“ A disoccupati e incapienti i fondi delle donazioni per il terremoto”


E’ la proposta che del Comitato Civico “Con Arquata per Arquata” in discussione al Consiglio comunale. “Le donazioni degli italiani sono state fatte con l’intento di alleviare le sofferenze e i problemi della popolazione colpita dal terremoto”

E’ di una disarmante ovvietà la proposta presentata dal Comitato Civico “Con Arquata per Arquata” che questa sera verrà discussa e messa ai voti nel corso del Consiglio comunale che si svolgerà a Borgo di Arquata questa sera (martedì 29 agosto) alle 17:30.

Ancora più disarmante, però, è il fatto che una proposta così ovvia da apparire scontata e inevitabile, con annessa una lucida spiegazione delle ragioni della proposta stessa (impossibile da non condividere), non sia stata avanzata e fatta propria, anzi non sia stata già applicata dalle istituzioni centrali e locali.

La ricostruzione spetta allo Stato – si legge nella proposta presentata dal Comitato attraverso una lettera indirizzata al sindaco Petrucci – le donazioni sono state fatte con l’intento di alleviare le sofferenze e i problemi della popolazione: in sostanza sono state fatte per portare assistenza e ristoro nell’emergenza. E sappiamo che in attesa del vero avvio della ricostruzione l’emergenza è purtroppo ancora in atto”.

Il concetto è semplice quanto scontato e fastidiosamente ovvio, le donazioni dei cittadini (come gli sms solidali) o di gruppi e associazioni fatte immediatamente dopo le violente scosse di terremoto sono state effettuate per aiutare le popolazioni direttamente e più gravemente colpite dal sisma e, buon senso vorrebbe, che venissero utilizzate per aiutare concretamente quelle popolazioni. Invece, come dimostra l’imbarazzante vicenda degli sms solidali (si è tentato addirittura di finanziare una pista ciclabile che nulla c’entra con i danni provocati dal terremoto), si è cercato di indirizzare verso altri interventi, assolutamente non pertinenti e non in linea con le finalità che hanno spinto privati cittadini e associazioni, i fondi raccolti. Che non sono certamente pochi.

In questi 10 mesi – si legge ancora nella lettera di “Con Arquata per Arquata” – la solidarietà degli italiani non si è fatta attendere: dall’elenco versamenti pubblicato sul sito del Comune possiamo evincere che le donazioni per l’emergenza terremoto raccolta dal Comune tramite conto corrente appositamente istituito e ancora non vincolate a progetti specifici ammontano a 3.023.900 euro. A questi si aggiungono i fondi consegnati alla Pro Loco con causale “emergenza terremoto”, “ricostruzione Arquata”, “sostegno alla comunità”: 139.000 euro su un totale di 281.000 raccolti al netto delle spese e dei contributi specificamente indirizzati a iniziative della Pro Loco.

A queste generose donazioni vanno aggiunte poi quelle effettuate da associazioni, fondazioni, partiti politici, gruppi imprenditoriali per la costruzione della nuova scuola, del poliambulatorio, dei centri polivalenti, del Palasport, di strutture edilizie per insediamenti commerciali, nonché i contributi di sostegno erogati da privati e fondazioni per specifici settori della popolazione (bambini, studenti, anziani). Inoltre, dopo che la Regione Marche ha modificato la sua decisione sulla destinazione dei fondi da numero solidale 45500, il Comune potrà contare su circa 3.100.000 di euro in più da destinare alle opere pubbliche”.

Fondi consistenti, dunque, che il Comitato Civico “Con Arquata per Arquata” propone di utilizzare con una particolare attenzione a quelle fasce della popolazione fino ad ora escluse da qualsiasi intervento di sostegno, gli incapienti e i disoccupati. “Le nostre proposte – si legge ancora nella lettera – partono da un dato di fatto: ad un esame generale dei progetti essere, e in particolare del piano triennale opere pubbliche della Regione, sembra mancare un’azione specifica in favore di una fascia sociale particolarmente debole: quella degli incapienti e dei disoccupati, ovvero di chi non è più in età per partecipare ai bandi riservati all’occupazione giovanile ed è ancora lontano dall’età pensionabile.

A nostro avviso è fondamentale pensare a queste persone, per poter pienamente assecondare la volontà di chi ha donato “pro Arquata” per sostenere tutti gli abitanti, nessuno escluso. Nella nostra proposta di utilizzo dei fondi abbiamo quindi deciso di porre attenzione alle frange della popolazione “over 25” e “under 65” finora escluse da qualsiasi fonte di sostegno diretto. A chi, cioè, pur in mancanza di una fonte di reddito e pur avendo perso la sua unica casa non è stato adeguatamente considerato nei decreti sisma (il plafond disponibile per l’intero cratere consentirà forse un contributo una tantum inferiore ai 200 euro e mancano finora provvedimenti attuativi per accedervi) e né finora ha intercettato le donazioni dei privati. Si tratta perlopiù di persone che facendo rientro nel territorio presso le aree Sae avranno bisogno di tutto ciò che non è alloggio.

Garantendo loro un sostegno economico, e quindi un plafond di spesa per le necessità primarie, si potrà anche dare un positivo impulso alla ricostruzione della rete commerciale nel territorio comunale. A questo proposito proponiamo di destinare un sostegno alle imprese resistenti, sia a quelle attive nella loro sede che a quelle in via di delocalizzazione nell’area industriale di Pescara del Tronto. Il bando comunale in atto di 2.000 euro è davvero una goccia nell’oceano rispetto alle loro difficoltà presenti”.

Una proposta davvero difficile da non appoggiare e non sottoscrivere che, si spera, venga fatta propria da tutto il Consiglio comunale. “Vorremmo che proprio Arquata – conclude “Con Arquata per Arquata” – che recentemente con la grave esclusione dai fondi pervenuti via numero solidale era stata in pratica già cancellata dalle mappe, divenisse un modello di attenzione e generosità per i suoi figli, aiutandoli a non abbandonarla

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