Indebitati per cosa?


Secondo un’indagine di Infodata il Comune di Ascoli è il più indebitato tra i comuni capoluogo delle Marche, con 906,57 euro pro capite di entrate da prestiti. Ma tutti quei mutui non sono serviti a realizzare importanti opere pubbliche o migliorare la qualità dei servizi

Chi l’ha detto che siamo sempre il fanalino di coda delle Marche? Il Sole 24 Ore, ad esempio, lunedì 19 giugno ha pubblicato un’indagine di Infodata, sulla base dei dati raccolti da “OpenPolis” , sulla mappa dell’indebitamento dei Comuni  (relativa all’anno 2014). Ebbene, secondo quell’indagine, tra i 5 capoluoghi di provincia delle Marche Ascoli è di gran lunga il più indebitato. L’indagine prende in considerazione per ogni Comune le entrate pro capite derivanti dall’accensione di mutui.

Per quanto riguarda le Marche risulta che Ascoli nel 2014 ha avuto ben 906,57 euro pro capite di entrate da prestiti, quasi il doppio rispetto a Macerata (485,45), mentre Fermo (31,74 euro), Ancona (5,74 euro) e Pesaro (5,30 euro) sono molto più indietro. Siamo il capoluogo di provincia più indebitato delle Marche, un primato di cui c’è poco di che essere orgogliosi. Innanzitutto perché ciò inevitabilmente comporterà non pochi problemi negli anni a venire. Ma anche perché, in assoluto,in realtà  l’indebitamento potrebbe comunque non essere così negativo.

Come sottolinea la stessa Infodata nel presentare l’indagine, “nel momento in cui si è in grado di restituirlo senza mandare in dissesto le casse comunali, per un’amministrazione locale accendere un mutuo non rappresenta affatto un male”. Soprattutto, aggiungiamo, se quei soldi vengono utilizzati per finanziare opere pubbliche. “Allo stesso modo – prosegue Infodata – evitare di ricorrere ai prestiti non significa necessariamente che si abbia autonomia finanziaria. Può anche essere che il Comune non sia in grado di sostenere altri mutui. O, ancora peggio, che possa farlo ma sia bloccato dai vincoli imposti dal patto di stabilità”.

Il problema, quindi, è capire da un lato se il Comune è in grado di sopportare senza troppe ripercussioni economiche un simile elevato indebitamento e, dall’altro, se tutti quei mutui sono almeno serviti a realizzare importanti opere pubbliche per la città, per migliorare la qualità dei servizi e, più in generale, la qualità della vita dei propria cittadini. Alla prima domanda in pratica ha risposto già alcuni mesi fa l’assessore al bilancio in Consiglio Comunale, rispondendo alle incalzanti domande dell’opposizione sulla vendita di parte della Piceno Gas  Vendita, che ha portato nelle casse comunali più di 6 milioni di euro.

L’assessore ha ammesso che quei 6 milioni di euro sono serviti a pagare i debiti creati dalla cattiva amministrazione degli anni passati” spiegava allora il consigliere comunale Castiglia. Nei mesi successivi anche l’altro 50% della Piceno Gas è stato venduto, ulteriori 6 milioni sono entrati nelle casse comunali, ancora una volta utilizzati per “mettere le pezze” ad un bilancio che continua a fare acqua da tutte le parti.

Sia pure con un incredibile giro di parole, di fatto lo stesso Castelli lo ha ammesso in Consiglio Comunale, a fronte della richiesta dell’opposizione di utilizzare i quasi 13 milioni di euro complessivi ottenuti dalla vendita per ricomprare i parcheggi e fare le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole, sostenendo che quei soldi servivano per le casse del Comune. Che, come ben sappiamo, in questi ultimi anni ha venduto tutto quello che si poteva vendere per fare cassa, in alcuni casi anche la gestione di alcuni importanti servizi (come l’illuminazione pubblica), con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Ad ulteriore conferma  di quale sia la situazione delle casse comunali in questi mesi abbiamo assistito a  ripetuti artifizi finanziari per fare quadrare i conti, al continuo ricorso ad anticipazioni di cassa. E’ chiaro, quindi, che il peso dell’indebitamento  si è fatto sentire, e poi come, sulle casse comunali. Cosa grave ma non gravissima se, almeno, tutti quei mutui fossero serviti per far compiere un vero salto di qualità, sotto vari punti di vista, alla città. Cosa che, in realtà, è sotto gli occhi di tutti che non è accaduto. Infatti il pesante indebitamento non è certo servito per realizzare chissà quali importanti opere pubbliche, l’unico intervento di una certa entità (finanziato con due mutui, prima di 2,5 milioni di euro poi con ulteriori 750 mila euro) è quello interminabile per la tribuna est dello stadio. E non è neppure servito per fare quello che da anni chiedono gli ascolani, cioè riappropriarsi della sosta cittadina.

Di certo, lo abbiamo ampiamente visto, i mutui non sono serviti per garantire scuole sicure, neppure le verifiche di vulnerabilità sismica sono state effettuate. Né, tantomeno, sono serviti per importanti investimenti in campo culturale o per rilanciare il sempre più moribondo centro storico.

Allora, alla luce di tutto ciò, il dato riportato da Infodata assume un significato ancora più inquietante. E ci lascia sospesi, con un   inevitabile interrogativo: per cosa il Comune di Ascoli si è cosa indebitato? Attendiamo fiduciosi (ma non troppo) una risposta…

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