvazione del progetto da parte dell’amministrazione competente”. Non solo, evidenziando l’esiguità dei fondi a disposizione (ovviamente non sufficienti per accogliere tutti i progetti) che inevitabilmente determinerà una selezione (con la conseguente esclusione di diversi progetti), il Coni spiega come uno dei criteri per la selezione sarà proprio la fase di avanzamento del progetto stesso.
“Si suggerisce pertanto – si legge ancora nella comunicazione dell’8 novembre – che la proposta di intervento sia riferita ad un livello progettuale il più avanzato possibile. Sarà particolarmente considerato il progetto esecutivo validato e approvato dall’amministrazione competente”. E questo è un problema non di poco conto per l’intervento di riqualificazione del pattinodromo visto che quello approvato con delibera n. 252 e inviato (almeno si spera…) al Coni è solamente il progetto di fattibilità tecnica ed economica, cioè la fase meno avanzata della progettazione (dopo del progetto di fattibilità deve essere approvato il progetto definitivo ed esecutivo).
Siamo decisamente indietro rispetto ad altri progetti che sono stati presentati e questo significa, se bisogna tener fede a quanto sostenuto dal Coni stesso, che quello del Comune di Ascoli potrebbe avere minori possibilità di essere accolto e finanziato. Naturalmente non possiamo che augurarci di essere smentiti, che magari per una volta il tipico modo di fare del nostro paese, dove norme e regole non valgono per tutti e non vengono sempre applicate in maniera pedissequa, finisca per favorire il capoluogo piceno.
Però, alla luce dei fatti, forse sarebbe opportuno iniziare anche a pensare strade alternative per finanziare un intervento assolutamente necessario e non più rimandabile.