Due giorni dopo l’annuncio della Regione dell’ennesima penalizzazione per la sanità picena il sindaco Castelli e l’onorevole Agostini “litigano” su quanto fatto dall’ex presidente della Regione Spacca in campo sanitario invece di preoccuparsi delle necessità del territorio
Con la lentezza tipica dei tempi di reazione di una città messicana, oltre 48 ore la diffusione della notizia arrivano le reazioni dei politici e degli amministratori ascolani alla vicenda relativa alla redistribuzione di 140 posti letto tra le Aree Vaste delle Marche. Lunedì scorso la giunta regionale ha approvato la relativa delibera, con conseguente comunicato stampa che rendeva nota la suddivisione di quei 140 posti letto e sanciva l’esclusione di una sola Area Vasta, quella di Ascoli e San Benedetto.
Una nuova incomprensibile penalizzazione per la sanità del nostro territorio evidenziata in maniera inequivocabile dal nostro articolo “Beffa sanità, più posti letto per tutti… tranne che per Ascoli” ma contro la quale, tanto per cambiare, nessuno ha alzato la voce. Per oltre 48 ore l’unica voce di protesta che si è levata nei confronti di un provvedimento che è davvero incomprensibile è stata la nostra. Poi, finalmente, nel pomeriggio di mercoledì 29 novembre anche alcuni dei nostri politici e amministratori (la maggior parte è ancora in un letargo che dura da una vita…) si sono accorti di quanto è accaduto. Quel che è peggio, però, è che invece di andare al cuore del problema, di cercare di capire cosa sta accadendo, le ragioni di quella che appare l’ennesima penalizzazione e, magari, fare fronte comune per provare a far valere i diritti del nostro territorio, i nostri politici e amministratori non trovano di meglio da fare che litigare, per giunta divagando su altre questioni.
A dare il via al solito deprimente teatrino ci ha pensato il sindaco Castelli con un comunicato stampa (“Meno posti letto nel sud delle Marche. Spacca ha lasciato il tesoretto, Ceriscioli solo macerie e ritardi”) che, in realtà, della vicenda dei posti letto se ne occupa solo a margine, per lasciare spazio ad un imprevisto ed incomprensibile elogio dell’ex presidente della Regione (come a voler far credere che fino al 2015 la sanità picena funzionava alla perfezione…), naturalmente per poi attaccare pesantemente l’attuale presidente Ceriscioli.
“L’intelligenza politica di Gian Mario Spacca aveva prodotto, nel campo sanitario, virtuosità economiche per circa 200 milioni di euro – scrive Castelli – Ceriscioli, al contrario, in questi due anni, non solo non ha prodotto virtuosismi ma – imponendo alla sanità regionale una “trazione lentissima” – si dimostra incapace anche solo di utilizzare la dote ricevuta da Spacca. Manca una visione : i nuovi ospedali sono all’anno zero, il personale reclama invano le risorse necessarie al delicato lavoro svolto ogni giorno a fianco dei pazienti, l’offerta di salute si contrae nonostante fondi ricevuti per effetto delle virtuosità degli anni precedenti. La trazione è così lenta che – nonostante il piano sanitario di Spacca sia scaduto da due anni – non si vede all’orizzonte neppure una bozza che parli di quale sia l’indirizzo politico che Ceriscioli vuole dare alla sanità delle Marche.
Si va avanti a colpi di delibere e di determine dirigenziali che, tuttavia, sono prive (e non potrebbe che essere così ) di respiro strategico. In questa contesto spiaggiato leggiamo dell’ennesimo schiaffo dato da Ceriscioli al territorio piceno- nonostante una vice Presidente ascolana – nella distribuzione dei posti letto. Come acutamente rilevato dal sindacato e segnatamente da Giorgio Cipollini della CISL, siamo di fronte ad un algoritmo impazzito che, però alla fine, penalizza sempre gli stessi marchigiani: quelli che risiedono lungo il Tronto. Ormai è chiaro: l’eredità che Ceriscioli lascerà in dote alla prossima regione non sarà milionaria come quella ricevuta dal suo predecessore ma sarà solo un cumulo di ritardi, macerie e di carenze di idee”.
In questo caso immediata e non meno pungente la replica del Pd locale, con una nota firmata dall’onorevole Agostini e il capogruppo comunale Ameli, nella quale si accusa il sindaco Castelli di essere sempre in “una lunga ed estenuante campagna elettorale”, ricordando i guasti prodotti da Spacca (sostenuto, però, dal Pd stesso) alla sanità ascolana e gli importanti interventi effettuati in questi anni da Ceriscioli.
“Dove era Castelli quando in base al decreto Balduzzi, Spacca tagliava oltre 40 posti letto nel Piceno mettendoci sotto la soglia regionale ora riconquistata? – si legge nella nota – Dove era Castelli quando il governo Spacca privava l’ospedale Mazzoni di Ascoli di ben 10 primari? Dove era Castelli quando il governo Spacca chiudeva il reparto di malattie infettive, quello di neuropsichiatria infantile, quello di radioterapia e… vogliamo continuare!? Dove era Castelli quando per 5 estati venivano accorpati numerosi reparti facendoli diventare “reparti pollaio” con scarsità di personale? Ora in questi 2 anni e mezzo di nuovo governo regionale occorre che Castelli ricordasse la verità e cioè la nomina di numerosi primari tra cui quello di Chirurgia che unitamente a quello di Ortopedia sono stati ultimamente oggetto anche di attenzione di reti di informazione nazionali (medicina 33-rubrica speciale tg2).
Che ne dice Castelli dell’istituzione dei 40 posti letto di riabilitazione presso il Santo Stefano? Forse occorre che di quest’ultimo aspetto se ne faccia dare contezza nei lunghi pranzi consumati con le ex segreterie. Come non valutare il fatto che da due estati ormai non ci sono più accorpamenti di reparti e la radioterapia torna a funzionare grazie all’investimento per un nuovo acceleratore? Come non valutare l’istituzione di un’unità operativa autonoma dipartimentale per introdurre la radiologia interventistica che sempre il Castelli nell’atto aziendale approvato dalla Giunta Spacca aveva svenduto a Macerata insieme alla neuropsichiatria infantile, radioterapia e gastroenterologia?
Il primo cittadino deride l’algoritmo per individuare l’ubicazione dell’ospedale unico, che gli ricordiamo essere funzione matematica e per questo oggettiva. Castelli invece non ha saputo fare altro che indicarci interessi privatistici e localistici la cui individuazione doveva avvenire addirittura attraverso google maps. Sull’ospedale unico vale la pena ricordare che noi lanciammo tale idea più di 10 anni fa come prospettiva per il nostro territorio, prospettiva sulla quale Castelli si è sempre caparbiamente opposto. Non vorremmo che l’attuale conversione fosse dovuta solo alla scelta di utilizzare questo strumento per privatizzare anche la sanità del Piceno dopo che ha di fatti svenduto e privatizzato la città che governa oramai da 7 anni. Come mai da un anno e mezzo non si riunisce la conferenza dei sindaci che lui deve convocare per eleggere il suo presidente e che deve dare il via al progetto di ospedale unico? Forse perché ha paura di perdere la presidenza? Ma non si può far pagare per una semplice vanità politica costi così alti all’intero territorio piceno!
Questo non significa che non ci siano ancora tanti problemi da risolvere a partire dalle relazioni sindacali ed alla costruzione di un immediato progetto di Area Vasta anche questa da noi richiesta e mai attuata. Ricordando allo smemorato Castelli che le aree vaste furono istituite dal precedente governo regionale. Noi del PD siamo per risolvere i problemi, anche i tanti ereditati da Spacca. Lo facciamo in silenzio e con modestia nella sanità come sul terremoto. Siamo pronti sull’uno come sull’altro problema a confrontarci pubblicamente ma non per quello che Castelli è abituato a fare cioè la campagna elettorale, ma per risolvere i problemi delle persone”.
Per chi l’avesse dimenticato, dopo l’intervento del sindaco e la replica del Pd, in teoria si starebbe parlando della penalizzazione subita dal territorio in merito ai posti letto in più per acuti e post acuti…