Quella che il sindaco Castelli aveva definito “una geniale intuizione” rischia di trasformarsi nel più clamoroso e imbarazzante autogol dell’amministrazione comunale. Che , nella variazione di bilancio di agosto, taglia ulteriormente l’ammontare del presunto indennizzo
Era stata presentata dal sindaco Castelli come una “geniale intuizione”. Ora, però, rischia di diventare una delle più imbarazzanti farse di questa lunga emergenza sismica. Che, pure, di vicende sconcertanti e paradossali ce ne ha purtroppo regalate numerose.
Stiamo parlando della famosa assicurazione spacciata dal primo cittadino come una polizza specifica sul terremoto (in realtà poi rivelatasi una normalissima “All risks” come quelle in dotazione di quasi tutti gli enti pubblici) di cui da mesi si erano perse le tracce. L’ultima volta che il primo cittadino l’aveva menzionata addirittura eravamo a fine 2016, per la precisione il 6 dicembre scorso. Quando, in risposta al nostro articolo di qualche giorno prima (“C’era una volta l’assicurazione sul terremoto”), nel corso di un’intervista con “Il Martino” di Martinsicuro aveva dichiarato: “La polizza è pienamente operativa, stiamo valutando ma l’idea è quella di utilizzare quei soldi per gli interventi al Palazzo comunale, alla Pinacoteca, alla torre civica”.
Da allora, però, è calato nuovamente il silenzio. Nel frattempo quegli interventi sono stati effettuati, ovviamente con altri fondi, mentre i dubbi sulla reale possibilità di usufruire dei soldi dell’assicurazione per i danni subiti dal terremoto sono cresciuti, visto che già a settembre la compagnia di assicurazione (la lettone Bta Insurance Company di Riga) aveva nominato un proprio perito per venire ad Ascoli ad effettuare una stima dei danni (mentre il Comune, non avendo “figure professionali idonee allo svolgimento delle prestazioni richieste” aveva deciso di affidarsi all’Aon Hewitt Risk & Consultind Srl di Milano nella verifica dei danni insieme al perito dell’assicurazione).
Non solo, a febbraio due determine comunali ovviamente poco pubblicizzate , contribuivano ad alimentare i dubbi svelandoci che da fine ottobre (cioè un mese e mezzo prima delle rassicuranti dichiarazioni del sindaco…) la compagnia lettone aveva addirittura comunicato “formale disdetta”. Nell’incomprensibile e inaccettabile silenzio dell’amministrazione comunale, che almeno avrebbe dovuto chiarire come stavano realmente le cose, in questi mesi si sono succeduti interventi per riparare i danni subiti dalle strutture comunali, tutti finanziati facendo riferimento ai decreti e alle delibere del Presidente del Consiglio dei Ministri o alle ordinanze del Capo del dipartimento della protezione civile (che prevedevano il rimborso totale dei fondi anticipati dai Comuni) e mai alla polizza di assicurazione.
Nel maggio scorso, poi, i presunti 5 milioni di euro che dovrebbero arrivare dall’assicurazione sono stati inseriti nel bilancio di previsione 2017-2019, ovviamente sempre senza alcuna spiegazione, cioè senza specificare se i problemi con la compagnia lettone erano risolti, se e quando quei soldi sarebbero concretamente arrivati e per quali interventi sarebbero stati utilizzati. Poi nei giorni scorsi la nuova sorpresa, contenuta nella delibera n. 130 del 1 agosto “Variazioni al bilancio di previsione 2017-2019”.
Sorvolando sul fatto che dopo meno di 3 mesi già si rende necessario apportare delle modifiche al bilancio (immaginate una simile evenienza in una azienda privata…), una delle variazioni approvate riguarda proprio i sempre più presunti fondi dell’assicurazione che, nel bilancio di previsione, scendono da 5 a 4 milioni di euro. Il tutto, come al solito, senza alcuna spiegazione, senza far sapere ai cittadini il perché di questa ulteriore riduzione. Che, per altro, resta comunque una mera dichiarazione di intenti, visto che al momento non c’è nessun atto ufficiale (gli unici che fanno realmente testo) del Comune che attesti in maniera certa ed inequivocabile che la compagnia lettone liquiderà concretamente quella somma.
Che poi siano 5 o 4 i milioni di euro sarebbero comunque i benvenuti, vista la difficile situazione delle casse comunali e l’entità sempre più consistente dei danni provocati dal terremoto. Quel che, però, è certo è che questa variazione di bilancio è l’ennesima dimostrazione di quanto inaffidabili siano risultate le enfatiche affermazioni del settembre scorso del sindaco Castelli. Che, forse qualcuno l’avrà dimenticato, aveva addirittura parlato di un risarcimento di 8 milioni di euro.
“Il massimale era di cinque milioni, ma con un surplus possibile di altri tre: quindi stiamo verificando e documentando tutti i danni degli edifici di proprietà del Comune, per inviare in tempi rapidissimi le indicazioni di spesa. Gli otto milioni totali di cui potremo disporre credo che saranno più che sufficienti a riparare i danni materiali del sisma. Senza gravare sulla collettività nazionale” scriveva il primo cittadino il 21 settembre 2016 sull’Hoffington Post, il quotidiano on line diretto da Lucia Annunziata.
Un articolo che, siamo certi, lo stesso Castelli si è amaramente pentito di aver scritto. Perché 11 mesi dopo tutte le affermazioni contenute in quell’intervento sono state clamorosamente smentite e si sono rivelate completamente prive di fondamento, al punto da trasformare quell’articolo in un pesante macigno che rischia di rivelarsi un ulteriore grave colpo alla già scarsa credibilità del primo cittadino stesso. Che in quell’articolo non solo si autocelebrava per l’improbabile “colpo di genio”, cioè la stipula di una polizza apposita per il terremoto (“Io ho assicurato gli edifici pubblici della mia città contro il rischio sismico… Il caso della mia città è un esempio, credo riproducibile altrove” scriveva sull’HP Castelli), ma sosteneva anche che così i soldi sarebbero arrivati molto velocemente (“Per fortuna i danni, non modesti, saranno ripagati. E non nei tempi lunghi promessi dalle procedure pubbliche” affermava il primo cittadino) e che addirittura quella polizza avrebbe portato ad incassare ben 8 milioni di euro.
Undici mesi la cruda realtà dei fatti ha clamorosamente smontato, pezzo dopo pezzo, il castello di “favole” costruito dal sindaco. Che, per giunta, nell’articolo sull’HP aveva raccontato anche la storia “romanzata” di come era nato quel presunto “colpo di genio”. “Non mi piace fare la parte del primo della classe – scriveva Castelli – ma devo dire che sono orgoglioso dell’intuizione che ebbi con la mia Giunta nel 2009. All’inizio del mio primo mandato di sindaco era da poco aperta la ferita del terremoto dell’Aquila. Danni ne aveva subiti anche Ascoli. Decidemmo di fare una gara pubblica per trovare una polizza che assicurasse tutti gli edifici comunali – municipio, scuole, le tre chiese di proprietà – contro eventuali danni da terremoto”.
Una storia che, però, esisteva solo nella fervida fantasia del primo cittadino, visto che gli atti ufficiali hanno dimostrato tutt’altro. Cioè che non esiste alcuna polizza specifica per il terremoto e che, per giunta, il terremoto dell’Aquila non ha per nulla influenzato le scelte dell’amministrazione, visto che per il 2010 (il terremoto in Abruzzo è avvenuto il 6 aprile) il portafoglio assicurativo del Comune è rimasto immutato rispetto all’anno precedente. E che, come visto, la polizza a cui ora si riferimento, la “All Risks” stipulata con la compagnia lettone, risale a fine 2014, cioè oltre 5 anni e mezzo dopo il terremoto a L’Aquila.
Quelle “favolette” erano state smascherate quasi subito (vedi articolo “Assicurazione per il terremoto tra improbabili favole e cruda realtà”) grazie agli atti comunali, inequivocabili e inconfutabili. Ora, dopo oltre 11 mesi, è sin troppo evidente anche l’inattendibilità in merito ai tempi “rapidi” per l’erogazione dei fondi, mentre al momento risultano addirittura più veloci le procedure pubbliche. Infine la delibera dei giorni scorsi ha smontato l’ultima “favoletta”, quella sugli 8 milioni di euro. Nella migliore delle ipotesi, ora lo ammette anche l’amministrazione comunale (eppure ad ottobre il sindaco Castelli aveva duramente attaccato chi già allora metteva in dubbio la cifra da lui sbandierata), il Comune otterrà 4 milioni di euro.
Per carità, magari arrivassero davvero, va benissimo anche la metà della cifra promessa inizialmente dal sindaco. Però in caso contrario quella che già ora è diventata una imbarazzante farsa diventerebbe per l’amministrazione comunale un clamoroso e vergognoso autogol che non dovrebbe restare senza conseguenze…
Sull’argomento vedi anche:
“Assicurazione per il terremoto tra improbabili favole e cruda realtà”
“C’era una volta l’assicurazione sul terremoto”
“Assicurazione sul terremoto tra dubbi, misteri ed un clamoroso colpo di scena”