C’era una volta la scuola del “tutti promossi”…
Nei 5 Licei cittadini uno studente su tre non è stato promosso. Boom di “rimandati a settembre”, raddoppiano le bocciature. Al Liceo Scientifico promossi meno del 50% degli studenti delle prime classi, al Liceo Classico promozioni in picchiata per gli studenti del secondo anno
Ma la nostra non era la scuola del “tutti promossi”? O forse anche per quanto riguarda il panorama scolastico Ascoli è un mondo a parte, differente dal resto del paese.
O magari, molto più semplicemente, gli studenti ascolani sono più “ciucci” (per usare un termine che piace tanto ad alcune prestigiose penne) degli altri. Certo, però, che dopo che per settimane ci siamo sentiti ripetere da “dotti, medici e sapienti” che il primo problema della scuola italiana sono le promozioni facili e diffuse, ci aspettavamo di vedere ben altri risultati dagli scrutini di fine anno delle scuole superiori cittadine.
D’altra parte per mesi i giornali hanno consumato inchiostro su inchiostro per raccontarci di come ormai nella nostra scuola, a fine anno, puntualmente c’è una sorta di amnistia, tutti promossi anche se la media voto direbbe altro. Da un certo momento in poi non passava giorno senza che qualche illustre intellettuale (o pseudo tale), qualche dirigente scolastico, qualche esimio professore, sociologo, psicologico e esperti di qualsiasi tipo ci spiegassero i danni gravi che si provocano ai ragazzi con queste promozioni diffuse e immeritate. Naturalmente con la solita aggiunta che la colpa di questo pessimo andazzo della scuola italiana era solo ed esclusivamente dei genitori (e ti pareva…) che praticamente non lasciavano scelta (non ci hanno mai spiegato in che modo, ma sono particolari irrilevanti…) ai docenti.
E in effetti alla fine ci avevano quasi convinto, non tanto sulla colpa esclusivamente dei genitori (che, in fondo, per quanto possano condizionare comunque alla fine non ci risulta che partecipino agli scrutini finali…), ma su come questo fosse il vero grave problema della scuola italiana. Poi, però, ecco che i fiumi di parole lasciano il posto ai risultati reali e, all’improvviso, si scopre che incredibilmente tutto quello che è stato detto in questi mesi non corrisponde affatto alla realtà, per lo meno nel capoluogo piceno.
Certo, abbiamo ancora dati parziali e per esprimere giudizi definitivi aspettiamo di avere un quadro più completo, ad Ascoli e nel resto del paese. Però guardando quello che è accaduto nei 5 licei cittadini (Liceo Classico, Liceo Scientifico, Liceo Artistico, Liceo Linguistico, Liceo Scienze Umane) i numeri ci raccontano tutta un’altra storia. Su 1628 ragazzi che hanno frequentato le prime 4 classi di quei Licei (ovviamente non abbiamo preso in considerazione le quinte chiamate ad affrontare l’esame di maturità) meno del 70% sono i promossi (1138). Il 25% (409) degli studenti saranno chiamati ad affrontare l’esame di riparazione a settembre, mentre il 6% (81) sarà costretto a ripetere l’anno.
Prima di addentrarci ad analizzare nel dettaglio i dati, bisogna ricordare che in media nei Licei italiani la percentuale di promossi è intorno all’80% (si abbassa un po’ negli istituti tecnici), mentre per quanto riguarda i “bocciati” solitamente non si supera il 2-3%. Questo significa che c’è stato un vero e proprio boom di rimandati a settembre, mentre è praticamente raddoppiata la percentuale di bocciati. Per quanto riguarda i 5 Licei cittadini la percentuale più bassa di promossi, con il 63% di ammessi all’anno successivo, si registra al Liceo Artistico Osvaldo Licini. Che con il 10% (32 studenti) ha anche la percentuale più alta di bocciati e con il 27% anche quella del maggior numero di “sospesi” (84), poco più (a livello di percentuale) del Liceo Scientifico Orsini (26% con 153 sospesi) e il Liceo Classico Stabili (25% con 61 sospesi). Del Liceo Linguistico, con il 78% (204 studenti) la percentuale più alta di promossi.
Ma la percentuale di promossi precipita, addirittura sotto il 60%, se si prendono in considerazione le cosiddette “matricole”, gli studenti del primo anno. Su 420 risultano promossi in 247 (59%), con 139 (33%) che dovranno affrontare l’esame di riparazione a settembre e 34 (8%) che dovranno ripetere l’anno. A far abbassare così tanto la media è il Liceo Scientifico dove il primo anno rappresenta un esame durissimo per le matricole. Al punto che appena il 47% di loro (71 su 151 studenti) ha ottenuto la promozione, con il 44% (67) di sospesi e il 9% (13) bocciati. Clamoroso il caso di una classe prima di 30 alunni che ha visto appena 6 promossi, con 20 rimandati a settembre e 4 bocciati.
Più complicato , invece, il secondo anno al Liceo Classico dove si è registrato solo il 60% di promozioni , che scende addirittura al 50% in una classe che, su 26 alunni, ha visto solo 13 promossi (12 sospesi e 1 non ammesso all’anno successivo). E se in tutti gli altri Licei arrivati al quarto anno la percentuale di promossi si impenna e di molto (91% al Liceo Classico e al Liceo Scienze Umane, 85% al Liceo Scientifico), un po’ a sorpresa al Liceo Artistico si registra invece un vero e proprio crollo, con appena il 51% (36 su 71 alunni) di promossi. Con il clamoroso caso di una classe quarta che, su 17 studenti, ha visto solo 6 promossi con 9 rimandati e 2 bocciati.
Considerando che quello appena terminato è stato un anno scolastico molto particolare, con interruzioni e periodi di sospensione per il terremoto, che c’erano state raccomandazioni, in sede di scrutini finale, per considerare le difficoltà oggettive che avevano dovuto affrontare i ragazzi, il dato è assai significativo. Con praticamente un ragazzo su tre che non è stato promosso, è chiaro che, almeno nel capoluogo piceno, tutti i discorsi fatti nei mesi passati sulle “promozioni facili” si sono rivelati assolutamente fuori luogo.
Piuttosto bisogna tenere in considerazione il dato estremamente basso delle promozioni al primo anno delle scuole superiori (il 59%). Sarebbe opportuno verificare anche il dato degli anni precedenti ma forse non sarebbe del tutto inappropriato iniziare a riflettere sul livello di preparazione che viene fornito ai ragazzi delle scuole medie. Perché è forte la sensazione, suffragata anche da numerosi dati, che la nostra scuola media non è in grado di fornire una preparazione adeguata e non riesce a mettere a disposizione di studenti e genitori gli strumenti necessari per porli nella condizione di scegliere la scuola superiore più adeguata alle caratteristiche e alle aspirazioni di ciascun ragazzo
Oltre alle promozioni facili, nei mesi scorsi, in merito alla situazione della scuola, sono emerse altre presunte criticità. Come la tendenza molto diffusa, in sede di scrutini, di alzare i voti (in particolari quelli di chi già ha comunque una buona media), facendo si che così non si riesca a capire in pieno il livello qualitativo degli studenti stessi, ma anche il permanere in alcune scuole, sia pure ovviamente in forme differenti rispetto al passato, una certa forma di classismo. Al riguardo ovviamente gli scrutini di fine anno non possono fornire dati certi ma in un certo senso sembrano confermare le testimonianze che, in proposito, abbiamo raccolto negli ultimi mesi tra studenti, rappresentanti dei genitori e anche qualche insegnante.
Accade non di rado che, in sede di scrutinio, in effetti si alzino alcuni voti per far lievitare a livelli ancora più elevati medie comunque già più che buone. In questo caso condividiamo a pieno le perplessità che abbiamo ascoltato in questi mesi, convinti che i voti delle cosiddette “eccellenze scolastiche” devono essere il più possibile corrispondenti alla realtà, all’esatto livello di apprendimento e di rendimento dello studente in questione.
Così come condividiamo in pieno le preoccupazioni espresse dal Consorzio universitario “Almalaurea” che ha evidenziato come, soprattutto in determinate scuole, persiste una sorta di classismo. Alcuni episodi accaduti in sede di scrutinio sembrerebbero in qualche modo confermarlo. Come, ad esempio, quanto accaduto al figlio di un noto professionista locale, per tutto l’anno additato dai suoi stessi professori come l’unico elemento di disturbo in una classe tranquillissima che, poi, d’incanto a fine anno è stato l’unico della classe ad avere 10 in condotta (oltre che in scienze motorie), con il conseguente consistente balzo in alto della propria media voto.
O come quanto accaduto al figlio di un importante rappresentante istituzionale locale che, d’incanto, a fine anno ha visto lievitare (in qualche caso anche di un paio di punti) i propri voti, arrivando ad avere una media finale superiore al 9 che non avrebbe potuto neppure immaginare. Questi ed altri aspetti erano stati sottolineati dall’indagine “Almadiploma” che aveva evidenziato come forme di classismo continuassero ad esistere nella scuola italiana.
Di questo, più che delle presunte promozioni facili, si dovrebbe discutere a fondo, così come del livello di preparazione che forniscono le scuole medie, se davvero si vuole cercare di far compiere un vero salto di qualità al nostro sistema scuola.