Libri scolastici gratis, la beffa è servita


“Marcia indietro” della ministra Fedeli: niente più beneficio a tutti gli studenti dei 140 comuni del cratere ma solo a chi ha “inagibilità abitativa certificata” o “stato di  disoccupazione per il terremoto”.  Ma la circolare esplicativa del Miur solleva non poche perplessità

Alla fine, come ampiamente previsto (vedi articolo “Libri di scuola gratuiti tra speranza e rischio beffa”), la beffa è arrivata. Quella annunciata con enfasi dal ministero e dalla stessa ministra Fedeli come un’iniziativa rivolta a tutti gli studenti e a tutte le studentesse, in corso d’opera è cambiata, finendo per essere riservata solo ad alcuni di loro.

Come abbiamo già sottolineato certamente si può condividere il proposito di riservare questo genere di beneficio (la gratuità dei libri di scuola per i prossimi due anni scolastici) esclusivamente alle famiglie che hanno concretamente subito danni in seguito agli eventi sismici dei mesi scorsi. Quello che, però, è assolutamente inaccettabile è la superficialità con la quale il ministero e la stessa ministra hanno condotto questa operazione, facendo delle specifiche e precise promesse prima, puntualmente disattese poi.

Perché non ci sono dubbi che, quando è stata annunciata, l’iniziativa era destinata a tutti e non si faceva minimamente riferimento ad eventuali requisiti per averne diritto. “Si è deciso di estendere a tutti gli studenti dei 140 comuni inseriti nel cratere l’iniziativa (cioè i libri di testo scolastici gratuiti) che nell’autunno 2016 riguardava solo i ragazzi e le ragazze di Amatrice, Accumoli, Arquata e Acquasanta”  si legge nel comunicato del Miur del 22 giugno scorso. Confermato, negli stessi termini, anche dal comunicato dell’Associazione itailana editori (che ha sottoscritto l’accordo con il Miur).

Il nuovo accordo – si legge in quel comunicato – amplia quello siglato nell’autunno del 2016 per la fornitura di libri alle ragazze e ai ragazzi di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e Acquasanta, allargando l’iniziativa a tutte le alunne e gli alunni delle aree colpite da eventi sismici”. Poi ieri l’annunciato  dietro front è stato ufficializzato dalla circolare inviata dal Miur ai direttori generali degli Uffici scolastici regionali di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.

Scompare il riferimento  “a tutte le studentesse e a tutti gli studenti” presente invece nel comunicato del 22 giugno, sostituito dalla nuova definizione: “l’accordo estende la donazione predisposta dall’Associazione Italiana Editori anche ai comuni colpiti dai sismi successivi a quello di agosto 2016”. “Al fine di individuare gli effettivi beneficiari – si legge più avanti nella circolare – nel limite delle donazioni massime disponibili, sarà effettuata una rilevazione volta a verificare la sussistenza, da parte dei richiedenti, dei seguenti criteri: residenza in uno dei comuni appartenenti al cratere sismico;  inagibilità abitativa certificata;  eventuale stato di disoccupazione e/o perdita dell’attività produttiva, determinato/a a causa  degli eventi sismici successivamente al  terremoto del 24/08/2016”.

Detto che, oltre quei requisiti, è necessario comunque avere un reddito isee non superiore a 32 mila euro,  al di là all’imbarazzata e imbarazzante “retromarcia”, quella circolare evidenzia ancora una volta la clamorosa distanza che esiste tra la vita reale, tra la situazione che si vive nelle zone colpite dal terremoto e i comodi e confortevoli uffici del ministero. Che, evidentemente, ignorano come siano ancora migliaia le verifiche da effettuare (solo ad Ascoli ce ne sono tantissime e saranno necessari mesi prima di poterle completare) e, quindi, c’è il concreto rischio che restino esclusi da quel beneficio diverse famiglie che in teoria potrebbero averne diritto.

Ma la distanza tra la cruda vita reale e la comoda vita nei palazzi ministeriale emerge anche da altri aspetti e da altri passi della circolare stessa. “La richiesta del beneficio – si legge ancora nella circolare – dovrà essere effettuata entro il 25 Luglio 2017 attraverso la piattaforma online che è raggiungibile all’indirizzo: http://terremoto.arearischio.it attivo a fare data dal 10 luglio 2017. Ad operazione conclusa il sistema rilascerà un attestato di avvenuta registrazione.  

L’elenco degli effettivi beneficiari sarà comunicato a chiusura delle iscrizioni, e coloro che hanno attenuto il beneficio riceveranno al proprio indirizzo di posta elettronica le indicazioni per scaricare il voucher digitale per il ritiro dei testi. Gli stessi potranno essere richiesti presso le librerie situate nel comune di residenza o nei comuni limitrofi, individuate dall’Associazione  ALI Confcommercio”.

Magari per coloro che hanno casa inagibile o, peggio ancora, crollata e che sono costretti attualmente a vivere in hotel o nelle casette non è così semplice e rapido fare tutto attraverso la piattaforma online. I tempi dell’operazione, tra l’altro, rischiano di provocare non pochi problemi visto che l’elenco di chi realmente potrà usufruire del beneficio verrà comunicato solo tra fine luglio e l’inizio di agosto.

Una situazione di incertezza che complica, e non poco, le cose per gli studenti ma anche per le stesse cartolibrerie, visto che solitamente già in questo periodo si iniziavano ad ordinare e comprare i libri di testo. Servirebbe, per giunta, un più concreto e serio impegno da parte del Miur per pubblicizzare adeguatamente l’iniziativa che, invece, continua ad essere inspiegabilmente avvolta da una sorta di alone di mistero.

Nella circolare stessa il Miur prega gli Uffici scolastici regionali di “dare la massima diffusione alla presente circolare, avendo cura che l’informazione arrivi puntualmente per il tramite delle Istituzioni scolastiche interessate, alle famiglie degli studenti”. Ma uno sforzo in più potrebbe farlo il Miur stesso utilizzando tutti i mezzi (e non sono pochi) che ha a disposizione per rendere noti i contenuti dell’iniziativa e fare in modo che il maggior numero di famiglie possibile ne vengano a conoscenza.

Perché al momento sembra quasi che, invece, l’obiettivo sia esattamente l’opposto, cioè quello di far si che non siano tante le famiglie che ne vengano a conoscenza. E, come ricordava sempre Giulio Andreotti, “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”…

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