Non si placano polemiche e discussioni su “City Beach”, l’evento di sabato scorso in piazza del Popolo. Criticato duramente anche dal Movimento 5 Stelle. “Non siamo contrari all’evento ma alla scelta del luogo in cui si è svolto”
“A quando una gara di go kart con balle di fieno in piazza del Popolo?”. Inizia con questa provocazione il comunicato stampa del Movimento 5 Stelle di Ascoli in merito a “City Beach”, l’evento di sabato sera in piazza del Popolo che tante discussioni ha provocato e continua a provocare.
“L’amore e il rispetto per la la nostra Città vanno dimostrati con i fatti – si legge nel comunicato – dopo l’Aperistreet che ha trasformato Piazza del Popolo in una rumorosa pattumiera a cielo aperto, dopo aver assistito a gente che vomitava, lanciava bottiglie ed urinava nella nostra piazza principale – ma dov’erano i bagni chimici? E il servizio di sicurezza? -, adesso l’amministrazione promuove addirittura un evento nella nostra Piazza con tanto di sabbia, sedie e sdraio. Avevamo ricevuto decine e decine di segnalazioni la volta precedente, da Cittadini e proprietari di attività commerciali che si lamentavano per il chiasso e per la sporcizia, questa volta ci aspettiamo di riceverne ancora di più, con l’aggiunta che probabilmente costoro si sentiranno anche presi in giro.
Con le tante piazze che ci sono ad Ascoli, coi tanti quartieri dove mai nulla viene organizzato, non sarebbe stato più sensato organizzare un evento del genere altrove, anche per aiutare quelle attività commerciali in difficoltà che subiscono un trattamento iniquo rispetto a quelle delle due piazze principali? Oltretutto, vedere ancora una volta la nostra piazza più importante, così ricca di storia e di armonia architettonica, che rappresenta la nostra memoria e la nostra cultura, così degradata e brutalizzata è un qualcosa che urla vendetta al cielo. È giusto organizzare eventi che valorizzino la Città, ma non buffonate che degradano i nostri monumenti a discoteca all’aperto, o peggio a orinatoi, dove vige l’assenza di regole e dove ognuno si può sentire libero di insozzare come meglio crede.
Lo stesso Comune ha un regolamento degli arredi urbani che mette in risalto l’importanza di alcune piazze come Piazza del Popolo e Piazza Arringo, riconoscendogli un’importanza storica. Rimane insondabile il mistero sul come in questo regolamento possa trovare spazio la sabbia buttata in piazza come fosse un lungomare. L’amore per la nostra città va dimostrato con i fatti, non con le parole di cui tutti impunemente si riempiono la bocca, salvo poi smentirsi organizzando scempi del genere, che dimostrano ancora una volta l’assenza di un’identità e di una strategia coerente col patrimonio cittadino”.
“Un anno fa – aggiunge il consigliere comunale Giacomo Manni – ho presentato una proposta di delibera per un regolamento sull’utilizzo delle piazze auliche. Quella proposta giace morta nel cassetto del presidente del Consiglio comunale. Noi non siamo contrari all’evento in se ma alla scelta del luogo in cui si è svolto, le piazze auliche della nostra città non possono subire questo affronto da parte di questa amministrazione”.
Affermazioni assolutamente da sottoscrivere che, per giunta, ci offrono l’opportunità di tornare sull’argomento per fare qualche doverosa considerazione, vista la pioggia di commenti e la lunga (e per certi versi aspra) discussione che si è scatenata da sabato pomeriggio dopo la pubblicazione dell’articolo “Senza parole”. Innanzitutto, come ha sottolineato anche il consigliere Manni, è chiaro che non è in alcun modo in discussione l’evento (né, tanto meno, il lavoro e l’impegno dei ragazzi della Mad Events).
Anzi, ben vengano appuntamenti e iniziative rivolte in particolare ai più giovani, ancora di più in una città che per decenni non ha mai fatto nulla o quasi nulla per i più giovani. Lo sappiamo bene perché ricordiamo quando eravamo costretti ad andare sempre e comunque fuori Ascoli per vedere qualche evento, qualche iniziativa per i più giovani. A tal proposito anche in passato abbiamo più volte sottolineato i meriti di questo sindaco e di questa amministrazione che di sicuro, rispetto a chi l’ha preceduto, ha avuto una diversa e maggiore attenzione per le esigenze dei più giovani.
Quindi nessuno (almeno non noi) mette in discussione l’evento in se. Piuttosto la discussione è sull’opportunità di farlo svolgere in piazza del Popolo. Ci sono e c’erano tante altre location a disposizione, nel corso della discussione che si è scatenata dopo la pubblicazione di quell’articolo sono state fatte diverse proposte su altri possibili luoghi assolutamente valide e condivisibili. Ed è del tutto insensato, tra l’altro, pensare che chi non ritiene piazza del Popolo la location adatta aspiri ad una città tranquilla, sonnolenta, ad un centro storico senza troppa confusione, senza troppa gente. Probabilmente quanti, con sprezzo, invitavano chi sollevava obiezioni ad uscire e divertirsi, vedendo quanta gente c’era in piazza, sono soliti muoversi solo in occasione di qualche evento.
Chi vive ogni giorno la città, chi frequenta il centro ogni fine settimana sa perfettamente che anche i sabati precedenti le vie e le piazze del centro traboccavano di gente, pur non essendoci alcuna manifestazione o evento particolare. Sabato 17 giugno, ad esempio, nei locali del centro non si trovava un posto, un tavolo libero, a cena e fino ad ora tarda. La piazza e le vie limitrofe erano piene di persone, un vero spettacolo che sicuramente non poteva che far piacere a chi ha davvero a cuore le sorti di questa città, del suo straordinario centro storico.
Ci sarebbe, poi, da capire se il giudizio su un evento e sulla sua location debba esclusivamente basarsi sul dato delle persone che riesce a coinvolgere (a tal proposito è buffo constatare che, alcuni di quelli che sabato sera si sono appellati ai numeri per mettere a tacere ogni critica, 24 ore dopo hanno “vomitato” veleno nei confronti del primo appuntamento di “Risorgimarche” che, pure, con le migliaia di persone che ha coinvolto, secondo quel criterio doveva essere inattaccabile…) . Perché se contano solo ed esclusivamente i numeri allora si può iniziare a pensare di portare in piazza del Popolo di tutto.
Alcuni anni fa, ad esempio, nei padiglioni all’aperto del centro fiere di Pescara si svolgeva l”Erotica tour” che, per 2-3 giorni,vedeva la partecipazione di migliaia e migliaia di persone. Se ci devono interessare solo i numeri si potrebbe pensare l’anno prossimo di portarlo in piazza del Popolo, siamo certi che avremmo il doppio delle presenze di sabato sera. Provocazioni a parte il nocciolo di tutta la questione è cosa si vuole fare e se davvero si vuole provare a sfruttare il nostro ricchissimo patrimonio artistico e monumentale per creare e promuovere un polo culturale di eccellenza.
A chi in queste ore risponde alle critiche che si sono sollevate sostenendo che la cultura è solo un termine che riempie la bocca, è giusto ricordare che non siamo noi, non sono coloro che hanno sollevato obiezioni sull’evento di sabato sera, a parlare di cultura, di polo culturale. Sono il sindaco e l’amministrazione comunale che da sempre ripetono che questo è uno dei loro obiettivi prioritari. Lo hanno scritto a chiare lettere nel Documento Unico di Programmazione (Dup) nel quale continuano a sostenere di voler perseguire il riconoscimento dell’Unesco, di voler ottenere per il nostro centro la dichiarazione di “patrimonio dell’umanità”.
E solo pochi giorni fa l’assessora agli eventi Michela Fortuna, nella relazione allegata alla delibera sulla programma degli eventi estivi, ribadiva la volontà di questa amministrazione di promuovere eventi e iniziative per affermare “il ruolo della città di Ascoli Piceno quale polo culturale di eccellenza”. E non bisogna essere dei geni per comprendere che iniziative come quella di sabato, se davvero quelli sono gli obiettivi a cui si vuole puntare, sono incompatibili e non possono certo essere effettuate in piazza del Popolo o in luoghi simili.
Allora una volta per tutte sindaco e amministrazione comunale abbiano il coraggio di fare una scelta chiara e senza tentennamenti. V a bene tutto, se è troppo difficile e complicato perseguire quegli obiettivi, si abbia il coraggio di ammetterlo, si dica chiaramente che l’unico concreto interesse può essere quello di portare più gente possibile in centro, a prescindere dal tipo di evento proposto, e quindi di sfruttare anche in quest’ottica tutte le strutture che abbiamo. Proprio questa mattina un quotidiano locale parlava di come Ascoli potrebbe aspirare a diventare la capitale della movida.
Potrebbe essere un’idea, una buona soluzione. Non siamo in grado di sfruttare le enormi potenzialità artistiche, monumentali, architettoniche, culturali che offre la nostra città, non siamo in grado di creare quei presupposti per aspirare a creare un polo culturale di eccellenza (troppo complicato, ci vogliono idee, preparazione, assessori competenti…), buttiamoci sulla movida, in centro, nelle nostre splendide piazze e tra i nostri affascinanti monumenti (magari i residenti non saranno contentissimi…). Però allora bisogna essere coerenti e meno ipocriti, non si possono fare per due fine settimana di fila i “blitz”, prima di mezzanotte, contro la musica troppo alta in alcuni locali del centro, contro la movida molesta e poi proporre iniziative simili.
Non si può continuare a dire e fare tutto e il contrario di tutto, si faccia definitivamente una scelta, decisa e irrevocabile. A prescindere da quelle che possono essere le nostre convinzioni, saremmo davvero lieti se sindaco e amministrazione facessero finalmente una scelta definitiva, comportandosi poi di conseguenza. Per concludere consentiteci un paio di puntualizzazioni finali.
Ringraziamo quel paio di persone (probabilmente le uniche) che, non avendo capito il senso della “provocazione”, si sono precipitate a ricordarci che il regolamento comunale che abbiamo citato non vale per quel genere di iniziative. Grazie di cuore per la premura, ma lo sapevamo e lo sappiamo bene. Quella era solo una provocazione, il voler evidenziare che se si impongono (giustamente) regole e norme rigide alle attività del centro poi bisognerebbe almeno avere la decenza di avere un comportamento coerente.
Infine riguardo a tutti i commenti e le discussioni che si sono scatenate in seguito al nostro articolo va bene tutto, va bene (e ci mancherebbe) criticare con decisione, va benissimo usare l’ironia ma certe esasperazioni sono davvero inaccettabili. E’ purtroppo vero che ormai siamo abituati al peggio, anche a chi, incapace di ragionare e argomentare, non ha altra strada che ricorrere agli insulti. Ma arrivare ad augurare le peggior cose (anche le morte) a chi la pensa in maniera diversa, addirittura ad invocare una sorta di pulizia etnica generazionale, è davvero troppo.
Così come è inaccettabile l’aggressività, la violenza verbale e la mancanza di rispetto nei confronti delle persone anziane, nei confronti di chi, pur se avanti con gli anni, ha ancora (e per fortuna) la voglia di partecipare ad un dibattito così serrato che riguarda la propria città, che ha il desiderio di esprimere il proprio punto di vista. Che può essere condivisibile o meno (ma difficilmente è superficiale e privo di interesse) ma che bisognerebbe avere il buon senso di saper rispettare.
In realtà bisognerebbe farlo nei confronti del pensiero di chiunque. Ma forse sarebbe chiedere troppo a chi non ha neanche la più pallida idea di cosa significhi confrontarsi in maniera civile con le altre persone