La battaglia di Castelluccio


Polemiche, critiche e anche una petizione per dire no al centro commerciale a Castelluccio. Ma approfondendo meglio emerge come le cose siano decisamente differenti e, soprattutto, come il progetto sia stato accettato e condiviso dalle associazioni di commercianti del luogo

Una petizione tira l’altra. Sarà che i ritardi e le carenze del post terremoto hanno inevitabilmente finito per esacerbare gli animi e che la fiducia nei confronti delle istituzioni sta, giorno dopo giorno, colando a picco, ma in questa fase è in atto una forte attenzione e mobilitazione da parte di cittadini, associazioni e comitati locali.

Così, dopo quella per impedire che una parte dei fondi raccolti con gli sms solidali venisse utilizzata per un intervento (la pista ciclabile Sarnano-Civitanova) che poco o nulla c’entrava con il terremoto, ecco ora la petizione per dire no al centro commerciale a Castelluccio. A lanciarla è stata nei giorni scorsi Arches, associazione per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali delle Marche.

Abbiamo appreso dalla stampa locale che la Regione Umbria e il Comune di Norcia hanno deciso di far costruire un centro commerciali ai piedi del rilievo di Castelluccio, nel Pian Grande, cuore dei Monti Sibillini – si legge nella presentazione della petizione – Abbiamo appreso dalla stampa locale che la Regione Umbria e il Comune di Norcia hanno deciso di far costruire un centro commerciale ai piedi del rilievo di Castelluccio, nel Piano Grande, cuore dei Monti Sibillini. Riteniamo che la piana di Castelluccio, per il suo straordinario valore paesaggistico e storico-ambientale, debba essere risparmiata da nuove occupazioni di suolo, sebbene confezionate da archi-star autoproclamatisi “ambientalisti” (nella fattispecie l’arch. Cellini) e che i fondi in dotazione della Protezione civile andrebbero meglio spesi concentrandosi sulla finalità primaria del recupero delle abitazioni per consentire il ritorno dei residenti, procedendo con rapidità e qualità. Invitiamo quindi la Regione Umbria e il Sindaco di Norcia di perseguire la tutela di un paesaggio, quello della Piana di Castelluccio, che molti vorrebbero vedere riconosciuto come patrimonio dell’umanità”.

Come era sin troppo facile immaginare l’iniziativa ha immediatamente avuto seguito, scatenando nuove furibonde polemiche. A supporto della petizione si sono immediatamente schierate le Brigate di Solidarietà Attiva, con un post pubblicato su facebook dai contenuti inequivocabili. “Mentre nelle Marche gli amministratori regionali progettavano di spendere i fondi degli sms solidali in opere che con il terremoto non hanno nulla a che vedere (come l’ormai celebre pista ciclabile) – si legge nel post – nella vicina Umbria non va affatto meglio: la Regione, infatti, ha presentato nei giorni scorsi il progetto di un “centro commerciale” nella Piana di Castelluccio, uno dei luoghi più suggestivi d’Italia.

Si stenta a credere che individui dotati di raziocinio e senso della realtà possano aver concepito un’idea del genere senza aver assunto significative dosi di allucinogeni, eppure è proprio così e a confermarlo è stato il vicepresidente della Regione Fabio Paparelli, renziano di ferro: “Le procedure di affidamento dei lavori per l’urbanizzazione delle aree – da effettuare entro luglio – e poi per la realizzazione delle strutture, avverrà in tempi brevi. L’approvazione di un progetto di centro commerciale nella Piana di Castelluccio dimostra una volta di più la distanza tra il governo e chi vive nelle aree colpite dai terremoti: se da una parte infatti si annuncia di voler valorizzare le risorse naturalistiche dei territori, dall’altra si progetta una colata di cemento a Castelluccio di Norcia”.

L’eco della vicenda è arrivato anche in Parlamento, con il Movimento 5 Stelle che ha presentato due interrogazioni, alla Camera e al Senato, per conoscere nel dettaglio “le caratteristiche del progetto da oltre 2 milioni di euro per la super struttura da 6 mila metri quadrati che nelle intenzioni dei proponenti dovrebbe ospitare ristoranti, bar, caseifici e servizi per i turisti ma assomiglia ad un centro commerciale”. In effetti messa in questi termini è praticamente impossibile non condividere le critiche ad un intervento che appare a dir poco cervellotico, tanto che sarebbe inevitabile sottoscrivere la petizione, sperando che la conclusione sia la stessa che si è verificata per la pista ciclabile (ritirato il finanziamento).

Ma davvero le cose stanno in questi termini? Approfondendo con più attenzione l’iniziativa, in realtà, emerge come la situazione sia un po’ differente. Nel sito della Regione Umbria, infatti, il progetto promosso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e la Regione stessa, con la collaborazione della Perugina, è presentato come un “Villaggio temporaneo che permetterà ai piccoli produttori e commercianti locali di continuare la propria attività in attesa della ricostruzione”. Non solo, il presidente della Regione Catiuscia Marini afferma anche che “il villaggio a Castelluccio di Norcia permetterà alle imprese agricole, zootecniche, commerciali e turistiche di mantenere vive le attività che costituiscono la base dell’economia e del tessuto sociale del nostro Paese”.

Sarà una struttura temporanea – conferma l’architetto Cellini sul sito della Perugina – quando le cose saranno sistemate totalmente il complesso sarà eliminato. Ora però vivrà per qualche anno. E per qualche anno potrà essere d’aiuto agli abitanti. Il Villaggio risolverà alcuni bisogni dei lavoratori e dei turisti. Penso ad alcuni negozianti, ristoratori ed erogatori di servizi della zona che potranno ricominciare l’attività all’interno del nuovo fabbricato. Sarà una situazione provvisoria ma che poi potrà continuare nel paese originario senza aspettare molto perché il paese, nel frattempo, sarà ricostruito”.

Della vicenda se ne è occupato anche il comitato di coordinamento “Terremoto Centro Italia” (che comprende 62 comitati e associazioni del cratere) che ha verificato la situazione confrontandosi con la Regione e con i residenti e commercianti della zona. E dal confronto è emerso come in realtà più che di un centro commerciale si tratterebbe della delocalizzazione delle attività produttive di Castelluccio, in particolare di tutti i caseifici ed i ristoranti che erano presenti prima del terremoto, mentre i negozi di souvenir saranno collocati in piazzetta.

La struttura non verrà realizzata nella piana ma nella zona dove c’era la cava , assicurando comunque il rispetto dei vincoli ambientali. Fondamentale, però, è il fatto che il progetto è stato condiviso con le associazioni di commercianti di Castelluccio e anche con l’Ente Parco dei Sibillini. E’ chiaro che , se davvero sono queste le condizioni, siamo di fronte ad un progetto dalle caratteristiche ben diverse rispetto a quanto è riportato nella petizione.

Soprattutto siamo di fronte ad un’iniziativa accettata e condivisa dai diretti interessati, cioè dai commercianti della zona del Castelluccio. In questi mesi da più parti, compreso chi scrive, è stato sempre criticato lo scarso coinvolgimento delle popolazioni  colpite dal terremoto nelle decisioni.

Questa volta sembra esserci stato e se il progetto davvero è stato accettato dai diretti interessati sarebbe sinceramente fuori luogo cercare comunque di bloccarlo, andando così contro la volontà de residenti. Comportandosi, quindi, esattamente come quelli che fino ad ora sono stati, giustamente, criticati per lo stesso identico motivo

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