Aule e palestre allegate, infiltrazioni d’acqua ovunque, addirittura il crollo di un controsoffitto in un aula: sono sufficienti due giorni di pioggia per mandare in tilt le scuole cittadine. Che, intanto, da mesi sono in attesa delle promesse verifiche di vulnerabilità sismica
Dopo aver brillantemente superato il test del terremoto, le scuole cittadine hanno passato senza problemi anche quello del maltempo. Certo, per il sisma un paio di scuole hanno chiuso perché dichiarate inagibili e complessivamente ci sono stati danni per un paio di milioni di euro.
E in seguito al maltempo dei giorni scorsi ci sono state intere aule allagate, palestre ridotte in condizioni pietose, infiltrazioni un po’ ovunque. Ma sono particolari irrilevanti, l’importante è che anche dopo le piogge dei giorni scorsi possiamo star tranquilli, le scuole cittadine stanno tutte bene, anche se in questo caso il sindaco la lieta novella non ce l’ha ancora data.
E’ meglio prenderla con un po’ d’ironia altrimenti ci sarebbe da piangere per l’indecorosa situazione in cui versano le scuole cittadine e per l’inaccettabile menefreghismo dell’amministrazione comunale. Bastano due giorni di pioggia, per quanto intensa, e le scuole cittadine vanno in tilt. Sui social nel fine settimana sono apparse foto eloquenti ma un po’ ovunque si è assistito al triste spettacolo di infiltrazioni, aule allagate e, in alcuni casi, classi costrette a spostarsi. Il caso più sconcertante si è verificato presso la scuola Sant’Agostino dove a causa delle infiltrazioni ha ceduto un controsoffitto, per fortuna senza alcuna conseguenza, e gli alunni di quella classe sono stati trasferiti in un’altra aula per poter continuare le lezioni.
Situazione in qualche modo analoga ma decisamente più imbarazzante alla Massimo D’Azeglio dove infiltrazioni d’acqua hanno provocato problemi in diverse aule, con un paio che si sono quasi allegate. Imbarazzante perché alla D’Azeglio negli ultimi anni sono stati effettuati più volte lavori di vario tipo, sono stati spesi centinaia di migliaia di euro ma, poi, basta un po’ di pioggia e siamo punto e a capo. Magari se qualcuno si degnasse a spiegarci come è possibile che accada una cosa del genere, come mai si spendono inutilmente con tanta superficialità centinaia di miglia di euro che, se utilizzati con un minimo di raziocinio, magari potrebbero davvero rendere più sicura la scuola.
Spettacolo ancor più indecoroso alla palestra della scuola Ceci, oggetto di un reportage fotografico sui social che mostra in maniera inequivocabile la vergognosa situazione. “Caro sindaco ma le scuole non erano tutte agibili? – scrive ironicamente Roberta su facebook – ma l’acqua sulle strutture è per incuria o per creare fantastici giochi d’acqua durante le ore di attività motoria? Quindi le scuole hanno retto bene dopo gli ultimi terremoti ma ora, nonostante i tanti sopralluoghi e i ripetuti interventi, piangono tutte le loro lacrime sotto la pioggia”.
Di positivo c’è che almeno, a differenza del post terremoto, questa volta l’amministrazione comunale tace, in particolare il sindaco non ci racconta tutte le improbabili “storielle” che è stato costretto ad inventarsi nel post sisma per tentare di nascondere quello che ormai è sotto gli occhi di tutti. E, cioè, che della situazione delle scuole cittadine a questa amministrazione comunale interessa molto poco, anzi, praticamente nulla. E non serviva certo l’indecente (perché non si può definire in altro modo, almeno in un paese civile, quanto avvenuto nei giorni scorsi) spettacolo a cui abbiamo assistito in questi giorni per dimostrarlo.
L’ennesima, ulteriore conferma la stiamo avendo in questi mesi nei quali, dopo le tante “favolette” raccontate e le promesse fatte nel periodo dell’emergenza terremoto, la sicurezza delle scuole è stata praticamente dimenticata. Per l’amministrazione comunale è praticamente un argomento che non interessa più, di cui neppure se ne parla se non per mettere in scena la pietosa pantomima a cui abbiamo assistito, grazie alla compiacenza di una parte dell’opposizione, nei giorni scorsi in Consiglio Comunale (con l’approvazione ad della stessa mozione sulla sicurezza delle scuole approvata un anno prima a cui, però, l’amministrazione comunale non aveva dato alcun seguito). Emblematico, a tal proposito, quanto sta avvenendo con le famose verifiche di vulnerabilità sismica.
La Provincia di Ascoli, per le scuole di sua competenza (cioè le scuole superiori) le ha già effettuate in ben 9 istituti e per due di loro (Liceo Classico di Ascoli, Alberghiero di San Benedetto) ha già in mano i risultati, non propriamente positivi (indice di rischio 0,3) ed ha già programmato gli interventi per il miglioramento sismico prima (per arrivare a fine anno scolastico) e per l’adeguamento poi (le altre scuole su cui sono state effettuate le verifiche i cui risultati dovrebbero arrivare presto sono il Liceo Artistico Licini, il Liceo Scientifico Orsini, l’Ipsia di via Cagliari e via Angelini, l’Itcg Umberto I, l’Istituto Agrario Ulpianni e l’Istituto professionale Ceci). Non solo, grazie al recente decreto del ministro Fedeli la Provincia ha ottenuto quasi 3 milioni di euro per la sicurezza sismica da utilizzare in alcune di quelle scuole.
Naturalmente la strada è molto lunga, di interventi da effettuare (sperando che i risultati delle altre verifiche siano un po’ meno negativi) ce ne sono numerosi e ci vorrà del tempo per porre rimedio alle mancanze degli anni passati. Ma, almeno, ci si è iniziati a muovere, si sta facendo qualcosa. Al Comune, invece, tutto tace, tutto è fermo come se, passata (almeno si spera) l’emergenza sismica, delle scuole cittadine non interessa più nulla.
La scorsa primavera il sindaco Castelli, anche in virtù delle norme di uno dei decreti terremoto che hanno posto l’obbligo alle amministrazioni di farle, aveva annunciato che presto avrebbe fatto effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole di competenza comunale. E ad inizio giugno sul sito internet del Comune aveva pubblicato l’avviso per “manifestazione di interesse per la formazione di un elenco di professionisti per affidamento incarichi di verifica di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici”. Sorvolando su quanto c’era scritto (“Il Comune a seguito degli ultimi eventi sismici che hanno interessato il territorio comunale e nell’ambito di una ricognizione degli edifici scolastici e pubblici ha posto particolare attenzione alla sicurezza sismica degli edifici scolastici”, non osiamo immaginare cosa sarebbe mai accaduto se non poneva “particolare attenzione”…), l’avviso evidenziava che gli incarichi oggetto erano di importo “stimato complessivamente inferiore ai 40 mila euro” e poneva come scadenza perentoria il 30 giugno scorso.
Sono passati ormai 5 mesi da allora e, tanto per cambiare, è sceso il silenzio. Non si sa quanti professionisti hanno risposto, non è stata pubblicato sull’albo pretorio on line del Comune alcun elenco e, soprattutto, neppure si parla dell’avvio delle verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole cittadine. Che, tanto, come abbiamo visto in questi giorni “stanno tutte bene”…